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venerdì 10 febbraio 2012

13 febbraio 2012 - Attesa la sentenza del processo Eternit a Torino



Processo Eternit a Torino. PeaceLink e Medicina Democratica dalla parte delle vittime

Lunedì 13 febbraio 2012 sarà emessa la sentenza nel processo ETERNIT a Torino: cominciato il 6 aprile 2009 con la prima udienza preliminare per la maxi inchiesta sui casi di morte da amianto tra gli ex lavoratori di quattro filiali italiane dell'Eternit. La causa, con le sue 2.889 'persone offese' (1800 solo a Casale Monferrato, città simbolo della lotta all'amianto), e' la piu' grande mai celebrata dal tribunale di Torino, e, per questo motivo, le parti sono state convocate con ''pubblici proclami'' e avvisi sui giornali, negli uffici dei Comuni interessati e su siti internet istituzionali.

Unici due indagati della maxi-inchiesta condotta da Raffaele Guariniello sono il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 62 anni, e il barone belga Jan Luis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, di 88. Sono accusati di disastro doloso e di omissione dolosa di controlli antinfortunistici.

La sentenza riveste importanza fondamentale tanto per gli aspetti che toccano la questione amianto - il killer silenzioso - tanto per gli aspetti legati alle morti sul lavoro e al risarcimento del danno per le vittime.

Confidiamo in una sentenza esemplare: GIUSTIZIA PER LE VITTIME ETERNIT!

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
www.peacelink.it

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Processo eternit medicina democratica sarà presente


MEDICINA DEMOCRATICA Movimento di lotta per la salute

Sezione di Torino
13 Febbraio 2012 E’ attesa la sentenza del processo di primo grado contro i massimi esponenti della multinazionale ETERNIT accusati di disastro colposo e d’omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
Medicina Democratica, come già fatto in tanti altri casi (Porto Marghera, Brindisi, Montefibre di Pallanza, Thyssen di Torino, Clinica privata Santa Rita di Milano…….), si è costituita Parte Civile e sarà presente in aula per essere a fianco dei cittadini e dei lavoratori nel chiedere giustizia
Oltre ad essere presenti nell’aula del Tribunale manifesteremo davanti alla sede del Palazzo di Giustizia:
- perché sia messa al bando l’ estrazione e la lavorazione dell’amianto in tutte la nazioni;
- per sostenere ed esprimere visivamente la solidarietà a chi è stato così duramente colpito: operai, familiari, cittadini, tutti coloro che hanno l’unico "torto" di aver lavorato nelle fabbriche dove si produceva eternit con fibre di amianto o di vivere nelle loro vicinanze;
- per ricordare che le vittime dell’amianto sono ovunque, in Italia e nel mondo, che il picco del mesotelioma pleurico deve ancora arrivare e che ogni cinque minuti nel mondo muore una persona a causa dell’esposizione all’amianto;
- per sollecitare, ancora una volta, le istituzioni affinché, ciascuna per la sua competenza, operino realmente un intervento in difesa dell’irrinunciabile diritto alla salute perché l'amianto è da considerarsi, a tutti gli effetti, un'emergenza nazionale. Occorre bonificare l’ambiente ed occorre, prima di tutto, affrontare in modo adeguato i tanti drammi delle vittime e dei loro familiari.
- per denunciare nuovamente che l’amianto investe pesantemente il futuro del nostro Paese: 1.000.000 sono stati i lavoratori esposti; 32 milioni le tonnellate presenti (di cui 8 milioni negli ambienti di lavoro), quasi 500 kg a testa!!! 11000 i nuovi casi di mesotelioma attesi nei prossimi 10 anni. 4000 morti ogni anno da collegarsi a questa fibra killer devono farci riflettere.
- a sollecitare tutti i soggetti istituzionali, sindacali, giuridici affinché si attuino tutte le misure preventive e gli interventi per evitare le morti quotidiane dei lavoratori (che non sono MORTI BIANCHE!!!, sono morti le cui cause sono spessissimo ricostruibili e riconducibili a responsabilità precise);
- fare appello alla Regione, affinché garantisca la piena operatività alla legge regionale sull'amianto. Fare delle bonifiche ambientali anche occasione di lavoro;
- perché si risolva concretamente l’enorme contenzioso aperto sulla questione dei benefici previdenziali, evitando discriminazioni per i lavoratori e le lavoratrici, che hanno già dovuto subire un peggioramento della qualità della vita e una riduzione dell’aspettativa di vita
- perché del “Fondo per le vittime dell'amianto” ne possano usufruire TUTTE le vittime, con particolare attenzione per quelle che fino ad oggi non hanno beneficiato di alcun sostegno (a titolo d’esempio, coloro i quali hanno subito un’esposizione ambientale, come le mogli che lavavano le tute da lavoro, o coloro i quali abbiano subito un'esposizione lavorativa all’amianto all’estero e una volta rimpatriati hanno contratto la patologia).

Renato Zanoli - renatozanoli@libero.it -
www.medicinademocratica.org - 3384054068

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