Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

domenica 5 agosto 2012

Resistenza Pcarc: "Solidarietà con i lavoratori in lotta dell’Ilva..."



Solidarietà con i lavoratori in lotta dell’Ilva e con gli abitanti di Taranto! Solidarietà con i compagni e i lavoratori denunciati per aver “turbato” il palcoscenico di CGIL-CISL-UIL!

E’ criminale chi porta avanti il ricatto o lavoro o salute, o morire di fame o morire avvelenato!
Sono complici dei criminali gli amministratori, i politici di destra e di sinistra che in questi giorni terrorizzano i lavoratori dell’ILVA e la popolazione di Taranto!

Con la contestazione del palco sindacale avvenuta il 2 Agosto gli operai ILVA e i cittadini di Taranto hanno punito il decennale servilismo di CGIL-CISL-UIL nei confronti del criminale Riva, hanno mandato un chiaro segnale ai padroni alla Riva, al governo cittadino, regionale e nazionale (che per anni hanno tenuto il sacco a Riva & C.)!


Nel corso della grande mobilitazione operaia tenutasi a Taranto per la difesa del diritto al lavoro, alla sicurezza e salute dei lavoratori e della popolazione e alla salvaguardia dell’ambiente una contestazione di massa ha sommerso e costretto alla ritirata i dirigenti sindacali di CGIL-CISL-UIL (Bonanni, Angeletti e Camusso) calati a Taranto per fare la loro sceneggiata. I media di regime imbeccati da padroni, polizia, sindacalisti di regime e politicanti si sono subito apprestati a presentare i fatti come la contestazione di una minoranza di facinorosi (“cobas e centri sociali” ad avviso dei più). Tuttavia la realtà è ben diversa e ci racconta di una contestazione dai numeri di massa e che è stata capace di attrarre il consenso di buona parte della piazza al punto da convincere sindacalisti e politicanti appollaiati sul palco ad accelerare il passo, chiudere alla chetichella il proprio comizio e fuggire di nascosto. Altro che minoranze rumorose, violente e anti-democratiche come hanno gridato in coro davanti alle TV (ma non in piazza) i Camusso, gli Angeletti e i Bonanni. Ieri nella città di Taranto gli operai e i cittadini organizzati autonomamente da quelle dirigenze sindacali e da quegli schieramenti politici che per anni hanno sostenuto o taciuto la politica padronale dell’ILVA (sostenendo di fatto i ricatti del criminale Riva) si sono presi quel diritto di parola che gli era stato negato, hanno presentato il conto delle loro responsabilità a dirigenti sindacali e politici venduti a Riva, hanno gridato in maniera forte e chiara che non accettano e non sottostanno più ai ricatti e che la lotta per la difesa del posto di lavoro deve andare di pari passo con la difesa della salute e dell’ambiente, che non solo non sono incompatibili ma anzi sono connessi (basta con il profitto di Riva che produce migliaia di ammalati e centinaia di morti).
Esprimiamo piena solidarietà con le masse popolari di Taranto e i lavoratori dell’ILVA, sosteniamo la loro giusta lotta. No ai ricatti, No alla morte e devastazione dell’ambiente. In particolare siamo partecipi della giusta iniziativa intrapresa dal Comitato Lavoratori e Cittadini Liberi e Pensanti. Riva, i governi nazionale e locali e tutte le istituzioni preposte (ASL, ISS, ISPSEL, ecc.) che lo hanno sostenuto, coperto e protetto, sono i veri responsabili della devastazione ambientale criminale che seminato morte e malattie alla popolazione della zona al solo scopo di continuare ad arricchirsi. Oggi, che la situazione ambientale è giunta allo stremo e la crisi generale del sistema capitalista è entrata nella sua fase acuta, Riva e il governo Monti-Napolitano vorrebbero sottomettere le masse popolari di Taranto imponendo un infame e criminale ricatto: o lavorare e finire di distruggere territorio e salute dei lavoratori e della popolazione o non lavorare e morire di fame!
Salute, ambiente e lavoro sono connessi tra di loro e necessari per vivere una vita dignitosa per tutti: lavoratori e masse popolari. Nessuna azienda deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto deve essere assegnato un lavoro utile e dignitoso.
Ma non è vero che questa è l’unica soluzione possibile! E’ possibile imporre sia la difesa dei posti di lavoro che la tutela della salute e dell’ambiente! Riva deve risarcire un intero territorio dei suoi crimini a scopo di lucro e i soldi dello Stato vanno usati per avviare immediatamente la bonifica del territorio impiegando tutti i lavoratori, i precari e i disoccupati del territorio! Quanti anni di lavoro occorrono per compiere quest’opera indispensabile alla sopravvivenza della popolazione? Altro che rischio disoccupazione! Nel nostro paese esistono tutte le capacità tecniche e scientifiche per elaborare un piano industriale finalizzato a questo scopo, che in un colpo risolverebbe la questione lavorativa e ambientale!

Il problema vero è un altro: non c’è la volontà politica di adottare le misure necessarie per tutelare e favorire gli interessi di lavoratori e abitanti insieme. Il Governo Monti-Napolitano vuole difendere gli interessi Riva e degli altri speculatori che hanno devastato il territorio. Oggi dicono addirittura che le leggi sono state rispettate (e Vendola sulla questione regge il sacco) e cercano di manovrare per mettere i lavoratori dell’ILVA preoccupati dalla possibile chiusura della fabbrica contro le masse popolari di Taranto preoccupate per la propria sopravvivenza. I dirigenti dei sindacati Confederali costretti a scendere in piazza dalla mobilitazione generale di lavoratori e abitanti tirano una botta al cerchio e una alla botte (sostenendo in pratica che lo Stato deve passare ulteriori soldi a Riva per “ammodernare lo stabilimento”), ma non sanno che pesci prendere di fronte alla sana rabbia popolare di centinaia di lavoratori esplosa in questi giorni e provano a gettare fumo negli occhi additandoli come “violenti”! Insomma secondo questi signori in un modo o in un altro i padroni devono continuare a fare profitti e le masse popolari devono continuare a pagare il conto.
Adesso ricorrono alla repressione, alle inchieste e alle denunce per cercare di frenare e dividere il movimento di operai e masse popolari in lotta. Cercano di intimidire e frenare la rabbia che monta contro questo sistema che provoca morte e miseria.

GLI OPERAI DELL’ILVA DEVONO ORGANIZZARSI AUTONOMAMENTE DAI SINDACATI DI REGIME, SPINGERE LA SINISTRA DEI SINDACATI E I SINDACATI DI BASE ALL’AZIONE, ORGANIZZARE LE MASSE POPOLARI, UNIRSI AGLI ALTRI OPERAI IN LOTTA PER DIFENDERE LAVORO E DIRITTI, COORDINARSI CON IL MOVIMENTO NO TAV E QUANTI LOTTANO CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE PER IMPORRE LA SOLUZIONE ALLA CRISI A VANTAGGIO DELLA MAGGIORANZA: UN GOVERNO DI EMERGENZA POPOLARE!

È del tutto possibile uscire da questa situazione in cui i padroni (Riva e complici compresi) e il loro governo di banchieri posto a guida del nostro paese ci hanno trascinato. Dipende da ciascuno di noi e da ogni organizzazione che lotta contro la crisi generale che avanza e i suoi artefici, bisogna unirsi contro il nemico comune e coordinare le nostre azioni di lotta, elaborare la nostra alternativa politica alla crisi, perché una cosa è chiara: la soluzione per l’occupazione come per la bonifica è una questione di scelta politica! Quale governo emanazione dei poteri forti, quale padrone e quale dirigente sindacale legato agli interessi della sua bottega accoglierà e darà seguito alle rivendicazioni di lavoratori e cittadini? Nessuno! E’ per questa fondamentale ragione che la lotta per ostacolare la chiusura dell’ILVA e obbligare Monti e Vendola o chi che sia a rispettare gli impegni assunti per bonificare l’intera area deve incanalarsi nella lotta per la costruzione di un governo di emergenza popolare.

Oggi più che mai è necessario chiudere i conti con il capitalismo fallito in tutti i suoi aspetti: cacciare il governo Monti e sostituirlo con un governo di emergenza popolare composto dagli esponenti del movimento di resistenza alla crisi, delle organizzazioni operaie e organizzazioni popolari, della società civile progressista, della sinistra sindacale che già oggi godono della fiducia di buona parte delle masse popolari. Un governo che adotti le misure rapide e necessarie per frenare la crisi, mantenere aperte le fabbriche, frenare la perdita di posti di lavoro e creare nuovo lavoro utile e dignitoso. Un governo che possiamo e dobbiamo far ingoiare ad ogni costo alla Confindustria, al Vaticano e al resto delle classi dominanti rendendo il paese ingovernabile e avanzando la nostra proposta di alternativa! Solo così possiamo rimettere in piedi il nostro paese a partire dai nostri territori.

SOLIDARIETA’ SENZA SE E SENZA MA AI LAVORATORI DELL’ILVA E A QUANTI LOTTANO IN DIFESA DELL’AMBIENTE E DEL PROPRIO TERRITORIO!
I PADRONI SENZA I LAVORATORI NON POSSONO NIENTE!
I LAVORATORI ORGANIZZATI SENZA I PADRONI POSSONO FARE TUTTO E MEGLIO!

NO AL RICATTO RIVA! VIA IL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO!
COSTRUIAMO UN GOVERNO DI EMERGENZA POPOLARE!


Come indica il (nuovo)Partito Comunista italiano, il programma del Governo di Emergenza Popolare o di Blocco Popolare è riassunto in queste sei misure generali:
Assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa);
Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi;
Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato);
Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti;
Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione;
Stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
Per uscire dalla crisi del capitalismo dobbiamo mettere fine al capitalismo e fare dell’Italia un nuovo paese socialista: l’intesa, la pianificazione e la decisione collettiva prendono il posto dei capitali e dei profitti, dei prestiti e dei debiti, delle banche e delle istituzioni finanziarie. L’instaurazione del Governo di Blocco Popolare (o governo di emergenza popolare) è il primo passo in questa direzione.


Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54

2 commenti:

  1. secondo il mio parere bisognerebbe prendere l'esempio democratico dai paesi più progrediti d'europa senza dover riprendere i'obsoleta rivolta sulle decisioni e pianificazioni collettive popolari estendole ai paesi meno democratici sul blocco popolare .
    Esempio esiste un finanziamento europeo rinnovabile 300 miliardi ogni anno per i cittadini che vogliono elevarsi a imprenditori, commercianti ecc di utilità sociale. Ma sembra che per scarsità di idee sulle regole da rispettare pochi o nessuno ne abbiano fatto richiesta bloccando così l'erogazione del finanziamento europeo ecc.

    RispondiElimina
  2. secondo il mio parere bisognerebbe prendere l'esempio democratico dai paesi più progrediti d'europa senza dover riprendere i'obsoleta rivolta sulle decisioni e pianificazioni collettive popolari estendole ai paesi meno democratici sul blocco popolare .
    Esempio esiste un finanziamento europeo rinnovabile 300 miliardi ogni anno per i cittadini che vogliono elevarsi a imprenditori, commercianti ecc di utilità sociale. Ma sembra che per scarsità di idee sulle regole da rispettare pochi o nessuno ne abbiano fatto richiesta bloccando così l'erogazione del finanziamento europeo ecc.

    RispondiElimina