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lunedì 5 agosto 2019

Treia. Animali e fuochi alla Disfida del Bracciale 2019



Il 4 agosto 2019 era la giornata fatidica a Treia, quella delle finali della XLI Disfida del Bracciale. Sono affezionata a questa manifestazione, che ho visto nascere, anzi "rinascere", dopo anni e anni di sospensione e l'interessamento di un giovane professore, che la volle riesumare e che io, all'epoca, non conoscevo. Se ho fatto bene i conti allora avevo 19 anni, erano finiti i tempi delle mie lunghe vacanze treiesi con nonna Annetta, ma ancora frequentavo Treia almeno una settimana all'anno. 

Pertanto  la prima domenica di agosto  ero in attesa della finalissima tra i quartieri del Borgo (i contadini) e il Vallesacco (gli artigiani), il mio quartiere, e con Paolo ci siamo apprestati per tempo, riducendo il pisolino pomeridiano, a presenziare anche alla sfilata dei figuranti in costume, con tanto di tamburini, musicanti e animali vari. Gli altri due quartieri sono il Cassero (i nobili) e l'Onglavina (gli zingari). 

Sarà una deformazione professionale (sono veterinaria) ma amo gli animali che partecipano alla sfilata: due buoi bianchi di razza Marchigiana che tirano un carro, un cavallo che porta sul dorso una bella e nobile dama e un piccolo pony. Ammiro la loro pazienza di stare lì tanto tempo in mezzo a tutta quella confusione. Saranno abituati, ma non credo che , all'ora dei fuochi artificiali, se ne siano stati buoni e tranquilli nelle loro stalle.  Ricordo la mia povera cagnetta Magò, quando ancora c'era, come era disturbata e turbata, dai botti dei fuochi artificiali, tanto che continuava a tremare come una foglia per un bel po' dopo la fine e immagino la paura dei selvatici a sentire quei rumori così forti e rimbombanti che pare che ti squarcino il petto. 

Il 4 agosto la giornata era stata lunga e con Paolo, dopo la pizza al forno con Valeria ce ne siamo andati a casa e verso le 23 abbiamo provato, senza molta convinzione, a dormire. Io c'ero appena riuscita che sono stata svegliata dai botti che si ripetevano, a distanza di circa 5 secondi, uno dall'altro. E fin lì pazienza! Qualche botto si sente anche durante un temporale, ma io non ho mai sentito sequenze di botti così forti e così per lungo tempo. Che necessità c'è? Tra l'altro i fuochi artificiali, in una festa come questa, una rievocazione storica di un evento sportivo di antiche origini, che c'entra? I fuochi artificiali hanno senso per salutare un anno nuovo, un santo particolarmente amato nel territorio, ma la fine della Disfida, che ci azzecca? 

E il pensiero di tutti quegli animali selvatici e domestici, e anche di umani, magari anziani o malati, disturbati, possibile che non interessi a nessuno? Capisco che c'è chi sponsorizza l'evento, ma credo che quegli innumerevoli euro, potrebbero essere più proficuamente impiegati per scopi più utili e nobili, invece di essere, è il caso di dirlo, gettati in fumo. Questo diverso impiego di fondi dovrebbe gratificare di più il benefattore, sapendo che magari dei giovani treiesi potrebbero godere, ad esempio, di una bella biblioteca, o alcune famiglie disagiate potrebbero godere di un'abitazione decente e maggiori servizi alla persona, che il centro storico potrebbe essere ben curato e arricchito da ulteriori manifestazioni culturali, spettacoli, musica, ecc. durante tutto l'anno.

Spero che la sensibilità popolare su questo tema aumenti, vedo che i proprietari di animali domestici sono in progressivo aumento e non posso credere che non subiscano con disagio loro e dei loro pets, questo finale di evento. Per non parlare degli altri animali domestici e dei selvatici. Pertanto suggerisco una riflessione sull'inutilità di questi fuochi artificiali e auspico almeno una loro mitigazione se non una sospensione.

Caterina Regazzi


(quasi treiese)





Album Fotografico della finale della Disfida del Bracciale 2019 di  Caterina Regazzi:


1 commento:

  1. Commento ricevuto per via email:

    "Poche sere fa, trovandomi ad una sagra, ho incontrato un amico. Parlando di questo argomento mi ha raccontato che in occasione della festa nella frazione dove abita, il programma prevedeva anche i fuochi. Facendo parte degli organizzatori, di comune accordo, hanno deciso di destinare la somma ai terremotati, consegnando personalmente un assegno all’autorità di un paese colpito.
    Mentre raccontava, ha notato la gioia sul mio viso e da quel momento i miei pensieri sono che, i donatori non si sono impoveriti e chi ha ricevuto ha sentito un fraterno sostegno.
    Io credo ci sia qualcuno che ha idee brillanti alternative ai fuochi dove poter creare un’atmosfera festosa per tutti a costi ridotti.
    Le fabbriche avrebbero il tempo di fare cambiamenti dove produrre qualcosa di maggior utilità per il benessere dell’uomo e il suo ambiente." (Maria Bignami)

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