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venerdì 23 dicembre 2011

Per la difesa della Terra Bene Comune giornata di mobilitazione nazionale



Per la difesa della Terra Bene Comune proponiamo una giornata di mobilitazione nazionale. La vendita delle terre di proprietà pubblica deve essere fermata!

Si sono venduti l'energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili,
le strade e adesso si vendono pure la Madre.

Un paese che vende le terre agricole pubbliche rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare.

Si concepisce la Terra solo in termini di possesso, come bene
escludente, oggetto di diritti di proprietà.

In nome della proprietà la terra continua a essere violentata: dal
folle processo di urbanizzazione senza regole se non quelle della
rendita e del profitto; dalle colture intensive tempestate di veleni
pesticidi, che portano degrado e desertificazione; dall’abbandono
progressivo delle terre meno fertili, che genera erosione e squilibri
idrogeologici.

Lo Stato pensa solo a fare cassa sulle nostre teste, come lo fà
cedendo a basso costo terreni limitrofi della città ai soliti padrini
dell'edilizia, dei centri commerciali e delle discariche.

L'art.7 della legge del 12 novembre 2011 programma in tempi rapidi
l’alienazione(vendita) dei terreni agricoli demaniali.

L'ultima tappa di un'oscuro cammino iniziato 2 decenni fà circa, un
processo di svendita dei beni pubblici a privati in nome di una
gestione più efficiente, come se la logica del profitto avesse mai
reso servigi alla collettività.

La proposta sull’alienazione delle terre agricole dello Stato
riguarda 338.000 ettari ed arriva in un momento internazionale di
crescita del fenomeno denominato Land Grabbing, accaparramento di
terreni da parte di soggetti economicamente forti (paesi in forte
crescita e multinazionali-basti pensare i 3 milioni di ettari
acquistati dalla Cina in Africa).

Ecco i veri destinatari di questa manovra, non certo i giovani
imprenditori agricoli di cui il comma 2: "...al fine di favorire lo
sviluppo dell'imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il
diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli." Proseguendo
invece si legge: "Nell'eventualità di incremento di valore dei terreni
alienati derivante da cambi di destinazione urbanistica intervenuti
nel corso del quinquennio successivo alla vendita, è riconosciuta allo
Stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno
rispetto al prezzo di vendita." Quindi lo stato si limita a
disincentivare il cambiamento d'uso dei terreni per soli 5 anni senza
altra garanzia di salvaguardia ambientale.

A conclusione il lapidario comma 5: "Le risorse nette derivanti dalle
operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate
alla riduzione del debito pubblico."

Le risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro,
una goccia nel mare del debito (circa 1800 miliardi), quando il costo
stimato delle opere per la TAV in Val di Susa è più di 30 miliardi!
Con il risultato di essersi sbarazzati del patrimonio senza tappare
alcun buco di bilancio e senza poter tornare indietro visto l'articolo
che tutela la proprietà privata. Le terre che saranno vendute non
potranno mai più tornare pubbliche!

Tutto questo con l'appoggio della Coldiretti, che si propone come
mediatrice tra lo stato e i "giovani agricoltori". Ma dove sono tutti
questi giovani aspiranti contadini che dispongono di 150.000 euro per
iniziare un'azienda, senza parlare del costo dei mezzi?

Un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia
definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che
mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra del bene comune,
è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è
venduto la terra in nome del bilancio finanziario. Tutto questo sarà
possibile se non si svilupperà una seria battaglia in tutto il paese
per sancire il concetto: Terra a chi la lavora e Sovranità della terra come bene comune. La vendita delle terre dello stato deve essere fermata!

Ridiscutiamo le modalità di gestione delle terre agricole di proprietà
degli enti pubblici!

Lavoriamo per normative che favoriscano e sostengano chi vuole
iniziare un'attività agricola mettendogli a disposizione l'uso
agricolo della terra garantito contro ogni possibile speculazione.

Noi rete delle associazioni contadine proponiamo

-che ci si indirizzi verso affitti di lunga durata a prezzi equi a
favore di agricoltori o aspiranti tali, sulla base di progetti che
escludano attività speculative.

-si favorisca l'agricoltura contadina di piccola scala,che è l'unica
che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi
arricchendolo e preservandone la biodiversità

-si prediligano progetti di cohousing, cioè di condivisione solidale
dei beni e delle risorse, perchè la buona agricoltura è quella fatta
con tante braccia pensanti e con poche macchine.

-si individuino nelle associazioni dei consumatori organizzati i
soggetti mediatori tra le istituzioni e le realtà contadine che
andrebbero a insediarsi.

-si renda possibile la costruzione con materiali naturali di
abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale come legno e paglia,
ma totalmente vincolate all'attività agricola. Questo perchè chi
lavora la terra deve anche poterla abitare.

Per la difesa della Terra bene comune proponiamo una GIORNATA
MOBILITAZIONE NAZIONALE, che venga preparata dal lavoro dei gruppi
territoriali (già ferventi sulla mappatura dei terreni demaniali ) e
da occupazioni simboliche.

Proponiamo una RACCOLTA FIRME per pretendere che i nostri diritti
vengano rispettati e sancire il concetto: "terra a chi la lavora e
sovranità della terra come bene comune”.

TERRA E LIBERTA'
Lista Ecologia Peacelink

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