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In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

lunedì 12 maggio 2014

Impermanenza, macrocosmo e microcosmo

MANDALA.
Questa foto la scattai, alcuni anni fa, ad un mio amico il quale è in contemplazione del suo mandala appena concluso.
Il mandala è una rappresentazione visiva dell’universo, ed è utilizzato dai buddhisti come oggetto su cui meditare. 
E' un “disegno” delle energie universali, quelle energie che agiscono sia nell’universo fuori di noi (macrocosmo) sia nell’universo dentro di noi (microcosmo). Il  devoto buddhista per mezzo del mandala medita sulla coincidenza fra macrocosmo e microcosmo.
Una delle cerimonie più affascinanti del buddhismo tibetano è quella della creazione dei mandala di sabbia.
Per giorni e giorni i monaci, veri e propri artisti, compongono le figure del mandala utilizzando sabbie finissime, come fossero i colori della tavolozza di un pittore. 
Quando finalmente hanno concluso il mandala, recitano un mantra e poi distruggono l’opera che hanno creato. 
Perché lo fanno? Perché il buddhismo insegna che la legge universale delle cose è l’impermanenza: tutto passa, niente è eterno. 
Perciò anche la distruzione del bellissimo mandala di sabbia, così faticosamente e minuziosamente realizzato, insegna a chi guarda che tutto è impermanente, e che non dobbiamo rimanere attaccati a ciò che realizziamo. 
Solo comprendendo questo il nostro “ego” può liberarsi e avvicinarsi all’illuminazione.
Questa foto la scattai, alcuni anni fa, ad un mio amico il quale è in contemplazione del suo mandala appena concluso. Il mandala è una rappresentazione visiva dell’universo, ed è utilizzato dai buddhisti come oggetto su cui meditare.  E' un “disegno” delle energie universali, quelle energie che agiscono sia nell’universo fuori di noi (macrocosmo) sia nell’universo dentro di noi (microcosmo). Il devoto buddhista per mezzo del mandala medita sulla coincidenza fra macrocosmo e microcosmo. Una delle cerimonie più affascinanti del buddhismo tibetano è quella della creazione dei mandala di sabbia. Per giorni e giorni i monaci, veri e propri artisti, compongono le figure del mandala utilizzando sabbie finissime, come fossero i colori della tavolozza di un pittore.  Quando finalmente hanno concluso il mandala, recitano un mantra e poi distruggono l’opera che hanno creato.  Perché lo fanno? Perché il buddhismo insegna che la legge universale delle cose è l’impermanenza: tutto passa, niente è eterno.  Perciò anche la distruzione del bellissimo mandala di sabbia, così faticosamente e minuziosamente realizzato, insegna a chi guarda che tutto è impermanente, e che non dobbiamo rimanere attaccati a ciò che realizziamo. 
Solo comprendendo questo il nostro “ego” può liberarsi e avvicinarsi all’illuminazione.

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