Treia. Nuvole in vista di Pitino. Foto di Giuseppe Fioretti
Più leggero dell’aria, simile a una perla nel cielo. O mirabile nuovo mondo, che contiene simili genti. Il frammento di viso, nel piccolo specchio rotondo sorrise improvvisamente: il fiore del presente sbocciava roseo. una goccia, una goccia, una goccia. domani e domani e domani e avevamo scoperto il tempo. Click, click, click… e fu subito mattino.
A B C vitamina D. Il nostro io non era più lo stesso, natura unica e doppio nome che né due né uno si chiamava. La ragione in se stessa confusa, vide la divisione crescere insieme… o mirabile nuovo mondo! L’eternità era nelle nostre labbra e nei nostri occhi, centro brillante di certezza assoluta. La voce della ragione, la voce del buon senso, certe volte mille sonanti strumenti, cantano alle mie orecchie e certe volte le voci. Nient’altro che sensazione pura, linea di minor resistenza…. tempo, tempo, cos’è il tempo? gli svizzeri lo fabbricano, i francesi lo accumulano, gli italiani lo perdono, per gli americani è denaro, per gli indiani non esiste. Allora a che cosa serve il tempo? Sai che dico? Il tempo è una truffa!
Ieri leggevo che chi guarda con il cannocchiale e vede cose diverse da quel che vediamo noi, può insegnarci molte cose. Se poi vogliamo condividere e discutere le conclusioni, lo faremo con rispetto a quelli che hanno aperto la strada, sulla quale ci prepariamo ad andare, valutando il procedimento a posteriori, sulle basi degli argomenti, confrontando le conclusioni, anche se spesso capita che lo spirito del dialogo, tra chi guarda nel cannocchiale e chi si rifiuta di guardarci ,sia poco proficuo e quindi a volte possiamo dire, a chi guarda col cannocchiale che potremmo pure non farlo oppure farne a meno.
Lo splendore del nulla
Noi non apparteniamo a noi stessi più di quanto ci appartenga ciò che possediamo, non ci siamo fatti da noi e non possiamo avere la supremazia sopra noi stessi.
L’indipendenza non è fatta per l’uomo che è uno stato contro natura che può bastare per un momento e che non ci mette al sicuro definitivamente. Allora dio emerge come da una nuvola. La nostra anima lo sente, lo vede. Si volge verso di lui, sorgente di luce. Oggi la nostra civiltà ha scelto le macchine, la medicina scientifica, il piacere e dio non è più compatibile con tutto questo. Il trovare delle cattive ragioni a ciò che si crede per effetto di altre cattive ragioni, questa è filosofia.
Crediamo a dio perché siamo stati condizionati a credere a dio. Un filosofo, alla fin fine è un uomo che sogna meno cose di quante ne esistano sulla terra e in cielo. La massima cura è posta nell’impedirci di amare troppo qualsiasi cosa. Noi vogliamo dio, vogliamo la poesia, il pericolo reale, vogliamo la libertà, vogliamo la bellezza, vogliamo il peccato. Li reclamiamo tutti. Voi siete benvenuti! Ci rispose. La scienza senza la religione è zoppa la religione senza la scienza e cieca (Einstein). Sarà vero?
Con un urlo di sovreccitazione grandiosa la linea si ruppe: si produsse una corsa convergente verso quel punto di attrazione eclettica. La vita è breve e la conoscenza infinita e nessuno ha tempo per tutto. In pratica noi siamo di solito, costretti a scegliere fra un esposizione indebitamente scorciata e... il nulla.
Nella trasmissione dell’uno all’altro estremo, poteva esserci un lungo intervallo durante il quale, un terzo, il più fortunato del genere umano, avrebbe preso il meglio dal primo e dal secondo mondo, quello disorientato dal liberalismo e quello ordinatissimo della favola, nel quale l’efficienza perfetta non lasciava spazio alla libertà e all’iniziativa personale. Quel che possediamo è strumento di libertà, quello che inseguiamo è strumento di schiavitù. (Rousseau)
Anche perché come diciamo spesso noi non abbiamo certezze su nulla e non ne siamo neanche sicuri.
Sòne: non possiamo indicarvi la strada per la vostra destinazione perché non esiste.
Il silenzio non esiste e la sua essenza risuona.
Nel cielo giallo un melting pop grottesco e paradossale gioco del pensiero di cerchi arcobaleno nell’acqua.
Ferdinando Renzetti
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