“Sostenibilità, equità, solidarietà. Un manifesto politico e culturale” (Edizioni Lindau, 2018), presentato il 13 maggio 2018 alle Scuderie Estensi di Tivoli.
Come riporta Alessandro Lauro il libro di Maurizio Pallante si offre come uno spiraglio di luce e si pone in dialogo con tutti coloro che non vogliono farsi avvolgere dal pessimismo e dalle varie ideologie che oggi si coniugano in slogan blandi e populisti.
Scopo del libro è di suscitare ed indicare piste di approfondimento per la nascita di un nuovo soggetto Politico che sia basato su una forte base culturale. Solo un vero e reale cambiamento di paradigma culturale può accompagnare un vero e reale cambiamento economico riconvertito all’ecologia vera.
Del resto l’autore è noto per il suo approfondire bene gli argomenti che tratta e di non scadere in facili banalizzazioni a buon mercato. Ed anche per questo, il lavoro di Pallante si rivela come “scomodo”.
La tesi di fondo è che l’attuale situazione politica ed economica sia figlia di retaggi del secolo scorso dove il mantra e l’idolo indiscusso è la crescita economica.
Destra e sinistra, fin quando sono rimaste abbastanza distinte, hanno – con strade diverse – perseguito sempre lo stesso obbiettivo: sviluppo e crescita senza tener conto di alcuni parametri importanti,quali la capacità del pianeta di sostenere tali scelte. Obiettivo comune con scarsi risultati. Disoccupazione alta, bassi salari, ambiente disastrato. E’ evidente che qualcosa di grosso non va.
La strada del cambiamento non può che partire dalla presa di coscienza di quanto scritto sopra ed è corroborato dal dato di fatto del disamore dei cittadini verso la politica. Da qui la necessità di recuperare questa partecipazione alla democrazia e di farlo usando parametri nuovi che escano dagli steccati ideologici della destra e della sinistra così come li abbiamo intesi fino ad oggi.
“Ci stiamo avviando alla fine dell’epoca storica iniziata nella seconda metà del ‘700 con la Rivoluzione Industriale. La “crisi economica” continua a far sentire i suoi effetti negativi da quasi un decennio. Nei Paesi industrializzati i livelli della “disoccupazione” aumentano soprattutto tra i giovani. La “corruzione politica” invade tutti i gangli del potere in forme sempre più spregiudicate e sempre più spesso impunite. Allo stesso tempo tutti i fattori della “crisi ambientale” continuano ad aggravarsi, anche perché i partiti non sono in grado di affrontarli. Non hanno un programma politico incardinato sui valori della sostenibilità ambientale, dell’equità estesa alle generazioni future e ai viventi non umani e della solidarietà.
A loro interessa soltanto conquistare la maggioranza dei voti per governare nel modo che considerano più rispondente alle esigenze dei propri elettori, disinteressandosi della sostenibilità da cui dipende la continuità della vita sulla Terra.
E del resto non si può pensare che un programma politico radicalmente nuovo possa essere gestito costituendo un partito con le stesse caratteristiche di quelli esistenti. Perché, come ricordava qualcuno, non si può mettere vino nuovo in otri vecchi. Il vino nuovo va messo in otri nuovi (Luca 5,37-38).” ci ammonisce Pallante.
Il libro è molto pratico, nel senso che affronta temi scottanti ed urgenti e fornisce non la soluzione specifica ma indubbiamente delle chiavi di lettura validissime per il nostro tempo e delle piste di soluzione che solo un soggetto politico e culturale – che parte dal basso può portare realmente a compimento.
I temi trattati da Maurizio Pallante infatti sono quelli che ogni giorno ascoltiamo in tv e sui giornali ma visti attraverso una lente nuova. L’autore non si ferma in superficie ma scende nei dettagli e propone cammini per uscirne.
Esempi importanti sono i capitoli dedicati al lavoro, austerità, debiti pubblici. Oppure quelli approfonditi sulla riconversione economica dell’ecologia.
Molto interessante anche il capitolo dedicato ai concetti di progresso, cambiamento, innovazione e modernità; mentre il capitolo sulla riconversione delle tecnologie dovrebbe smontare una volta per tutte il luogo comune che vuole la decrescita felice come un ideale ritorno all’età della pietra.
Un capitolo che forse creerà rumore è quello dedicato alle migrazioni. Qui l’autore mostra tutta la sua onestà intellettuale ed esprime concetti forti ma reali per affrontare un fenomeno che ha a monte problemi enormi.
Non sveliamo ai lettori anche gli altri capitoli ma aggiungiamo solo apprezzamento anche per l’appendice dedicato al referendum costituzionale.
Insomma l’ultima fatica di Pallante si prospetta ancora una volta come qualcosa che stimolerà la riflessione e metterà in discussione parecchi luoghi comuni e molte anime adagiate su false sicurezze avranno l’occasione di farsi qualche domanda scomoda ma utile.
Italo Carrarini
Come riporta Alessandro Lauro il libro di Maurizio Pallante si offre come uno spiraglio di luce e si pone in dialogo con tutti coloro che non vogliono farsi avvolgere dal pessimismo e dalle varie ideologie che oggi si coniugano in slogan blandi e populisti.
Scopo del libro è di suscitare ed indicare piste di approfondimento per la nascita di un nuovo soggetto Politico che sia basato su una forte base culturale. Solo un vero e reale cambiamento di paradigma culturale può accompagnare un vero e reale cambiamento economico riconvertito all’ecologia vera.
Del resto l’autore è noto per il suo approfondire bene gli argomenti che tratta e di non scadere in facili banalizzazioni a buon mercato. Ed anche per questo, il lavoro di Pallante si rivela come “scomodo”.
La tesi di fondo è che l’attuale situazione politica ed economica sia figlia di retaggi del secolo scorso dove il mantra e l’idolo indiscusso è la crescita economica.
Destra e sinistra, fin quando sono rimaste abbastanza distinte, hanno – con strade diverse – perseguito sempre lo stesso obbiettivo: sviluppo e crescita senza tener conto di alcuni parametri importanti,quali la capacità del pianeta di sostenere tali scelte. Obiettivo comune con scarsi risultati. Disoccupazione alta, bassi salari, ambiente disastrato. E’ evidente che qualcosa di grosso non va.
La strada del cambiamento non può che partire dalla presa di coscienza di quanto scritto sopra ed è corroborato dal dato di fatto del disamore dei cittadini verso la politica. Da qui la necessità di recuperare questa partecipazione alla democrazia e di farlo usando parametri nuovi che escano dagli steccati ideologici della destra e della sinistra così come li abbiamo intesi fino ad oggi.
“Ci stiamo avviando alla fine dell’epoca storica iniziata nella seconda metà del ‘700 con la Rivoluzione Industriale. La “crisi economica” continua a far sentire i suoi effetti negativi da quasi un decennio. Nei Paesi industrializzati i livelli della “disoccupazione” aumentano soprattutto tra i giovani. La “corruzione politica” invade tutti i gangli del potere in forme sempre più spregiudicate e sempre più spesso impunite. Allo stesso tempo tutti i fattori della “crisi ambientale” continuano ad aggravarsi, anche perché i partiti non sono in grado di affrontarli. Non hanno un programma politico incardinato sui valori della sostenibilità ambientale, dell’equità estesa alle generazioni future e ai viventi non umani e della solidarietà.
A loro interessa soltanto conquistare la maggioranza dei voti per governare nel modo che considerano più rispondente alle esigenze dei propri elettori, disinteressandosi della sostenibilità da cui dipende la continuità della vita sulla Terra.
E del resto non si può pensare che un programma politico radicalmente nuovo possa essere gestito costituendo un partito con le stesse caratteristiche di quelli esistenti. Perché, come ricordava qualcuno, non si può mettere vino nuovo in otri vecchi. Il vino nuovo va messo in otri nuovi (Luca 5,37-38).” ci ammonisce Pallante.
Il libro è molto pratico, nel senso che affronta temi scottanti ed urgenti e fornisce non la soluzione specifica ma indubbiamente delle chiavi di lettura validissime per il nostro tempo e delle piste di soluzione che solo un soggetto politico e culturale – che parte dal basso può portare realmente a compimento.
I temi trattati da Maurizio Pallante infatti sono quelli che ogni giorno ascoltiamo in tv e sui giornali ma visti attraverso una lente nuova. L’autore non si ferma in superficie ma scende nei dettagli e propone cammini per uscirne.
Esempi importanti sono i capitoli dedicati al lavoro, austerità, debiti pubblici. Oppure quelli approfonditi sulla riconversione economica dell’ecologia.
Molto interessante anche il capitolo dedicato ai concetti di progresso, cambiamento, innovazione e modernità; mentre il capitolo sulla riconversione delle tecnologie dovrebbe smontare una volta per tutte il luogo comune che vuole la decrescita felice come un ideale ritorno all’età della pietra.
Un capitolo che forse creerà rumore è quello dedicato alle migrazioni. Qui l’autore mostra tutta la sua onestà intellettuale ed esprime concetti forti ma reali per affrontare un fenomeno che ha a monte problemi enormi.
Non sveliamo ai lettori anche gli altri capitoli ma aggiungiamo solo apprezzamento anche per l’appendice dedicato al referendum costituzionale.
Insomma l’ultima fatica di Pallante si prospetta ancora una volta come qualcosa che stimolerà la riflessione e metterà in discussione parecchi luoghi comuni e molte anime adagiate su false sicurezze avranno l’occasione di farsi qualche domanda scomoda ma utile.
Italo Carrarini
Con il fondatore del Movimento per la decrescita felice Maurizio Pallante, il Presidente ASA S.p.A. Francesco Girardi e l’amico Carlo De Sanctis in chiusura dell’incontro pubblico e presentazione del libro.
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