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giovedì 31 dicembre 2015

Ghiacci in liquefazione, innalzamento dei livelli oceanici e carenza di acqua potabile



Il rapporto del WWF “Ghiaccio bollente” riassume quanto sta accadendo ai ghiacciai, fondamentale componente della nostra Terra, con la speranza che vengano finalmente prese le necessarie azioni per arginare e contenere i nefasti effetti dell’azione umana.

Il sistema climatico che ha caratterizzato, in modo dinamico, gli ultimi 11.000 anni, ha consentito di passare dalla Rivoluzione Neolitica, con l’avvio delle attività agricole e zootecniche, fino alla Rivoluzione Industriale e alla grande espansione territoriale della specie umana sulla Terra.

Oggi, il rapporto evidenzia come questa stabilità climatica è in serio pericolo, la Terra si trova in una condizione abbastanza singolare, infatti, una singola specie agisce quotidianamente per modificare le condizioni che garantiscono la presenza e la sopravvivenza sul pianeta.

Gli sconvolgimenti climatici hanno condizionano nel tempo la vita sulla Terra, determinando anche fenomeni di estinzione di massa con scomparse di oltre il 90% delle specie presenti, come è accaduto tra il Permiano ed il Triassico 250 milioni di anni fa.
Questi fenomeni sono avvenuti, però, in assenza dell’uomo, oggi, al contrario, molti dei cambiamenti a cui assistiamo sono legati alle attività umane.

Prendiamo le emissioni cumulative di CO2, queste determineranno in buona parte il riscaldamento medio globale della superficie terrestre alla fine del 21 secolo ma anche oltre.

I climatologi ci dicono che la maggiore parte degli effetti del cambiamento climatico si manterranno per molti secoli anche qualora si riuscisse a fermare da subito le emissioni di CO2 ed invertire l’attuale tendenza.

Lo stato di salute dei ghiacciai è uno dei principali campanelli di allarme. L’affascinante mondo del ghiaccio e dei ghiacciai presenti sulla Terra (definito Criosfera) costituisce un elemento significativo di ciò che i cambiamenti climatici ed il riscaldamento globale comporta.

I cambiamenti che si registrano negli anni nei ghiacciai, quali le modifiche dell’estensione, lunghezza, volume e massa, indicano che sono in corso delle importanti modificazioni nei bilanci energetici riconosciute come indici del cambiamento climatico.
Prendiamo ad esempio i nostri ghiacciai alpini, questi sono in forte ritiro nelle ultime decadi.

Il nuovo Catasto dei ghiacciai italiani mostra come la superficie degli stessi sia passata dai 519 kmdel 1962 (Catasto CGI-CNR), ai 609 km del 1989 (catasto prodotto nell’ambito del World Glacier Inventory, con dati raccolti negli anni ’70-80), agli attuali 368 km, pari al 40% in meno rispetto all’ultimo catasto.


Contemporaneamente, il numero dei ghiacciai è passato oggi a 900, contro 824 nel 1962 e 1381 nel 1989, ove l’aumento è dovuto all’intensa frammentazione che ha ridotto sistemi glaciali complessi a singoli ghiacciai più piccoli.

Lo scioglimento dei ghiacciai avrà delle conseguenze anche sui litorali, secondo gli scienziati, l’innalzamento del livello del mare non sarà uniforme. Entro la fine del 21° secolo, è molto probabile che il livello del mare crescerà. Circa il 70% delle coste in tutto il mondo sperimenteranno il cambiamento del livello del mare. 

Moltissime città potrebbero essere sommerse per l'innalzamento dei mari e gli eventi estremi, in particolare quelle costiere. Tra le grandi città a rischio ci sono Miami, New York, Shangai, Bangkok, Mumbai, Londra, Amsterdam, Alessandria d'Egitto.

Oltre ai rischi ricordati il rapporto ne segnala anche altri:

  • aumenterà sempre di più il problema della disponibilità di acqua dolce
  • sarà maggiore il numero di persone che subirà uno stress idrico, si prevede che gli individui che non avranno un adeguato accesso all’acqua potrebbero giungere ai tre miliardi entro il 2050
  • muterà la catena alimentare, il cambiamento della composizione dei ghiacci ha effetti sul krill, alla base delle catene trofiche di gran parte degli ecosistemi marini
  • saranno in pericolo tantissime specie: dalle enormi balene agli orsi polari, si stima che senza ghiaccio nel 2050 i due terzi degli orsi polari potrebbero scomparire.
(Fonte: Arpat)

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