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lunedì 28 maggio 2012

I rifiuti di Roma.. sono oro colato! - No ad una nuova Malagrotta....



Sui rifiuti, sull'AMA, sulla differenziata che a Roma (ma non solo) non c'è, sulle aree di importanza artistico/culturale mondiale trasformate in discariche ed altre aberrazioni nostrane...

Per non parlare dei richiami delle procedure di infrazione e delle relative multe che da decenni ormai l'UE giustamente ci appioppa per le nostre inadempienze criminali nei confronti dell'ambiente, della qualità della nostra vita, dei costi stratosferici, condite con lo spreco di risorse preziose ....


TUTTO ciò che viene considerato rifiuto, prodotto dal consumo umano e industriale, può e deve essere diventare una ricchezza per tutti, anzichè essere sprecato per distruggere la bellezza intorno a noi e inquinare città e campagne.

Ma l'AMA Roma, non aveva promesso già vent'anni fa di promuovere e fare la raccolta differenziata ?
Ma Alemanno in periodo elettorale non si era impegnato a realizzare la raccolta differenziata, porta a porta ?


E che razza di differenziata è se si mescola l'umido/biologico con l'indifferenziato ?
E che razza di differenziata è se i commercianti gettano tutto tutto assieme in ogni cassonetto a prescindere che sia per carta e cartone o per vetro /metallo e nessuno gli dice niente, nessuno li multa, mai ?
Quanto al porta a porta ancora non riesco a sapere quante e quali sono le zone di Roma in cui si fa...
Poveri Romani.
Nel Viterbese va un po' meglio, decisamente, anche se ancora siamo lontani dallo ZERO/RIFIUTI


Sono ormai almeno 25 anni che ho deciso che non accetterò nulla di diverso dal RIDURRE, DIFFERENZIARE, RIUSARE, RECUPERARE.
Naturalmente bisogna cominciare già dalla propria gestione domestica dei rifiuti, un po' complicata all'inizio, ma non è certo faticosa e può dare grandi soddisfazioni se abbinata a un progetto di rimborso attraverso il riuso che abbatta i costi per il cittadino !


E voi che fate ?
Alba Montori

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LA SOLUZIONE E’ NEL RISPETTO DELLE LEGGI.

di Massimiliano Iervolino
membro del comitato nazionale di Radicali Italiani.
Articolo pubblicato su Paese Sera online il 25/05/2012.

Verrebbe da gridare basta. Basta con i soprusi ambientali, basta con il mancato rispetto delle leggi, basta con la spasmodica ricerca del nuovo “buco” dove interrare i rifiuti. La gente è stanca. Ha già sopportato tanto. Volevano addirittura aprire una discarica a Corcolle, a pochi metri dalla meravigliosa Villa Adriana patrimonio dell’Unesco. Vengono i brividi solo a pensarci. Il Governo Monti, fortunatamente, ha bloccato il progetto. Il Prefetto Pecoraro, proprio per questo, si è dimesso.
L’oramai ex Commissario aveva motivato tale scelta dichiarando, udite, udite, che l’impatto ambientale relativo al futuro invaso di Corcolle non sarebbe stato superiore a quello dovuto all’autostrada che insiste sulla zona.
Alla follia umana non c’è limite, davvero! Infatti, viviamo in un Paese dove, in nome dell’emergenza, si sono aperte discariche nel Parco nazionale del Vesuvio, negli stessi luoghi dove la camorra sversava i rifiuti tossici del Nord Italia. Abitiamo in una nazione sotto procedura di infrazione dell’Unione Europea per centodue, ripeto centodue, discariche non a norma. Nonostante questo ci sono politici che quando i Radicali affermano che in Italia non esiste lo stato di diritto rispondono che come al solito si tende ad esagerare, quasi che fosse il nostro sport preferito! Oggi tutti i partiti, i giornalisti e gli opinionisti si affrettano a commentare la grave situazione inerente ai rifiuti della Capitale. In pochi, purtroppo, hanno memoria storica. La verità è tanto semplice quanto, per alcuni, cruda da digerire: la crisi dei rifiuti a Roma è diretta conseguenza della mancata applicazione delle norme in materia. Ciò viene ribadito anche nell’ultimo comunicato del Governo Monti: “[..] Il Consiglio dei Ministri ha condiviso le considerazioni del ministro Corrado Clini sulla responsabilità cronica delle Amministrazioni competenti non in grado di assumere decisioni adeguate e misure efficaci ad assicurare il rispetto delle direttive europee e delle leggi nazionali in materia di gestione dei rifiuti [..]”.

Le parole chiave per comprendere come si è arrivati a tale situazione sono due e piuttosto semplici: proroghe e deroghe. Per lungo tempo infatti, si è derogato a leggi che ci impongono non solo precise percentuali di raccolta differenziata, quanto anche e soprattutto al divieto di conferire tal quale negli invasi. Per non parlare poi delle continue proroghe alla chiusura di Malagrotta.

È bene rammentare che una discarica può essere considerata di servizio, e quindi rispettosa delle normative dell’Unione Europea, quando in essa sia contenuto materiale residuale e preventivamente trattato. A Roma, allo stato attuale, nessuna delle due caratteristiche può essere rispettata, semplicemente perché i livelli di riciclo sono irrisori e gli impianti di trattamento non funzionano a pieno regime.

Il Governo Monti, per evitare l’emergenza, sottoscriva un patto chiaro per e con i cittadini. Tale accordo dovrebbe prevedere lo stanziamento di quei fondi necessari ad avviare la raccolta differenziata porta a porta in tutta Roma, costruire e ammodernare gli impianti di compostaggio necessari a supportare il programma straordinario di recupero del materiale umido, rendere economicamente sconveniente conferire il “tal quale” in discarica, favorire un mercato delle materie prime seconde e del compost. Solo in questo modo si potrà parlare di discariche di servizio, realmente tali.

Nessun territorio, senza mettere in atto queste azioni, accetterà mai una nuova discarica visto che, senza cambiamenti radicali, non potrà che divenire una nuova Malagrotta.


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Nota Aggiunta:

Quei rifiuti che fanno discutere - Scrive Antonio Trotta: "Carissimi, la sentenza del Consiglio di Stato a favore dell’inceneritore di Albano, la repressione della lotta che si sta esprimendo contro quest’impianto, la presa di posizione del governo per l’apertura della discarica di Corcolle, l’apertura di una nuova discarica nel napoletano e le prime avvisaglie di una nuova “costruita” emergenza in Campania, solo per citare alcuni fatti ultimi, sono lo specchio di una perseverante gestione criminale dei rifiuti in tutto il paese. Per questa ragione alcune realtà campane, insieme al Coordinamento contro l'inceneritore di Albano, hanno deciso di lanciare la proposta di un incontro nazionale tra i comitati, le reti, gli attivisti, che si battono sulla questione dei rifiuti e della devastazione del territorio. Info. atrotta@ymail.com"

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