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In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

lunedì 1 gennaio 2018

Transurbanza... Vita di un perdigiorno


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A chi Dio vuole mostrare una giusta benevolenza quelli lui manda nel vasto mondo. a quelli lui vuol far conoscere le sue meraviglie nelle montagne nei boschi nell'acqua e nei campi. (Eichendorff; Vita di un perdigiorno)

Oggi e’ sabato, esco di casa e vado al mare con la bicicletta. sulla spiaggia
incontro il solito gruppo di amici che gioca a calcio, approfitto dell insolita
giornata di sole primaverile per fare un po di yoga mind sul tappetino celeste,
alcune semplici posizioni sulla sabbia seguendo le indicazioni di benessere che
il corpo mi detta le posizioni più semplici comode e rilassanti. la bicicletta
che posseggo mi segue da tempo. e’ comparsa, già usata quando avevo circa 12
anni. non e’ neanche vintage e’ solo vecchia! una bicicletta normale da uomo,
con la canna e un po più piccola, una ventisei come si dice in termine tecnico.
e’ stata di volta in volta gialla, verde veronese, blu, grigia, arancione,
arlecchino tappezzata di adesivi colorati, bianca, celeste ora e’ color sabbia.
all inizio degli anni 90 andai fino ad agrigento in macchina e la portai con me
a lampedusa. sbarcai sull isola con la bicicletta carica tipo mulo, comunque fu
un vero piacere girare l isola con la mia bici celeste a quei tempi. sono appena
arrivato a casa della mia amica aurelia a montare lo stereo per la festa di
questa sera. subito dopo mi dirigo a piedi verso i colli, verso ovest,
raggiungo la mia casa studio giardino laboratorio. ho montato anche qui nel
garage un vecchio impianto stereo e una montagna di vecchie casse e diffondo la
mia musica per tutta la contrada, ancora nessuno dei vicini si e’ lamentato! mi
e’ sempre piaciuto ascoltare musica ad alto volume con tante casse, vedere le
foto dei ragazzi dei rave party davanti al muro di casse a diffondere il
segnale sonoro. in verita oggi ascoltiamo in genere una musica di pessima
qualità sonora da cellulari computer senza adeguati diffusori. negli anni 70 80
era importante più un buon impianto di diffusione che la musica stessa che vi si
ascoltava anche perché le possibilta erano limitate ai pochi dischi a
disposizione. basta collegare un computer, come ho appena fatto per accedere a
un archivio sonoro pazzesco a volte anche immaginario di un brano si trovano
numerose versioni, a volte anche quel che fischietta una rock star sotto la
doccia o brani di gruppi sconosciuti. tutti possiamo caricare i nostri brani
facilmente su youtube basta poi avere i followers, quelli che ci ascoltano e ci
seguono. nel pomeriggio tardi mi dirigo verso sud sempre a piedi attraverso il
fiume pescara e raggiungo lorto urbano di via sacco dove l’associazione radici
ha organizzato la festa di capodanno. nella piazzetta un grande bidone di ferro
annerito arrugginito contiene il grande fuoco attorno al quale ragazzi bambini e
adulti raccontano parlano e chiacchierano allegramente allinterno della
casupola- laboratorio-artigiano si balla si beve e si suona. numerosa gente
allegra multicolore. riprendo la mia via verso est vicino la stazione di porta
nuova la mia attenzione e’ attratta dalla musica che viene da un locale
illuminato, entro e mi ritrovo ad una festa di ragazzi africani che suonano e
ballano. attraverso il sottopassaggio della stazione e mi ritrovo a pescara
vecchia dove sono nati dannunzio e flaiano famosi scrittori pescaresi, le
osterie trattorie pub sonopieni di gente che attende allegramente la mezzanotte
molti fuori a fumare la maggior parte donne leganti in abito da sera. ora sto
riattraversando il fiume direzione nord percorro il corso vittorio emanuele un
tempo statale adriatica, collega padova con otranto. le luminarie oscillano
alla brezza della sera proiezioni di luci dartista sulla via delle emozioni in
piazza salotto concerto di un famoso gruppo rock la piazza e’ gremita sui
palazzi video mapping proiezioni di luci e colori. mentre scocca la mezzanotte
la citta esplode nell aria sulla mia testa . cammino ancora verso nord tra
fuochi dartificio e oggetti che cadono dall alto e dal basso, penso comunque
bella esperienza! arrivo finalmente di nuovo casa di aurelia dove e’ in corso
la festa, mi siedo collego il mio mac e inizio a suonare e ballare, il lungo
cammino mi ha rilassato mi lascio andare al ritmo dei suoni. l estate scorsa
sono stato con gli amici michele alessia radice ed altri a costruire una
struttura in canne paglia terra cruda e coccio pesto al giardino della gioia a
torre milito sul gargano. quasi un mese senza adoperare le scarpe sempre scalzo
sulla terra sull erba sulla paglia sul fango sulle pietre sugli alberi, percorso
emo sensoriale o senso emozionale unico. qualcuno chiama earthing il camminare
scalzi. facevo bagni di terra allungato sulla terra calda caricata dal sole per
ore la terra assorbe l’energia positiva in eccesso riequilibrando il nostro
equilibrio magnetico. la terra e’ leggermente radioattiva e rienergizza e
rivitalizza le cellule, esperienza anche rilassante per le sensazioni di calore
odore sapore foglie insetti uccelli il frinìre ossessivo delle cicale e al
tramonto dei grilli. spesso al tramonto ero seduto ad aspettare l ora in cui il
sole si tuffava nel mare e i l canto dei grilli si sostituiva a quello delle
cicale. si dice che in quel frangente la terra respira io in silenzio a sentire
questo enorme respiro. terrapia e non terapia ci piace di più meno terapia più
terrapia per tutti. ho sempre camminato amo camminare. raggiungevo la spiaggia
praticando il deep walking camminata lenta profonda e consapevole ogni giorno
lungo il percorso scoprivo nuovi colori nuove piante nuove rocce e il paesaggio
acquistava ogni giorno più profondità al mio sguardo, sulla spiaggia ancora deep
walking concentrandomi sulla postura e sulla sensazione dei passi sul
bagnasciuga. a volte ho usato dei bastoni trovati per fare movimenti o
mantenendoli in equilibrio o ad accompagnare la mia camminata. pian piano
entravo in acqua e praticavo aqua walking percependo pian piano la sensazione
di leggerezza del corpo man mano che l acqua diventava più profonda fino a
lasciarmi andare ad una lunga sessione di aqua zen o yoga mind. difficile stare
dietro ai miei voli pindarici, con un linguaggio nervoso e frammentato tra il
fraseggio jazz e i ritmi sincopati dell hip hop certo transurbanza-e e’ un
progetto che riguarda il corpo il benessere psico fisico un progetto anche di
scrittura e soprattutto musicale perché e’ il titolo del mio nuovo disco che
sto scrivendo mischiando brani della tradizione riarrangiati in chiave contemporanea
attraverso l ethno il free l’hip hop il blues il soul il rock vera transurbanza
sonora linguistica.

“cogito ergo sum” con la scoperta della spiritualità occidentale qualcuno ha
sostituito il cogito con respiro dunque “respiro dunque sono” nel senso di
meditazione. qualcun altro trova la trance attraverso il suono e il soffio
circolare di alcuni strumenti tipo il duduk il didigeridoo la zampogna e quindi
la meditazione sonora trasforma l’enunciato in “soffio dunque sono” con la
diffusione di un nuovo pensiero legato alla meditazione dinamica, camminare e’
come meditare quindi

“cammino dunque sono”


storia di un viaggio fra tradizione e innovazione. viaggio libero e liberatorio
senza nessun tipo di vincolo materiale e temporale.

il viaggiatore senza limiti guarda e scopre il mondo da lontano ci si avvicina
pian piano e lo osserva dall alto perché riesce a volare. dal presente al
passato in continua evoluzione verso il futuro

se vogliamo assistere a uno spettacolo che dura da migliaia di anni e’
sufficiente passeggiare per un bosco o semplicemente visitare un luogo dove
l’erba e i fiori riescono a farsi breccia nel cemento.

lo spettacolo e’ quello della vita messa in scena intricata e complessa con
trame sempre originali e creative

solo viandanti senza santi briganti e poetanti

l’amore accende il qui e illumina l ora

accende lattimo e illumina l infinito

oggi si e’ aperto uno sprazzo di luce tra le nebbie della mia mente:
ho iniziato a scrivere “transurbanza-e” niente di che ma pur sempre qualcosa.
meglio al singolare o al plurale?

il nord mi tiene bloccato al palo, alla fin fine pure contento
i
anche perché’ non so se la navicella e’ attrezzata
a supportare la sopravvivenza nelle condizioni di difficoltà oggettiva

beat, bit, qualcuno traduce beato qualcuno battuto... ecco:
beati noi battuti beati!

se riesco a cogliere il vortice giusto di energia
voglio andare a san mauro forte tricarico e
al calendario solare di pietra sul monte crocchia
vicino pietra petrosa e castel mezzano dolomiti lucane

magari arriva pure un mago!

tanto di cappello
alcuni colori
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sulle pareti
in prova


Ferdinando Renzetti


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