Premessa - Il Dr. Cacopardi, Direttore Generale del MIPAAF, alla trasmissione della Rai Radio 1 "La radio ne parla", 9 dicembre 2014, afferma che sono presenti residui chimici di Pesticidi solo nello 0,6% dei campioni analizzati... ma in realtà, questo è solo il valore dei campioni "fuori legge"...
Il Problema reale è che la Legge non prevede un limite massimo per la sommatoria dei diversi residui chimici di Pesticidi presenti negli alimenti. Pertanto gli agricoltori cambiano continuamente pesticidi durante la stagione di coltivazione, molto mal consigliati dalla fittissima rete di venditori... e senza alcuna prescrizione tecnica (ricetta), atto obbligatorio ai sensi degli ordinamenti professionali.
E così noi tutti ci mangiamo e beviamo abbondanti Coctayls di residui chimici di Pesticidi che minacciano la salute, moltiplicando i loro effetti dannosi ed accumulandosi in diversi organi vitali...
Residui chimici di Pesticidi presenti ad esempio sul 26% della frutta analizzata, e in tantissimi campioni di Verdure, Vini, ecc.
Insomma, siamo tutti "AVVELENATI A NORMA DI LEGGE", una legge che tanto meno tutela i più deboli, ovvero i nostri bambini, dal momento che anche i singoli residui consentiti negli alimenti sono calcolati per un peso corporeo di 60 kg !!!
Una norma che non rispetta ne il "principio di precauzione" ne i diritti costituzionali di "uguaglianza di fronte alla Legge", considerando anche le altre categorie deboli, quali i malati, i nascituri nel grembo materno e le differenze individuali di "resistenza del sistema immunitario" dei cittadini, che non risultano, pertanto, uguali di fronte a tale Legge.
Proposta di Legge del Prof. GIuseppe Altieri, Agroecologo
Propongo che il limite massimo della sommatoria dei diversi residui chimici di pesticidi (o loro metaboliti) presenti negli alimenti sia definito immediatamente e corrisponda alla
..."somma dei limiti di legge dei diversi residui, rilevati con le analisi chimiche, diviso il numero dei residui stessi"...
Senza considerare che l'effetto multi-residuo è molto più pericoloso di un singolo veleno per la salute umana (effetto giuridicamente definito come "concausa aggravante di pericolo grave per la salute").
Pertanto il denominatore della frazione suddetta dovrebbe essere quantomeno elevato al quadrato.
La salute Italiana sta decadendo molto velocemente ed oggi abbiamo il triste record mondiale dei Tumori dell'Infanzia (OMS), mentre l'aspettativa di vita sana nel nostro Bel Paese è crollata di almeno 8 anni dal 2004 ad oggi (Eurostat).
E' necessario essere Responsabili ed agire OGGI, immediatamente... quando è già troppo tardi per essere pessimisti.
Giuseppe Altieri (tel. 0758947433 - 3474259872)
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Comunicato integrativo:
I pesticidi usati in Europa sono circa 300.
Nella biosfera vengono immesse circa 4-5 milioni di tonnellate di pesticidi e il giro di affari che li riguarda, ammonta a oltre 15 miliardi di Euro. Soltanto in Italia, ogni anno se ne impiegano 175.000 tonnellate, circa 3 kg a testa, oltre il 30% di tutto il consumo europeo, sotto la spinta sempre più aggressiva di una miriade di venditori di Pesticidi e Consorzi Agrari, senza un'assistenza tecnica indipendente ne una prescrizione (ricetta) da parte di un esperto abilitato, come previsto dalle norme di legge. Tanto che gli Albi professionali degli Agronomi, Periti Agrari e Agrotecnici e Tecnici Laureati hanno attivato (seppur con grave ritardo) un ricorso al TAR del Lazio.
Nonostante dal 1 gennaio 2014 sia obbligatoria l'Agricoltura Integrata su tutto il territoiro nazionale, ai sensi del D. lgsl n 150 del 14 agosto 2012 "Uso sostenibile degli Agrofarmaci", i Disciplinari di Agricoltura Integrata in Italia non prevedono l'impiego obbligatorio e prioritario di tutte le tecniche sostitutive dei prodotti chimici di sintesi (Agrofarmaci Biologici, Insetti utili, mezzi meccanici per il controllo delle erbe infestanti, ecc.), regolarmente registrate al commercio, ovvero reputate efficaci contro le diverse Avversità delle coltivazioni. Priorità previst a dalla Decisione CE del 30-12-1996 - All. 1 Norme OILB,
Decisione "obbligatoria e immediatamente applicativa" ...di ben 18 anni fa !!!
In tal modo, negli ultimi 20 anni, miliardi di € erogati attraverso i Pagamenti Agroambientali, risorse destinate prioritariamente alla riconversione biologica dell'Agricoltura, sono stati distratti dalle Regioni (in maniera illegittima dal 1996) verso agricoltori che hanno usato sempre più pesticidi e disseccanti chimici di sintesi. Con netto peggioramento Ambientale, evidenziatosi nel crescente inquinamento delle acque, erosione, alluvioni e dissesto idrogeologico (per la distruzione dell'Humus e conseguente mancanza di trattenimento delle acque a monte) e Sanitario (incremento drammatico delle Patologie degenerative e mortali nel nostro paese, con crollo dell'Aspettativa di vita sana negli ultimi 10 anni e record mondiale dei tumori dell'Infanzia (dati Eurostat - OMS). Oltre all'incremento continuo delle Patologie delle Piante per mancanza di assistenza tecnica adeguata e, spesso, per inefficacia dei prodotti chimici stessi.
Un "Disastro Agroambientale" sostenuto dai fondi europei che erano stanziati per l'esatto opposto.
Ed avrebbero dovuto e potuto risolvere il problemi derivanti dall'enorme abuso di Pesticidi nel nostro paese, che incidono pesantemente sul Bilancio dello Stato, laddove la spesa "sanitaria" (per malattie, ndr) rappresenta oltre l'80% dei Bilanci regionali !!!
150 miliardi di € ogni anno si spendono per le terapie di malattie degenerative che potrebbero essere "curate con l'Alimentazione Biologica". Cui si sommano almeno 10 miliardi all'anno di costi sociali per il dissesto idrogeologico causato dalla distruzione dell'humus dei terreni che non trattengono più l'acqua, a causa di Concimi chimici e Disseccanti..
Bastano 5 miliardi di € per compensare gli agricoltori dei mancati ricavi, maggiori costi, più un 20% per le burocrazie e il 30% per i benefici dovuti alle azioni collettive, come prevedono le norme europee sui Pagamenti Agroambientali... e riconvertire tutta l'Italia alla Coltivazione Biologica
Europa che ci mette a disposizione 70 miliardi di € di contributi agricoli dal 2015 al 2020 !!! (12 miliardi di € all'anno...)
I soldi ci sono per tutti. Anche per le assicurazioni agevolate verso le malattie delle piante, con rimborso del 65% della polizza, se si dimostra un beneficio ambientale, con l'Agricoltura Biologica. E con pochi € /ha gli agricoltori sarebbero molto più tranquilli nel passaggio all'Agricltura Biologica
Ma qualcuno vuol continuare a regalarli a chi acquista pesticidi e disseccanti arancio. Mentre i Sindacati agricoli che concertano le politiche regionali e nazionali rimangono in conflitto di interessi essendo, partecipi alle società di gestione dei Consorzi Agrari che vendono Pesticidi chimici...
Invece di aumentare i loro fatturati vendendo prodotti per l'agricoltura biologica, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali europei, passando così "dal conflitto alla convergenza di interessi", per il bene di tutti, in primis degli agricoltori.
E' necessaria un'azione decisa della Corte dei Conti, per il recupero delle somme economiche percepite illegittimamente con individuazione dei responsabili di tale abuso di poteri pubblici.
E alla Corte di Giustizia nei confronti della Commissione UE e delle Regioni
Dal 2014 vanno immediatamente interrotti i Pagamenti Agroambientali regionali per l'Agricoltura Integrata, in quanto obbligo di Legge e non più impegno facoltativo agroambientale.
Ma in Italia si sono inventati due livelli di Agricoltura Integrata, quanto le norme di difesa delle coltivazioni ne prevedono una sola...
I Pesticidi sono molto pericolosi per la salute e rappresentano le principali "concause aggravanti" dell'enorme sviluppo delle patologie degenerative nel nostro cosiddetto "Bel Paese" le cui terre sempre più spesso sono colorate di arancio per l'abuso di Disseccanti che distruggono la fertilità dei terreni e l'Humus che trattiene l'acqua, predisponendo il territorio al dissesto idrogeologico e alle drammatiche alluvioni, sempre più frequenti. Che ci costano almeno 10 miliardi di € all'anno...
In Italia non è ancora stata stabilita nemmeno la soglia massima ammessa della somma dei diversi residui dei cosiddetti "Agrofarmaci chimici di sintesi", nonostante un referendum tenutosi nel 1992.
Benché esista un’imponente bibliografia scientifica internazionale, ed emergano continuamente nuovi dati sull’impatto negativo che tali prodotti possono comportare per la salute e per l’ambiente, l’argomento viene ancora poco considerato dai media, ed è troppo spesso ignorato anche da coloro che, per motivi professionali, sono frequentemente a contatto con le varie specie di pesticidi.
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Studio AGERNOVA - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
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tel 075-8947433, Cell 347-4259872
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Indagine Legambiente: "Pesticidi nel Piatto"
Pesticidi nel Piatto 2012. Legambiente lancia l’allarme per il multi residuo e i suoi effetti sulla salute “
Ortofrutta e vino regolarmente contaminati. Campioni irregolari fermi allo 0,6%, multi residuo in calo, ma aumentano i campioni da record: fino a 9 diverse sostanze nell’uva, 8 nel vino, 6 nelle mele, 5 nelle arance.Legambiente: "Mai verificati gli effetti sinergici delle diverse sostanze sull’organismo e sull’ambiente”
Campioni fuorilegge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo residuo (18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al 17,1% (18,5% nel 2011). Il risultato complessivo di Pesticidi nel piatto 2012, il rapporto annuale di Legambiente sui residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia (elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali competenti), ad una prima lettura, offre un quadro abbastanza rassicurante e in linea con il trend degli ultimi anni che vede diminuire, seppur lentamente, l’uso delle molecole chimiche per la produzione agroalimentare. Purtroppo però, insieme all’aumento in percentuale dei campioni in regola, aumenta pure – in molti casi - il numero delle diverse sostanze chimiche presenti contemporaneamente su uno stesso campione, per il quale le analisi di ogni molecola presa singolarmente hanno stabilito la regolarità.
Se la normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto alimentare. La legge quindi, non si esprime ancora rispetto al cosiddetto multi residuo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si possono ritrovare negli alimenti mentre la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.
“Una lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – mostra una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9 principi attivi differenti, in un composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consumatori e per l’ambiente”.
Sul tema del multi residuo è intervenuto anche il Sen. Francesco Ferrante che ha proposto in merito un disegno di legge depositato in Senato ormai tre anni fa: "Che la questione del multi residuo non sia più rinviabile lo confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta al Governo recepire questo campanello d'allarme prevedendo le dovute contromisure nel Piano d’azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che è in via di definizione e che ad oggi non contempla il riferimento al multi residuo.”
Qualche lecita perplessità, infatti, viene suscitata dai risultati delle analisi condotte dai laboratori più attenti e puntuali, come per esempio, quello della Provincia di Bolzano, che ha rilevato fino a 8 diverse sostanze chimiche in due campioni di vino (contaminato comunque dal multi residuo nel 60% dei casi), e addirittura 9 diverse molecole in 3 campioni di uva. Pesante anche la situazione del frutto sano per antonomasia: la mela, contaminata da più residui nell’65% dei casi (anche con 4 e 6 diverse sostanze contemporaneamente).
Anche nelle analisi realizzate dai laboratori del Friuli Venezia Giulia troviamo le mele (nell’83,3% dei casi) e il vino (96%) tra i prodotti maggiormente contaminati da multi residuo. Casi analoghi risultano poi, nei dati forniti dai laboratori piemontesi dove in un campione di arance sono stati rintracciati fino a 5 residui chimici, 4 in un campione di finocchi e 6 in uno di fragole e uno di uva.
Numerose invece le irregolarità vere e proprie registrate dai laboratori dell’Emilia Romagna che ha condotto numerose e puntuali analisi su tantissimi prodotti dei quali però non fornisce la provenienza (che può essere italiana o estera), relative a pere, pesche, fragole, ciliegie, prugne, susine e melagrane, mentre più di 5 sostanze diverse sono state riscontrate in campioni di albicocche e ciliegie.
Nei risultati delle analisi condotte dal Veneto si evidenzia invece la presenza di sostanze chimiche ormai fuorilegge perché non più autorizzate, in un campione di insalata, nelle fragole e nei pisellini primavera.
Dati puntuali sono stati forniti anche dai laboratori calabresi che hanno riscontrato la presenza di sostanze chimiche fuorilegge per limiti superiori al consentito in un campione di peperoncino e in uno di pesche.
Tra le sostanze maggiormente rinvenute troviamo il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale e particolare tossicità riscontrata a danno delle api.
Rispetto alle risposte fornite dai laboratori regionali preposti alle analisi, ribadendo che laddove si effettuano più analisi si riscontrano anche maggiori criticità, si evidenzia una differente modalità di lavoro nelle differenti realtà che in alcuni casi, come quelli sopracitati, ha consentito di approfondire i risultati in maniera efficace mentre in altri si è ottenuto solo il risultato complessivo, con i casi limite di Abruzzo e Molise che vanno segnalate per non aver saputo o voluto fornire alcun dato utile all’indagine.
Se la normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto alimentare. La legge quindi, non si esprime ancora rispetto al cosiddetto multi residuo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si possono ritrovare negli alimenti mentre la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.
“Una lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – mostra una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9 principi attivi differenti, in un composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consumatori e per l’ambiente”.
Sul tema del multi residuo è intervenuto anche il Sen. Francesco Ferrante che ha proposto in merito un disegno di legge depositato in Senato ormai tre anni fa: "Che la questione del multi residuo non sia più rinviabile lo confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta al Governo recepire questo campanello d'allarme prevedendo le dovute contromisure nel Piano d’azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che è in via di definizione e che ad oggi non contempla il riferimento al multi residuo.”
Qualche lecita perplessità, infatti, viene suscitata dai risultati delle analisi condotte dai laboratori più attenti e puntuali, come per esempio, quello della Provincia di Bolzano, che ha rilevato fino a 8 diverse sostanze chimiche in due campioni di vino (contaminato comunque dal multi residuo nel 60% dei casi), e addirittura 9 diverse molecole in 3 campioni di uva. Pesante anche la situazione del frutto sano per antonomasia: la mela, contaminata da più residui nell’65% dei casi (anche con 4 e 6 diverse sostanze contemporaneamente).
Anche nelle analisi realizzate dai laboratori del Friuli Venezia Giulia troviamo le mele (nell’83,3% dei casi) e il vino (96%) tra i prodotti maggiormente contaminati da multi residuo. Casi analoghi risultano poi, nei dati forniti dai laboratori piemontesi dove in un campione di arance sono stati rintracciati fino a 5 residui chimici, 4 in un campione di finocchi e 6 in uno di fragole e uno di uva.
Numerose invece le irregolarità vere e proprie registrate dai laboratori dell’Emilia Romagna che ha condotto numerose e puntuali analisi su tantissimi prodotti dei quali però non fornisce la provenienza (che può essere italiana o estera), relative a pere, pesche, fragole, ciliegie, prugne, susine e melagrane, mentre più di 5 sostanze diverse sono state riscontrate in campioni di albicocche e ciliegie.
Nei risultati delle analisi condotte dal Veneto si evidenzia invece la presenza di sostanze chimiche ormai fuorilegge perché non più autorizzate, in un campione di insalata, nelle fragole e nei pisellini primavera.
Dati puntuali sono stati forniti anche dai laboratori calabresi che hanno riscontrato la presenza di sostanze chimiche fuorilegge per limiti superiori al consentito in un campione di peperoncino e in uno di pesche.
Tra le sostanze maggiormente rinvenute troviamo il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale e particolare tossicità riscontrata a danno delle api.
Rispetto alle risposte fornite dai laboratori regionali preposti alle analisi, ribadendo che laddove si effettuano più analisi si riscontrano anche maggiori criticità, si evidenzia una differente modalità di lavoro nelle differenti realtà che in alcuni casi, come quelli sopracitati, ha consentito di approfondire i risultati in maniera efficace mentre in altri si è ottenuto solo il risultato complessivo, con i casi limite di Abruzzo e Molise che vanno segnalate per non aver saputo o voluto fornire alcun dato utile all’indagine.
L’ufficio stampa: 06.86268376 – 99 - 53
Seguono Tabelle riepilogative
Seguono Tabelle riepilogative
Tabella riepilogativa 2011
| |||||||||
Genere
|
Campioni analizzati
|
Irregolari
|
%
|
Regolari senza residui
|
%
|
Regolari
|
%
|
Regolari
|
%
|
VERDURA
|
2916
|
26
|
0,9
|
2259
|
77,5
|
415
|
14,2
|
216
|
7,4
|
FRUTTA
|
2962
|
21
|
0,7
|
1267
|
42,8
|
688
|
23,2
|
986
|
33,3
|
PRODOTTI DERIVATI
|
1958
|
2
|
0,1
|
1354
|
69,2
|
323
|
16,5
|
279
|
14,2
|
VARIE
|
242
|
1
|
0,4
|
200
|
82,7
|
31
|
12,8
|
10
|
4,1
|
TOTALE
|
8078
|
50
|
0,6
|
5080
|
62,9
|
1457
|
18
|
1491
|
18,5
|
Tabella riepilogativa 2012
| |||||||||
Genere
|
Campioni analizzati
|
Irregolari
|
%
|
Regolari senza residui
|
%
|
Regolari
|
%
|
Regolari
|
%
|
VERDURA
|
3071
|
25
|
0,8
|
2362
|
76,9
|
441
|
14,4
|
243
|
7,9
|
FRUTTA
|
2992
|
20
|
0,7
|
1293
|
43,2
|
698
|
23,3
|
981
|
32,8
|
PRODOTTI DERIVATI
|
1721
|
2
|
0,1
|
1266
|
73,5
|
304
|
17,7
|
149
|
8,7
|
VARIE
|
264
|
1
|
0,4
|
227
|
86
|
28
|
10,6
|
8
|
3
|
TOTALE
|
8048
|
48
|
0,6
|
5148
|
64
|
1471
|
18,3
|
1381
|
17,1
|
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