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martedì 23 gennaio 2024

Divina Commedia "blasfema"...?

 


Erano partiti prima i giudei con la denuncia che la Divina Commedia contenesse nozioni antiebraiche, poi si sono aggregati anche gli islamici lamentando che il poeta criticò ferocemente il loro profeta Maometto...   e da allora  la cosa  è andata parecchio avanti e le “sparate” contro Dante Alighieri e la Divina Commedia, hanno fatto strada… conquistando le pagine del Web e scomodando fior di commentatori…
Non solo gli ebrei si sentono feriti nell’onore anche i fratelli minori musulmani hanno scoperto nella Divina Commedia una satira anti-Maometto più feroce di quella di Charlie Hebdo. Dante, il padre della Lingua Italiana, mette il profeta musulmano e Alì, suo cugino, genero e successore come Califfo, nientemeno che all’inferno, nel canto XXVIII dedicato ai seminatori di discordia. Maometto viene messo nella bolgia più “sozza” che si possa immaginare, piena di corpi mutilati e orrendamente sfigurati. Questo perché, secondo Dante, i seminatori di discordia nell’aldilà erano condannati a subire il contrappasso adeguato, soffrendo nel loro corpo le stesse mutilazioni di cui sono stati artefici in vita.
Ora c’è solo da spettarsi le reazioni del vaticano per i vari papi messi all’inferno e per le oscure idee panteiste e anticristiane espresse dal poeta.
Ma seguiamo un piccola cronistoria degli eventi:
Divina Commedia all’indice – Scriveva Gherush 92, tra l’altro: “…
l’insegnamento della Divina Commedia rappresenta una violazione dei
diritti umani e la evidenziazione della natura razzista e antisemita
del nostro paese di cui il cristianesimo costituisce l’anima. Le
persecuzioni antiebraiche sono la conseguenza dell’antisemitismo
cristiano che ha il suo fondamento nei Vangeli e nelle opere che ad
esso si ispirano, come la Divina Commedia. Deve essere messo in
evidenza il legame culturale e tecnico-operativo con i vari tentativi
di esclusione e di sterminio, fino alla Shoah. Certamente la Divina
Commedia ha ispirato i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, le leggi
razziali e la soluzione finale. Chiediamo, pertanto, al Ministro della
Pubblica Istruzione, ai Rabbini e ai Presidi delle scuole ebraiche,
islamiche ed altre di espungere la Divina Commedia dai programmi
scolastici ministeriali…” 
Ed  ancora:  “L’organizzazione (giudaica) Gherush92,
consulente dell’ONU, ha dichiarato “Dante antisemita e islamofobo. La
Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici”. Ne ha dato notizia
nei giorni scorsi anche il “Corriere della sera”, riportando le
affermazioni di questa benemerita setta mondialista nell’articolo
seguente: http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_12/divina-commedia-eliminare-gherush92_674465d8-6c4e-11e1-bd93-2c78bee53b56.shtml -. Non è il caso di ribattere alle ridicole accuse di soggetti che
vomitano parole sotto l’usbergo dell’ONU per infamare la figura e
l’opera del Sommo Poeta, sommo non soltanto per aver “inventato” la
lingua italiana, ma per aver dato all’umanità l’opera poetica più
“divina” che uomo possa concepire…” (
Roberto Sestito)
Alle accuse di “razzismo” mosse da islamici e giudei contro il padre
della lingua italiana rispose Maurizio Blondet con una recensione di
“insegnamenti” tratti dal “sacro libro” matrice delle tre religioni
semitiche: la bibbia. Un libro profondamente, spaventosamente omofobo,
razzista, anti-animalista, per giunta anti-femminista; un libro che si
rallegra di omicidi ed inganni, che prescrive furti e ordina stragi. E
nonostante ciò, viene letto addirittura nelle chiese, e viene ritenuto
ispirato da Dio.
«Io ti benedirò e moltiplicherò il tuo seme… la tua progenie
possiederà la porta dei tuoi nemici»
«Ed Egli darà i loro re nelle tue mani e tu estirperai i loro nomi…
finchè non li abbia distrutti».
«Oggi comincerò a spargere spavento di te fra i goym, sotto tutto il
cielo, tanto che esse si terrorizzeranno a sentire il tuo nome».
«Divora dunque tutti i popoli che il Signore tuo ti darà; l’occhio tuo
non li risparmi».
«Voi vi ciberete dei beni delle genti, e vi farete magnifici della
loro gloria» (Isaia 61,6). «Tu suggerai il latte delle genti, e
popperai le mammelle dei re». «… E i figli degli stranieri
edificheranno le tue mura».
«Chiedimi, ed io ti darò in eredità le genti e i confini della terra
per tua possessione. Tu le spezzerai con verga di ferro, li
frantumerai come vaso d’argilla» (Salmo 2, 8-9).
Fino allo spietato Salmo 137: «Figlia di Babilonia, votata alla
distruzione: beato chi prenderà i tuoi pargoli e li sbatterà contro la
roccia!».
Questo beatifico desiderio è stato oggi realizzato dalla devastazione
di «Babilonia», ossia l’Iraq, compiuto per conto della razza eletta da
un popolo che ha dato agli eletti le sue mammelle da mungere.
Tralascio i passi dove Dio ordina ai suoi eletti di massacrare 40 mila
amaleciti sconfitti, e promette la totale distruzione di cananei,
filistei, amorrei; tutti passi che significano eliminazione fisica o
culturale della diversità e dunque scomparsa di popoli e culture».
Insegnato a memoria nelle scuole rabbiniche, questo orribile testo ha
formato un intero popolo all’odio e al disprezzo dei «popoli e
culture» diversi. Lo testimonia la particolarissima pedagogia che si
trova nel Talmud.. Solo alcuni pochi esempi nel gran mare di questo
commento alla Bibbia:
«Che significa Har Sinà, cioè monte Sinai? Vuol dire il monte dal
quale si è irradiato Sina, cioè l’odio contro i popolo del mondo»
(Shabbath 80 , col.1).
«Dovunque gli ebrei arrivano, devono farsi sovrani dei loro signori»
(Sanhedrin 19, 89, 1).
«…Vi farò unici dominatori del mondo» (Chaniga, 3a, 3).
«Il migliore fra i non-ebrei, uccidilo» (Abodag Zarah, 26b, Tosefoth).
«Voi israeliti siete chiamati uomini, mentre le nazioni del mondo sono
da chiamarsi bestiame» (Baba Mezia, 114, col.2 ).
Mica è teoria, signori. Mica è simbolo. Mica è metafora e licenza
letteraria. Spesso i governanti attuali dello Stato d’Israele di oggi,
se ne escono fuori a dire che i palestinesi sono bestie, e i loro
rabbini di oggigiorno ancora insegnano che tutti i non-ebrei sono
animali: dunque macellabili, e macellati spesso effettivamente là dove
cadono nelle mani ebraiche.
È un insegnamento costante. Il filosofo Abravanel (1437-1508) ha scritto:
«Il profeta (Isaia) annuncia che il Signore lo ha unto per dire agli
israeliti che saranno ad essi soggetti tutti i popoli, e che le genti
straniere dovranno arare e lavorare sì che ai figli d’Israele non
tocchi alcun lavoro pesante, ma possano servire Dio solo pregando. A
che possano però aver tempo per servire Dio benedetto, dovete mangiare
i beni dei popoli» (Meshmia jeshue, 89, col.4).
E quante volte, signori, i popoli hanno visto i loro beni divorati e
mangiati da individui educati a questa scuola!
Rabbi Bar Nachmani: «Al tempo del Messia gli ebrei estirperanno tutti
i popoli della terra» (Bammidbar Rabba, fol. 172, col.4).
Jeshaia Hurtzitz, Scene lukhot habberit, anno 1686: «Il mondo è stato
creato per gli israeliti, essi sono la polpa, gli altri popoli non
sono che la scorza».
Adolphe Crémieux (1796-1880), fondatore degli Archives Israelites: «La
dottrina ebraica deve un giorno compenetrare di sè tutto il mondo
(…). Non è lontano il giorno in cui le ricchezze della terra
apparterranno esclusivamente agli ebrei (…) Le nazioni
scompariranno, le religioni tramonteranno».
E il rabbino Baruch Levi così scriveva a Carl Marx nel 1848: «Il
popolo ebraico, considerato nel suo insieme, sarà egli stesso il suo
proprio Messia. La sua signoria sul mondo sarà raggiunta mediante
l’unificazione delle altre razze umane, la eliminazione delle
frontiere e delle monarchie, che sono i bastioni del particolarismo, e
mediante l’istituzione di una repubblica mondiale, che accorderà
dappertutto i diritti civili agli ebrei. In questa nuova
organizzazione dell’umanità, i figli di Israele diventeranno
dappertutto, senza incontrar ostacolo, l’elemento direttivo (…). I
governi dei popoli compresi in questa repubblica mondiale, con l’aiuto
del proletariato vittorioso, cadranno tutti senza difficoltà in mani
ebraiche. La proprietà privata verrà soffocata dai dirigenti di razza
ebraica, che amministreranno dappertutto il patrimonio statale. Così
la promessa del Talmud sarà adempita, cioè la promessa che gli ebrei,
venuti i tempi messianici, possederanno la chiave dei beni di tutti i
popoli della Terra» (Revue de Paris, anno XXXV, numero 2, pagina 574).
Ed infine, come contraltare, e dulcis in fundo, ecco la replica laica antireligiosa di François Cavanna, cofondatore di Charlie Hebdo: “Voi, i cristiani, gli ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli avventisti, i panteisti, i testimoni di questo e di quello, i satanisti, i guru, i maghi, le streghe, i santoni, quelli che tagliano la pelle del pistolino ai bambini, quelli che cuciono la passerina alle bambine, quelli che pregano ginocchioni, quelli che pregano a quattro zampe, quelli che pregano su una gamba sola, quelli che non mangiano questo e quello, quelli che si segnano con la destra, quelli che si segnano con la sinistra, quelli che si votano al Diavolo, perché delusi da Dio, quelli che pregano per far piovere, quelli che pregano per vincere al lotto, quelli che pregano perché non sia Aids, quelli che si cibano del loro Dio fatto a rondelle, quelli che non pisciano mai controvento, quelli che fanno l’elemosina per guadagnarsi il cielo, quelli che lapidano il capro espiatorio, quelli che sgozzano le pecore, quelli che credono di sopravvivere nei loro figli, quelli che credono di sopravvivere nelle loro opere, quelli che non vogliono discendere dalla scimmia, quelli che benedicono gli eserciti, quelli che benedicono le battute di caccia, quelli che cominceranno a vivere dopo la morte… Tutti voi, che non potete vivere senza un Papà Natale e senza un Padre castigatore. Tutti voi, che non potete sopportare di non essere altro che vermi di terra con un cervello. Tutti voi, che vi siete fabbricati un dio “perfetto” e “buono” tanto stupido, tanto meschino, tanto sanguinario, tanto geloso, tanto avido di lodi quanto il più stupido, il più meschino, il più sanguinario, il più geloso, il più avido di lodi tra voi. Voi, oh, tutti voi NON ROMPETECI I COGLIONI! Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi.”
E con ciò il conto è pareggiato.
Notizie raccolte da Paolo D'Arpini



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