Appena usciti dal grembo materno, ancora prima di rendersi conto di essere nati, la prima azione immediata, necessaria, rivoluzionaria che compiamo è quella di respirare.
Respirare: un gesto che ripetiamo ininterrottamente per tutta la vita e di cui capita di scordarsene. Ecco quindi che nei momenti di tensione lo tratteniamo, impedendo al nostro corpo di ossigenarsi come dovrebbe; ecco quindi che perdiamo sotto stress la nostra armonia interiore ed esteriore, che solo un respiro cadenzato riesce a darci.
Un'altra azione rivoluzionaria che compiamo da piccoli è quella, a un certo punto, di rinunciare alla stabilità dei cosiddetti "gattoni" per affidare il nostro equilibrio e la nostra autonomia ai soli due piedi: quanto sforzo, quanta crescita, quanto cambiamento in questa fase.
Eppure anche dell'importanza del cammino tendiamo a scordarci: prendiamo la macchina per percorrere brevi distanze, preferiamo la sedentarietà al camminare.
Respirare e camminare vanno a braccetto: un respiro regolare entra in armonia con i nostri passi, e la nostra mente, rassicurata da questo equilibrio rinnovato, si apre, e il nostro corpo, fiducioso di questa riscoperta complementarità, si risveglia e si ricorda improvvisamente di quanto è stato bello nascere e iniziare a respirare e di quanto è stato bello crescere e iniziare a camminare.
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