A partire dagli anni '60 del secolo scorso, per uno spontaneo riverbero, in varie parti del mondo piccoli gruppi o singole persone iniziarono a esperimentare nuove forme di "sopravvivenza", e siccome la nostra è una società in cui i modelli sono socialmente convalidati solo sulla base della provenienza abbiamo assistito all'importazione di sistemi di vita, onde, mode, che provenendo dagli Stati Uniti hanno poi invaso il resto del mondo.
Così è avvenuto per gli hippies, la beat generation ed
anche per i "bioregionalisti". In realtà gli hippies non avevano fatto altro
che imitare fantasiosamente il modello pacifista gandhiano, i beatnik non erano
altro che esistenzialisti rivisitati ed i bioregionalisti sono i ri-scopritori dell'antica visione panteista, oggi definita ecologia profonda, ovvero la coscienza
onnicomprensiva e indivisibile della vita.....
La parola "bioregionalismo" -in quanto
modello di pensiero- viene attualmente riferito ad alcuni ecologisti americani che ne sancirono il termine. Ma nel bioregionalismo "americano" sovente si tiene conto della
geografia territoriale e si considerano poco altri aspetti più sottili che noi
in Europa abbiamo sempre conosciuto come "genius loci", oppure si tiene conto dei modi di vita consolidati senza capire se essi
siano o meno in sintonia con il vivente...
Per chiarire il sentire e l'azione bioregionale, in termini idonei alla nostra civiltà, ci incontriamo a Macerata il 19 ottobre 2013, alle h. 18, presso il Centro Natura in Via della Pace 87, per parlarne convivialmente tutti in cerchio, raccontandoci esperienze di vita e esperimenti di riavvicinamento allo spirito naturale. Per agevolare il discorso alle pareti saranno esposte alcune foto naturalistiche e di animali opera di Daniela Spurio. Nella stessa occasione verrà presentato il libro Riciclaggio della Memoria, di Paolo D'Arpini, sul tema del bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica. (Ed. Tracce)
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