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lunedì 30 giugno 2014

Autonomi e lavoratori in Sud Africa, bamboccioni e ladri in Italia



E' già da un po' che volevo farvi conoscere un'altra delle numerose differenze di questo paese.
Qui Il testamento è riconosciuto e perciò ognuno può decidere a chi lasciare TUTTI i propri averi alla sua morte.
Il quadro che ne consegue è il seguente.
Se uno dei due coniugi non possiede beni di sostentamento fa in modo di avere una qualifica, possibilmente professionale, che gli permetta di fare un lavoro che gli dia la sicurezza e l'orgoglio di poter vivere come è abituato a vivere prima che l'altro coniuge muore.
Quindi sono molto poche le donne che sanno solo fare le casalinghe e moltissime hanno fatto le insegnanti o professioni come medici, avvocati ecc.
I figli quando hanno finito le scuole superiori se non lavorano in una attività della famiglia, escono di casa e se vogliono andare all'università debbono contemporaneamente lavorare per mantenersi. (Nella maggioranza facendo lavori come lavorare in miniera o come camerieri o cose similari). Questo anche se la famiglia è facoltosa.
Negli ultimi anni di università se ottengono buoni risultati possono con estrema facilità ottenere prestiti da banche, finanziarie o privati per comperare anche  una'auto di seconda mano o quant'altro necessitano e poi ripagheranno il debito quando avranno finito gli studi e cominciato a lavorare.
Quando ho sentito questa storia ho chiesto ai miei numerosi amici e pur essendo nella maggioranza dei professionisti importanti ora in pensione, pochi sono quelli che da giovani non hanno lavorato anche in miniera.
Questo è un popolo di ottimi lavoratori estremamente affidabili, onesti e  pieni di iniziative ed è per questo che quando decidono di emigrare trovano molto facilmente lavoro.
Le due figlie di Reinette, una in Australia e l'altra in Irlanda si sono sistemate molto bene. Moltissimi medici in Canada sono sudafricani.
Quì non esiste il legame con il posto dove si nasce ed è una domanda per loro strana di chiedere dove si è nati.
Su i documenti la località di nascita normalmente non viene indicata. Per cui nessuna difficoltà ad cambiare residenza.
Mie conclusioni:
In Italia invece abbiamo i BAMBOCCIONI e questi sono il futuro del paese.
In Italia c'è il culto dei diritti, quì quello dei doveri e lo noti subito anche da come guidano, felici di dare la precedenza agli altri. 
In Italia i bamboccioni sono spesso il frutto delle madri casalinghe che per non rimanere sole senza una occupazione incoraggiano i figli a stare con loro.
Spero che questa storia farà riflettere qualcuno di voi.

Roberto Anastagi

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Commento di Marco Bracci: 
"...hai colto perfettamente nel segno. Qui da noi i diritti sono talmente rispettati, che se un ladro entra in una casa e il proprietario lo sorprende e lui, scappando, rimane infilzato nelle punte della recinzione, il proprietario finisce in prigione per non aver rispettato il diritto alla vita del ladro. Ne consegue che la malavita prende sempre più piede. Dopodiché, il giorno dopo ai TG, senti il Papa che dice che la vita è sacra, che tutti hanno diritto di vivere ecc. Ce credo! la malavita lavora per lui, quindi gli conviene dire che i ladri e i truffatori e gli assassini sono come tutti gli altri, anzi più bisognosi di aiuto e protezione degli altri.
PS: ho detto prima se scappa. In realtà ormai non scappano più: se ti azzardi a sorprenderli mentre fanno il loro onesto lavoro, i ladri ti massacrano di botte o ti sparano addirittura."


Commento di Caterina Regazzi:
"Caro Roberto, sinceramente non condivido tutta questa "stima" per il popolo sudafricano (immagino tu ti riferisca ai bianchi o sbaglio?), forse perché non lo conosco se non per le informazioni che tu ci dai e di cui ti ringrazio. L'Italia ha una storia millenaria e le recenti cadute di stile ci possono stare, non per dare una giustificazione del mammismo e ai bamboccioni.
I miei genitori venivano da una situazione di quasi miseria per cui, vivendo nel momento del boom economico e avendo fortunatamente entrambi un lavoro, hanno voluto darmi tutto quel che potevano (ho 55 anni). Mia figlia che ha quasi 21 anni è  venuta su un po' viziata, ma non è certo che non si dia da fare. Con questo voglio dire che non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma credo che la situazione italiana sia così piena di sfaccettature che ci sta pure che molti si siano adagiati quando hanno trovato per un verso o per l'altro,  situazioni di comodo. Credo però che tu non sia consapevole del fermento che c'è adesso in Italia, vuoi la crisi, vuoi un aumento del livello di consapevolezza, anche se ancora non abbastanza diffuso, non ancora "massa critica". Per quanto riguarda il fatto che i figli se ne devono andare, non sono totalmente d'accordo neanche in questo caso. Una persona può crescere (in senso morale, intellettuale, spirituale) anche in seno alla famiglia. Basta che i genitori glielo concedano e siano dei buoni maestri. Sarebbe come dire che due persone adulte non possono stare assieme perché altrimenti si appoggiano l'una all'altra. Personalmente sogno invece un ritorno alle famiglie allargate, dove alcuni figli possono anche restare con i genitori e aiutarsi a vicenda, nell'accudimento dei bambini, degli anziani, nello svolgimento delle mansioni domestiche ed extra domestiche. La maturità non è sinonimo di allontanamento, so di molte donne che si sposano per uscire dalla famiglia per poi ritrovarsi schiave (volontarie) di un marito. Insomma, il fatto è più complesso di quel che sembra, ma l'evoluzione di un popolo può passare anche attraverso errori, basta poi accorgersene e avere il coraggio di cambiare, ed io, di questa capacità degli italiani, dell'essere umano, ho fiducia..."

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Commento di Marco Bracci: "Bell’analisi, Caterina. Purtroppo noi italiani siamo disfattisti con noi stessi e anch’io ci sono cascato. Basta darci l’imbeccata e cominciamo a sciorinare tutti i nostri (autoattribuiti) difetti. Ricordo che, quando sono andato a lavorare a Parigi, sui moduli per la richiesta di lavoro e di residenza per stranieri, in cui si richiedeva anche la motivazione di tale richiesta, in testa c’era scritto: “E’ vietato agli italiani parlare male del loro governo”.
Guardiamo sempre al bello degli altri e ci dimentichiamo del nostro. Anzi, tendiamo a ricordare solo i fasti del passato (Roma, il Rinascimento), ma per quanto riguarda il tempo attuale siamo in genere poco inclini a riconoscere quello che di bello riusciamo a fare. Anche per la scuola, pensiamo che quella degli altri sia migliore, la nostra essendo molto nozionistica e poco pratica (nell’immediato), ma quando vai all’estero, dopo i primi appellativi per metterti alla prova del tipo “Ahh, italiano! Mafia e pizza!”, cominciano a venir fuori anche i meriti e ti accorgi che gli altri ci vedono come persone che, in ogni situazione, se la sanno cavare, mentre ad es. gli statunitensi sono bravi si a seguire le procedure che hanno stabilito per ogni singolo accadimento, ma se si verifica l’imprevisto cadono nel panico. Noi ce la caviamo sempre e spesso anche in maniera brillante. Merito del sapere tanto senza approfondire nulla perché la vita è un divenire continuo che nessuno può programmare al 100%."

1 commento:

  1. Caro Roberto, non ho seguito passo passo tutte le conversazioni che ti sono pervenute e alle quali hai risposto. Ho colto in linea di massima il tuo messaggio e le reazioni che ti sono pervenute. Non conosco la risposta di Antonio, ho letto quella di Francesca e ho apprezzato molto ciò che ti ha scritto Renato, al quale mi allineo senza condizioni... Grazie per tutte le considerazioni che hai suscitato...

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