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martedì 11 settembre 2018

In ricordo di Lucio Battisti, il cantastorie romantico di un'epoca (che non torna più...)


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Venti anni or sono moriva (forse per una trasfusione mancata) Lucio Battisti. Un cantante che accompagnò due o tre generazioni in questo ultimo cinquantennio. Io ero ancora militare, nel 1967, quando ascoltai "29 settembre" eseguito dagli "Equipe 84" ma scritto da Lucio.   (https://www.youtube.com/watch?v=1yuiudFd6Rw)

Lucio Battisti  era riuscito a conciliare la musica moderna con una visione ancora "romantica" e "sentimentale" (non nel senso di sentimentalismo retorico  italiota "cuore/ amore/ dolore", ma nel senso di sentimenti autentici) dei rapporti tra uomo e donna.

Per questo negli anni '70 venne messo all'Indice da tanti "bonzi" della cultura "contestataria" fino all'accusa di essere "fascista". Eppure le sue canzoni piacevano e piacciono tutt'ora anche a molti giovani di sinistra.

Lucio non si occupava di politica e  con ciò non seguiva la moda del momento. Ma era il periodo che persino Patty Pravo e Mina (che interpreterà molte canzoni scritte e/o cantate  da Lucio, come: Emozioni, Insieme, Amor Mio, La Mente, Torna) venivano accusate di essere "fasciste", dai soliti cretini col "K", come li definirà decenni dopo l' ex direttore di Lotta Continua Giampiero Mughini.

Nelle  canzoni di Lucio Battisti c'è poesia, c'è filosofia. La musica che le accompagna reca un brivido di emozione.  Basta pensare ad "Anna", " Emozioni", "Non è Francesca"  e a tante altre .

In Battisti, come in modo diverso in Angelo Branduardi, all'amore viene dato un senso quasi "metafisico" che, appunto, non è solo fisico ma anche spirituale. D'altra parte è lo stesso "marxista" e  "materialista" Willhem  Reich che asserisce che "nel sesso agisce qualcosa di trascendente" , che va al di là della pura fisicità.

Gianfranco Manfredi, emerito lupo mannaro dissacrante di grosso calibro scrisse negli anni '80 per "Lato Side" un libretto su Lucio, stroncandolo con il suo cinismo, accusandolo di ogni negatività (naturalmente dal suo punto di vista), di èlitismo, di "cultura di morte" (come se quella dell'eroina fosse stata cultura di vita), di cripto-fascismo (nonostante Mogol, stretto collaboratore di Lucio, esprimesse chiaramente le sue simpatie per il Partito Socialista).

Quando Lucio morì vi furono alcuni kretini  dei c.d. " C.S.A " che esultarono "un fascista di meno". Il fatto che  in quei giorni la sua figura venisse strumentalizzata  da alcuni dirigenti della destra non significa niente. La destra, come la sinistra, tende sempre a strumentalizzare qualcuno .

Vogliamo dunque ricordare il grande Lucio...

Gianni Donaudi

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