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giovedì 24 maggio 2018

RAPPORTI TRA SURREALISMO E PENSIERO LIBERTARIO di Gianni Donaudi


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Una ventina di anni fa, l'intellettuale PIETRO FERRUA (classe 1930), residente nel Ponente Ligure, dette alle stampe il breve ma denso  opuscolo "Surrealismo e Anarchismo" (la collaborazione dei Surrealisti al "Libertaire" e a "Le Monde Libertaire"). Il libretto, stampato a cura delle Ed. Oasi di Bordighera di VITTORIO LELLI, offrì un interessante spunto di documentazione sui rapporti  di Breton e altri con l'ambiente libertario francese.

Il Ferrua (autore, tra l' altro di "Anarchici nella rivoluzione messicana" (La Fiaccola, Ragusa, 1976), di "Avanguardia Cinematografica Letterista (Tracce, Piombino, 1984) e del monumentale "Italo Calvino a Sanremo" (scritto in collaborazione con il compianto MORENO MARCHI - 1951/1997 -  per "Famija Sanremasca", Sanremo 1991), descrisse i rapporti che "Unknow" ebbe con l' ambiente libertario francese.

Rapporti a volte conflittuali e a volte di confronto. Alcuni libertari erano anche Surrealisti e viceversa , anche se i Surrealisti venivano malvisti da quegli anarchici più prettamente politicizzati e meno "intellettuali", i quali rimproveravano ai Surrealisti stessi un "certo esoterismo", oltre alla convivenza surrealista con alcuni ambienti vicini a Trosky, che per essi restava sempre il macellaio dell' eccidio di Kronstadt.

Alcuni surrealisti tuttavia, tra cui lo stesso Breton, collaborarono alle due maggiori testate della Francia libertaria, nella lotta contro il lavoro salariato, la famiglia borghese e qualsiasi forma di statalismo ( poco importa si trattasse di democrazia liberalborghese o di totalitarismo nazista o staliniano).

Prese di posizione vennero anche prese in comune nel 1956, in occasione dei fatti d' Ungheria, quando su "Le Monde libertaire" appare il Manifesto Surrealista del quale Breton paragona i rivoltosi ai Comunardi del 1871.

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Alla morte di "Unknow", avvenuta nel 1966, "Le Monde Libertaire" pubblica " André Breton è morto. Aragon è vivo... è una duplice sventura per il pensiero onesto".

Alla morte di colui che teorizzava di "sparare in faccia ai passanti" (visti, nel suo immaginario come uomini d'affari, industriali, banchieri e usurai parigini con la cartella sotto il braccio) il Movimento Surrealista subirà diverse scissioni (come in contemporanea accade col Situazionismo), tutte comunque di ispirazione libertaria.


 PIETRO FERRUA girò mezzo mondo, frequentando archivi, biblioteche, accademie italiane, francesi, americane, portoghesi, inglesi e brasiliane e dimostra che, a partire dagli anni '30, il Surrealismo non rimase circoscritto alla sola Francia, ma si estese in diversi paesi, tra cui la Spagna repubblicana...


Gianni Donaudi

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