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martedì 23 dicembre 2025

Dov'è la libertà dell'occidente e dov'è la persecuzione russa contro il dissenso?...



In Gran Bretagna Greta Thumberg viene arrestata mentre, da sola, seduta per terra, esibisce un cartello con sopra scritto: "Sostengo i prigionieri palestinesi e mi oppongo al genocidio in Palestina".

"Greta stava protestando pacificamente fuori dalla sede di Aspen, compagnia assicurativa del più grande produttore di armi israeliano, Elbit Systems. I detenuti di Palestine Action in sciopero della fame per protesta ieri sono stati portati all’ospedale. Alcuni di loro nei giorni scorsi avevano denunciato il trattamento inumano ricevuto in carcere dove gli sono state negate le cure mediche necessarie. Lo Stato di apartheid non è più confinato in un solo territorio..." (Federica D'Alessio)

Per fare un paragone tra la presunta libertà di espressione esibita dall'occidente e l'accusa di coercizione contro i dissidenti russi  Vladimir Putin risponde ad una insinuante domanda di un giornalista della BBC britannica a proposito della persecuzione russa contro gli oppositori interni.

In questo passaggio, Vladimir Putin rispondendo al corrispondente della BBC, dà vita a uno scambio trasparente sui temi del dissenso politico, della libertà di informazione, dell’espansione della NATO e del futuro dei rapporti tra Russia ed Europa. Putin respinge le accuse britanniche rivolte a Mosca, difende la legislazione sugli “agenti stranieri” e accusa i governi occidentali di costruire l’immagine di un nemico esterno per coprire errori interni di politica economica e sociale: https://www.youtube.com/watch?v=qFYpKRw-T-g (Estratto da “I risultati dell’anno con Vladimir Putin” del 19 dicembre 2025, l’evento annuale in formato ibrido che unisce la Linea Diretta con i cittadini russi e la conferenza stampa con i media internazionali.

Commento di Carlo Rovelli: "Si può non credere a tutto quello che Putin dice, si può criticarlo per vari motivi, e non essere d'accordo, ovviamente. Ma non ascoltare quello che dice è un errore , sia dal punto di vista razionale, sia dal punto di vista morale. La prima cosa che serve per uscire da un conflitto è rispetto reciproco, come dice in questa intervista, come dice il papa, come dice la ragione. Se lo censuriamo (come ahimè fanno tutti, e per primo il giornale su cui scrivo), se lo chiamiamo costantemente "zar" con disprezzo siamo piccoli di mente, piccoli di morale, e piccoli di ragione, perché accecati dal conflitto e dai giochi di potere, camminano come sonnambuli verso il peggio per tutti. (...) Per questo, per il bene nostro nel futuro, per evitare guerre, penso bisogna innanzitutto ascoltare il punto di vista di chi chiamiamo nemico".



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