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mercoledì 23 dicembre 2015

Carpeneto - In difesa dell’oasi La Belle Verte


Gentili signore e signori, in  Italia esiste la Rete dei Santuari di Animali Liberi  che accoglie animali salvati da allevamenti, macelli, laboratori di sperimentazione animale, situazione di sfruttamento di ogni sorta: qui gli animali vivono e muoiono felici, attorniati dall’amore sincero e incondizionato di chi li cura. I santuari e i rifugi per animali nel mondo sono tanti ma mai abbastanza per salvare tutte le vite che meriterebbero di essere salvate tuttavia funzionano bene, fanno progetti didattici, sono aperti alle visite del pubblico e insegnano una convivenza interspecifica tra esseri umani e non umani nel segno della pace e della nonviolenza. Questi sono i luoghi in cui gli animali si conoscono per come sono veramente e nulla hanno a che fare con mattatoi, fiere-mercato, esposizioni, corse, mistificatorie fattorie didattiche o altri simili appuntamenti che dovrebbero farci vergognare di come trattiamo gli animali.







La provincia di Alessandria può ritenersi fortunata ad ospitarne uno in frazione Madonna della Villa, nel Comune di Carpeneto: è La Belle Verte http://lanonfattoria.org/home.html che purtroppo sta affrontando grossi problemi esposti da Mario Lunghi, responsabile e principale gestore del rifugio  http://www.animaliliberi.org/site/la-belle-verte-in-pericolo/ “… quello che accade ora è l’ennesima guerra che un sistema vecchio e retrogrado, assurdo ed interessato sta facendo al nostro rifugio approfittando della nostra debolezza economica. 

Dopo tre anni di attività e ben tre trasferimenti dell’Oasi finalmente (gennaio) troviamo un terreno adatto da acquistare a Madonna della Villa frazione di Carpeneto. Nel frattempo (marzo) nella sede operativa di Voltaggio da cui saremmo andati via viene messa in atto un vero e proprio esproprio temporaneo di urgenza dei terreni (che sarebbero stati inutilizzabili per oltre un anno) da parte di ENI spa per effettuare un’ opera di inserimento di metanodotto interrato. Riusciamo a patteggiare con ENI e a prendere tempo…. Nonostante avessimo spiegato all’ufficio tecnico del comune di Carpeneto l’urgenza della situazione (giugno) l’inerzia e il totale disinteresse regnavano. Alchè siamo stati costretti a trasferirci (settembre) e a procedere senza autorizzazioni alla costruzione di recinto stalla in legno … impianto dell’acqua, allaccio all’enel, e magazzini in legno …il minimo indispensabile per poter ancora prenderci cura degli animali e per ricoverare beni personali attrezzature e mangimi… noi non eravamo a conoscenza della mancanza delle autorizzazioni…ci stavamo facendo guidare dal nostro genio di geometra in questo mare di burocrazia e regole… 

Dopo qualche settimana i vicini proprietari di “un’ attività di addestramento cavalli da corsa a ostacoli” che si svolge lì a fianco, si incuriosiscono e capito cosa stava avvenendo si sono allarmati e sono andati a mostrare il loro dissenso all’ufficio tecnico del comune di Carpeneto che immediatamente ha emesso un provvedimento di sospensione lavori e messo in pratica attraverso una serie di omissioni e mancanze e dimenticanze cavilli , un vero e proprio rallentamento delle procedure, una guerra fredda fatta da ispezioni del ASL, divieti di far entrare altri animali in Oasi, e infine ora emetterà un provvedimento di demolizione di magazzini stalle e impianto dell acqua. 

Tecnicamente nonostante le opere siano compatibili con l’ambiente e con la nostra domanda di costruzione , non essendo state ancora autorizzate, sono un abuso edilizio. Ben disposti a sanarlo (cioè a pagare una sanzione pur di mantenerle in piedi) scopriamo che non è sanabile se non attraverso la loro demolizione in quanto la zona è soggetta a speciali regole chiamate “vincolo paesaggistico”…. ma possibile che una coppia di attivisti ambientalisti equispecisti con un bimbo di due anni che fondano un associazione che gestisce un rifugio con una trentina di animali salvati dalla macellazione e dallo sfruttamento che finalmente dopo molti sacrifici riescono a trovare un posto adatto, a comprarlo e ci vogliono mettere due magazzini una casa una stalletta il tutto assolutamente ecosostenibile e praticare attività agricola bio e di informazione ai consumi e alla preservazione delle risorse naturali e dell’ambiente e della pace trovino tutte queste difficoltà sul loro cammino?....”

Le parole riportate sono uno stralcio della dichiarazione di Mario ed è chiaro che bisogna sentire l’altra campana, quella del Comune di Carpeneto, ma da queste parole si percepisce la mancanza di volontà da parte del Comune di tutelare l’oasi. Il vincolo paesaggistico è imposto dalla legge e i Comuni non devono ignorarlo, tanto meno opporsi: ubi maior, minor cessat… tuttavia bisognerebbe valutare che cosa sia stato costruito e con quale scopo.

Queste oasi per animali sono progetti da incoraggiare e sono un plus valore per ogni territorio, soprattutto quello alessandrino che non brilla certamente per simili iniziative.

Prodigarsi per la salvezza degli animali sfruttati e maltrattati è un’azione da premiare, non da punire: le istituzioni dovrebbero sostenere l’associazionismo e il volontariato che opera in questa direzione. Nei pochi mesi di insediamento a Carpeneto molte persone di ogni età, soprattutto infantile, hanno visitato l’Oasi. Cancellare questa realtà di contatto con gli animali sarebbe sicuramente causa di malcontento, di accese proteste e di danno all’immagine del Comune di Carpeneto. Non abbiamo bisogno di paesi da iscrivere nella lista nera dei posti da boicottare (cosa che potrebbe accadere a Carpeneto), anzi, bisogna incoraggiare il turismo naturalistico alessandrino. Sostenendo il rifugio, il Comune dimostrerebbe quella apertura culturale nei confronti della natura animale e vegetale di cui c’è molto bisogno.
Inoltre è necessario consentire di portare a termine la pratica dell’unità abitativa perché i volontari e le volontarie custodi possano essere sempre vicino agli animali senza ulteriori oneri.

Invito il Comune di Carpeneto a riflettere sul provvedimento emesso e a ritirarlo per fare in modo che possa proseguire senza intoppi il duro lavoro che si sta portando avanti da tempo all’insegna del rispetto di esseri umani e non umani.
Cordiali saluti.

Paola Re

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