Presentazione
In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).
giovedì 30 giugno 2011
Avaaz e la censura su internet
Cari amici,
Fra pochi giorni l'Autorità per le comunicazioni potrebbe votare un provvedimento che metterebbe il bavaglio alla rete, arrivando perfino a chiudere siti internet stranieri in modo arbitrario e senza controllo giudiziario. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per difendere la nostra libertà d'informazione su internet!
Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.
L’Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l’incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell’opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.
Non c'è tempo da perdere. La prossima settimana l'Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all’informazione su internet. Agisci ora e inoltra l'appello a tutti!
http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?vl
Negli anni Berlusconi ha cercato più volte di controllare l’informazione su internet, ma finora i suoi tentativi sono sempre falliti. Ora, lontano dai riflettori, il governo ha la possibilità concreta di espandere i suoi tentacoli sulla rete, a meno che i cittadini non alzeranno la voce per fermarlo.
La nuova regolamentazione permetterebbe all'Autorità per le Comunicazioni di rimuovere contenuti sospetti di violazione del copyright da siti internet italiani senza alcun controllo giudiziario. Ancora peggio, la pubblicazione di una canzone o di un testo sospetto potrebbero perfino portare alla chiusura di interi siti internet stranieri, inclusi siti d’informazione, portali di software libero, piattaforme video come YouTube o d’interesse pubblico come WikiLeaks.
Se approvata, la nuova regolamentazione garantirebbe di fatto poteri legislativi e giudiziari a un organo amministrativo le cui funzioni dovrebbero essere esclusivamente consultive e di controllo, aprendo così la strada a un processo decisionale arbitrario e incontrollato. L'Autorità, nella speranza di passare inosservata, sta velocizzando al massimo la decisione, che è prevista per la prossima settimana.
Ma insieme possiamo costruire un enorme grido pubblico e convincere i membri chiave dell'Autorità che sono ancora indecisi a opporsi alla regolamentazione e rimandare così la questione all'unico organo che ha i poteri costituzionali per legiferare sulla materia: il Parlamento. Manda un messaggio ora e inoltra l'appello il più possibile:
http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?vl
I governi sono sempre più impauriti da internet, che è diventato uno strumento per aprire il dibattito pubblico e per la mobilitazione dei cittadini, e stanno cercando così di imporre regole più strette di censura. Ma i cittadini stanno rispondendo, come in Gran Bretagna, dove l'opposizione dell'opinione pubblica ha costretto il governo a ritirare la legislazione sul copyright che voleva mettere un bavaglio alla rete. In Italia lo scorso anno siamo riusciti a fermare la "legge bavaglio" liberticida. Vinciamo di nuovo!
Con determinazione,
Giulia, Luis, Ben, Ricken, Pascal, Benjamin e tutto il resto del team di Avaaz
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Anthony Ceresa - Governanti democratici al potere: “Come fottere gli italiani, ora e sempre…”
Molti Italiani dovrebbero farsi un bagno al vapore al profumo di Gelsomino, come suggerito dai Monaci del Tibet, per lavare l’anima, lo spirito e soprattutto la coscienza. Un richiamo diretto in special modo a tutti quelli che occupano le poltrone del bengodi, sostenuti da altri esseri abbondantemente rifocillati a danno della Comunità.
Se facciamo caso, il mondo della Politica Italiana è fatto di grandi battaglie ma anche di grandi leccate reciproche, a salvaguardia dei propri interessi politici fra concorrenti dello stesso livello, stessa scuola, stessa materia, separati soltanto da un colore diverso, Blu, Rosso, Verde o Neutro con varie sfumature, ma tutti uniti nel tradizionale programma che ha come obiettivo “Fottere gli Italiani”.
Lo faceva Pierino definito il Cesare l’Augustus e tanti altri dal tempo di Romolo e Remo sino ai nostri giorni con Prodi, per finire a Berlusconi e alla Lega Nord.
Che cosa è cambiato in tutti questi anni? Nulla di Nulla.
Da un popolo di Artisti e Letterati, di Inventori e Ricercatori pieni di speranze, eternamente soffocati dal potere di interessi di parte Politica, esattamente come si può notare
Nel gioco delle tre carte, dietro al sipario all’ombra della Plebe Nazionale, in barba a tutti quelli che si scaldano l’anima credendo di poter eleggere il Principe dei propri sogni, creato, anzi imposto dal martellamento mediatico di bugie, dove già pensano a lanciare il prossimo Chicchirichì alla guida del baraccone Nazionale.
La sorella, giornalista e scrittrice dell’eccelso Economista Mondiale Onorevole Tramonto, così come viene definito in famiglia e nei corridoi dei Partiti Politici. Super valutato per paura che arrivi improvvisamente un estraneo a tagliare i viveri al fitto cordone di mangiasoldi. Per questa ragione viene elevato al titolo di Mago Italicus, candidato alla Presidenza del Consiglio, per assicurarsi di poter continuare il più a lungo possibile per la medesima strada. Araffare.
A loro dire, Egli è il personaggio dell’anno che tutto il mondo ci invidia, come riportato e tradotto dal vociferare della stampa Africana. “Povero uomo”, non sa più dove mettere la testa per non tradire il pensiero Politico di Destra, di Sinistra e pure del Centro, per compiere il miracolo della moltiplicazione dell’Euro.
Egli continua a contare e ricontare con le dita perché non si fida più della calcolatrice, sperando che arrivi presto l’ora funesta che porti a termine questo Governo per andare a riposarsi in qualche Paradiso Fiscale con i soldi della pensione maturati in soli cinque anni, lontano dai controlli telefonici, che scovano tutte le magagne degli affaristi arrampicati sui piani alti, i quali per tradizione giocano continuamente con il destino della Nazione, senza badare a rigurgiti di coscienza, etichette professionali o crimini di massa, che giustificheranno come incidenti di persone immature.
Un paragone che accomuna questa gente a Genghis Khan, Mokabo o al Sommo Condottiero Gheddafi,
Qualcuno fra i beneficiari del macabro sistema senza anima né cuore, è risentito della grave condanna emessa dal Tribunale Mondiale dell’Aia conseguente al Mandato Internazionale di Cattura contro il Rais Tiranno, suo figlio ed altri cani del suo seguito, mentre in Italia il Club dei non violenti, continua a sventolare bandiere di Pace in difesa di tutte le ingiustizie e i crimini commessi da Gheddafi.
Da questo modo del pensare ed esprimersi fortemente egoistico, pare che per alcuni: il dolore e la sofferenza non si sentono quando colpisce il prossimo, gli altri, mantenendo ben oliato il porta monete dei sostenitori.
E’ una convinzione che ha già fatto il callo nei secoli, trasmessa di generazione in generazione in certi ambienti portati a valorizzare il proprio “io”, attraverso la divulgazione di ciarle esternate con serietà, dove la lingua spezza le montagne, sfascia le famiglie, convince gli stolti, induce Popoli e Nazioni alla rovina molto peggio dei cannoni, dei missili e delle torture usate da Gheddafi, contro il quale è scattato l’arresto Internazionale, ma il grande danno generato dalla lingua, dal comportamento e dalle azioni imposte dai nostri Politici e dei loro sostenitori, i quali creano maggiori danni all’intero Paese, non sono ancora arrivate al Tribunale dell’AIA, per un eventuale arresto e le dovute punizioni dei nostri despota Nazionali.
Dal fallimento referendario che ha cancellato le decisioni negative del Potere relativo al Nucleare e all’acqua da salvaguardare come un bene comune da difendere, il Governo cerca di riaversi con l’imposizione della TAV, un altro fallimento sostenuto da calcoli parziali, con scopi molto diversi dalla creazione del collegamento veloce del super treno.
Fallimenti su fallimenti ricamati come eventi strategici, i quali stanno inginocchiando ulteriormente l’Italia, di cui i cittadini persi fra la moltitudine di parole che generano confusione, stentano a riconoscere la voce del saggio.
Per mettere a posto il Paese distrutto dal gioco della politica, ci vuole l’intervento del Contadino con l’onesto senso dei pesi e misure, capace nel distinguere la frutta marcia dal resto del raccolto, calcolando i risultati con un metodo diverso dal Prodotto Interno Lordo, ma dal livello di felicità e soddisfazione delle famiglie, dei cittadini dell’intera Comunità.
Questo nostro povero mondo, che non vuole progredire socialmente a causa dello scampanellio del soldo, che fa impazzire una cerchia molto ristretta di dannati dall’aspetto umano, i quali scavano e sovrastano le montagne senza alcun senso logico, accrescendo la sofferenza umana. Persone profondamente cieche ed incapaci di leggere nelle semplici pagine del lessico primordiale sulla Sacralità della Vita, della Giustizia, dei beni comuni, del Rispetto dei Diritti Umani, per la conquista della Pace interiore e per una migliore qualità di vita per l’intera Comunità Nazionale e Mondiale.
Anthony Ceresa
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mercoledì 29 giugno 2011
Stress da vita in città, la causa è la mancanza di verde e di socialità umana
Stress da vita in città, la causa è la mancanza di verde e di socialità umana.
E’ opinione ormai diffusa nel tempo che la vita frenetica e movimentata di una grande città come New York o Tokyo, è certamente più stressante di quella condotta in una tranquilla cittadina di campagna tra le ridenti colline del paesaggio campestre italiano.
Gli studiosi in Germania dell’Istituto “Douglas Mental Health University Istitute,” insieme al” Central Istitute of Mental Health di Mannheim” hanno scoperto attraverso uno studio pubblicato su Nature, il perché a livello biologico, nascere, crescere in una grande città o metropoli ci porta ad essere esposti a maggiori rischi di ansia, collegati anche a disturbi comportamentali e dell’umore. Sale quali al 39% il pericolo di disturbi dell’umore per chi vive in città rispetto a chi cresce invece in campagna.
Si arriva a toccare poi quasi il 50% se si parla di disturbi del comportamento quali la schizofrenia. Lo studio è stato portato avanti dagli esperti, esaminando e prendendo a campione l’attività celebrale di alcuni volontari sani provenienti da aree urbane e rurali. Per mezzo della risonanza magnetica ed uno studio, portato avanti in maniera specifica, è emerso che la vita della città viene associata a reazioni maggiori rispetto a quella parte del cervello, amigdala, quella che gestisce le emozioni, una fra tutte anche la paura, che viene specificatamente sollecitata e coinvolta nella regolamentazione dell’umore.
Quindi contro lo stress della vita quotidiana, in vista anche delle vacanze estive, niente di meglio che rilassarsi in mezzo al verde in compagnia di buoni amici, buona tavola, e perché no anche di una buona lettura, di sicuro né guadagnerà il nostro fisico, ma anche il nostro umore, sarà certamente possibile riposare e perche no, per citare la canzone di Lucio Battisti, essere allegri e sorridere alla vita.
Rita De Angelis
Rete Bioregionale Italiana
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martedì 28 giugno 2011
Montecalvo Versiggia: neonati cercano aiuto....
Cari amici, siamo un'associazione neonata, "12 ratatouille a.p.s.", con sede a Montecalvo Versiggia, tra le colline dell'oltrepo pavese, abbiamo a disposizione circa 10.000 mq di terreno, anche se in molta parte impraticabile in quanto lasciato a bosco incolto. Qualche anno fa un'altra associazione aveva organizzato qui un campeggio estivo per bambini, perciò ci sono già alcune strutture che devono essere rimesse a punto.
C'è una cucina all'aperto, l'impianto elettrico e idrico fino al bosco, forno a legna per pizza, spazio tavoli coperto e piscina. Stiamo cercando di ricreare uno spazio sociale per bambini, ragazzi e adulti (abbiamo anche una sala prove da terminare), ma siamo troppo pochi e il lavoro è molto, quindi vi inviamo una richiesta di aiuto: offriamo vitto e alloggio a chi possa venire ad aiutarci entro il 31 luglio; abbiamo spazio per tende con servizi ed alcuni posti letto presso le nostre case. I lavori necessari sono: pulire il bosco, tagliare l'erba, aggiustare le strutture in legno, ecc.
Nelle nostre intenzioni future c'è anche la creazione di un eco-villaggio. In frazione Michelazza, dove siamo, vi sono alcune case in vendita e chi fosse interessato a lasciare la città...parliamone!
Rimaniamo in attesa di un "segno" da parte vostra, un abbraccio a tutti voi Clara, Davide, Laura, Massimo, Paola ecc.
Numero di telefono di riferimento: Clara 3396594942
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lunedì 27 giugno 2011
C.I.R. informa... ultime indicazioni di percorso solidale
"Sia data voce ai bimbi ed agli animali" (Saul Arpino)
Cari amiche e amici,
dall'ultimo incontro del C.I.R. in Abruzzo è emerso il desiderio di chiarire il percorso di cambiamento ed evoluzione che il C.I.R. ha attraversato negli ultimi anni. A questo proposito vogliamo condividere con chi già conosce o ha partecipato a qualche incontro, questi nuovi intenti che sentiamo ci accomunano. Una dei maggiori aspetti di differenza che distinguiamo questi incontri dai precedenti (e quindi anche i contenuti della rivista) sono sicuramente la voglia di prestare maggiore attenzione alla modalità di comunicazione, formazione -informazione (una comunicazione non alienata e violenta, basata sull'empatia, ascolto, collegamento con il proprio e altrui sentire).
-L'uso del bastone della parola e del metodo del consenso sulle decisioni (le decisioni vengono prese non facendo prevalere una maggioranza su una minoranza, ma cercando di valorizzare l'opinione di tutti partecipanti al cerchio fino a raggiungere soluzioni unanimi).
-L'essenzialità del supporto pratico-operativo nella realtà che ci ospiterà; ad esempio nel villaggio di Eva (Pescomaggiore, l'Aquila) dove si è svolto l'ultimo incontro del C.I.R., si è realizzato un grande orto sinergico, un impianto di fitodepurazione e un bagno a secco very chic, e mezza casa in balle di paglia.
-Il mutuo appoggio trova così applicazione pratica e reale, diventando il motivo ispiratore degli incontri e permette di renderli un'occasione di vera condivisione pratica e teoria, oltre che empatica di quello che diciamo e scriviamo, realizzandoci...
-Applicazione di altre forme di economia alternative (potenziamento dello scambio e del dono). Ci stiamo occupando attualmente di aggiornare l'indirizzario esistente.
A questo proposito entusiasti di contattarvi nella nuova evoluzione poetica di questa rete, vi invitiamo a comunicare attraverso la modalità che sentite più appropriate, la conferma della vostra adesione e/o aggiornamento sulla vostra arricchente partecipazione sia all'indirizzario che agli incontri chiarendo il luogo, l'indirizzo attuale dove potervi contattare e-mail-telefono, quello che offrite e chiedete (e-mail: cir.informa@gmail.com oppure telefonicamente contattando Alessandro 334947515, Luana 3474384451 oppure meglio tramite lettera indirizzata a Luana Brucculeri Via Chiarugi, 21 Firenze) entro la data del prossimo incontro del C.I.R. che si svolgerà a fine estate.
Saluti, con amore
La Redazione del C.I.R.
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Roma ed il X anniversario del Festad'Africa Festival
Carissimi amici, mi ero congedata per l'estate, ma mi ero dimenticata di passarvi un' informazione che molti di voi mi avevano chiesto e che avevo promesso vi avrei mandato.
Sì, ovviamente Festad'Africa Festival si fa e per dare maggiore rilievo al X Anniversario, il programma della decima edizione si svolgerà in quattro giornate dal 12 al 15 settembre 2011 nel centralissimo Teatro Palazzo Santa Chiara al Pantheon.
Vi segnalo il programma. Non è escluso che il Festival possa iniziare addirittura il 15 luglio con un grande evento al Teatro Tenda Strisce con una compagnia nubiana. L'unico problema sono i visti.
Speriamo che Daniela riesca a superare anche questo ostacolo (questa notizia è strettamente riservata fino a che i nodi burocratici non saranno sciolti, per cui vi prego di non diffonderli).
Altra notizia che mi piace condividere è che lo spettacolo "Orpheus", da lei scritto, diretto ed interpretato assieme ad un gruppo di musicisti e un ballerino,nato nell' ambito di Festad'Africa, dopo aver viaggiato da solo in Italia e all' estero (Egitto, Siria, Marocco, Senegal e... non ricordo gli altri paesi) torna in Italia dal 6 all'11 settembre al Teatro Palazzo Santa Chiara al Pantheon per poi andare ad Algeri a fine settembre. Mi aspetto di incontrarvi numerosi e vi sarei grata se voleste diffondere l' informazione fra i vostri amici. Questa volta vi saluto davvero perché ormai sono in partenza!!! Buone vacanze a tutti!!!!
Un affettuoso abbraccio,Silvia
www.festadafricafestival.com
domenica 26 giugno 2011
Lucia Castaldi e la trasmissione vibrante dell'acquarello esoterico
Ante Scriptum
Conobbi Lucia Castaldi, che allora mi si presentò con il nome d'arte Lucilla Casta, 5 o 6 anni fa a Calcata. Era una persona interessata alla magia del luogo e aveva sentito parlare di Calcata come un posto particolarmente pieno di energie.. Per questo mi chiese ospitalità al Circolo Vgetariano e si fermò da noi per una settimana. All'inizio restò a dormire nella stanzetta del Circolo stesso e poi si ritirò nella foresteria nel Tempio della Spiritualità della Natura. Essendo d'inverno e non essendoci nessun tipo di servizio in foresteria capirete che la capacità di sopportazione di Lucia è notevole... Mi sembra di ricordare che uno dei suoi temi favoriti verteva sul come affrontare l'emergenza veniente in prossimità della grande crisi che tutti apsettiamo in conclusione del Kali Yuga...
Dopo quella prima conoscenza ci siamo un po' persi di vista.. ma oggi Lucia mi ha mandato alcune informazioni sul suo percorso artistico e ve le giro
(Paolo D'Arpini)
Ecco alcune informazioni su di lei:
Lucia Castaldi. Nasce a S.Miniato (Pisa) nel luglio del 1955. Vive a Carrara da 9 anni e da 7 mesi a Castel Poggio in collina a 650 m, a metà strada verso il bellissimo sito di Campo Cecina che sovrasta tutta la Versilia in un panorama splendido, dalla Costa della Liguria a Livorno. Vive stati di meditazione nella “ LUCE “ dal 1990 nell'incontro con Esseri Straordinari, Maestri Viventi, che infondono carica speciale di TRASMISSIONE VIBRANTE nella Luce dell'India Ricettiva, più pura e meno conosciuta, in cui TUTTO è già in sé, basta solo avere tempo, serenità, spazio aperto, vuoto, per poterlo far emergere e poterne gustare l'intima “ARMONIA CREATRICE“ pervadente in se e attorno. Eventi incontrati in Italia e all'Estero, pur senza mai andare in India. Queste opere di pittura con colori luminosi in acquerello, che permettono sfumature, passaggi, incontri tra Luci nel colore, nascono nella scia di questa intensa attività Meditativa, in cui si placa la mente e si lascia spazio vuoto all'Essere, che sa trarre in momenti di meditazione silenziosa, seppure attiva col colore, attimi finali di un processo pittorico, che nasce sul momento come ISPIRAZIONE e pare senza una costruzione progettuale, eppure con una passione vibrante di colori e percezioni inusuali dell'Anima, che mostrano comunque una struttura e un equilibrio tra forme e colori, che si può dire fanno parte della vita stessa dell'artista e si può osare dire di chiunque voglia cimentarsi con questa attività, che nasce di certo dall'Anima di una Spiritualità, in quanto manifestazione di una ESSENZA LUCE, che si può riconoscere pervade tutte le cose, siano oggetti o soggetti, siano animate o inanimate, di cui non si trova di solito parole per raccontare, in quanto attimi, momenti inesplicabili, che solo si possono esprimere con queste LUCI pervadenti, che pongono l'Essere che si mette nel mezzo della Sala, come un CENTRO, che raccoglie queste
Raggianti atmosfere da essere pervaso da un'esperienza senz'altro speciale e non ordinaria. La Luce come GUIDA Interiore che accompagna il viandante alla ricerca di Dio, o la Luce dei Fotoni della manifestazione Fisica, sono comunque stati di un processo che attraversa livelli di Coscienza in cui è possibile sperimentare più visioni dell'esistenza, che sono intrinseche della natura stessa dell'autrice in questo caso, eppure ella osa dire di tanti, avendo avuto occasione in 25 anni di lavoro nella scuola con bambini 3 – 6 anni ed adolescenti 14 – 19, di portare occasioni di creatività da fruire assieme a loro e poterne verificare la grande portata di TALENTI da sviluppare in ciascuno, basta solo lo si voglia e si creino le condizioni per poter esprimere i propri “Squarci di Luce“, come FINESTRE della propria Anima che trova nella Pittura con Acquerelli, un Canale per potersi esprimere in maniera creativa ed originale, che fluisce guidati dal colore, con una corrente che può inebriare e muovere sottili percezioni e facoltà che infine possono mostrare una Vera Opera Artistica, come passaggio tra L'Essere e il Divenire, che è sempre comunque Stato di Presenza, che varca confini del finito verso una possibile Trascendenza anche Iniziatica, se ciò è parte dell'Anima dell'Essere in quel momento.
Il QUI e ORA della Filosofia orientale, come esperienza possibile del TUTTO in sincronicità mutante e simultaneità, sono attimi in cui si trascende gli Archetipi della Cultura occidentale, verso l'Infinito di un'avventura ...
Azione Nonviolenta: “Mongolfiere in cielo per impedire l’alzata dei caccia-bombardieri NATO”
Guida pratica all’azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri.
Qui è riproposto il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell’azione diretta nonviolenta che nel 1999 per alcune ore bloccò i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione è stata l’unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra dei Balcani con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l’esperienza condotta dimostra che la nonviolenza può fronteggiare efficacemente, e – se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate – può mettere in scacco la più forte macchina bellica del mondo.
E’ un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu’ che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all’azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate]
Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all’azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace
I. A un’iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.
II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita’, con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace”, vale a dire:
a) fare un’azione nonviolenta concreta:
- per impedire il decollo dei bombardieri;
- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;
- chiedere il rispetto della legalita’ costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;
b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo’ andare incontro (possibilita’ di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.
IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e’ irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);
- spiegare a tutti (amici, autorita’, interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l’azione diretta nonviolenta non e’ rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e’ fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita’);
- dire sempre e solo la verita’;
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe’ a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta’ e disciplina;
- assumersi la responsabilita’ delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all’eventuale violenza altrui.
Chi non accetta queste regole non puo’ partecipare all’azione diretta nonviolenta, poiche’ sarebbe di pericolo per se’, per gli altri e per la riuscita dell’iniziativa che e’ rigorosamente nonviolenta.
Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace”
- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace” puo’ essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall’art. 414 del Codice Penale.
La pena prevista e’ da uno a cinque anni di reclusione; l’arresto e’ facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo’ essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita’ e’ d’ufficio.
- Chi esegue o tenta di eseguire l’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace” puo’ essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall’art. 432 del Codice Penale.
Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e’ da uno a cinque anni di reclusione; l’arresto e’ facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo’ essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita’ e’ d’ufficio.
Peppe Sini
Nonviolenza in cammino del 26 giugno 2011
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sabato 25 giugno 2011
Segnalazioni.
Segnalo gli ultimi due post inseriti su Viverealtrimenti.blogspot.com.
Uno inerisce la necessita' di implementare la nostra presenza su internet. Il secondo e' una scarna presentazione dell'ultimo testo della Viverealtrimenti Editrice, il cui prossimo lavoro sarà, a stretto giro, il testo di Paolo D'Arpini e caterina Regazzi (tra i fondatori di questo blog) Vita senza tempo.
Un abbraccio a tutti.
Manuel Olivares
Primo post: Implementare la nostra presenza su internet;
Secondo post: Un nuovo libro per Viverealtrimenti
Uno inerisce la necessita' di implementare la nostra presenza su internet. Il secondo e' una scarna presentazione dell'ultimo testo della Viverealtrimenti Editrice, il cui prossimo lavoro sarà, a stretto giro, il testo di Paolo D'Arpini e caterina Regazzi (tra i fondatori di questo blog) Vita senza tempo.
Un abbraccio a tutti.
Manuel Olivares
Primo post: Implementare la nostra presenza su internet;
Secondo post: Un nuovo libro per Viverealtrimenti
Lino Balza: "Appello ai comitati per la salute pubblica"
Pensare globalmente e agire localmente: abbiamo sempre detto, però più che mai è tempo che la dimensione locale diventi quella italiana. Come indirizza l’esito dei referendum. Se invece continuiamo a ragionare per compartimenti stagni, ognuno curando il proprio “bene comune”, non faremo molta strada, né globalmente né localmente. Esempio attualissimo: “bene comune” è il territorio, è il territorio della Val di Susa minacciata dal TAV, è qui la resistenza di riferimento a tutte le resistenze italiane. Se perdiamo questo “bene comune” sulla trincea più forte, saremo perdenti ovunque.
Saremo perdenti se non difendiamo, conquistiamo tutti i “beni comuni”, uno per volta ma tutti. “Beni comuni” sono l’acqua, i servizi pubblici, l’aria, le energie, zero rifiuti, ma anche la salute, la sanità pubblica, i saperi, l’istruzione, ma anche il territorio, le fonti non rinnovabili, la vita del pianeta, gli ecosistemi, la biodiversità, ma anche il lavoro, la casa, il cibo, la sociodiversità, le relazioni sociali. Gli strumenti di conquista sono, dal basso, la partecipazione e la democrazia. Complessivamente, la difesa e la conquista , la riappropriazione e la messa in comune di questi “beni comuni” significano la conquista e la costruzione di un modello alternativo di politica e di sviluppo, alternativo all’espropriazione-privatizzazione capitalistica dei beni e dei luoghi comuni materiali e immateriali che si avvale della stessa provocata crisi economica e sociale per accrescere precarietà, povertà e profitti.
Se tale è il progetto che ereditiamo dai referendum, non dobbiamo perdere tempo in compartimenti stagni, a lavorare separatamente chi per l’acqua, chi per le fonti rinnovabili, chi per i rifiuti ecc. Organizziamo la partecipazione, la democrazia. Dopo lo straordinario avvenimento politico del referendum, i movimenti non devono fondersi ma conservare la propria specificità. Però, allo stesso tempo, hanno tre esigenze ineludibili: mantenere alta l’iniziativa, costruire un progetto politico ambizioso, essere presenti dove si lotta. Non sediamoci sugli allori ma restiamo al centro della scena, perché tutto è ancora da conquistare . Proprio perchè ha trionfato un nuovo modo di fare politica, ed è nato un nuovo laboratorio politico, la partecipazione e i beni comuni sono le nuove categorie per la nascita di nuove soggettività di politiche fuori e oltre il sistema dei partiti. Perciò dobbiamo impegnarci per un “manifesto dei beni comuni”. Gli “Stati generali del governo dei beni comuni” dovrebbero essere il primo e rapido atto costituente del popolo dei beni comuni.
Dove convocare gli Stati generali? In Valsusa. Perché? Perché è stato sui territori dove abbiamo costruito la vittoria dei referendum. La Val di Susa è “il territorio” per eccellenza. Da Chiomonte ci hanno lanciato un drammatico appello di aiuto. Dobbiamo uscire da Roma.
Il presidio No Tav della Maddalena rischia di essere spazzato via da una nuova prova di forza tipo Venaus. Le prossime sono settimane decisive. L’esigenza primaria in questo momento è dunque la partecipazione dei movimenti in questo territorio strategico. La FIOM si è già mossa. Se perdiamo qui, sarebbe veramente il fallimento definitivo del “Patto di mutuo soccorso”, se perdiamo qui, diamo un segnale di frammentazione nazionale dei movimenti.
Allora eleggiamo simbolicamente la Val di Susa quale sede nazionale degli Stati generali. Convochiamoli lì.
Il solo annuncio, della Maddalena in Chiomonte quale presidio nazionale della democrazia, del rispetto della volontà delle popolazioni locali e del voto referendario, per un modello di politica e di sviluppo alternativi, il solo annuncio di fare della “Libera Repubblica della Maddalena” la capitale morale d’Italia, oggi, avrebbe un impatto mediatico enorme, avrebbe un effetto dissuasorio formidabile sui falchi politici di destra e di sinistra più di tutte le barricate che si stanno erigendo.
Lino Balza
Medicina democratica- Movimento della lotta per la salute
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Val di Susa
venerdì 24 giugno 2011
Resoconto e significato del 17° incontro della Rete Bioregionale Italiana – Ospitaletto di Marano (Modena) 18 e 19 giugno 2011
Resoconto e significato del 17° incontro della Rete Bioregionale Italiana – Ospitaletto di Marano (Modena) 18 e 19 giugno 2011
L’incontro “della svolta” è stato questo della Rete Bioregionale Italiana, tenuto il 18 e 19 giugno 2011 a Ospitaletto di Marano. Il secondo dopo la scissione del gruppo originario. Lo scorso anno la Rete si era riunita a San Severino Marche per scoprire se c’erano ancora i presupposti per una continuazione di percorso, per salvaguardare l’aggregazione e riconsiderare i temi portati avanti. La partecipazione, tutto sommato era stata lusinghiera, almeno una trentina di persone si alternarono durante i due giorni di mezzo autunno (il 30 ed il 31 ottobre), a discutere di agricoltura bioregionale e contadina, insomma a ri-vedere i canoni del nostro riabitare la Terra. Durante quella sessione di recupero d’idenità si formò un coordinamentoo di referenti tematici e fu ripreso il lavoro in vari ambiti del bioregionalismo.
Quest’anno il target che ci eravamo posto era notevole, in primis riproporre una nuova edizione dei Quaderni di Vita Bioregionale e -soprattutto di rivedere i vecchi schemi consolidati sul tema alimentare, cioè parlare dell’alimentazione bioregionale senza preclusioni ideologiche ed inoltre analizzare le radici storiche del bioregionalismo, uno degli argomenti cari a Stefano Panzarasa. Solo che l’amico Stefano, pur avendoci inviato un intervento “cogente” (pubblicato nel blog della Rete) alla fine lui non è potuto intervenire per esigenze di lavoro.. E stranamente nei pochi giorni precedenti l’incontro ricevevamo anche da Benito Castorina, da Fulvio Di Dio, da Vittorio Marinelli e da Rita De Angelis, tutti residenti nel Lazio, l’annuncio che sarebbe stato per loro impossibile salire in Emilia in quei giorni del solstizio, per varie ragioni giustificatissime. Così ero un po’ duibbioso sui possibili esiti dell’incontro.. ma poi tutto si è risolto per il meglio e veramente ho vissuto in quei due giorni di massima crescita della luce anche la sensazione che il nostro progetto stava prendendo la giusta direzione. Certo, i modi erano imprevisti e inaspettati, ma tutto si è svolto come in una commedia dell’arte, con continue apparizioni e sparizioni, con continui colpi di scena e sorpresa finale…..
Pane biologico integrale, verdure selvatiche, nuove impostazioni nel rapporto uomo animali, convivenza pacifica e solidale, educazione reciproca fra adulti e bambini senza forzature di posizioni precostituite, semplicità nel rapporto uomo donna e intelligenza creativa…
Ma ora passiamo all’aspetto pratico della descrizione degli eventi vissuti….
Sabato 18 e domenica 19 giugno u.s. alcune persone di buona volontà, amanti della natura e del futuro del pianeta si sono incontrate a Ospitaletto di Marano (MO) per scambiarsi idee, proposte e condividere un paio di giornate all'insegna della semplicità, della vita all'aria aperta, della condivisione e del confronto.
La mattina del sabato è iniziata con una passeggiata nel bosco alla ricerca di erbe commestibili per l’insalata, alla vista di caprioli selvatici e mucche al pascolo montano. La temperatura era primaverile e piacevole.
Ritornati in casa tutti hanno contribuito alla gestione degli spazi e delle attrezzature messe gentilmente a disposizione con la loro consueta generosità da Marco e Valeria, preparando il cibo che è stato fraternamente condiviso: cibo quasi completamente vegano, anche se non erano state fatte richieste particolari a questo proposito. Il tepore dell’estate incipiente con tutto il suo splendore evidentemente aveva suggerito di rifornirci dei prodotti diretti della natura, ormai abbondanti.
Sono intervenuti, tra gli altri: Anna, con i suoi pani e pizze fatte in casa con il lievito madre, accompagnata dalla giovane figlia e fidanzato, una famiglia piemontese (Davide Pellegrini con la moglie Marta e la piccola Emma) che si è rivelata particolarmente efficace nella elaborazione del progetto di cui accennerò in seguito, una giovane e dinamica coppia di Imola (Alessandro e Irene) ed altri, da varie parti d'Italia.
Non sono mancati i bambini che ci hanno allietato con la loro innocenza ed i loro giochi e un cane (Tao), il cui nome rispecchiava fedelmente l'equilibrio della simpatica bestiola.
Alcuni sono venuti da lontano in camper ed hanno raggiunto con difficoltà il luogo predisposto per il parcheggio, alquanto complicato, ma alla fine ce l'hanno fatta: chi ci doveva essere c'era!
Nel corso della prima giornata si sono letti gli interventi di Stefano Panzarasa e di Teodoro Margarita, membri "ufficiali" della Rete Bioregionale che, per ragioni diverse non avevano potuto essere presenti. I commenti agli stessi interventi hanno dato origine alla discussione sulle scelte alimentari dell'uomo e per avere maggiori argomenti si è passati alla visione di un dvd sull'allevamento intensivo del suino, prodotto da un'associazione ecologista inglese, ricevuto dopo uno scambio di mail da Luigi Gaudio, rappresentante della stessa ("pigbusiness"). Si è parlato anche della produzione di alimenti di origine animale diversi dalla carne (latte, formaggi, uova, miele).
Nella seconda giornata Manuel Olivares della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) ha lanciato l'idea della creazione di un blog che fosse un contenitore di idee, proposte, pareri, esperienze di tutti gli ecologisti che vogliono confrontarsi ed apportare un contributo al "movimento" in movimento. Il nome proposto all'inizio era stato proprio questo ("In movimento"), ma purtroppo o per fortuna non era disponibile sulla rete, per cui la scelta è caduta su quello che era più significativo per la finalità di intenti del gruppo propositore: unire in una Rete delle Reti tutti gli individui e i gruppi ecologisti che hanno semplicemente voglia di dire la loro cercando le convergenze invece delle differenze, come troppo spesso si è fatto negli ultimi tempi in questo ambito. (http://retedellereti.blogspot.com/)
La proposta è stata subito accolta con entusiasmo e durante tutta la seconda giornata si è alacremente lavorato per la elaborazione e l'approntamento del blog, che, a sera, ha visto la luce, con una presentazione di Manuel e pensieri di buon auspicio da parte di alcuni presenti.
Il mezzo è lì, a disposizione di tutti noi, di tutti voi. Siamo tutti su questa Terra, tutti noi l'amiamo come la nostra Casa e la nostra Madre e vogliamo preservarla per i nostri figli e per chi comunque verrà dopo di noi. Questo credo che accomuni tante tante persone, anche quelle che magari ancora neanche lo sanno.
Speriamo di vedere condivise, in questo blog, esperienze, proposte e pareri i più disparati, senza preclusioni e ideologie.
Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/
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Salviamo la foresta amazzonica.. firmate la petizione Avaaz
La foresta amazzonica è in pericolo: una delle due camere del Congresso del Brasile ha deciso di cestinare le leggi che oggi proteggono la foresta. Se non agiremo immediatamente la gran parte del polmone verde del nostro pianeta potrebbe essere distrutta.
La decisione ha scatenato un' indignazione diffusa e manifestazioni in tutto il paese. E la tensione sta crescendo: nelle ultime settimane molti ambientalisti sono stati uccisi, probabilmente da criminali commissionati dai latifondisti che disboscano illegalmente le foreste. Il tempo stringe, e ora stanno cercando di mettere a tacere ogni opposizione proprio mentre la legge è in discussione al Senato. Ma la Presidente Dilma può mettere il proprio veto, se solo riusciremo a convincerla che deve respingere le pressioni politiche nel paese e mostrarsi invece una leader a livello mondiale.
Il 79% dei brasiliani è in favore del veto di Dilma contro la modifica delle leggi che proteggono le foreste, ma le loro voci si scontrano con quelle della lobby dei latifondisti. Ora sta a noi alzare la posta e fare della protezione dell'Amazzonia una battaglia globale. Uniamoci in un appello enorme per fermare gli omicidi e la deforestazione illegale, e soprattutto per salvare l'Amazzonia. Firma la petizione sotto - sarà consegnata a Dilma non appena riceveremo 500.000 firme.
Tutti noi amiamo il Brasile! Il sole, la musica, il ballo, il calcio, la natura: è un paese che affascina milioni di persone in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui il Brasile ospiterà la prossima Coppa del mondo, le Olimpiadi del 2016 e il vertice sulla terra del prossimo anno, un incontro che potrebbe fermare la morte lenta del nostro pianeta.
E tutta questa nostra passione per il paese non è ingiustificata: l'Amazzonia è fondamentale per la vita sulla terra, visto che ben il 20% del nostro ossigeno e il 60% dell'acqua dolce provengono dalle sue magnifiche foreste pluviali. E' per questo che è cruciale che tutti noi la proteggiamo.
Ma il Brasile è un paese che sta crescendo a ritmi da record, nel tentativo di far uscire dalla povertà decine di milioni di persone, e la pressione in favore della deforestazione e dell'estrazione di minerali è molto forte. Ed è questo il motivo per cui il paese sta per abbandonare la protezione dell'ambiente. Gli attivisti del posto sono stati uccisi, minacciati e fatti tacere, e ora sta ai membri di Avaaz di tutto il mondo mettersi dalla parte dei brasiliani e chiedere ai politici brasiliani di essere coraggiosi.
Molti di noi hanno visto nei propri paesi come sia la natura a pagare le conseguenze della crescita economica, e l'acqua e l'aria sono sempre più inquinate e le nostre foreste muoiono lentamente.
Per il Brasile però l'alternativa è possibile. Il predecessore di Dilma ha ridotto sensibilmente la deforestazione e ha costruito la reputazione internazionale del paese come leader nella difesa dell'ambiente, allo stesso tempo godendo di una fortissima crescita economica. Uniamoci tutti insieme e chiediamo a Dilma di seguire quella strada - firma la petizione per salvare l'Amazzonia:
http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon/?cl=1132493837&v=9448
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giovedì 23 giugno 2011
6th july 2011 - Seeking one’s soul mate and oneself.... bathing on river Panaro
To demonstrate that love cannot and must not be violence we will draw on the celebration of Saint Maria Goretti, that happens on the 6th of July, the latter was killed in order not to give in to a venal love.
In this historical moment in which violence towards women is coming to its peek of widespread ness, it is important to re- establish the value and the meaning of romantic love, based on the capacity to produce common goals between male and female, like simplicity and beauty, creativity and mutual understanding, solidarity and innocence. For this reason we have thought of a party that could unite these ideals but without giving up respect to oneself and one’s qualities. As a matter of fact there is a tendency to lower the level of one’s dignity just for social reasons and material fulfilment.A party to celebrate the encounter, between man and nature, between feminine and masculine.
A simple project to live the different values re-creating a social tissue in the territory. This initiative to countervail and to turn away the phantom of indifference and of prevarication is received by some men and women that recognize themselves as human beings. During the manifestation there will also be playful moments and the possibility of exchanging gifts. Therefore, we will be looking for the soul mate… Which is none other than the reflection of what we accept in ourselves. This ceremony will take place in Spilamberto (Modena), Meeting at 19,00 on the banks of the river Panaro for dinner on the shore, around a fire. Poems wil be read during the rendez vous. Info. 333.6023090
Paolo D'Arpini - circolo.vegetariano@libero.it
In this historical moment in which violence towards women is coming to its peek of widespread ness, it is important to re- establish the value and the meaning of romantic love, based on the capacity to produce common goals between male and female, like simplicity and beauty, creativity and mutual understanding, solidarity and innocence. For this reason we have thought of a party that could unite these ideals but without giving up respect to oneself and one’s qualities. As a matter of fact there is a tendency to lower the level of one’s dignity just for social reasons and material fulfilment.A party to celebrate the encounter, between man and nature, between feminine and masculine.
A simple project to live the different values re-creating a social tissue in the territory. This initiative to countervail and to turn away the phantom of indifference and of prevarication is received by some men and women that recognize themselves as human beings. During the manifestation there will also be playful moments and the possibility of exchanging gifts. Therefore, we will be looking for the soul mate… Which is none other than the reflection of what we accept in ourselves. This ceremony will take place in Spilamberto (Modena), Meeting at 19,00 on the banks of the river Panaro for dinner on the shore, around a fire. Poems wil be read during the rendez vous. Info. 333.6023090
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Michele Trimarchi: "Il rispetto dell'intelligenza naturale per il prosieguo della vita sul nostro pianeta"
Nell'immagine di Franco Farina: "Divento Luce"
Dal DNA il cervello. Dal cervello la coscienza.. Il rispetto dell'intelligenza naturale per il prosieguo della vita sul nostro pianeta.
Mi rivolgo fondamentalmente all’intelligenza umana prodotta dalla stessa genetica che ha dato e dà vita alla biodiversità sul nostro Pianeta: un unico linguaggio che comunica ininterrottamente, senza limiti di tempo e di spazio, un linguaggio energetico che non commette errori, dove ogni informazione, informando, trasforma e crea sempre e comunque evoluzione dei sistemi fisici e biologici.
Una spiegazione, in questo contesto, è necessaria per comprendere che tutte le informazioni sono di fatto energia, dove energia, materia e informazione sono sempre e comunque energia. L’atomo, la molecola, la cellula, le proteine, le vitamine, gli ormoni, i ferormoni scambiano continuamente energia comunicando tra loro in base all’utilizzazione di forze elettromagnetiche, per cui esiste un principio di equivalenza tra energia, materia e informazione che definiamo E=M=I; e questo è il postulato che ha dato vita alla Neuropsicofisiologia, che adotta il principio fisico di causa – effetto.
Per converso, vediamo che l’evoluzione culturale dell’umanità ha prodotto un linguaggio astratto convenzionale, simbolico, matematico, con il quale tenta di identificare e classificare la Logica della Natura, l’ambiente e le nostre stesse esperienze e questa è la logica razionale con cui sviluppiamo i vari modelli culturali, scientifici, politici, economici, religiosi.
Ma in che rapporto sta questa razionalità con quella che viene definita Intelligenza Genetica (obiettiva ed oggettiva) che è la Logica con cui la Natura ha prodotto sia la biodiversità che le memorie genetiche (Filogenesi ed Ontogenesi)?
Dai nostri Studi Neuropsicofisiologici sulle Funzioni Superiori del Cervello Umano abbiamo potuto accertare, sulla base degli stessi studi di Roger Sperry, che ha avuto il Nobel per la medicina nel 1981, che esistono due forme di intelligenza all’interno del cervello umano, in perenne conflitto tra di loro, l’intelligenza dell’emisfero destro, regolato da una percezione fisica obiettiva ed oggettiva della realtà, e quella dell’emisfero sinistro che accumula nozioni, regole e modelli, simboli, codici linguistici astratti con i quali razionalizza le esperienze producendo una pseudo-evoluzione delle conoscenze, spesso in conflitto e in contrasto con l’obiettività e l’oggettività dell’Intelligenza Naturale Genetica prodotta dall’emisfero destro.
A questo punto, possiamo definire la razionalità sviluppata dall’emisfero sinistro un’intelligenza artificiale e astratta che minaccia costantemente, con le sue azioni e informazioni, i perfetti equilibri della Logica della Natura e dell’intero ecosistema.
Le manipolazioni chimico-fisiche e genetiche, prodotte dall’intelligenza artificiale, determinano continue tempeste e confusione negli scambi informazionali evolutivi della Natura, creando un continuo stress energetico nel tentativo, da parte della Natura stessa, di recuperare i propri equilibri energetici regolati dalla Filogenesi a dall’Ontogenesi che, da migliaia di anni, operano costantemente per realizzare evolutivamente i loro specifici Progetti Genetici.
A dimostrazione di ciò, possiamo porre la stessa domanda sia all’intelligenza genetica dell’emisfero destro che all’intelligenza artificiale prodotta dall’emisfero sinistro: “Perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico? Non è un paradosso?”
Qual è la risposta? Che abbiamo alterato talmente tanto la Natura avvelenandola, inquinandola, costringendola a fornirci i suoi prodotti adulterati che sono causa di gravi patologie organiche e di infinite forme di allergie e intolleranze alimentari, rendendoci la qualità della vita un vero e proprio schifo; e che, allo stesso tempo, si continuano a pubblicizzare vari cibi “raffinati” e bevande che sono dei veri “specchietti per le allodole”, su cui le persone, attratte da tali esche, si lanciano, ed anche se poi subiscono cefalee e malattie varie, tutto è risolvibile, apparentemente, con tante belle pillole create ad hoc per eliminare gli effetti collaterali di ciò che si nasconde dietro tanta “pseudo-bontà” e “bellezza”. E, nel frattempo, aumentano i malati di cancro, le malattie cardiovascolari, degenerative, auto-immuni e chi più ne ha più ne metta.
Vari studiosi, e soprattutto l’Ecologia Clinica, hanno classificato le reazioni avverse agli alimenti in allergie alimentari, pseudo-allergie, ipersensibilità, reazioni tossiche, intolleranze alimentari, le quali hanno creato serie difficoltà al sistema immunitario nell’identificare il self dal non-self; e per semplificare citiamo alcuni sintomi associati alle intolleranze alimentari: cefalee ricorrenti, scarsa concentrazione, equilibrio alterato, depressione, iperattività, umore variabile, astenia ricorrente, torpore mentale.E ciò riguarda solo il sistema nervoso centrale.
A livello genito-urinario abbiamo irritazioni vaginali, cistiti ricorrenti, enuresi; a livello respiratorio, congestioni nasali, riniti, sinusiti, catarro, asma,
bronchiti ricorrenti, otiti; per quanto riguarda la pelle, eczemi, eruzioni, orticarie, pallore facciale, psoriasi, acne; a livello dei muscoli scheletrici, abbiamo dolenzie articolari ricorrenti, artriti giovanili, crampi muscolari e mialgie; a livello gastrointestinale, nausea, aerofagia, meteorismo, diarrea, gastralgia, sindrome del colon irritabile e morbo di Chron; a livello generale, linfo-adenopatia tonsillare, obesità, anoressia, fatica cronica, attacchi di panico.
Tutti questi sintomi sono stati verificati dall’Ecologia Clinica in presenza di sostanze alimentari la cui eliminazione corrispondeva alla guarigione, in base al famoso principio di causa – effetto.
Se per un attimo ci soffermiamo a pensare a quanti tipi di veleni o di farmaci (considerando gli effetti collaterali di ogni singola sostanza chimica cosiddetta farmacologia) sono stati prodotti per tali sintomi, possiamo scoprire quale tragedia l’umanità, ignara, sta in questo momento vivendo: una reazione a catena di sintomi e fenomeni che porta verso l’autodistruzione.
Proviamo a dare una risposta alla domanda perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico.
Il prodotto cosi detto non biologico, carico di veleni, di sostanze tossiche, eccetera, apparentemente è simile al biologico, ma all’interno dell’organismo porta il suo carico adulterato ed ecco perché gradualmente si acquisisce intolleranza al pomodoro, al grano, al lievito, al latte, alle uova, allo zucchero, addebitando la responsabilità alla Natura mentre, per certo, sappiamo che la responsabilità è solo e soltanto dell’uomo che usa pesticidi, insetticidi, erbicidi, fertilizzanti artificiali, eccetera.
L’intelligenza genetica dell’uomo non avrà difficoltà ad acquisire chiarezza di quanto affermato, mentre quella artificiale è pronta ad inventarsi diecimila giustificativi per negare la responsabilità dell’uomo stesso o della “scienza” che usa, con l’unico scopo di incrementare il profitto, l’esaltazione individuale e fantasie pseudo-scientifiche che, sul piano logico-formale, sono delle belle favole per chi ha fatto dell’intelligenza artificiale il proprio stile di vita.
Basta con le “belle favole tecnico-scientifiche”, con una “scienza” che utilizza la validazione statistica sulla quale è possibile addomesticare i risultati a proprio uso e consumo. Riappropriamoci di una scienza che ubbidisce al principio di causa – effetto, dove le statistiche non possono nulla, poiché i fatti dimostrano molto più di qualsiasi bel discorso.
Ecco perché si parla tanto, oggi, del ritorno al biologico, ovvero del ritorno al Dinamismo della Natura, della Sua Intelligenza e della biodiversità prodotta da Tale Intelligenza, dove non esiste pianta o insetto o microbo che non svolga il proprio lavoro per armonizzare e far evolvere l’intero sistema ecologico.
E‘ possibile recuperare la biodiversità con la sua Filogenesi?
E’ reversibile il processo o è troppo tardi?
Quanti insetti o piante vengono uccisi da erbicidi, insetticidi, disseccanti, si sta correndo ai ripari cercando di proteggere le api, ormai distrutte da tali veleni, poiché senza di loro l’impollinazione diventa assai difficile, per non parlare di tanti e tanti altri organismi biologici che collaborano per il successo di ogni elemento che costituisce la biodiversità.
Fermiamoci, finché siamo in tempo, e dedichiamo tutti i nostri sforzi, tutta la nostra scienza e tecnologia, nonché le risorse economiche per il recupero della biodiversità che prevede solo ed esclusivamente prodotti biologici, ovvero prodotti secondo le Leggi di Natura, che non sono leggi astratte ma che riconoscono il sacrosanto diritto alla vita, al benessere, all’armonia di ogni singolo organismo del mondo vegetale, animale e umano.
E, in questo contesto, acquista un grande valore l’affermazione del Convegno “Cibus in primis” poiché, come abbiamo potuto constatare, la qualità dei cibi favorisce la salute, il benessere e la qualità della vita.
Decondizionare i cervelli, facendo sì che la Logica Genetica e l’Intelligenza dell’emisfero destro possano integrare e trasformare obiettivamente ed oggettivamente la logica dell’emisfero sinistro, è la Via Maestra percorribile per rendere giustizia ai grandi sforzi compiuti dalla Natura e consentire una speranza etica di vita alle nuove generazioni, visto che è la Logica della Natura che produce saggezza e, allo stesso tempo, è solo la saggezza che rispetta le Leggi di Natura.
Il diritto alla vita è un diritto inalienabile, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. E’ compito degli Stati tutelarlo e garantirlo in ogni sua forma e sostanza.
Forma e sostanza si integrano in quel Valore che è la Dignità della Memoria Genetica di ogni organismo esistente sul nostro Pianeta.
Il riconoscimento e il rispetto di Tale Valore è un imperativo per qualsiasi forma di intelligenza; negarlo non è più possibile senza incorrere in tutte le sanzioni previste dal Diritto Naturale.
Michele Trimarchi
Scienziato. Fondatore della Neuropsicofisiologia. Psicologo e formatore. Presidente ISN.
Candidato Premio Nobel per la Pace 1986 e
Premio UNESCO per l’Educazione ai Diritti Umani 2000
(Relazione presentata al Convegno CIBUS IN PRIMIS - Todi, 9 giugno 2011, h. 8.45 – 18.00 Istituto Tecnico Agrario “A. Ciuffelli”)
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mercoledì 22 giugno 2011
Pensieri e citazioni vegetariane di uomini celebri
Fino a quando ci sarà una vittima ci sarà un carnefice. Non c’è possibilità di liberare gli animali dai loro oppressori se prima non liberiamo gli oppressori (fl)
BISOGNA CHIUDERE I MATTATOI A COSTO DI UN TERREMOTO ECONOMICO PLANETARIO. (Voltaire)
Ma non avete ancora capito che tutte le sventure umane nascono dal cuore dell’uomo reso duro e insensibile all’altrui sofferenza dall’abitudine a sfruttare e sterminare i più deboli, gli animali? Rassegniamoci alle guerre, alla violenza, alle malattie, al dolore: queste accompagneranno il genere umano fino a quando nel saranno abbattuti i mattatoi (fl)
SE GLI ANIMALI TRATTASSERO GLI UMANI COME NOI TRATTIAMO LORO DIREMMO CHE SONO CREATURE MERITEVOLI DI ESSERE STERMINATE (fl)
EVITATE O MORTALI DI CONTAMINARE I VOSTRI CORPI CON CIBI NEFANDI: VI SONO CERALI, VI SONO FRUTTI, VI SONO ERBE SAPORITE, NE’ VI MANCA LA BEVANDA DEL LATTE, NE’ DEL MIELE. SOLO LE BESTIE FEROCI CHE NON HANNO NATURA MITE PLACANO IL DIGIUNO CON LA CARNE (E TUTTAVIA NON TUTTE): LE TIGRI DI ARMENIA E I RABBIOSI LEONI, ORSI E LUPI SONO AVIDI DI SANGUINOSO PASTO. AHIME’ QUALE EMPIETA’ RACCHIUDERE VISCERE NELLE VISCERE…MANTENERE IN VITA UN ESSERE ANIMATO CON LA MORTE DI UN ALTRO ESSERE ANIMATO! (PLATONE, DALLE “METAMORFOSI” DI OVIDIO)
La folla tace mentre delega estranei a commettere atti disumani in sua vece credendo di essere immune dalla colpa.La cosa più disumana, ingiusta e crudele è procurare a se stessi un piacere che a qualcun altro è costato dolore, agonia e morte (fl)
Il cibo fa l’uomo dissoluto o responsabile, mediocre o illuminato (Claudio Galeno, 129-201 d.C.)
Non sono bastati gli scannatoi della storia, gli orrori dei campi di sterminio, le carni bruciate sul rogo degli inquisitori, le membra mutilate sui campi di battaglia:
per placare la sua sete di sangue e di dolore l’uomo aveva bisogno di inventare i mattatoi (fl)
Prima che un empia genie si cibasse di giovenchi ammazzati, l’aureo Saturno reggeva questa vita sul mondo. Né si era udita la tromba di guerra, né il risuonare delle spade (Virgilio)
Associazione Vegetariana Animalista
Associazione di Volontariato Onlus affiliata all’EVU via Cesena 14 Roma 00182 tel. 06 7022863 – 3339633050
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martedì 21 giugno 2011
Caccia aperta ai pericoli dell'eternit fantasma...
Casale Monferrato, Piemonte, 37.000 abitanti
- a Casale Monferrato lo stabilimento Eternit ha prodotto dal 1907 al 1986 migliaia di tonnellate di manufatti in amianto
- l'amianto è un minerale nocivo per la salute, oggi il suo uso è vietato in Italia e molti paesi
- la sua lavorazione e diffusione nel territorio sono correlate ad asbestosi, tumori ai polmoni, tumori alla pleura: mesotelioma
- Casale Monferrato, 37.000 abitanti, 1.700 morti per mesotelioma
- e nel resto d'Italia?
- l'amianto è ovunque, tetti di case, fabbriche, scuole, ospedali e discariche abusive
- ogni anno in Italia l'amianto uccide 1.200 persone
- l'amianto è un serial-killer subdolo, può nascondersi ovunque, se lo respiri può ucciderti anche dopo 20-40 anni
- l'amianto è un fantasma che uccide
- trovalo prima che lui trovi te
- a Casale Monferrato il 100% degli immobili pubblici e il 50% dei privati sono stati bonificati
- Casale Monferrato è la città più deamiantizzata del mondo
- secondo le stime del CNR per ogni italiano ci sono 500 kili di onduline d'amianto da bonificare, per un totale di 32 milioni di tonnellate
- cerca anche tu il fantasma nascosto, segnala la presenza di amianto al tuo comune
- vogliamo che l'amianto scompaia dalla nostra vita
- art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività
http://www.youtube.com/watch?v=ESYB2zkHtMU&feature=email
info@accademiadelmonferrato.it
- a Casale Monferrato lo stabilimento Eternit ha prodotto dal 1907 al 1986 migliaia di tonnellate di manufatti in amianto
- l'amianto è un minerale nocivo per la salute, oggi il suo uso è vietato in Italia e molti paesi
- la sua lavorazione e diffusione nel territorio sono correlate ad asbestosi, tumori ai polmoni, tumori alla pleura: mesotelioma
- Casale Monferrato, 37.000 abitanti, 1.700 morti per mesotelioma
- e nel resto d'Italia?
- l'amianto è ovunque, tetti di case, fabbriche, scuole, ospedali e discariche abusive
- ogni anno in Italia l'amianto uccide 1.200 persone
- l'amianto è un serial-killer subdolo, può nascondersi ovunque, se lo respiri può ucciderti anche dopo 20-40 anni
- l'amianto è un fantasma che uccide
- trovalo prima che lui trovi te
- a Casale Monferrato il 100% degli immobili pubblici e il 50% dei privati sono stati bonificati
- Casale Monferrato è la città più deamiantizzata del mondo
- secondo le stime del CNR per ogni italiano ci sono 500 kili di onduline d'amianto da bonificare, per un totale di 32 milioni di tonnellate
- cerca anche tu il fantasma nascosto, segnala la presenza di amianto al tuo comune
- vogliamo che l'amianto scompaia dalla nostra vita
- art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività
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lunedì 20 giugno 2011
Nomina Delegato/Consulente al Comitato Sorveglianza PSR Umbria - Perugia 21 giugno 2011 - Città di Castello 22 Giugno 2011
Per la riunione del 21-22 giugno 2011 è necessario proporre immediate modifiche al PSR Umbria, in particolare sulle misure agroambientali (Mis. 214) e di benessere animale (Mis. 215), oltre che sulle Misure di innovazione (Mis. 124), laddove, ad oggi, non è per nulla inserita l'agricoltura biologica, nonostante la priorità obbligatoria sui PSR (nessuno dei progetti sulla Mis. 214 risulta attivato riguardo
l'agricoltura biologica e i bandi ad oggi sono sospesi).
Inolte nell'Assistenza tecnica manca quella specifica in agricoltura biologica, di cui le Aziende Agricole hanno bisogno per poter riconvertire le produzioni al biologico, essendo ancora oggi assistite prevalentemente dai tecnici delle ditte che commercializzano Pesticidi Chimici ed in sostanza manca l'informazione corretta agli agricoltori, che non sanno, ad esempio , che si può facilemtne ottenere Uva d'agricoltura Biologica, con tecniche più efficienti di quelle chimiche, ancora purtroppo diffuse per il 90%.
- Dopo l'approvazione degli aumenti ai pagamenti agroambientali per il Biologico, nell'ultimo bando pubblicato per il 2011, riguardanti le colture seminative e foraggere, è urgente l'inserimento di adeguati pagamenti anche per il settore Orto-Frutticolo e Tabacchicolo biologico, quest'ultimo stranamente pagato meno rispetto alla presunta riduzione di agrofarmaci nella Tabacchicoltura integrata (Mis. 214, a).
- E' necessario inoltre la sospensione immediata delle attuali misure di Agricoltura Integrata in quanto non conformi alle norme comunitarie agroambientali e NAzionali ed alle linee guida UE e Nazionali sulla Produzione Integrata, che prevedono l'impiego prioritario delle tecniche sostitutive dei prodotti chimici di sintesi e non un semplice elenco di Pesticidi ammessi, non controllabili, ne verificabili, secondo quanto definito dalla Nota della Corte dei Conti UE n. 3/ 2005 sulla spesa agroambientale europea. La quale richiede esplicitamente che dal 2007 non vengano finanziate misure di Presunte riduzioni di inputs chimici, in quanto non controllabile, ne verificabili..
In particolare per quanto riguarda il Tabacco, la coltivazione cosiddetta Integrata percepisce un pagamento maggiore alla Tabcchicoltura biologica, cosa semplicemente assurda.
Tanto più che, nelle giustificative dei pagamenti corrispondenti, si presume che normalemnte vengano fatti 4 trattamenti diserbanti sul Tabacco e che riducendoli a 2 si possano ottenere circa 1000 € /ha di pagamenti agroambientali. Quando normalmente i tabacchicoltori effettuano solo 1 diserbo, come si evince da un semplice controllo sulle fatture d'acquisto degli anni precedenti, ndr
Tale sospensione potrebbe lasciar possibile, come previsto nel bando 2011, il passaggio all'Agricoltura Biologica, senza perdita delle annualità precedenti, in modo da non penalizzare gli agricoltori, ultimi responsabili della politica agroambientale non conforme e prime vittime dei danni alla propria salute derivati dall'uso dei mezzi chimici di sintesi..
Gli agricoltori Biologici hanno attivato un ricorso al TAR, con appello al CDS e ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. E intendono fare Ricorsi contro l'Agricoltura Integrata falsa, presso la Corte dei Conti Regionale e Nazionale (a seguito iniziativa degli agricoltori biologici riunitisi a Milano al Convegno FEDERBIO con I'Stituto Mannhaimer)
Con i legali Nazionali di riferimento abbiamo predisposto un documento che vi invierò al più/ presto riguardante l'ormai improrogabile ricorso alla Corte dei Conti Nazionale e Regionale per l'immediata sospensiva dei pagamenti alla Falsa Agricoltura integrata, non controllabile ne verificabile in quanto oggi rappresentata da un semplice elenco di Pesticidi chimici ammessi, molto superiore al normale uso in agricoltura convenzionale.
Ricorsi da attivare in tutte le Regioni che stanno distraendo risorse comunitarie agroambientali in contrasto con gli obiettivi di "sostituzione" dei pesticidi chimici di sintesi.
Per quanto concerne le misure di Benessere Animale (Mis. 215), è necessario adeguare i pagamenti per la riconversione della zootecnia intensiva verso il Biologico, utilizzando in pieno i 500 € per UBA (unità bovina adulta) previsti dalle norme comunitarie in materia.
Cari saluti a tutti
Prof. Giuseppe Altieri
Docente Agroecologia.
tel 075-8947433
347 4259872
Un saluto e ringraziamento a tutti.
Ringrazio tutti i partecipanti all'incontro, tenutosi il 18 e 19 u.s., in
provincia di Modena e agli ospitali proprietari di casa, per la piace-
vole e arrichente esperienza , vissuta insieme. Con l'augurio che
possa essere il proseguo , di altri inconri bio-regionali , aperti a chi
per vocazione o curiosità voglia aderirvi, invio un saluto .
Alessandro.
provincia di Modena e agli ospitali proprietari di casa, per la piace-
vole e arrichente esperienza , vissuta insieme. Con l'augurio che
possa essere il proseguo , di altri inconri bio-regionali , aperti a chi
per vocazione o curiosità voglia aderirvi, invio un saluto .
Alessandro.
Comunità intenzionali, ecovillaggi e co-housing: uscire dalla nicchia.
Di seguito, la relazione che ho presentato al Festival della Città Olistica che ha avuto luogo a Villa Sorra (Castelfranco Emilia) dal 27 al 29 Maggio.
Un breve inquadramento storico.
Prima di entrare nello specifico del movimento italiano delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi, è bene considerare brevemente alcune trasformazioni cruciali cui sta andando incontro il mondo.
Valorizzando un bell’articolo di Federico Rampini, presente su La Repubblica del 13 settembre 2010, segnalo due elementi fondanti del prossimo futuro, importanti per le riflessioni successive di questa relazione:
1) lo spostamento del baricentro di ricchezza e potere da Occidente verso Oriente (senza dimenticare, evidenzia Rampini, che sta emergendo «di prepotenza anche il “sud” con l’America latina ed una sorprendente Africa»);
2) il prossimo trionfo delle megametropoli.
A corollario di quanto appena segnalato « la lotta per le risorse naturali si spingerà verso frontiere sempre più distanti: La conquista del Nuovo Nord (per le riserve d’acqua contenute nei ghiacci dell’Artide e i giacimenti di gas-petrolio sotto la calotta polare) o la sfida per la colonizzazione dello spazio».
Consideriamo ora alcuni dati salienti dell’articolo di Rampini:
- «Il 2010 è stato l’anno del sorpasso storico città-campagna, è la prima volta dalle origini della civiltà umana che gli abitanti delle zone urbane hanno superato i contadini e gli altri residenti rurali».
- Si prevede che entro il 2050 l’area urbana di New York abbia superato i 20 milioni di abitanti, Londra e Parigi i 10 milioni, Tokyo dovrebbe raggiungere i 36 milioni ma «Il boom delle megametropoli è trainato soprattutto dai paesi emergenti».
- «La Cina di The World in 2050 — uno studio dello scienziato Laurence C. Smith, geografo della University of California di Los Angeles — avrà un PIL di 44500 miliardi di dollari, nettamente superiore a quello degli Stati Uniti (35000 miliardi). Subito dietro l’ America sarà incalzata dal prossimo inseguitore, l’India con 27800 miliardi di dollari di PIL. In quinta posizione il Brasile pronto al sorpasso sul Giappone mentre nessun paese europeo si piazzerà nel quintetto dei leaders». Demografia ed economia andranno a braccetto, ragion per cui India e Cina avranno al loro attivo, entro 40 anni, molte megametropoli: Mumbai con 26 milioni di abitanti, Delhi con 22,5 milioni, Calcutta con 20, e Chennai (ex Madras) con oltre 10; Pechino già sfiora, di fatto, i venti milioni di abitanti per non parlare di Chongqing, sul fiume Yangzé che già ne conta, considerata alla luce dei parametri più ampi, circa 30 milioni. «Ma i geografi di Los Angeles catturano perfettamente il nuovo trend che porta all’esplosione urbana in Africa — con Kinshasa, Lagos e il Cairo tutte ai vertici mondiali — e in America latina dove San Paolo e Città del Messico sono proiettate oltre la soglia dei 20 milioni».
- In tutto, su 9,2 miliardi di abitanti della terra nel 2050, ben 6,4 miliardi vivranno nelle città. Il balzo più prodigioso lo farà proprio l’Africa: con 1,2 miliardi di residenti nelle sue metropoli, il continente nero concentrerà quasi un quinto di tutta la popolazione urbana del pianeta».
Il quadro brevemente presentato oltre a non essere dei più confortanti, non mi sembra confortante per l’Occidente ed in particolare per l’Europa il cui potere politico-economico e, di conseguenza, la sua cultura dei diritti sociali verranno, come si può desumere dai dati appena considerati, profondamente ridimensionati.
Non bisogna del resto dimenticare che, anche in virtù dei costi del lavoro ridicoli in Asia e nelle storiche “zone industriali di esportazione” e le conseguenti massicce delocalizzazioni, l’Occidente sta vivendo una vera e propria crisi strutturale.
In altre parole, la tanto temuta crisi economica — soprattutto occidentale —di questi tempi non credo possa avere una sostanziale reversibilità, rappresentando piuttosto il segno di una radicale trasformazione degli assetti geopolitici ed economici mondiali.
C’è chi si sta adattando in fretta, ad esempio la Germania, attraverso le recenti aperture economiche al mercato cinese ma non credo sia difficile constatare quanto vivere in Occidente stia diventando, generalmente, sempre più arduo, con costi della vita sempre più insostenibili e la disoccupazione e la precarietà occupazionale in allarmante crescita.
Considerando ora lo sviluppo smisurato delle metropoli, soprattutto in Asia e nel sud del mondo, il movimento delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi si muove naturalmente in controtendenza ma non si può certo dire che, alla luce dei grandi numeri, stia vivendo una fase storica favorevole per quanto, come vedremo tra breve, è proprio questa fase ferocemente critica a spingere molte persone a scegliere di “vivere insieme”.
Le comunità intenzionali e gli ecovillaggi come possibile soluzione alla crisi della modernità
La crisi strutturale dei nostri paesi, le difficoltà a fare fronte a costi della vita sempre più alti anche in virtù della crescente disoccupazione, può senz’altro favorire scelte di vita comunitaria. Vivere insieme costa, difatti, meno ed insieme si possono affrontare più agevolmente le sfide temibili ― di natura esistenziale oltre che politico-economica ― di questo periodo storico. A questo si aggiunge, in Occidente, il consolidamento dei cosiddetti valori post-materialisti, figli della prosperità post-bellica: più attenzione all’ambiente ed alla qualità della vita, parità tra i sessi, solidarietà, maggiore attenzione alla crescita interiore e meno ad un’ipertrofica crescita economica.
Scegliere di vivere in un co-housing o in un ecovillaggio può rivelarsi dunque, oggi più di ieri, saggio e ne è prova un cospicuo aumento delle esperienze di vita comunitaria in Italia e nel mondo.
Per citare, ad esempio, un’intervista che ho fatto ad Alfredo Camozzi, attuale presidente della RIVE, gli incontri estivi della rete, negli ultimi 3 anni, hanno avuto una frequentazione al di là dell’immaginabile ed un uguale interesse si sta registrano a livello internazionale.
In breve, credo si possa tranquillamente affermare che il movimento delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi stia crescendo di scala pur non essendo naturalmente in grado di promuovere una conversione di massa degli stili di vita, rimanendo, piuttosto, un fenomeno ancora di nicchia.
Individuo, comunità e network comunitari
Chi si occupa di comunità intenzionali ed ecovillaggi sa perfettamente che uno degli aspetti fondamentali del fenomeno è la dialettica tra individuo e comunità e le conseguenti scelte, da effettuarsi in ambito comunitario, in merito allo spazio da lasciare alle esigenze individuali ed a quelle collettive. Di qui, la scelta di avere o meno un’economia condivisa (e, nel caso, a quale livello di condivisione), che genere di spazi individuali e spazi comuni predisporre, quale livello di coinvolgimento ci debba essere sul fronte decisionale, eccetera.
Esiste poi un terzo fattore che è particolarmente attuale oggi. Quello dei network comunitari. In considerazione della fase storica cui si è fatto cenno, io credo che le comunità intenzionali, gli ecovillaggi ed altre formule del vivere insieme (il co-housing e le reti bioregionali) debbano rafforzare il loro lavoro in rete. In altre parole, debbano rendere sempre più efficace il loro potenziale di risposta alla crisi della modernità, proponendosi come un’alternativa non marginale ma praticabile da un numero crescente di persone.
Credo dunque debbano essere, innanzitutto, maggiormente incisivi a livello comunicativo (su questo punto torneremo nel prossimo paragrafo). Troppe persone, ancora oggi, non sanno dell’esistenza dell’eterogenea costellazione del vivere insieme o ancora la identificano, sommariamente, con i cosiddetti “nipoti dei fiori”. Credo inoltre che la costellazione comunitaria debba essere una realtà più dinamica da un punto di vista economico, muovendosi lungo le coordinate di un’altra economia, attenta alla salvaguardia ambientale ed alla crescita in saggezza senza tuttavia dimenticare gli ineludibili aspetti contabili.
La rete delle reti
Considerando ora, specificamente, la situazione italiana, credo che la implementazione di un raccordo tra la RIVE, il mondo del Co-housing e la Rete Bioregionale sia del tutto auspicabile.
Concordo dunque pienamente con il progetto della Rete delle reti proposto da Mario Cecchi (figura carismatica del Popolo degli Elfi) con al prospettiva di “uscire dalla nicchia” e “fare movimento” tendendo decisamente, come sosteneva Alfredo Camozzi riguardo alla RIVE, ad un riconoscimento formale delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi, ad un rapporto interlocutorio positivo con l’Unione Europea e con le Nazioni Unite, dove il GEN ha dei suoi rappresentanti tra le associazioni che devono essere consultate sulle questioni ambientali.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei sistemi di comunicazione disponibili oggi, credo davvero non si debba avere «paura di esserci».
Come ho sostenuto altre volte, credo che l’utilizzo delle nuove tecnologie debba essere valorizzato al meglio.
La storia recente ha dimostrato che i blogs o le pagine Facebook non rappresentano solamente spazi virtuali frivoli (critica rivolta soprattutto a Facebook).
Abbiamo ad esempio visto quanto i blogs e le pagine Facebook abbiano avuto un ruolo determinante nelle rivendicazioni di natura politica, economica e sociale del mondo arabo. Sono considerati strumenti di “democrazia virtuale” al punto che diversi governi autoritari ne stanno limitando l’utilizzo (l’ho ad esempio verificato di persona in Turchia dove Blogger non era accessibile).
Considerato che sono free of charge, non vedo davvero il motivo per non utilizzarli di più.
Oggi in rete esistono diversi database delle realtà comunitarie italiane e del mondo del co-housing, una pagina Facebook della RIVE (non vedo, tuttavia, perché la rete non debba essere presente su altri social networks come Twitter o My Space) e diverse di esperienze di co-housing mentre mi sembra poco presente la Rete Bioregionale.
Io propongo di implementare la presenza su internet anche attraverso, ad esempio, blogs da gestirsi insieme, con uno user name ed una password comuni (fruibili da un numero selezionato di persone, rappresentanti di diverse realtà comunitarie del mondo del co-housing e del “bioregionalismo”). Blogs comunitari (blogs e non siti perchè la struttura del blog è di più facile gestione ed è senz’altro più dinamica) che, come tale, possano essere aggiornati con grande frequenza, dove le diverse comunità italiane possano loadare i loro contenuti e possano anche proporre i loro prodotti e servizi, in una prospettiva di, necessario, mutuo appoggio economico.
Progetto più ambizioso, da pianificare scrupolosamente nei dettagli, sarebbe ad esempio quello di un portale della Rete delle reti anche in questo caso da gestirsi, auspicabilmente, in comune, per evitare “comitati centrali” tentando di realizzare, piuttosto, la dimensione decentrata e pluralista del modello stesso della rete.
Credo siano piccoli-grandi passi che possano avere una buona efficacia nel tempo, migliorando la piattaforma comunicativa del mondo comunitario italiano. Qualcuno di buona volontà potrebbe anche incaricarsi di tradurne in inglese alcuni contenuti, creando in questo modo media bilingui e promuovendo una migliore comunicazione comunitaria a livello internazionale.
Tutto ciò non sarebbe naturalmente in concorrenza con quanto c’è già. Una concorrenza deteriore non è difatti nello spirito della rete, in cui tutti dovrebbero lavorare a beneficio complessivo di tutti. Anzi, credo che dovrebbero essere implementate anche le segnalazioni reciproche, in considerazione del fatto che si lavora tutti dalla stessa parte della barricata.
Una migliore comunicazione tra le realtà comunitarie ed un maggiore mutuo sostegno economico possono essere propedeutiche ad ulteriori forme di cooperazione (ad esempio forme di microcredito la cui efficacia ho potuto verificare durante il mio lungo soggiorno nel network comunitario srilankese di Sarvodaya), per consolidare una dimensione di vita che potrà rappresentare, in maniera crescente, un valido rifugio da alcune degenerazioni del mondo ordinario.
Clicca qui per diventare fan della Rete Italiana Villaggi Ecologici
Per approfondimenti, segnalo il testo Comuni, comunità, ecovillaggi. Ordinalo via mail a info@viverealtrimenti.com e lo avrai comodamente a casa entro massimo 4 giorni lavorativi.
Clicca qui per la sinossi ed altre informazioni.
Manuel Olivares www.viverealtrimenti.com
Un breve inquadramento storico.
Prima di entrare nello specifico del movimento italiano delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi, è bene considerare brevemente alcune trasformazioni cruciali cui sta andando incontro il mondo.
Valorizzando un bell’articolo di Federico Rampini, presente su La Repubblica del 13 settembre 2010, segnalo due elementi fondanti del prossimo futuro, importanti per le riflessioni successive di questa relazione:
1) lo spostamento del baricentro di ricchezza e potere da Occidente verso Oriente (senza dimenticare, evidenzia Rampini, che sta emergendo «di prepotenza anche il “sud” con l’America latina ed una sorprendente Africa»);
2) il prossimo trionfo delle megametropoli.
A corollario di quanto appena segnalato « la lotta per le risorse naturali si spingerà verso frontiere sempre più distanti: La conquista del Nuovo Nord (per le riserve d’acqua contenute nei ghiacci dell’Artide e i giacimenti di gas-petrolio sotto la calotta polare) o la sfida per la colonizzazione dello spazio».
Consideriamo ora alcuni dati salienti dell’articolo di Rampini:
- «Il 2010 è stato l’anno del sorpasso storico città-campagna, è la prima volta dalle origini della civiltà umana che gli abitanti delle zone urbane hanno superato i contadini e gli altri residenti rurali».
- Si prevede che entro il 2050 l’area urbana di New York abbia superato i 20 milioni di abitanti, Londra e Parigi i 10 milioni, Tokyo dovrebbe raggiungere i 36 milioni ma «Il boom delle megametropoli è trainato soprattutto dai paesi emergenti».
- «La Cina di The World in 2050 — uno studio dello scienziato Laurence C. Smith, geografo della University of California di Los Angeles — avrà un PIL di 44500 miliardi di dollari, nettamente superiore a quello degli Stati Uniti (35000 miliardi). Subito dietro l’ America sarà incalzata dal prossimo inseguitore, l’India con 27800 miliardi di dollari di PIL. In quinta posizione il Brasile pronto al sorpasso sul Giappone mentre nessun paese europeo si piazzerà nel quintetto dei leaders». Demografia ed economia andranno a braccetto, ragion per cui India e Cina avranno al loro attivo, entro 40 anni, molte megametropoli: Mumbai con 26 milioni di abitanti, Delhi con 22,5 milioni, Calcutta con 20, e Chennai (ex Madras) con oltre 10; Pechino già sfiora, di fatto, i venti milioni di abitanti per non parlare di Chongqing, sul fiume Yangzé che già ne conta, considerata alla luce dei parametri più ampi, circa 30 milioni. «Ma i geografi di Los Angeles catturano perfettamente il nuovo trend che porta all’esplosione urbana in Africa — con Kinshasa, Lagos e il Cairo tutte ai vertici mondiali — e in America latina dove San Paolo e Città del Messico sono proiettate oltre la soglia dei 20 milioni».
- In tutto, su 9,2 miliardi di abitanti della terra nel 2050, ben 6,4 miliardi vivranno nelle città. Il balzo più prodigioso lo farà proprio l’Africa: con 1,2 miliardi di residenti nelle sue metropoli, il continente nero concentrerà quasi un quinto di tutta la popolazione urbana del pianeta».
Il quadro brevemente presentato oltre a non essere dei più confortanti, non mi sembra confortante per l’Occidente ed in particolare per l’Europa il cui potere politico-economico e, di conseguenza, la sua cultura dei diritti sociali verranno, come si può desumere dai dati appena considerati, profondamente ridimensionati.
Non bisogna del resto dimenticare che, anche in virtù dei costi del lavoro ridicoli in Asia e nelle storiche “zone industriali di esportazione” e le conseguenti massicce delocalizzazioni, l’Occidente sta vivendo una vera e propria crisi strutturale.
In altre parole, la tanto temuta crisi economica — soprattutto occidentale —di questi tempi non credo possa avere una sostanziale reversibilità, rappresentando piuttosto il segno di una radicale trasformazione degli assetti geopolitici ed economici mondiali.
C’è chi si sta adattando in fretta, ad esempio la Germania, attraverso le recenti aperture economiche al mercato cinese ma non credo sia difficile constatare quanto vivere in Occidente stia diventando, generalmente, sempre più arduo, con costi della vita sempre più insostenibili e la disoccupazione e la precarietà occupazionale in allarmante crescita.
Considerando ora lo sviluppo smisurato delle metropoli, soprattutto in Asia e nel sud del mondo, il movimento delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi si muove naturalmente in controtendenza ma non si può certo dire che, alla luce dei grandi numeri, stia vivendo una fase storica favorevole per quanto, come vedremo tra breve, è proprio questa fase ferocemente critica a spingere molte persone a scegliere di “vivere insieme”.
Le comunità intenzionali e gli ecovillaggi come possibile soluzione alla crisi della modernità
La crisi strutturale dei nostri paesi, le difficoltà a fare fronte a costi della vita sempre più alti anche in virtù della crescente disoccupazione, può senz’altro favorire scelte di vita comunitaria. Vivere insieme costa, difatti, meno ed insieme si possono affrontare più agevolmente le sfide temibili ― di natura esistenziale oltre che politico-economica ― di questo periodo storico. A questo si aggiunge, in Occidente, il consolidamento dei cosiddetti valori post-materialisti, figli della prosperità post-bellica: più attenzione all’ambiente ed alla qualità della vita, parità tra i sessi, solidarietà, maggiore attenzione alla crescita interiore e meno ad un’ipertrofica crescita economica.
Scegliere di vivere in un co-housing o in un ecovillaggio può rivelarsi dunque, oggi più di ieri, saggio e ne è prova un cospicuo aumento delle esperienze di vita comunitaria in Italia e nel mondo.
Per citare, ad esempio, un’intervista che ho fatto ad Alfredo Camozzi, attuale presidente della RIVE, gli incontri estivi della rete, negli ultimi 3 anni, hanno avuto una frequentazione al di là dell’immaginabile ed un uguale interesse si sta registrano a livello internazionale.
In breve, credo si possa tranquillamente affermare che il movimento delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi stia crescendo di scala pur non essendo naturalmente in grado di promuovere una conversione di massa degli stili di vita, rimanendo, piuttosto, un fenomeno ancora di nicchia.
Individuo, comunità e network comunitari
Chi si occupa di comunità intenzionali ed ecovillaggi sa perfettamente che uno degli aspetti fondamentali del fenomeno è la dialettica tra individuo e comunità e le conseguenti scelte, da effettuarsi in ambito comunitario, in merito allo spazio da lasciare alle esigenze individuali ed a quelle collettive. Di qui, la scelta di avere o meno un’economia condivisa (e, nel caso, a quale livello di condivisione), che genere di spazi individuali e spazi comuni predisporre, quale livello di coinvolgimento ci debba essere sul fronte decisionale, eccetera.
Esiste poi un terzo fattore che è particolarmente attuale oggi. Quello dei network comunitari. In considerazione della fase storica cui si è fatto cenno, io credo che le comunità intenzionali, gli ecovillaggi ed altre formule del vivere insieme (il co-housing e le reti bioregionali) debbano rafforzare il loro lavoro in rete. In altre parole, debbano rendere sempre più efficace il loro potenziale di risposta alla crisi della modernità, proponendosi come un’alternativa non marginale ma praticabile da un numero crescente di persone.
Credo dunque debbano essere, innanzitutto, maggiormente incisivi a livello comunicativo (su questo punto torneremo nel prossimo paragrafo). Troppe persone, ancora oggi, non sanno dell’esistenza dell’eterogenea costellazione del vivere insieme o ancora la identificano, sommariamente, con i cosiddetti “nipoti dei fiori”. Credo inoltre che la costellazione comunitaria debba essere una realtà più dinamica da un punto di vista economico, muovendosi lungo le coordinate di un’altra economia, attenta alla salvaguardia ambientale ed alla crescita in saggezza senza tuttavia dimenticare gli ineludibili aspetti contabili.
La rete delle reti
Considerando ora, specificamente, la situazione italiana, credo che la implementazione di un raccordo tra la RIVE, il mondo del Co-housing e la Rete Bioregionale sia del tutto auspicabile.
Concordo dunque pienamente con il progetto della Rete delle reti proposto da Mario Cecchi (figura carismatica del Popolo degli Elfi) con al prospettiva di “uscire dalla nicchia” e “fare movimento” tendendo decisamente, come sosteneva Alfredo Camozzi riguardo alla RIVE, ad un riconoscimento formale delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi, ad un rapporto interlocutorio positivo con l’Unione Europea e con le Nazioni Unite, dove il GEN ha dei suoi rappresentanti tra le associazioni che devono essere consultate sulle questioni ambientali.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei sistemi di comunicazione disponibili oggi, credo davvero non si debba avere «paura di esserci».
Come ho sostenuto altre volte, credo che l’utilizzo delle nuove tecnologie debba essere valorizzato al meglio.
La storia recente ha dimostrato che i blogs o le pagine Facebook non rappresentano solamente spazi virtuali frivoli (critica rivolta soprattutto a Facebook).
Abbiamo ad esempio visto quanto i blogs e le pagine Facebook abbiano avuto un ruolo determinante nelle rivendicazioni di natura politica, economica e sociale del mondo arabo. Sono considerati strumenti di “democrazia virtuale” al punto che diversi governi autoritari ne stanno limitando l’utilizzo (l’ho ad esempio verificato di persona in Turchia dove Blogger non era accessibile).
Considerato che sono free of charge, non vedo davvero il motivo per non utilizzarli di più.
Oggi in rete esistono diversi database delle realtà comunitarie italiane e del mondo del co-housing, una pagina Facebook della RIVE (non vedo, tuttavia, perché la rete non debba essere presente su altri social networks come Twitter o My Space) e diverse di esperienze di co-housing mentre mi sembra poco presente la Rete Bioregionale.
Io propongo di implementare la presenza su internet anche attraverso, ad esempio, blogs da gestirsi insieme, con uno user name ed una password comuni (fruibili da un numero selezionato di persone, rappresentanti di diverse realtà comunitarie del mondo del co-housing e del “bioregionalismo”). Blogs comunitari (blogs e non siti perchè la struttura del blog è di più facile gestione ed è senz’altro più dinamica) che, come tale, possano essere aggiornati con grande frequenza, dove le diverse comunità italiane possano loadare i loro contenuti e possano anche proporre i loro prodotti e servizi, in una prospettiva di, necessario, mutuo appoggio economico.
Progetto più ambizioso, da pianificare scrupolosamente nei dettagli, sarebbe ad esempio quello di un portale della Rete delle reti anche in questo caso da gestirsi, auspicabilmente, in comune, per evitare “comitati centrali” tentando di realizzare, piuttosto, la dimensione decentrata e pluralista del modello stesso della rete.
Credo siano piccoli-grandi passi che possano avere una buona efficacia nel tempo, migliorando la piattaforma comunicativa del mondo comunitario italiano. Qualcuno di buona volontà potrebbe anche incaricarsi di tradurne in inglese alcuni contenuti, creando in questo modo media bilingui e promuovendo una migliore comunicazione comunitaria a livello internazionale.
Tutto ciò non sarebbe naturalmente in concorrenza con quanto c’è già. Una concorrenza deteriore non è difatti nello spirito della rete, in cui tutti dovrebbero lavorare a beneficio complessivo di tutti. Anzi, credo che dovrebbero essere implementate anche le segnalazioni reciproche, in considerazione del fatto che si lavora tutti dalla stessa parte della barricata.
Una migliore comunicazione tra le realtà comunitarie ed un maggiore mutuo sostegno economico possono essere propedeutiche ad ulteriori forme di cooperazione (ad esempio forme di microcredito la cui efficacia ho potuto verificare durante il mio lungo soggiorno nel network comunitario srilankese di Sarvodaya), per consolidare una dimensione di vita che potrà rappresentare, in maniera crescente, un valido rifugio da alcune degenerazioni del mondo ordinario.
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Manuel Olivares www.viverealtrimenti.com
Prima adesione ricevuta
Ciao. Ci hanno girato il link del neonato blog gli ex-abitanti del Faldone.
Noi siamo una famiglia di Bergamo in partenza come wwoofer per un anno,
e nel frattempo lavoriamo con gruppo per la realizzazione di un
ecovillaggio. Siamo soci dell'ass. Basilico, del nostro gruppo fa anche
Eduardo Montoya, formatore in Comunicazione Empatica/nonviolenta.
Abbiamo un blog di famiglia, www.ridiventaregrandi.blogspot.com, in cui
ci presentiamo e in cui cercheremo di raccontare le nostre avventure.
Sicuramente La Rete delle Reti ci sembra un progetto interessante a cui
ci piacerebbe contribuire, o per lo meno, seguire.
Teneteci aggiornati!
ciao
Valeria e Nicola
Noi siamo una famiglia di Bergamo in partenza come wwoofer per un anno,
e nel frattempo lavoriamo con gruppo per la realizzazione di un
ecovillaggio. Siamo soci dell'ass. Basilico, del nostro gruppo fa anche
Eduardo Montoya, formatore in Comunicazione Empatica/nonviolenta.
Abbiamo un blog di famiglia, www.ridiventaregrandi.blogspot.com, in cui
ci presentiamo e in cui cercheremo di raccontare le nostre avventure.
Sicuramente La Rete delle Reti ci sembra un progetto interessante a cui
ci piacerebbe contribuire, o per lo meno, seguire.
Teneteci aggiornati!
ciao
Valeria e Nicola
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