Linneo, verso la metà del '700, iniziò a raccogliere informazioni sulle specie arboree e vegetali sistemando un primo catalogo botanico di tutto ciò che cresce sulla faccia della Terra. Linneo era un ricercatore amante della natura e la sua opera era a vantaggio di tutta l’umanità.
Non come sta avvenendo con le grandi multinazionali , tipo Monsanto e Syngenta, che cercano attraverso i brevetti e la manipolazione genetica di appropriarsi dei diritti d’autore della vita sul pianeta. Non voglio però assumere un atteggiamento catastrofista, poiché di situazioni drammatiche il pianeta Terra ne ha vissute ben altre. Quello che conta è il mantenimento dell’intelligenza e della capacità di sopravvivenza.
La capacità elaborativa della vita si farà beffe dell’arroganza “scientifica” e, malgrado l’apparente cecità, l’uomo non potrà distruggere la vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo non ostante la sterile sperimentazione scientifica che vuole prendere il sopravvento sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della vita. Alla fine la capacità di conservazione saprà “affermarsi”. Lo vedo in quel che succede negli interstizi dell’asfalto, in mezzo alle immondizie, tra i veleni più pestilenziali di questa società opulenta ed un po’ tonta…
Eppure l’uomo è la somma di una complicata combinazione di istinti, fissazioni e intuizioni. Ora pare che le multinazionali, le stesse che provvedono ad avvelenare e distruggere, vogliano presentarsi come enti benefici che provvedono a "nutrire" la popolazione mondiale attraverso una tecnologia che non tiene però conto della biodiversità.
Vediamo cosa succede! Ma intanto ricordiamo che nessuna cosa viva è in grado di condurre in se stessa un’esistenza distaccata dal resto dell’esistente. Infatti in natura, e nella visione bioregionale, ogni cosa ha il suo posto ed ogni posto ha la sua cosa, in una interconnessione che tutto comprende.
Paolo D’Arpini
“La nostra civiltà è agli sgoccioli e possiamo aspettarci solo il crollo ignominioso e generale. Un tracollo annunciato e temuto e auspicato… ed infatti da più parti si preconizza la fine del sistema come evento liberatorio. Non voglio far la parte del catastrofista ma vi consiglio di cominciare attivamente a trovare soluzioni alternative, basate sulla personale conoscenza ed esperienza “pratica” di ognuno per affrontare i rischi a venire. E buon divertimento nella sopravvivenza…" (P.D'A.)
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