giovedì 28 novembre 2024

La patriota Evgenija Nikolaevna Leonova ha compiuto 100 anni...

 


Ormai sono quasi 10 anni che nei pressi della città di Arezzo, in Italia, risiede una straordinaria donna russa, veterana della Grande Guerra Patriottica: Evgenija Nikolaevna Leonova.
 
Nata il 27 novembre del 1924, Evgenija Leonova ha appena compiuto 100 anni! In occasione di questo traguardo così importante, un funzionario dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia si è recato in visita da Evgenija Leonova e le ha consegnato un personale messaggio di auguri da parte del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Nel messaggio, il Presidente russo ha definito Evgenija un’illustre esponente della generazione dei Vincitori e dei Fondatori, parlando del suo percorso di vita come di un grande esempio di tenacia, di fiducia nel Bene e nella giustizia, nonché di amore profondo e incondizionato per la Patria.
 
Evgenija Leonova nacque a Tula, in una famiglia di operai. Dovette intraprendere l’attività lavorativa già a 16 anni, sin dai primi giorni della Grande Guerra Patriottica, nelle officine dello stabilimento per la produzione di armi della città di Tula. Un lavoro pesante incombeva sulle spalle ancora esili della giovanissima ragazza: il Paese aveva bisogno di armi per vincere la guerra.
 
Una volta finita la guerra, Evgenija Leonova terminò i corsi di specializzazione e lavorò come ragioniere contabile praticamente per tutta la vita. Anche il marito Nikolaj Nikolaevič Leonov prese parte alla Grande Guerra Patriottica combattendo in Estremo Oriente durante le operazioni militari contro il Giappone.
 
All’età di 90 anni, Evgenija Leonova si è trasferita in Italia per raggiungere la nipote Olga.
 
Evgenija si è anche avvicinata allo studio della lingua italiana e, nonostante l’età avanzata, tuttora si dedica all’ascolto di audiolezioni. Ed ecco, sono state proprio la sua perseveranza, la sua operosità e la sua forza di volontà a permetterle di raggiungere il traguardo dei cento anni.
 
Le rivolgiamo un grande augurio di buon compleanno, cara Evgenija! Le auguriamo ogni bene, e auspichiamo per Lei di mantenersi in ottima salute, e di essere sempre circondata dall’affetto dei suoi cari. Il suo percorso di vita è un mirabile esempio di forza di carattere e di fedeltà verso la Patria!

Ambasciata russa d'Italia

La centenaria riceve gli auguri


domenica 3 novembre 2024

Federico Faggin: "...la IA non è intelligente"



In una interessante intervista di Marcello Foa a Federico Faggin all'USI * Faggin a 50,35^ ca afferma: "l'intelligenza artificiale ha solo a che fare con istruzione senza comprensione - L'IA anche se sembra che sappia più di noi in realtà non capisce niente. L'informazione della macchina è solo simbolo senza alcun significato... ; a 53' Foa chiede a Faggin perchè oggi sia uno dei più attenti e preoccupati critici dell'Intelligenza Artificiale. Faggin: " perchè ci viene presentata come qualcosa che ci supererà. Se per esempio chiedessi a GPT di descrivere una malattia a me che non sono un medico, quello che mi dice sembra la descrizione che mi potrebbe fare un bravo medico ma se fossi un bravo medico potrei capire ciò che manca in quella descrizione, però io come estraneo non potrei distinguere ciò che mi dice l'IA di diverso da un medico... quando chiedo a chatGPT qualcosa che so mi dice qualcosa di molto inferiore a quello che io so. Se non sono esperto l'IA mi inganna. "
Ho chiesto a chatGPT quale sia la causa delle pandemie-epidemie e quale sia stata la causa dell'influenza spagnola. La risposta è stata quella dell'attuale medicina convenzionale fatta prevalentemente di istruzioni senza comprensione, seguite dalla maggior parte dei medici, ovverossia di simboli senza significato.

Paola Botta Beltramo



* Video menzionato:  www.youtube.com/watch?v=ch-iNvebvUw -

mercoledì 9 ottobre 2024

"L'Universo è un ologramma" - Con interventi di Mazzucco, Faggin e Botta Beltramo

 


Massimo Mazzucco ha pubblicato sul suo sito Luogo Comune  l'articolo "L'Universo è un ologramma".  (https://luogocomune.net/scienza-e-tecnologia/l-universo-%C3%A8-un-ologramma#comments).   Mazzucco  scrive fra i commenti all'articolo: " Confesso che la prima volta che ho sentito parlare di universo olografico mi è venuto da sorridere. Mi sembrava un concetto assurdo. Il gatto di Schrodinger poi mi sembrava una barzelletta. Ora però ho cominciato a leggere i libri di Faggin, e inizio a intuire qualcosa di profondamente vero in questa teoria apparentemente assurda.

L'unica cosa reale, a quant
17 -  #1 - redazione:
" Concordo con te riguardo l'apprezzamento dei libri di Faggin e anche che la mente faccia fatica ad abbracciare concetti così profondi. Vi sono esperienze però meno straordinarie rispetto a quella vissuta da Faggin - e anche da numerose altre persone e non solo quelle di NDE - che ci possono aiutao pare, è l'infinita limitatezza del nostro cervello nell'abbracciare concetti così profondi."

Ho risposto a Mazzucco:  #re a comprendere la parte fondamentale del messaggio di Faggin, ovvero che la Coscienza non è un epifonemo del cevello, come scrissero i teosofi a fine ottocento per tentare di arginare i disastri della scienza materialista-riduzionista globalizzante ora ben evidenti. Sul web sono numerosi i video relativi alle conversazioni tra il fisico David Bohm e il teosofo Jiddu Krishnamurti ad esempio:   https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=aU5WXHdFaic&hl=it&cc_lang_pref=it

Dal libro di Faggin "Oltre l'invisibile" : “I moderni scienziati riscoprono solo antiche verità. Religione e scienza, nell’antichità, erano collegate più strettamente di due gemelli. Con attributi reciprocamente convertibili, la scienza era spirituale e la religione era scientifica. L’intuizione spirituale era pronta a supplire i limiti dei sensi fisici. Una volta separate, la scienza esatta rifiuta l’aiuto della voce interiore, mentre la religione diviene una semplice teologia dogmatica; e ognuna è solo un cadavere senz’anima” H.P. BLAVATSKY, Iside svelata

Nel mondo d’oggi, la scienza si occupa della realtà esteriore e la spiritualità della realtà interiore. I loro scopi e le loro visioni sono talmente differenti che c’è un abisso a dividerle. Infatti, la maggior parte dei fisici considera la realtà interiore un epifenomeno, cioè un’illusione, e quindi non la ritiene nemmeno un problema degno di studio.

La spiritualità si basa su esperienze unitive che cambiano radicalmente il senso della propria vita, la relazione tra sé e l’universo e la concezione della realtà fisica. L’esperienza di unione tra il mondo esteriore e quello interiore crea un forte bisogno di comprendere la natura della realtà più profonda, che si rivela in un vissuto straordinario.

Le religioni sono dottrine e pratiche di vita basate su filosofie e dogmi che hanno una forte connessione con la spiritualità, perché spesso fondate da persone ispirate da profonde esperienze spirituali. Le religioni si occupano del bisogno spirituale delle persone mediante dogmi e riti, che raramente conducono a quelle esperienze trasformative che ne sono all’origine. Esse hanno poco in comune con la scienza, e la mancanza di una base esperienziale ne rende pressoché impossibile l’unione

https://accademiadellaliberta.blogspot.com/2024/09/federico-faggin-oltre-linvisibile.html

Ho inviato a tutte le Scuole Superiori di Biella mail riguardo ad alcuni interventi di Faggin nelle Scuole Superiori e Università, con l'auspicio che possano fare altrettanto.

Qui qualche suggerimento aggiuntivo:  https://accademiadellaliberta.blogspot.com/2024/09/lettera-aperta-ai-docenti-delle.html  "Federico Faggin – “Coscienza e Spiritualità” – Tavola rotonda on line 12/4/2024 www.youtube.com/watch?v=lDSl07c3tMg nella quale la psichiatra-psicoterapeuta Erica Poli a 2,43' afferma: “la questione cruciale è il fatto che dobbiamo cambiare la metodologia di studio . Questo fu un tema già visto alla Normale di Pisa 10 anni fa in un convegno sulla soggettività nella scienza – Allora dobbiamo ripartire da delle autoevidenze che non sono dogmatiche ma sono quello su cui si basa ciò che noi siamo. … e questo comporta che il metodo sperimentale venga fatto non in forma oggettiva ma in forma soggettiva, cioè esperienze personali … se non capiremo questo finiremo in una catastrofe. E se invece capiamo questo finiremo in un’altra catastrofe, cioè quella del significato etimologico della parola catastrofe che è capovolgimento, inversione di rotta…” Federico Faggin ovviamente concorda.

In questo intervento del 2014 –stesso anno in cui alla Normale di Pisa si tenne il convegno sulla soggettività della scienza - Erica Poli - a 22’ ca – presenta le scoperte del dr. Hamer - la scienza soggettiva delle 5 leggi biologiche:   https://www.youtube.com/watch?v=YDhM4gMi6_g                         
Ad alcuni è parso un po' discutibile che da anni abbia collegato le ricerche teosofiche a quelle del dr. Hamer, oltre ovviamente a quelle di Bernardino del Boca e che ora abbia incluso anche quelle di Faggin. Da quanto scritto prima mi pare però evidente che così sia."

Paola  Botta  Beltramo




giovedì 12 settembre 2024

Federico Faggin - Oltre l'Invisibile...

 


Il prof. Federico Faggin, fisico, imprenditore, inventore del microprocessore, del touch screen e del touch  pad, autore dei libri “Silicio”, “Irriducibile” e “Oltre l’invisibile”, è intervenuto in varie Università, Scuole Superiori e Scuole di Medicina  per esporre la sintesi   delle  sue trentennali  ricerche sulla Coscienza.


Sul web numerosi  i video relativi ai  suoi interventi.  Da “Oltre l’Invisibile” . pag. 260 - 261  “Scienza, spiritualità e religioni”.


“I moderni scienziati riscoprono solo antiche verità. Religione e scienza, nell’antichità, erano collegate più strettamente di due gemelli.   Con attributi reciprocamente convertibili, la scienza era spirituale e la religione era scientifica. L’intuizione spirituale era pronta a supplire i limiti dei sensi fisici. Una volta separate, la scienza esatta rifiuta l’aiuto della voce interiore, mentre la religione diviene una semplice teologia dogmatica; e ognuna è solo un cadavere senz’anima” H.P. BLAVATSKY, Iside svelata.


Nel mondo d’oggi, la scienza si occupa della realtà esteriore e la spiritualità della realtà interiore. I loro scopi e le loro visioni sono talmente differenti che c’è un abisso a dividerle. Infatti, la maggior parte dei fisici considera la realtà interiore un epifenomeno, cioè un’illusione, e quindi non la ritiene nemmeno un problema degno di studio.

La spiritualità si basa su esperienze unitive che cambiano radicalmente il senso della propria vita, la relazione tra sé e l’universo e la concezione della realtà fisica.

 

L’esperienza di unione tra il mondo esteriore e quello interiore crea un forte bisogno di comprendere la natura della realtà più profonda, che si rivela in un vissuto straordinario.


Le religioni sono dottrine e pratiche di vita basate su filosofie e dogmi che hanno una forte connessione con la spiritualità, perché spesso fondate da persone ispirate da profonde esperienze spirituali. Le religioni si occupano del bisogno spirituale delle persone mediante dogmi e riti, che raramente conducono a quelle esperienze trasformative che ne sono all’origine. Esse hanno poco in comune con la scienza, e la mancanza di una base esperienziale ne rende pressoché impossibile l’unione.


Albert Einstein ha detto che “la scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca”. Ma in realtà egli credeva nel determinismo in cui non c’è posto né per il libero arbitrio né per la coscienza. E quindi la sua affermazione ha più valore poetico che scientifico.


I padri della fisica quantistica, Plank, Schrodinger, Heisenberg, Pauli, von Neumann e altri avevano intuito   invece che la coscienza era un aspetto fondamentale   della realtà, connesso con la natura dell’osservatore.          Purtroppo, non essendo mai riusciti a trovare la connessione precisa tra la coscienza e la fisica quantistica, questa intuizione è rimasta sterile.


L’introduzione dell’IA nella quotidianità della nostra vita, e il recente aumento di esperienze di risveglio, hanno fatto sì che molti siano diventati consapevoli del bisogno di integrare scienza, spiritualità e religioni in una visione coerente e inclusiva che vada oltre il materialismo e lo scientismo.  


L’unione di cui parlo riguarda l’interiorità con l’esteriorità, il soggettivo con l’oggettivo, il semantico con il simbolico, l’intuitivo con il razionale, l’emotivo con l’intellettuale, l’introverso con l’estroverso, il determinismo con l’indeterminismo   e l’astratto con il concreto.


Credo che solo una visione unitaria potrà illuminare e guidare il cammino dell’umanità   “verso una nuova aurora” (Giordano Bruno). Cammino che sarà particolarmente arduo in questo secolo dominato dal consumismo materialista e da uno scientismo militante.“


Paola Botta Beltramo





martedì 10 settembre 2024

“Morte e vita sono aspetti diversi dello stesso ed unico evento”...

 


Se le persone in generale, e i praticanti spirituali in particolare, sviluppano l’abitudine di vedere e parlare delle cose come realmente esse sono, è meglio. Sono stati immersi in anni di illusione e hanno giudicato solo attraverso le apparenze. Non dovrebbero perdere più tempo assumendo l’abitudine di guardare in faccia la nuda verità.

Maharshi ha incominciato questo tempo fa. Per lui la morte diventa una semplice inezia, una mera parola. Che cosa è la morte, se non un altro cambiamento di forma, che richiede un nuovo nome? Ma nella sostanza, cosa cambia?
Non posso essere tagliato, né bruciato, né bagnato o seccato. Io sono eterno, in tutto, stabile e imperturbabile. (Bhagavad Gita II, 25)
La questione è: “Morte e vita sono aspetti diversi dello stesso ed unico evento”- un mutamento. Ciò che è al di là di ogni cambiamento è il Reale. Il Reale è l’Assoluto. Maharshi aveva realizzato l’Assoluto molto tempo fa ed era andato oltre le cose reali. Egli non si lamentava e piangeva quando le scimmie e i cani morivano nell’Ashram; Quindi perché doveva mostrare qualche dispiacere quando Alagammal morì?"

Self-Realization (the life and teachings of Bhagavan Sri Ramana Maharshi) by B.V. Narasimha Swami.



(Stralcio della  traduzione in corso a cura   di Giuseppe Moscatello)

martedì 2 luglio 2024

Canapa, la pianta che ci manca…

 




Sull’argomento della canapa bioregionale mi sono già espresso in vari  articoli, di cui l'ultimo  apparso nel nuovo numero cartaceo de La Rucola di  Macerata, dal titolo significativo "La canapa, una coltivazione antichissima".   In aggiunta  ho voluto egualmente pubblicare il  documento che segue, che meglio compendia le motivazioni storiche ed i retroscena economici e politici e sul conseguente “proibizionismo” di questa pianta salvifica che è amica dell’uomo e che nel Mediterraneo contribuì alla sua civilizzazione.

Paolo D’Arpini

……..

La canapa, o marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell’umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall’Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l’80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l’umanità abbia mai fatto uso.

E poi, cosa è successo? E’ successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell’agricultura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.

I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil – Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si si unirono così per formare un’alleanza sufficientemente forte per batterlo.

L’unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un’operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace (“droga del diavolo”, “erba maledetta” ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della canapa.

La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la canapa fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perché pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso “Marijuana Tax Act” del 1937, tutt’ora in vigore, non sapevano che marijuana e canapa fossero la stessa cosa: sarebbe stato il genio di Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l’occasione.

Fatto sta che a partire da quel momento Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar, sono tutti marchi originali Dupont), il mercato dell’automobile si indirizzava definitivamente all’uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica,  e dal quale legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza.

Al coro di benefattori si univa in seguito il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all’improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della canapa stessa.

E le “multinazionali” di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, non sono che le discendenti dirette di quella storica alleanza, nata negli anni ’30, fra le grandi famiglie industriali.

Come prodotto tessile, la canapa è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.

Abbiamo fatto l’affare del secolo….

Massimo Mazzucco



giovedì 30 maggio 2024

Bioregionalismo e psicostoria... su Giulio Cesare...

 


...per approfondire la conoscenza della  cultura celtica e apprendere notizie da alcune  fonti storiche sto leggendo il "de bello gallico" di Giulio Cesare.  Vi ho trovato interessanti notizie su usi costumi e caratteri, l’importanza dell’elemento sacerdotale (druidi) nel tessuto della organizzazione sociale, situazione geografica e climatica, descrizione dei paesaggi fiumi e paludi.  Quasi una guida bioregionale psicostorica della Francia di duemila anni fa. 

Quello che sorprende, è che per "civilizzare" i barbari, come racconta Plutarco, in meno di dieci anni di guerra cesare prese più di ottocento città, sottomise trecento popoli diversi, combattè contro tre milioni di uomini: un milione ne uccise e altrettanti ne catturò. Poi ha combattuto la guerra civile, la guerra di Alessandria, la guerra d’Africa e la guerra di Spagna, tutte vinte. 

Appaiono notevoli le  capacita di Cesare  in battaglia di organizzare decidere osservare ponderare le situazioni, il carisma, l’equità e la clemenza verso i vinti e la larga generosità verso i suoi soldati.  E' stato veramente difficile convincere i centurioni di estrazione contadina e artigiana a combattere contrastare e sconfiggere nemici guerrieri famosi per lastravaganza e la ferocia dei costumi, in luoghi sconosciuti avversi e pieni di insidie. 

Quello che piu sorprende è il numero delle vittime, se si calcolano anche quelle romane e di tutte le altre guerre si puo azzardare che sia nel numero di milioni. 

Quindi difficile parlare in termini positivi dell’uomo Cesare e   si ricorda la sua morte drammatica,  forse l’unica morte giusta,  sicuramente molto teatrale. 

Scrissee Bertoldo Brecht: "...l’ex legionario di Cesare stava seduto con il suo schiavo vicino al focolare di pietra nell’unica stanza della capanna cadente.  - "Cosa vuole sapere?" - "Tu sei stato con lui nelle Gallie?" -  "si signore!" -  "Lo ha visto da vicino?" - "Solo due volte!" -  "...Era molto amato?" - "Dicevano che è in gamba!" - "Il legionario semplice aveva fiducia il lui?" -  "...il rancio era buono, a questo ci badava!" -  "Che aspetto aveva Cesare?" -  Egli ci pensò un attimo poi disse indeciso: "...sciupato!"

Ferdinando Renzetti



giovedì 25 aprile 2024

Pescara. Da Takimiri al Mc Donald’s...

 


"...tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora." (Alberto Garruti)
 

Da ragazzo abitavo nella periferia urbana di una piccola citta, Pescara, in espansione orizzontale a macchia d’olio verso la campagna e la periferia. 

Agli inizi degli anni settanta per andare a scuola, a fare sport, al cinema o in piazza, come si diceva allora, ero costretto a prendere l’autobus. la fermata era a circa un chilometro forse anche oltre, da casa. 

ai lati di questo tratto di strada, che percorrevo a piedi, campi di grano insetti uccelli lucciole alberi e una bella e lunga siepe enorme serbatoio di biodiversità. alla meta degli anni settanta, un primo lotto di circa dieci ettari, venne sfruttato per costruirci delle case popolari con villette a schiere e un nuovo modello abitativo basato sul soggiorno, a quei tempi non sapevo cosa fosse, nella casa tradizionale il centro della vita quotidiana era ancora la cucina e non avevamo neanche il divano, che è stata una conquista della classe popolare, proprio in quegli anni sull’esempio mostrato nei film americani al cinema e in televisione. 

un altro lotto fu occupato da altre costruzioni e palazzi, un centro sportivo e qualche anno dopo da un grosso supermercato oggi lidl. rimase una parte di circa un ettaro abbondante che rimase abbandonato. spesso durante la festa parrocchiale veniva usata come area di risulta per montarci il luna park, con le giostre, autoscontro aerei catene… a volte anche il circo, il piccolo circo del grande Clown Takimiri ricordato ancora oggi con molta ammirazione soprattutto nelle Regioni di Marche ed Abruzzo. 

il circo Takimiri era un circo povero, con il numero delle pulci e i cani ammaestrati, il forzante, la donna barbuta sempre piaciuta, un trapezista equilibrista e qualche altro clown. alcuni anni vi fu organizzata anche la festa dell’unita, di quelle belle con le lamiere e i tubi innocenti, pasta e fagioli salsicce vino rosso e birra, quella semplice non quelle artificiose artigianali che si producono oggi. la mostra di pittura estemporanea, la corsa campestre qualche film e concerti bellissimi, roberto vecchioni giovane con samarcanda luci di san siro, velasquez e il grande sergio endrigo, a quei tempi il mio cantante preferito, con famose canzoni d’amore e le filastrocche di rodari per fare un albero e vinicius de moraes c’era una casa. serate magiche, nella monotona prigione del tempo la luna riempiva il cielo e pareva versarsi sulla terra. 

mi sembrava di essere entrato nel cuore del mondo. una felicita immensa mi riempiva intero. questo terreno poi nel resto dell’anno e del tempo rimaneva incolto, ed era sempre un bel posto con la vegetazione spontanea dove portare a spasso i cani, fare yoga, prendere il sole, raccogliere verdure spontanee, passeggiare, con la lunga siepe ancora bella e ricca di vegetazione. 

ho sempre sognato e immaginato che se ne poteva fare un bel parco anche abbastanza naturale quando invece un bel giorno vedo delle gru che stanno sradicando gli alberi e costruendo un muro di cemento e udite udite per costruirci un mc donald’s mc drive mc cafè, con un enorme parcheggio e hanno lasciato pure un piccolo giardino, cinto da un grosso e lungo muro di cemento. avrebbero potuto fare un parchetto con dei semplice recinti in legno, sanno ragionare solo con il cemento, ce l’hanno nella testa il cemento! la legge è fatta dai cittadini e applicata dai giudici che sono cittadini interpretata dagli avvocati pure loro cittadini come puo un contadino avere ragione? 

ecco davanti a queste cose mi sento come un contadino che non capisce le dinamiche sociali e si arrende alla solitudine e alla incomprensione. 

avrebbero potuto lasciare pure parte della vegetazione spontanea invece è sopravvissuto solo un albero un olmo solitario… giorni fa parlavo del saggio che fa un punto nero sul foglio bianco e ieri ho scoperto che il foglio bianco in realtà è un grande cielo e il punto nero un uccello che vi sta passando in quel momento. le parole influenzano i nostri comportamenti. noi aspettiamo anche se niente ci aspetta e nella monotona prigione del tempo i miei passi mi hanno portato qui anche oggi e nella consapevolezza nella memoria e nel ricordo provo una felicita immensa che mi riempie tu… tto intero: Il Circo è quella cosa che sei piccolo anche quando diventi grande. Come principe.

Ferdinando Renzetti



martedì 23 aprile 2024

L'amore visto con gli occhi di un corvo...


“L’impulso all’amore cresce con l’elevarsi dell’uomo; ma allo scopo non è sufficiente la saggezza. Noi ci perfezioniamo grazie ai nostri atti di amore, così il mondo diventa più ricco grazie alle nostre azioni d’amore, poiché l’amore è l’aspetto creativo nel mondo” (Rudolf Steiner)


...l’amore se è cieco non è vero amore ed inoltre se l’amore serve solo ad aggiustare un rapporto od una situazione di solitudine non è vero amore. 

Quando si ama non c’è alcun problema nell’esprimere se stessi e quel che si pensa...  Certo a volte la critica può non piacere ma essa è l’unico modo per approfondire una conoscenza, per analizzare in profondità il nostro sentire.

Comunque il pensiero è sempre astratto mentre l’azione è sempre concreta. E di concreto  c’è che un vero un rapporto d’amore non può essere scalfito da emozioni passeggere, dettate da stati d’animo momentanei. Se dovessimo lasciare il nostro compagno, la nostra compagna, gli amici, i parenti, in definitiva tutti coloro che incontriamo nella nostra strada solo perché in un qualche momento ci hanno criticato o noi abbiamo criticato loro.. che senso avrebbe la comune appartenenza? Che senso avrebbe il  sapere che siamo componenti della stessa esistenza? Non siamo noi spiritualisti laici consapevoli dell’inscindibilità della vita?

Anche se critico aspramente qualcuno non significa che lo allontani dal mio cuore… Critico un operato, perché secondo la mia opinione personale non è confacente con il mio pensiero.. ma il pensiero .. il pensiero.. siamo padroni forse del nostro pensiero? Possiamo stabilire in anticipo cosa penseremo? O cosa è giusto pensare?

Quindi in un vero rapporto d'amore non serve  preoccuparsi poiché l'amore è aldilà di ogni “delusione”, poiché  chi ama non è mai stato “illuso”..  ma è  perfettamente consapevole ed amorevolmente accettevole della propria condizione amorosa. 

In questa libertà possiamo anche osservare con occhi distaccati le vicende e gli atti che costellano la nostra vita.. come i corvi che osservano con due occhi posti ognuno all’opposto dello stesso capo.

Paolo D'Arpini

Caterina e Paolo

lunedì 22 aprile 2024

Prose poetiche tra filastrocche fumetti e paradossi...

 



Punto Rosa 
strutture complesse intessute degli stimoli più diversi, sempre col dono di una scrittura benedetta dagli dei a fissare gli sfuggenti contorni di un’epoca: psichedelia, dirompente passione per le filosofie orientali, pacifismo, controcultura praticata e cercata in ogni rivolo del sapere. Ciò che chiamiamo "vita" altro non è che uno scambio ininterrotto fra l'universo e quel piccolo atomo che ciascuno di noi rappresenta da qualche parte nello spazio. Perché l’esistente è uno, non può esserci altro che: Fare amicizia con la vita... 
 
ab-solutus
Al tempo ordinario che scorre irreversibile possiamo attribuire le forme della vita sulla terra. L’incedere delle ore, il fluire ordinato delle stagioni, l’avvicendarsi quotidiano di giorno e notte, l’alternarsi della luce del sole e della luna, sono gli ingranaggi dell’orologio biologico che ha determinato l’evoluzione naturale della terra, selezionando quei meccanismi biochimici delle cellule a cui dobbiamo il corpo e anche l’anima. Insieme allo spazio, il tempo è un assioma assoluto, ab-solutus “sciolto da” ogni relazione con la sostanza delle cose.
 
una bella notte che la bella ninna faceva la nanna dopo mille ti dico e ti dissi dopo grida oggi e strilla domani e tuffete qua e tiffete la pigliò un sacco rasoraso caricocarico zeppozeppo pieno pieno colmo colmo e chiamato lo scrivano comanda il trombetta e tu, tu, tu coccopinto d’amore e tuffete come il ferro corre alla calamita la mattina va la sera viene e tuppete tuppete… ti ti serra serra sarva sarva trucco trucco e tuppete se ne andò orza orza a fare castelli in aria per sbattere per terra e sentito il taratà e tutù della trombetta fece questo sega sega e questo tira e molla tutta la notte che le zare riducono a zero che tutti operano al babalà e tuppete se ne rotolano abbasso pire pire pire cinque e cinque dieci dava lo sfratto con una tromba allo stellato cielo di fiori il manto verde e tuppete tuppete…
 
Emo Globina e Cloro Filla
la geometria della vita. Una storia con due personaggi gemelli. Perchè allora il colore è così diverso? la clorofilla e il sangue sono chimicamente identici, l'unica differenza è che la clorofilla possiede al centro un atomo di magnesio e il sangue uno di ferro. Emo era un artigiano itinerante e passò in un villaggio, gli abitanti del luogo vivevano gioiosi ed erano talmente felici che sentivano l’erba crescere. Mentre Emo era in giro a portare il suo progresso, Filla contadina, stazionaria e romantica buttò in aria la sua corolla e quella rimase sospesa a un raggio di sole. un cerchio o almeno una spirale, poiché tutto torna dall'unità in cui è nato, equilibrando ogni sorriso e ogni destino. le lucciole ogni tre secondi hanno un idea e gli si illumina la testa. Anche le piante al pari di uomini ed animali sono dotate di un sistema nervoso primitivo. Insomma la coscienza vegetale è a tutti gli effetti simile a quella animale da cui si differenzia solo per l’intensità delle percezioni e reazioni, che nelle piante sono più lente e meno evidenti.
 
 
querce rosse e scoiattoli grigi 
La primavera mi rallegra all’osteria del lumacone un giovedì trasversale col pianista attempato che suona un po stonato ciliegio in fiore; intuizione: quello che sai che non sai come lo sai e sai che lo sai… oggi bassa marea oceanica e la risacca delle onde fa emergere i tesori del mare sulla battigia conchiglie mitili bottiglie con messaggi antichi e perduti, un intero alfabeto sottomarino che viene alla luce, che bello camminare scalzi sulla sabbia contatto intenso con la madre terra.

Ferdinando Renzetti



mercoledì 17 aprile 2024

Corrispondenza bioregionale tra Paolo e Ferdinando...



Sì, il pensiero naviga,  mi ricorda una bella storia indiana... I trust di un tempio erano soliti mettere ogni giorno una moneta d'oro nella cassetta delle offerte per il sostentamento dell'istituzione.. Un bel giorno uno dei trust pensò... "In fondo metto ogni giorno una moneta d'oro se per una volta ne metto una di bronzo nessuno se ne accorgerà  che sono stato io..." E così fece. L'indomani aprendo la cassetta delle offerte si scoprì che tutti avevano messo una moneta di bronzo...

 
 Oggi ho innaffiato i nostri giardini
 
Intervista possibile al signor pippoantonio.
Buongiorno signor pippoantonio sto scrivendo di lei come potrei definirla?
fai tu...
si sente uno psicomago?
no
mi dia allora una altra definizione
discepolo di Me-Ti
meglio di Mi En Leh
antico tessitore di umanità varia (?).


Sorriso
 
 
L'oro  è un metallo di transizione tenero pesante duttile malleabile di colore giallo dovuto all'assorbimento della lunghezza d'onda del blu della luce.
 
Bronzo è una lega composta da rame con un metallo che puo essere alluminio  nichel berillio o stagno, nell uso comune il termine bronzo identifica la lega tra rame e stagno.
 
Avrei messo una moneta di terracotta anche perché ne ho tante di argilla!
 
Materiale magico, ha sempre attratto poco proprio per la mancanza di lucentezza.
 
Poco conosciuta nelle sue qualità e poco studiata anche scientificamente anche nel film Indiana Jones tutti identificano il Santo Gral in calici preziosi invece si trattava di un umile calice di terracotta.
 
Il signor pippoantonio parlava del Me-Ti.
Libro delle svolte di Bertold Brecht
se non lo hai già letto te lo consiglio.
 
Buongiorno Paolo grazie dei doni che ci fai quotidianamente, poesie racconti e altre informazioni, 
si dice che chi pianta spine non puo andare scalzo, 
il tuo è un giardino pieno di spine ed emozioni, come si dice non c'è rosa senza spine!
 
Ferdinando, grazie per la fiducia che riponi in me... voglio confessarti di non essere poi così bravo a sollecitare un riscontro su determinati argomenti "filosofici". Anzi... faccio molta fatica a raccogliere pareri su qualsiasi argomento e spesso mi sono chiesto anche perchè, assieme alla mia compagna Caterina. Sopratutto vedendo, ad esempio su fb, che qualsiasi stupidaggine viene postata riceve decine e decine di commenti e mi piace, e la stessa cosa avviene sui blog di gossip ed affini. Al contrario i nostri articoli "impegnati" vengono perlopiù ignorati od al massimo ricevono un commento o due dagli "affezionati". Caterina dice che la gente si vergogna di parlare di cose serie perchè non saprebbe che dire... io penso che forse ha ragione, anche perchè se vado a controllare quante letture ci sono state sui vari blog (che utilizziamo per la pubblicazione dei nostri testi) vedo che le letture non sono poi poche, anzi a volte superano il  migliaio... Ed allora perchè i lettori tacciono? Boh, misteri della comunicazione telematica...
 
Come antropologo del contemporaneo oggi vorrei farti una intervista, ritengo che al di là dei libri che scrivi, penso che il tuo lavoro più importante, il vero riciclaggio della memoria sia il Giornaletto di Saul, la tua opera più importante per cosiddire e ora voglio concentrarmi solo su questa. Quindi se vuoi parlami della genesi ispirazioni evoluzioni nel tempo anche riguardo alla veste grafica, non so se si capisce, insomma parlami del Giornaletto e di tutto quello che ti viene in mente a riguardo.
 
Tieni presente che in questo ambito come antropologo sto svolgendo una ricerca sulla ricerca e tu e il Giornaletto siete gli oggetti della mia indagine, vorrei saperne un po di più sulla tecnica lo stile dove ti sei ispirato, ecc. ecc, non seguo altri blog e non so se questa tecnica delle finestre che si aprono sulla presentazione degli articoli è una cosa diffusa oppure... il colore della pagina principale, le altre pagine che si aprono in un certo senso sono giornaletti a parte quasi indipendenti dal foglio originale. Tecnica e stile, ecco se tu volessi consigliare a un ragazzo come fare un blog, cosa gli diresti?
 
Boh? Non sono molto pratico di queste cose tecniche e telematiche, ho solo appreso i rudimenti necessari a collegare i link... a scegliere foto, a cercare  o scrivere testi... a rispondere alle email e  fare copia incolla... Anche un bambino di 10 anni sa fare più di me, chiedi in giro a Pescara ce ne saranno migliaia di giovani maestri. La
fantasia e la discriminazione nella scelta quelle devi mettercele tu. Buon lavoro!
 
Sei di poco aiuto! Vorrei saperne di piu, è una intervista, altri in questi casi parlano e raccontano spontaneamente. Vero che dal vivo è tutta altra cosa, comunque va bene così!
 
Il raccontare esiste da tempo immemorabile, cambia solo il sistema..., per odori, a gesti, a parole, per iscritto... vedi tu come ti aggrada meglio. 
 
Un'intervista è un'intervista e va bene, allora ci sono domande e risposte, ma tu vorresti che io scrivessi un intervento, per quello all'inizio ti dicevo che vorresti da me “che scrivessi un nuovo libro"... 
 
Le impostazioni dei blog me le hanno fatte delle amiche compiacenti, come già ti ho detto, non so come funzionano queste cose tecniche, dovresti cercare un "esperto". Pace e bene.  Caro Ferdinando, siamo sincretici... ma non dobbiamo per forza seguire una religione per essere nello Spirito, noi siamo lo Spirito, ogni cosa è nello Spirito ed è rappresentante dello Spirito. Spiritualita’ laica (o naturale) significa questo, andare oltre ogni religione considerando comunque che anche nelle religioni  lo Spirito può manifestarsi. 
 
Per quanto riguarda i lavori nell'orto anch'io prediligo
i mezzi manuali, solo attrezzi semplici e non motorizzati. Grazie per la tua collaborazione che arricchisce il discorso bioregionale,  ciao,
 
Paolo e Ferdinando






domenica 14 aprile 2024

"circ(u)lus" marsicano - Narrato da Ferdinando Renzetti

 


Da tanti anni giro per l’Italia meridionale in cerca di storie di  luoghi particolari,  racconti e leggende, dimenticando spesso la mia regione d’origine, l’Abruzzo, che assieme al Molise conserva la memoria delle antiche genti italiche. 

Da un po di tempo sono ritornato a percorrere rotte gia note con rinnovato interesse guardando la mia regione con nuovi occhi. Girando qua e la ho scoperto il paese di Cerchio nella Marsica dove non ero mai stato e incuriosito dal nome ho voluto saperne di piu e mi sono fermato a visitarlo. 

Ho trovato un cerchio in pietra di un centinaio di metri di diametro sul quale nel corso del tempo sono state costruite numerose abitazioni anche se la forma del cerchio è rimasta evidente ancor di piu da una foto aerea. su Wikipedia ho letto il toponimo Cerchio deriverebbe dal termine latino "circ(u)lus" riferito probabilmente alla forma dell'originario recinto fortificato. Anche la posizione geografica e la forma del vecchio nucleo urbano farebbero propendere per questa ipotesi etimologica. interessato ancora di piu ho scoperto che nell'ultima domenica di giugno si celebra annualmente la festa patronale in onore dei santi giovanni e paolo, patroni del paese e anche il giorno prima santa Lucia, santa della luce, san Giovanni il santo del solstizio, quindi al di la di tutte le concezioni sicuramente nell’antichita il cerchio in pietra era un osservatorio astronomico come tanti altri sparsi per l’Italia. 

sul cerchio si potevano segnare il sorgere e il tramontare del sole agli equinozi e solstizi senza dimenticare che agli equinozi il sole sorge pereffetamente ad est e tramonta perfettamente ad ovest. le fasi della luna con le tredici albe e tramontiil sorgere di sirio di venere o altri astri seguiti nell antichità. in genere al centro del cerchio c’era uno gnomone piu o meno alto, di pietra o anche in legno, anche se in questo sito non è provato, che serviva a studiare l’ombra del sole durante l’anno per disegnare l’analemma: se si segnano i punti del sole alla stessa ora nel periodo di un anno si ottiene il simbolo dell’infinito. lo studio veniva praticato tutta la vita da astronomi predisposti e il lavoro veniva continuato e i risultati trasmessi di generazione in generazione. in questo modo riuscivano persino a seguire la precessione degli equinozi movimento molto lento dell’asse della terra che si sposta di un grado ogni settanta anni circa. e quindi immagino tante piccole pietre di colori diversi poggiate sul muro circolare di pietra ad indicare i moti cosmici. 

Mi sono ripromesso di tornare nei giorni solstiziali la notte di san giovanni sia per vedere quel che succede in cielo e come corrisponde il cerchio ai movimenti del sole in quei giorni sia per assistere alle feste cristiane che hanno sostituito le antiche osservazioni astronomiche che poi non ho mai capito perche tali studi scientifici davano cosi fastidio ai dotti della chiesa trattati come fossero pratiche magiche, anche se vero che a quei tempi non era facile scindere l’astronomia dalla magia. comunque gli studi sul sole e sulla precessione degli equinozi erano ben conosciuti dai padri della chiesa e non per niente la nascita di Gesù è stata fatta coincidere con l’ingresso nella costellazione dei pesci, infatti Gesù si rappresenta pure col simbolo grafico del pesce. siamo ancora nella costellazione dei pesci e la terra ne uscirà fra circa cento cinquanta anni anche seil passaggio sara graduale verso la famosa era dell’acquario che come previsto ci porterà un lungo periodo di pace e armonia e non ci saranno piu religioni e sara tutto basato appunto sulla forza rituale del cerchio come assemblea di uomini e donne che prendono decisioni comuni per il loro bene e il bene dell’umanità: cultura o civilta gilanica il maschile e il femminile. 

Mi sono un po perso anche se potrei continuare a parlarne, tornando al cerchio inteso come paese il sito del comune riporta queste notizie:

 
La frequentazione del territorio compreso nell’attuale comune risale al III millennio a. C., al periodo eneolitico e all’oscuro di queste acquisizioni, per secoli gli storici locali hanno ricercato le origini del paese nella leggenda secondo la quale la fondazione di Cerchio fu voluta da Circe, sorella di Angizia, maga dai straordinari poteri magici e divinatori, incantatrice dei serpenti e degli animali selvatici. Secondo molti storici ed autori latini i Marsi avrebbero da essa ereditato alcune prodigiose caratteristiche, una su tutte la resistenza al veleno dei rettili. La leggenda è stata ripresa anche nel ‘900 e ricorda come i Marsi avrebbero edificato a Cerchio un santuario per la maga, un antro nel quale le sue sacerdotesse davano responsi oracolari. Il presunto antro (del quale oggi è appena visibile l’entrata) sarebbe custode di tesori, protetti da numerosi “mazzaburrej”. Secondo altre versioni, il paese sarebbe sorto nel luogo in cui dimorò l’imperatore Claudio (41-54 d. C.) e dove fece costruire un “Circo” per assistere alla grandiosa naumachia nelle acque del Fucino, al termine dei lavori di costruzione dell’emissario . quindi Cerchio dal Circo che ivi avevano costruito i Romani per divertire con i giochi Circensi la moltitudine accorsa nella Marsica per lo scavo dell’Emissario di Claudio, e per la continuazione della strada Valeria: senza dubbio il prosciugamento del lago del Fucino portato a termine dopo 11 anni di duro lavoro da 30.000 schiavi e la grande naumachia allestita per l’inaugurazione di tale colossale evento è rimasto scolpito indelebilmente nella storia della Marsica. tutte storie interessanti che gettano nuova luce sui luoghi della nostra bella regione antica...

Inviato da Ferdinando Renzetti