Scrive Roberto Schellino: “Giro a tutti la nota di Paolo D’Arpini al proposito della raccolta firme change org per l’agricoltura contadina: ” Perché non indire una petizione in proprio? Perché mescolarsi con change org?” – La mia risposta è che nel recente incontro di Bologna dove è stata presa la decisione di sostenere la petizione, nessuno ha sollevato interrogativi riguardo quale canale si sarebbe utilizzato. Cosicchè la cosa ha preso il via in questa forma.”
Mia rispostina: “Cari compagni. Certo, a Bologna non c’ero… Ma non è una novità che queste ong “benefiche” in realtà sono pezzi del “sistema” che non aiutano veramente la causa ma la gestiscono travisandola e manipolandola…. Forse un po’ di sana informazione su queste ong gioverebbe, altrimenti restiamo al “gentil farfalletta”… (https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=change%20org%20paolo%20d%27arpini#q=avaaz+change+org+paolo+d’arpini&rls=gm). La causa dell’agricoltura contadina -secondo me- merita un impegno personale diretto. Il mio consiglio è sempre quello di scrivere personalmente all’ente interessato esprimendo il proprio parere sul tema che ci sta a cuore (Ministero Agricoltura, Ambiente, Lavoro, etc.). Per le istituzioni ci sono dei siti con la voce “contatti con il pubblico” in cui è possibile inviare commenti e richieste, segnalando le proprie generalità precise e complete. E questa è cosa buona e responsabilizzante. Inoltre le lettere vengono comunque protocollate e segnalate agli interessati (o almeno ai segretari dei personaggi interpellati). E quelle lettere personali – secondo me – hanno più peso e forza delle migliaia di firme raccolte da avaaz e change org. Magari si può preparare una bozza di lettera tipo che poi ognuno può personalizzare ed una lista di recipienti. (Paolo D’Arpini)”
Commento di Aldo Nardini: “Ciao a tutti. Visto che ci sono state nuove adesioni alla campagna contadina, ricordo a tutti che la proposta di legge era partita anni fa con impegno personale di alcune associazioni, compresa la nostra, e dei relativi soci volontari e che era stata effettuata una raccolta di firme su moduli cartacei e anche sul sito della campagna. Firme poi presentate al competente ministero che si occupa di agricoltura e successivamente si era avuto un primo incontro al Ministero al tempo che era ministro Zaia. Poi però a causa del cambio di ministro non si ebbero ulteriori sviluppi da quel lato e si rese necessario ripartire cercando nuovi contatti, disposti a ascoltarci, con le istituzioni competenti. Considerata l’assonanza con l’anno internazionale per l’agricoltura famigliare e contadina e la possibile sinergia che potrebbe svilupparsi col comitato Aiaf che coinvolge altre associazioni, concordo con Paolo che possa essere utile affiancare altre modalità oltre quella avviata da AAA Terranuova per perorare la causa dell’agricoltura contadina. Tenendo presente che le email possono anche non arrivare ai destinatari per problemi tecnici o se bloccate da fltri di protezione. (Agribio E.R.)”
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Commento di Sergio Cabras: “Ma….non si potrebbero fare entrambe le cose?
Sono convinto anch’io che ci vuole un impegno diretto, anche raccogliere firme per strada, nei mercati ecc.. organizzare iniziative ad hoc incontrando la gente. Però, quali che siano i retro pensieri su queste ONG di petizioni online, non e’ che ci contaminiamo ad usare anche queste. Penso che con una molteplicità di vie si arrivi ad una molteplicità di persone e un punto di forza che abbiamo e’ la trasversalità della questione che poniamo.”
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Ulteriore commento di Aldo Nardini di Agribio E.R.: “…a proposito di comunicazione penso utile definire un testo condiviso per la raccolta firme visto che stanno partendo eventi e presentazioni locali dell’anno dell’agricoltura famigliare oltre ai mercatini e fiere varie. Ho notato che il testo della petizione di Aam T.N. cita il sito della campagna nostra www.agricolturacontadina.orgche contiene ancora il testo della petizione che avevamo fatto anni fa e che ci sono differenze tra questi. Un dubbio emerge leggendo che nel vecchio testo è indicato: chiediamo punto 1: Chi coltiva un appezzamento di terra, qualunque sia la sua dimensione, per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta e senza intermediari, possa liberamente…. – in quello di AAM è indicato: b) Rinnovando la centralità della figura di coltivatore diretto. Nota mia: Per la legislazione in materia, i coltivatori diretti, sono una categoria di lavoratori autonomi impegnati nella coltivazione diretta dei terreni agricoli. iscritti nell’apposita sezione dell’I.N.P.S. che devono determinati requisiti di superficie minima, di prevalenza di reddito derivante da attivitra agricola, di prevalenza di ore di lavoro dedicate a agricoltura, ecc. Infatti il termine coltivatore diretto se lo si intendeva come contadino che coltiva direttamente è una cosa pero visto che tale termine indica una ben definita cateria di lavoratore che deve avere dei requisiti e pagare contributi inps e può avere anche estensioni di terreno ampie mi sa che la cosa si allontana da idea iniziale di piccola agricoltura. Che ne pensate?”
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Precisazione di Roberto Schellino: “Ciao Aldo
sul contenuto:
il confronto che fai con il punto 1 della vecchia petizione non è corretto, andrebbe perlomeno fatto con il punto 2 (che implicitamente parla del CD); in ogni caso sono testi impostati diversamente e non si possono comparare a pezzetti.
sulla comunicazione (sito, petizione)
ATTENZIONE TUTTI -
- Il testo NON è della rivista AAM TN , il testo è nostro e loro lo hanno utilizzato(sintetizzato) come petizione
- sul sito della Campagna contadina sono ancora presenti contemporaneamente
a) la petizione originaria con quel testo che non è più da utilizzare poichè sostituito dal testo
delle Linee guida per una legge quadro delle agricolture contadine.
per ora è stato disattivato il link che scaricava la vecchia petizione;
b) il nuovo testo delle Linee guida per una legge quadro sulle agricolture contadine,
ed è a questo che si riferisce la nuova petizione, lanciata da AAM TN , con un testo riassuntivo e riproducibile autonomamente anche dalle nostre associazioni (lo metto in allegato);
A Bologna abbiamo discusso della necessità di ristrutturare il nostro sito della Campagna contadina, finora costantemente curato per l’ordinarietà dalla RSR.
Ma anche per la parte della COMUNICAZIONE servono energie (persone, risorse), quindi
se vogliamo avere un sito efficiente e rinnovato occorre che qualcuno, dentro le Associazioni promotrici, si dia disponibile!
buon lavoro a tutti, Roberto Schellino”
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Intervento di redazionewwoofitalia: “… ritengo urgente riportare la Campagna nei solchi della Campagna.
Il confronto con le istituzioni è importante ed inevitabile.
E serve a dar forma alle istanze.
Senza che in questo percorso si alterino però le motivazioni più profonde.
Che sono quelle di restituire il territorio alle persone e le persone al territorio.
Vediamo se fra tutti riusciamo a ridare forza concreta a queste istanze.
Claudio”
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Intervento di Al Mugnaini: “A mio avviso l’agricoltura familiare è cosa ben diversa dalla attività dell’agricoltore diretto. Quest’ultimo è un piccolo imprenditore che lavora la terra come attività principale e ne trae il suo reddito e la sussistenza per se a la sua famiglia. Apprezzabile, ci mancherebbe, proteggere questi lavoratori che con duro lavoro (sottolineo duro) e tanti impicci burocratici non hanno vita facile. Tutto sommato ci stiamo muovendo bene per loro.
Ma nessuno finora si cura di chi fa vera agricoltura “familiare” cioè di chi coltiva un orto o un piccolo appezzamento per i consumi propri della sua famiglia nel tempo libero. Anch’egli fa un duro lavoro (ve lo posso testimoniare in prima persona) e combattendo anche con il poco tempo che ha a disposizione, le spese ci sono lo stesso, i problemi anche. Non ha un più un weekend o una vacanza libera. Se ha del prodotto in surplus (e accade spesso perché quando la terra produce, quando è il suo momento, lo fa in massa e non lo diluisce nel tempo a seconda dei bisogni dell’uomo) non può venderlo e non può fare mercati, nemmeno per recuperare un po’ di spese che ha dovuto sostenere. E quindi succede che regali verdura a destra e a manca oppure gli marcisce e la butti. Vi sembra giusto? Ho provato a chiedere di essere ammesso a mercatini rionali, ai mercatini biologici estemporanei, alle fierucole, niente. Anche i GAS non ti vedono di buon occhio. Se non sei iscritto a qualcosa almeno come “coltivatore diretto” non hai accesso a nulla.
Mettermi sul bordo della strada con il cofano della macchina aperto per vendere cipolle come un contrabbandiere non me la sento e non mi sembra giusto. Vorrei poter vendere il mio surplus liberamente, pagarci le tasse e fare agricoltura di zona in modo sereno.
Eppure la terra si cura e si protegge anche ma soprattutto così, non con le aziende agricole più o meno grosse, ma solo se tutti gli abitanti avessero il loro piccolo orticello e curassero un piccolo appezzamento di terra, pulendolo, drenandolo dalle acque reflue, curando gli invasi e i fossi, il territorio si salverebbe dall’incuria generale. E per rientrare un po’ nelle spese ma anche per dare soddisfazione al lavoro svolto fossero organizzati dei mercatini di scambio o di piccolo commercio dei prodotti ottenuti con la coltivazione familiare sarebbe la quadratura del cerchio (infatti questo è anche il messaggio delle Transition Town).
Se nessuno parla e protegge chi fa agricoltura “per hobby” (anzi, a volte questa definizione viene addirittura usata come dispregiativo da chi si sente un professionista della cosa) in quest’anno dell’agricoltura familiare mi piacerebbe che AIAB e la Campagna dell’agricoltura contadina si facesse portavoce anche di questo tipo di esigenze sebbene, condivido e accetto, con una priorità minore rispetto a chi di agricoltura ci vive.
Un saluto. Alessio
Scandicci – (Firenze)”
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Commento di Alessio Riggi: “Capisco le motivazioni di chi fa agricoltura “per hobby” ma a parer mio, esistono già le possibilità di messa in regola per queste persone. Se l’agricoltura dà un apporto minore del 50% del tuo reddito complessivo puoi tranquillamente aprire la partita IVA e vendere quel che ti pare alla luce del sole senza dover pagare l’INPS.
Qui, a parer mio, la battaglia va proprio fatta sul RICONOSCIMENTO dell’agricoltura contadina come attività di PICCOLE dimensioni, ovvero per chi vuol vivere di agricoltura. Oggi le leggi non ti permetto di vivere di piccola agricoltura in quanto ti chiedono di rispettare regole pensate per le grandi aziende. E’ necessario tornare alla piccola proprietà contadina e per questo basterebbero delle deroghe alle regole attuali.
Sono anni che si lavora su questo e penso sia il solco giusto.
Se non diamo OGGI la possibilità a chi vuol vivere in campagna di vivere DELLA campagna la battaglia sarà presto persa e i territori distanti dalle città saranno definitivamente abbandonati.
Oggi chi ha, come era una volta, una vacca, due capre, 10 pecore, 30 galline, un orto, qualche ettaro di bosco…nella classica forma AGRO-SILVO-PASTORALE per la sopravvivenza in campagna, oggi non riesce a vivere della terra e se vuol fare il contadino o si nasconde veramente quando vende oppure è costretto ad affrontare degli investimenti insostenibili per rispettare le famose regole pensate per le grosse aziende.
Che si faccia chiarezza su questo, perchè l’orticello dietro casa è una cosa, l’attività agricola contadina che ha dato tanta bellezza al nostro territorio e di che vivere a una nazione intera e che ha popolato le nostre terre fino al 1954 è ben altra cosa.
Io ho energie per lottare per quel modello, non per una agricoltura hobbistica del tempo libero.
Alessio Riggi
Vicchio (FI) Mugello”
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Annotazioni finali di Roberto Schellino:
Cari tutti
il bisogno di confrontarsi per crescere è un segnale positivo, la confusione sulle questioni fondamentali personalmente mi preoccupa, quanti di noi hanno presente l’intero percorso della Campagna dal 2009 a oggi?
Cosa si intende per “riportare la Campagna nei solchi della Campagna.”?
Cosa vuol dire “agricoltura familiare”?
A) la petizione originaria (2009) individua due “soggetti”:
1) chiunque coltivi un appezzamento di terra
2) i contadini che come attività prevalente coltivano il fondo…. i quali (punto f) abbiano diritto
a pagare minimi contributi asistenziali e previdenziali
i contadini del punto 2) sono, nell’attuale legislazione, i coltivatori diretti -
il punto 1) corrisponde a persone come Alessio Mugnaini che coltivano in modo marginale o occasionale (hobbista è termine inadeguato)
Confermo che, oggi, chiunque può vendere propri prodotti (primari, non trasformati) dotandosi di partita Iva agricola.
B) la prima proposta di legge da noi scritta (2010)
ha come destinatari (art.1) “chi, come occupazione prevalente, pratica la coltivazione del fondo…” cioè il punto 2 della petizione – che nel nostro ordinamento giuridico corrisponde
al coltivatore diretto
che è proprio quello che Mugnaini ben sintetizza “un piccolo imprenditore che lavora la terra come attività principale e ne trae il suo reddito e la sussistenza per se a la sua famiglia”
Quindi già dal 2010 la Campagna contadina, nel comune ambito del sostegno alla piccola agricoltura (soggetti 1 e 2 ) centra l’attenzione a livello normativo sui contadini che coltivano per vivere della (e con ) la terra. Esattamente quelli descritti da Alessio Riggi.
C) Le Linee Guida (2013) rielaborano tutta l’impostazione normativa, come detto più volte, per recepire volontà interne alla Campagna stessa ( verso la piccola agricoltura sostenibile/ecologica, il bisogno di dare proprio priorità a chi vi lavora…) ed esterne ( superare i concetti di deroghe, superare la visione che davamo di “riserva indiana”….)
tenendo comunque presenti tutti, vedi p.2 “le innumerevoli pratiche di agricoltura informale…”
Permettetemi un pensiero: la stesura delle Linee Guida è durata nove mesi, con scambi di bozze ecc.., da gennaio a settembre 2013, perchè queste pur legittime questioni giungono solo ora?
Comunque si, sarebbe molto utile un’occasione di confronto collettivo sui contenuti, ma quanti sono disponibili a farlo?
Infine sulla definizione di “agricoltura familiare” : in tutti i contesti, istituzionali e sociali, con cui ci confrontiamo, compresa l’ONU con l’Anno internazionale dell’Agricoltura familiare, ci si riferisce a chi coltiva e vive sulla terra come sua attività di autoconsumo e reddito, quindi alla piccola azienda a conduzione familiare.
Personalmente ritengo necessario il confronto continuo, purchè sia utile a concimare l’albero della nostra Campagna contadina, senza continuamente tirarlo fuori dalla terra per vedere se le radici sono giuste, altrimenti poi dissecca.
un abbraccio
Roberto Schellino
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Lettera di Aldo Nardini Agribio E.R.:
“Buongiorno a tutti
va bene il ricordarsi la storia della campagna contadina e ringrazio Roberto per le precisazioni e mi ricordo gli scambi di email anni fa per determinare i numeri di capi che si riteneva potessero essere macellati con semplificazioni burocratiche e il cercare di definire le dimensioni di un’azienda di limitate estensioni
I miei dubbi derivano partendo da punti di vista diversi, senza la necessita di dover sapere e ricordarsi la cronistoria della campagna, e mi son chiesto se leggendo il testo della petizione pubblicata su Change.org si riescono a capire bene in modo univoco i vari punti che elencano le richieste di questa petizione o ve ne sono di quelli che risultano dubbi e che possono essere soggetti a varie interpretazioni?
In questo testo riassunto e sintetizzato a mio avviso e di altri ci sono delle parti che risultano poco chiare e che possono trasmettere un messaggio diverso da quello voluto. E le osservazione che avevo fatto erano dovute come conseguenza del leggere il testo mettendosi nei mocassini di altre persone per vedere che messaggio arrivava e cosa si capiva. O volendo si può anche fare un analisi sintattica e semantica. Poi confrontando con quello che si voleva dire , io non trovo che emerga in modo chiaro riferimenti a figure di agricoltore occasionale e Cd , si parla di rinnovata centralità del coltivatore diretto senza spiegare centralità in cosa.
Il testo delle linee guida e l’introduzione alla campagna e alle linee guida sono più chiare in quello molto più sintetico trovo che si presti a incomprensioni e a possibili interpretazioni diverse da parte di chi legge solo quello.
Riporto il testo sintetico con alcune delle osservazioni che può fare un utente potenziale firmatario che legge solo quel testo:
Come Campagna popolare per l’agricoltura contadina, insieme al Comitato Italiano per l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare e Aam Terra Nuova, chiediamo una legge quadro sulle agricolture contadine.
a) Riconoscendo i caratteri, le funzioni socio-economiche e le pratiche fondanti le agricolture contadine che si intende per agricolture contadine?
b) Rinnovando la centralità della figura di coltivatore diretto…. che vuol dire? Centralità in cosa? Ma il cd non ha già una normativa dii riferimento? si parla di Cd in generale o di quelli con dimensioni azinedali di piccole dimensioni?
c) Sostenendo questo modello produttivo, economico e sociale attraverso.. quale modello?il CD? O i modelli contadini? O altro?
- norme di accesso alla terra: l’affitto delle terre demaniali, forme di credito adeguate alle piccole realtà ed alle esperienze collettive di economia solidale, facilitando nuovi insediamenti di giovani e adulti ricchi di progettualità ma poveri di capitali;
- riconoscimento e valorizzazione di sistemi sementieri informali e territoriali ai fini dell’agro biodiversità e autonomia produttiva per le varietà non industriali
- sostegno specifico alle coltivazioni agroecologiche di varietà libere da brevetti
- norme semplificate per la produzione, trasformazione e vendita dei propri prodotti per chi?
- accesso ai mercati locali e modelli di garanzia partecipata per chi? I cd possono già accedere ai mercati?
- semplificazioni e adeguamento fiscale per chi?
- Riorientamento degli interventi PAC e dei programmi di sviluppo rurale rendendo organiche le misure previste per piccole aziende ed aree svantaggiate.
Petizione promossa da: Aam Terra Nuova, Campagna popolare per l’agricoltura contadina, Comitato Italiano per l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare
http://www.agricolturacontadina.org
trovo che non emergano chiaramente i riferimenti alle due categorie di produttori agricoli cd e produttore occasionale che cita Roberto e neanche queste importanti parti indicate nelle linee guida:“Esistendo una pluralità di modelli agricoli sono necessarie, ai fini di giustizia, di equità sociale, di
gestione del territorio, di mantenimento dell’agro biodiversità – misure adeguate e diversificate
secondo le diverse realtà produttive agricole.
Primaria e fondante è la definizione e il riconoscimento delle agricolture contadine come modello
socio economico e di conseguenza l’individuazione di norme adatte ad esse.”
In riferimento poi agli sviluppi della campagna sono d’accordo che il bisogno di confrontarsi sia utile necessario e stante la esistente situazione che i referenti delle varie associazioni sono sparsi per l’Italia e le occasioni di incontri fisici sono piuttosto difficili richiedendo costi di viaggio e tempo libero si potrebbe valutare, come altre realtà già fanno da tempo di utilizzare sistemi informatici e di telecomunicazione che consentano meeting virtuali almeno in collegamento audio e anche utilizzare dei sistemi per sviluppare progetto e collaborare più efficaci dello scambio di email che si presta aumento confusioni.
Vi è interesse a questa possibile strada che porterebbe aumento di possibioita di confronti e sviluppi e a minori spese rispetto a incontri fisici in qualche parte d’Italia?
saluti e auguri di una spelndida giornata a tutti
Aldo Nardini”
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Mia rispostina: “Caro Aldo, mi sembra una battaglia contro i mulini a vento… purtroppo hai ragione ma non potrà mai essere ammessa la verità dei fatti. Lo spirito originario (se mai c’è stato) è andato perso nella burocratizzazione ed ampliamento della campagna a enti non direttamente coinvolti, ma strumentalizzanti. La legge -una legge- sull’agricoltura contadina passerà ma non sarà quella in cui avevano sperato i “contadini”… Riporto qui le parole di Massimo Angelini sulla prima proposta di agricoltura contadina:
“Lo scopo è doppio:
1. riunire intorno ad alcune proposte semplici un intero popolo, quello di chi vive dentro e intorno al >mondo rurale;
2. fare pressione su stato e regioni (se riusciremo ad avere una sufficiente numero di adesione) per >aprire un primo, piccolo, parziale spazio di libertà per chi si riconosce più come contadino che come imprenditore agricolo”. (Massimo Angelini)
Cari saluti, Paolo D’Arpini”
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Commento fuori dal coro di Margarita
Teodoro: "L'anno prossimo avremo la Monsanto a Milano ad Expo
2015 "Nutrire il pianeta"... ci sarebbe da ridere,
sghignazzare forte se non fosse, questo, un ossimoro tra i più
tragici. Io vi chiedo, soprattutto a quanti tra voi animano gruppi,
siti, ovvero a quelli più impegnati ed attivi, di insistere, battere
forte su queste tematiche. Facciamo in modo da unire le nostre forze,
facciamo viaggiare le idee, i dati, l'obiettivo è costruire, in
tutta Italia, momenti di riflessione e di dibattito in merito.
Arriviamo all'appuntamento motivati, ma, questo per molti è
assodato, soprattutto, coordinati e preparati. Non cesserò mai di
ribadirlo. Navigando, osservo troppa dispersione, nascono infiniti
gruppi di scambio semi ed è un bene ma senza un obiettivo chiaro,
certo. In Veneto, per esempio, Coltivare condividendo sta promuovendo
iniziative per i primi di febbraio, è il caso di dire basta, di
smetterla con la petizionite sterile e di farsi vedere in giro, ai
banchetti, alle manifestazioni. Il nostro orto si difende, viene
naturale, con la mobilitazione generale del vero e genuino mondo
rurale."
..............
Scrive Comune Info: "CONTADINI, NON IMPRENDITORI AGRICOLI - Da vent’anni l’Ue continua a ripetere smettete di fare i contadini, diventare imprenditori agricoli. Chi sceglie di fare agricoltora in Italia oggi si trova a subire gli effetti di scelte economiche e sociali causate dalla politica agricola europea, nazionale e regionale, ma anche da una rappresentanza sindacale che non risponde più ai bisogni effettivi degli agricoltori e da una remunerazione non più adeguata del lavoro svolto.E' ora di cominciare a invertire la rotta, per garantire il diritto all’accesso a un cibo sicuro e tamponare la grave e profonda crisi agricola"
...................
Commento di Maurizio Carucci: "Caro Paolo D'Arpini, grazie per il tuo contibuto.
Personalmente è da qualche tempo che non firmo ne credo più alle petizioni on line.
Detto questo credo che in questo momento anche quest'iniziativa possa rappresentare un utile strumento per arrivare a molta gente, tutto sommato rimane sempre una possibilità, una strada da percorrere.
Tornando al bell'articolo di Teodoro Margarita pur condividendolo pienamente sostengo che anche che una raccolta firme come questa seppur on-line possa rappresentare per molti un momento di riflessione e di scoperta. Paolo scusami non ho ben capito a questo punto cosa proponi di fare..."
Mia rispostina: "Caro Maurizio, l'avevo già detto ab initium... ed in parte sono le stesse cose affermate da Teodoro ed Aldo. Essere presenti sul territorio con iniziative concrete e reali, cosa che noi sia come Rete Bioregionale che come Circolo vegetariano, cerchiamo di fare in tutti i modi. Ma non voglio ripetermi.... sarebbe da logorroici. Per quanto riguarda la raccolta firme, il sistema telematico sembra il più efficace (a prima vista) ma secondo me andrebbe fatta in proprio anche con modelli cartacei raccogliendo firme vere e motivate. Se proprio si vuole fare una petizione on line ci sono altre forme che non cadere nella trappola di change org avaaz, etc (tutte ong false e bugiarde). Perché, per le firme telematiche, non utilizzare ad esempio il sito di Agricoltura Contadina, almeno così restiamo in casa... ? Avevo anche proposto di scrivere lettere singolarmente (magari utilizzando anche lettere tipo che andrebbero ponderate e studiate per gli interessi della vera agricoltura contadina) agli enti preposti ed ai deputati e senatori. Insomma bisogna che ognuno si muova e faccia concretamente qualcosa senza affidarsi al vento...
Ciao, Paolo"
...........
Intervento di Aldo Nardini: “Ciao si era gia parlato nell’incontro a Bologna della necessita si predisporre anche testi, brochure moduli stampati per la raccolta firme al fine di informare e raggiungere anche contadini e potenziali interessati alla campagna contadina che non siano utilizzatori del web. Il piccolo problema sorto era appunto quello di inviduare un testo condiviso sintentico e revisioanarlo fino a ottenerne uno che esprima i concetti basilari di cosa propone e chiede la campagna contadina per evitare il piu possibili fraintendimenti. Il testo attuale della petizione presenta solo alcuni dei punti che risultano chiari altri son piu dubbi.
Il sito della campagna contadina per poterlo utilizzare per la raccolta firme va aggiornato e serve qualcuno che sia in grado di farlo. Io sono un po scarso a conoscenze non occupandomi di lavori da webmaster da un po di anni
A proposito ho notato che il sito è stata ricaricata una vecchia versione, sono sparite le linee guida e risulta scaricabile la vecchia petizione da firmare.
Aldo Nardini”
………..
Intervento di Massimo Angelini: “Al coordinatore della Campagna per l’agricoltura contadina
Caro Roberto,
credo di avere perso qualche passaggio, me ne scuso e ti chiedo qualche ragguaglio.
Mi pare di capire che il testo sul quale erano state raccolte migliaia di firme tra il 2009 e il 2011 sia cambiato. E’ così? Quel testo era stato concordato tra i rappresentanti delle organizzazioni che con tantissima fatica avevo contribuito a mettere insieme. Qualcuno – non lo dimentico – per dare la propria adesione aveva preteso l’aggiunta di una virgola, senza la quale la sua organizzazione – diceva – non averbbe potuto riconoscersi nel testo. Virgola aggiunta, è entrata anche quell’organizzazione. Questo solo come emblema della fatica che era costata la convergenza su un testo.
Se il testo non è cambiato, allora ho frainteso e, in questo caso, non capisco quale sia l’oggetto dello scambio di corrispondenze e quale necessità ci sia di continuare a discutere sulla parola “contadino” e altro ancora. Tutto era stato già chiarito su un obiettivo minimale. Ricordi Roberto, non si trattava di costruire un testo dove tutti avrebbero potuto riconoscere le proprie aziende e le proprie visioni della vita, ma un “grimaldello” per scardinare un sistema legislativo dove la parola contadino non esiste, dove in agricoltura si riconoscono soltanto imprenditori e operai. E noi dicevamo, Roberto, facciamo in modo che a un livello minimo minimo, magari quello sui margini dell’autosussistenza che per i grandi numeri dell’economia non dà fastidio a nessuno, questa piccola idea passi e, nella distrazione di chi legifera, magari divenga legge: poi creato il piccolo spazio lì metteremo un palanchino e l’allargheremo. Ma chiediamo poco poco, quasi da non farcene accorgere, ché a chiedere molto si ingrassa solo la lingua di chi chiacchiera e si ottiene nulla. Ti ricordi, Roberto? Facciamo solo in modo che la parola contadino passi e che passi l’idea che per qualcuno (basterebbe una sola persona per creare un “precedente”!) non valgano le gabbie burocratiche, sanitarie e fiscali imposte da chi – mi pare sia evidente a tutti – odia chi vorrebbe vivere del proprio lavoro e dei propri prodotti.
Allora, facciamo così.
Se il testo non è cambiato, valgono le migliaia di firme che erano state raccolte e che io conservo (anzi: ti chiederei di dirmi chi cura attualmente la segreteria della campagna così gli invio le firme).
Se invece è cambiato ti pregherei di farmi conoscere la nuova versione così la sottopongo al direttivo del Consorzio della Quarantina affinché il Consorzio possa o no rinnovare la sua adesione. (In questo caso, ovviamente, cambiato il testo, le firme raccolte sono inutili e dovrò smaltirle tra la carta da riciclare – perché non sia mai che le adesioni su un testo si facciano valere per un testo differente).
Oltre a questa risposta, ti chiederei, per favore, se puoi comunicarmi l’elenco delle organizzazioni che formalmente oggi aderiscono alla Campagna e se tale adesione è sul testo concordato e fissato nel 2011 o su un eventuale nuovo testo (o, addirittura, su una nuova intestazione della Campagna).
Ti ringrazio e ti invio un caro saluto,
Massimo Angelini
p.s. qua e là ho letto che la Campagna avrebbe a che fare con la difesa della centralità dell’ “imprenditore agricolo”… E’ uno scherzo, vero?”
……………………….
Precisazioni di Roberto Schellino: "Caro Massimo e tutti/e, colgo l'occasione delle tue domande per rispondere anche alle altre questioni poste in questi giorni, un'ultima volta, come coordinatore uscente.
- il testo della petizione, lanciata da AAM Terra nuova e condivisa come Campagna contadina
e Comitato italiano 2014 Anno internazionale agricoltura familiare, è un succo concentrato del testo delle nostre Linee guida -
riguardo la sua interpretazione (Aldo), una petizione è per necessità stringata, ma è sorretta dal testo complessivo a cui si deve rimandare.
- chi solleva questioni sul mezzo (change.org) è libero di prendere il testo completo (che ho inviato qualche giorno fa) e mandarlo a chi crede (Istituzioni, parlamentari, associazioni..)
perchè la cosa più stupida è creare ostacoli tra noi;
- chi non concorda con il testo della petizione allora non concorda con le Linee Guida da noi stessi preparate e presentate in Parlamento.
E qui apro la grave riflessione: i dubbi sollevati da alcuni sono il segno di un'amnesia protratta nel tempo . Le Linee Guida sono espressione di un'evoluzione, un nuovo passaggio della Campagna contadina, una forma diversa per raggiungere lo stesso obiettivo.( la cui necessità si era evidenziata fin dalla fine del 2010: incontro in Commissione agricoltura Camera Deputati, assemblea della Campagna contadina a Genova)
Il lavoro sulle Linee guida è stato proposto e trasmesso ai referenti delle Associazioni durante il 2013 ( 1° bozza 24/4 , seconda bozza 13/9 e poi presentazione 10/10), nel mezzo varie mail di aggiornamento sul lavoro parlamentare e relativi incontri, con continui inviti a dare contributi.
Alcune associazioni lo hanno fatto su singole o più parti ( Alpa, Aiab, Ari, Crocevia, Campi aperti, Ragnatela, Wwoof, Asci a livello di singoli) altre no.
Purtroppo sollevare questi interrogativi ora, significa essere stati assenti dal lavoro comune prima.In qualche caso mi pare non siano neppure stati letti i documenti di lavoro. Chiediamoci perchè.
Comunque le Linee guida sono state pensate come un percorso aperto da arricchire.
Un appunto finale sulla questione contadino/imprenditore:
- ma le avete lette le Linee guida (pag, 8) ?
- la stragrande maggioranza dei contadini, soci delle nostre Associazioni, che lavorano in modo prevalemente la terra e vendono i propri prodotti, nella realtà di oggi sono coltivatori diretti per legge (e quindi il codice civile ci dichiara piccoli imprenditori); il lavoro sul piano giuridico deve partire dalla realtà per saper proporre il nuovo.
Penso che non ci si possa confrontare via mail, sarebbe indispensabile un incontro collettivo.
Visto che sono "uscente" mi permetto una nota personale:
anch'io sono un piccolo contadino/coltivatore diretto che consuma le sue braccia sulla terra ma non mi interessano i riaffioranti ideologismi pseudocontadinisti intorno alle vite dei contadini/agricoltori reali. Personalmente continuerò a lavorare con chi mantiene i piedi per terra. Scusate la sinteticità ma sono un pò stanco.
Comunque un sincero saluto a tutti
Roberto Schellino"