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In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).
sabato 2 giugno 2012
Roberto Anastagi: "Crescita interiore e buoni consigli per scoprire il paradiso in questa vita"
Capire ed accettare che la vita ultraterrena, il paradiso e l’inferno dopo la nostra morte non possono esistere perché non c’è un posto dove potrebbero essere e perché sono solo un desiderio degli uomini che hanno bisogno di ottenere dopo la morte quello che non sono riusciti di avere in vita.
Non dimenticare invece che abbiamo il paradiso a nostra disposizione in ogni momento della nostra vita.
Liberarci dal potentissimo e negativo condizionamento creatoci dai legami con una delle tante religioni che esistono su questo pianeta perché sono tutte state create dagli uomini a causa della paura di non essere capaci di affrontare da soli le difficoltà della vita.
Quando non vogliamo ascoltare la nostra coscienza usiamo la religione che, trattandoci come bambini incapaci, ci autorizza ad accettare i nostri sensi di colpa.
Riflettete sulle immense catastrofi, carneficine, sofferenze e povertà causate da sempre e probabilmente per sempre in nome delle religioni.
Quasi tutte le religioni predicano l’esistenza di un Dio al quale dobbiamo affidarci e sottometterci per ottenere il suo aiuto, perciò anche Dio che nessuno ci dice da chi è stato creato, è una creazione dell’umanità e quindi non esiste.
La verità è che il vero creatore dell’universo è di una dimensione per noi non immaginabile e non raggiungibile quindi non è per noi possibile di metterci in contatto con lui.
Ricordiamoci che dentro di noi ci sono tutte le risposte di cui abbiamo bisogno e perciò la nostra coscienza, se ascoltata nel modo giusto, sa sempre dirci quello che è giusto e quello che non è giusto.
Ma per poter ascoltare la propria coscienza è necessario di avere imparato a camminare con le proprie gambe contando molto poco sull’aiuto degli altri anche perché gli altri sono tutti diversi da noi e perciò non possono capire i nostri bisogni. Quindi saper vivere in prima persona senza accontentarci di nozioni di seconda mano e avere piena fiducia nelle grandi capacità che abbiamo dentro di noi.
Concentrarci con tutte le nostre forze sul nostro più importante viaggio, il viaggio nella nostra vita interiore, il viaggio per conoscere noi stessi e cosi attuare una terapia contro la sofferenza.
Ridurre al massimo il potere dei nostri condizionamenti e il potere della nostra mente che ci rende schiavi dei nostri desideri e legami ai quali non vogliamo rinunciare.
E’ importante non dimenticare mai che niente è permanente.
Essere sempre ottimisti, positivi, non coltivare sensi di inferiorità.
Non incoraggiare le paure che molti coltivano perché desiderano essere vittime delle difficoltà della vita, ma soprattutto essere senza sosta infinitamente grati per essere vivi e per cosi poter godere delle meraviglie di questo universo.
Essere tolleranti e accettare gli altri anche se ci sembrano diversi da noi.
Non coltivare il risentimento o l’odio verso nessuno, comportarci rettamente verso gli altri riducendo al massimo l’egoismo e essere generosi per il piacere di dare.
Il giudizio degli altri non ci deve condizionare ma invece dobbiamo essere orgogliosi di essere quello che siamo, di essere noi stessi e non dobbiamo avere paura di coltivare la gioia.
Questi brevi consigli interesseranno solo pochi coraggiosi e dato che ognuno di loro sarà diverso dagli altri sarà per ognuno di loro una esperienza diversa e ognuno la potrà elaborare in modo diverso secondo la sua natura e personalità.
E’ molto importante non dimenticare mai che tutto quello che ognuno di noi riuscirà a raggiungere durante il viaggio dentro se stesso diventerà parte della memoria di questo universo e sarà a disposizione delle future generazioni e questa sarà la nostra parte immortale.
Roberto Anastagi
ranastagi@email.it
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