martedì 25 luglio 2023

Fiorenzuola d'Arda. Programma del centro culturale Franco Battiato per l'estate e l'autunno 2023...

 



Fiorenzuola d'Arda. Programma del centro culturale Franco Battiato per l'estate e l'autunno 2023.

Cominciando da:
Domenica 30 luglio ore 14 alla sala Luminosa di Fiorenzuola ci troviamo
al fresco per:
un aperitivo
giocare a scacchi
conversare sulla mente e i suoi meccanismi
leggere libri
navigare gratuitamente su internet
SIETE TUTTI BENVENUTI
Info 347.2983592
E' una iniziativa della Biblioteca Franco Battiato di Fiorenzuola


Fiorenzuola
Siete curiosi di conoscere quel che INCONSAPEVOLMENTE comunicate agli altri
e quindi capire perché gli altri
si comportano con voi in un certo modo?
Martedì 5 SETTEMBRE ore 19
presentazione del corso
NON IMMAGINAVO CHE...
presso Sala Luminosa – INFO WHATSAPP 347.2983592


Fiorenzuola
DAL 7 SETTEMBRE OGNI GIOVEDÌ ALLE ORE 15 GRUPPO DI LETTURA E CONVERSAZIONE
presso il bar Croce Bianca dove condividere leggendo e commentando con gli altri brani delle tue letture preferite o dei tuoi scritti (poesie, racconti, articoli e riflessioni).
Ogni settimana si converserà su un nuovo argomento.
Ingresso libero. Per informazioni sulla sede e prenotare la propria partecipazione : 347.2983592

Fiorenzuola
OGNI GIORNO ALLA BIBLIOTECA DEL LIBRO PAZIENTE LIBRI GRATUITI PER I VISITATORI, GLI UTENTI E GLI OPERATORI SANITARI DELL’OSPEDALE DI FIORENZUOLA
All’ingresso dell’ospedale di Fiorenzuola accanto alla reception c’è uno SPAZIO pieno di libri a disposizione di chi si trova a frequentare l’ospedale; libri che si possono prendere liberamente e che poi possono essere riportati al loro posto oppure possono essere tenuti per sé. L’iniziativa è del Caffè Letterario di Fiorenzuola. L’apertura e la chiusura dello Spazio è a cura dei volontari della Biblioteca Franco Battiato.
Ingresso libero. Per informazioni su questo servizio: 347.2983592

Fiorenzuola
CORSO GRATUITO DI SCACCHI
La Biblioteca Franco Battiato organizza corsi gratuiti individuali e di gruppo per grandi e piccini di introduzione al gioco degli scacchi.
Per info e iscrizione contattare il 347.2983592

Fiorenzuola
CORSO GRATUITO DI GIORNALISMO
La Biblioteca Franco Battiato organizza corsi gratuiti di gruppo di introduzione al giornalismo cartaceo e online. Per info e iscrizione contattare il 347.2983592

Fiorenzuola
CORSO GRATUITO SU COME CREARE IL LAVORO IDEALE IN BASE AI NOSTRI BISOGNI A FIORENZUOLA E DINTORNI.
Info 347.2983592

Paolo Mario Buttiglieri



Post scriptum:

Il 12 giugno del 2012 nasceva il gruppo di lettura della biblioteca comunale “Mario Casella” di Fiorenzuola. Nel corso di questi anni il gruppo di lettura ha ampliato sempre di più le proprie iniziative di promozione della cultura a Fiorenzuola riscuotendo l’interesse anche degli abitanti di altre provincie.

Incontri di lettura pubblica e discussione si svolgevano ogni settimana al giovedì dalle 14,30 alle 17.30 presso la sala della Biblioteca comunale di Fiorenzuola. Presentazioni di libri e autori sia di ambito locale che nazionale. Incontri di approfondimento sui più svariati argomenti: scienza, letteratura, arte, storia locale e internazionale, spiritualità, matriarcato.
L'arrivo della pandemia che ha reso la socialità un reato mi ha spinto in qualità di coordinatore del gruppo di lettura e del caffè letterario a trovare delle alternative per tenere viva la cultura a Fiorenzuola. E di questo devo ringraziare i bar che ci hanno ospitato nonostante il clima di terrore che pervadeva Fiorenzuola e tutta l'Italia.
Nel frattempo è morto Battiato ed io che gli avevo parlato quando ancora era vivo ho dedicato a lui le attività culturali e ricreative che organizzavo a Fiorenzuola dando vita al centro culturale Franco Battiato.
E così finita la pandemia, non potendo più trovarci nella biblioteca comunale dove eravamo nati, abbiamo continuato la nostra attività al bar Croce Bianca.

lunedì 17 luglio 2023

Pieve di Trebbio, Guiglia - Discorso sull'alimentazione bioregionale e sulla compassione

 


Il 16 luglio 2023,   nella frescura  di  Casa Val di Sasso in Pieve di Trebbio di Guiglia, tra una degustazione di fichi fioroni appena colti dall'albero ed acqua di sorgente si è tenuto un incontro per parlare di alimentazione bioregionale e di come i presenti vedono il concetto di compassione. L'occasione è stata data dalla presentazione dell'ultimo libro di Paolo D'Arpini, dal titolo "Alimentazione bioregionale" (Ed. Nisroch) in cui si parla della necessità di nutrirsi del cibo che cresce naturalmente nel luogo in cui viviamo e nel giusto momento di spontanea  maturazione.  

L'autore, pioniere del movimento ecologista italiano e tra i promotori della Rete Bioregionale italiana, era presente assieme alla sua compagna Caterina Regazzi, veterinaria ed in parte coautrice del testo, in cui si  narra  dei modi pratici e semplici che ciascuno di noi può scegliere di adottare per cercare di limitare gli effetti drammatici, per la salute e per l'ambiente,  di un sistema alimentare ed agricolo sconvolto dall'inquinamento.

 "Il riconoscimento del valore del nostro habitat, in quanto fonte di vita, è semplicemente necessario poiché noi non siamo separati da esso, non siamo alieni su questa Terra che così brutalmente e stupidamente distruggiamo, tutto ciò che viene fatto di male ad essa, lo facciamo a noi stessi - ha tra l'altro spiegato il D'Arpini, aggiungendo-  l’attuazione del bioregionalismo, anche in chiave alimentare, potrebbe creare un grande cambiamento positivo. Aprire la nostra mente alla consapevolezza di una convivenza con tutto il pianeta, è alla base di un progresso che non si contrapponga più alla vita”.



Inevitabilmente il discorso è andato sul tema del discernimento e della compassione verso la natura, gli esseri viventi ed i nostri simili. Tema proposto ed approfondito durante uno "sharing" condotto dalla ospite dell'incontro, Maria Bignami. 

Qui di seguito riportiamo una carrellata di pareri espressi dai presenti, che a giro si sono autopresentati.

Caterina: vivo tra Spilamberto e Treia, una doppia vita da pernsionata che deve, ogni volta, riambientarsi, vivendo il luogo e la comunità per quello che offre. Amo le piante e gli animali, data anche la mia professione di veterinaria. A proposito della compassione nei confronti dei viventi, mi immedesimo nella sofferenza altrui, una spinta empatica che è subentrata nel tempo, partendo dai vicini fino ai lontani. Lo specchio dà e riceve.

Antonella: sono una riabitante di questi luoghi, da poco trasferita a Rocca Malatina. Il mio progetto è quello di fondare una comune. Il sistema ci vorrebbe divisi, ma il piccolo si deve rispecchiare nel grande.

Grazia: sono curiosa e interessata a condividere nuovi esperimenti. Riguardo alla compassione penso che possa essere una buona spinta per il cambiamento. Prima, alle situazioni spiacevoli reagivo con rabbia, ma in questo momento in cui tutto il pianeta è sofferente, provo compassione, distinguendo tra giudizio e accettazione.

Tiziano: sono il responsabile della casa e marito di Maria. Secondo me la compassione significa restare nel cuore.

Marilena: sono una ex insegnante e cerco di sperimentare una crescita personale. La compassione andrebbe rivolta prima verso sé stessi. Questa è la partenza.

William: mi occupo di scienze umane, filosofie e conoscenza del mondo soggettivo ed obiettivo, spero nella crescita di un mondo spirituale. La compassione, secondo me, è come una formula matematica, la compassione è l'unico sentimento per riuscire ad accettare l'altro. La critica  aiuta a capire, accettandola si diventa compassionevoli.

Giuliano: sono un ausiliario al Policlinico di Modena. Per condividere rapporti sociali preferisco restare a Modena, la città in cui vivo. Per quanto riguarda gli aspetti spirituali della compassione, mi definisco scettico e non credente. Se uno è troppo consapevole del suo operato, perde la compassione.

Silvana: anch'io sono di Modena, ma vivo per lunghi periodi a Montecorone. Sono curiosa di apprendere in relazione con i tempi che viviamo. La compassione è un percorso, sia a livello personale che nella comunità, stando in relazione senza emotività, ovvero con distacco.

Sergio: sono il marito di Silvana. Mi interesso di psichiatria come percorso per approfondire la conoscenza. Le emozioni e i sentimenti oscurano il senso della compassione.

Paolo: la descrizione della compassione è solo un gioco di parole, un ragionamento distaccato dal contingente. In questo caso la compassione è solo assunzione.

Maria, per concludere, ha letto una sua poesia sulla compassione, che segue: 

Or vengo a voi con sincera intenzione
desidero parlar di compassione
anche tra voi qualcuno avrà provato
fatto esperienza e aver verificato.

Nell’ascoltare ciò che sto per dire
forse una frase andrà diretta al cuore
se sei presente e lasci lo stupore
ti verrà chiaro che hai dentro tanto amore.

Che bella la parola compassione
quando la sento avverto un’emozione
mi trovo in uno spazio celestiale
e per più tempo li vorrei restare.

Se si pronuncia si sente il suo calore
ascolta bene proviene dal tuo cuore!
puoi coltivarla si espande come un fiore
e tutto avviene senza far rumore
portando pace intorno e in ogni dove.

E chi conosce ben la sua potenza
senza pensare la esprime con amore
sa che l’effetto fa presto ad arrivare
ed ha la prova che allevia dal dolore.

Qualcuno dice sia miracolosa
possa guarir ferite assai profonde
chi sente avere dubbi può provare
personalmente per meglio constatare.

Ognuno ha dentro se la compassione
è un dono e non si può comprare
pronta ad uscire in ogni situazione
nessun maestro te la può insegnare.

Se intorno senti la disperazione
e ti risuona quella condizione
credi non saper dar consolazione
e invece si puoi dare compassione

Succede ci si trovi a giudicare
voler questo pensiero allontanare
se dalla mente si cala fino al cuore
lui lo trasforma senza esitazione
e sostenuto dalla compassione.

Vieni a sapere qualcuno che ha sbagliato
un altro tutto quanto ti ha spiegato
rifletti non sai dir la tua opinione
ti senti in pace se esprimi compassione.

Trovarsi presi in una discussione
vedere l’altra non aver ragione
quando s’accorge cerca deviazione
e continuare sarebbe umiliazione
la soluzione sta nella compassione.

Mi fa piacere stare ad ascoltare
chi dice abbia un grande potenziale
si riuscirà col tempo a dimostrare
diventerà una cura universale.

E chi ritiene questo un bell’evento
può favorire questo cambiamento
fare attenzione in ogni situazione
lasciare uscire la propria compassione.

E vorrei tanto che la compassione
intenerisse i cuori di persone
e usassero il potere con amore
sinceramente avessero intenzione
presto salvar migliaia di persone.

Anche la buona terra è nel dolore
per alleviare la grande sofferenza
si può lasciare andar l’indifferenza
e tutti noi sappiamo come agire
cercar di consumar senza sprecare.

E quando siamo li per acquistare
una domanda ci possiamo fare
sicuri di poterlo utilizzare
allora decidiamo di comprare.

Forse vi pare che stia divagando
ma nel veder montagne di rifiuti
che sulla terra vengon riversati
mi tocca il cuore e prego perché l’uomo
si renda conto della distruzione
risvegli la dormiente compassione.

Questa è la mia semplice opinione
quel che ho compreso sulla compassione
son sempre ben disposta ad imparare
e grata a chi desidera insegnare.

Maria Bignami



venerdì 14 luglio 2023

Spilamberto. Invito al decoro urbano... - Lettera aperta all'ufficio Ambiente del Comune di Spilamberto

 


Lettera aperta all'ufficio Ambiente del Comune di Spilamberto


Buongiorno, sono una cittadina spilambertese. Mi piace passeggiare per le vie del nostro bel paesello. Purtroppo, spesso, per non dire sempre, resto allibita dalla sporcizia che vi regna, che sicuramente dipenderà anche dalla maleducazione di alcuni abitanti, ma credo che un maggior intervento da parte del Comune o suoi delegati, potrebbe almeno, migliorare la faccenda. Si sa che dove c'è sporcizia, la gente si sente autorizzata a sporcare ulteriormente. 


Stamattina ho fatto un giro a Piazza Sassatelli e dintorni. Intanto mi congratulo con i commercianti e con il Comune che ha collaborato al ripristino della funzionalità della fontana, ma si dovrebbe fare un ulteriore sforzo per il decoro. 

Visto che l'educazione delle persone è un obiettivo più difficile da raggiungere, almeno che si provveda più spesso alla pulizia. Invio alcune foto esemplificative. Mancano foto della fermata delle corriere. C'erano delle persone e non mi è parso il caso di mettermi a scattare, ma a terra, c'era un tappeto di biglietti, scontrini, cicche e chi più ne ha più ne metta. 

Le foto sono state scattate nei giardinetti a fianco della fontana di piazza Sassatelli. Cicche, lattine, carte e bottigliette.... Intorno alla fontana c'era pulito, ma parlando con una commerciante, ho saputo che un paio di loro, a turno, al mattino, ci vanno a spazzare. 

C'è una foto con 4 pezzi di pane, che vedo lì da una settimana,  nel tratto di via Bonetti a fianco alle Poste, ora chiuse. Vicino c'è un buco nell'asfalto da cui, una settimana fa, ho visto sbucare un topo, che evidentemente non gradisce quel tipo di impasto. Sempre in via Bonetti, all'altezza del Parco degli Alpini, i cestini dei rifiuti sono strapieni (e meno male che non è tutto sparso a terra)! Ho assistito in diretta al deposito di un sacchetto strapieno dentro uno dei cestini da parte di un ragazzo che girava in monopattino. Ho detto, quasi più a me stessa che a lui, che "così non andava proprio bene..." ha reagito con un sorrisetto e ha proseguito. 
E questa è solo la situazione di una piccolissima zona. 

Penso che l'amministrazione dovrebbe, innanzitutto, rendersi conto della situazione, perché è impensabile che un amministratore consapevole non prenda i relativi provvedimenti.  

Immagino che voi amministratori dobbiate fare bene i conti sulle risorse, ma credo che il decoro del paese, di tutto il paese e non solo della piazza e della Rocca, sia una priorità irrinunciabile. 

A disposizione per confronti e chiarimenti porgo distinti saluti,

Caterina Regazzi,  Spilamberto il 14 luglio 2023 



Alcune immagini













Quando l'alimentazione bioregionale era la norma...

 

 


...ieri sera ho goduto della compagnia di una cara amica. E' un personaggio straordinario di grande sensibilità cultura e profonda gratitudine per la vita. Lei ha cucinato le orecchiette con pomodorini e pecorino. Poi la cicoria catalogna, saltata in padella con aglio olio e peperoncino e ci ha fatto fondere del provolone piccante. E' stata una serata intensa dal punto di vista emotivo. Mi ha consigliato di leggere la “pura gioia” di Seneca per trovare in me stesso quello che ho sempre cercato al di fuori.
 
Sicuramente la cucina tradizionale popolare ha portato la pura gioia alle papille gustative. Immagino osterie e taverne nel regno di Napoli con trecce di agli cipolle e inserti di peperoni peperoncini e pomodorini che fanno bella vista appesi ai muri e ai soffitti assieme ai caciocavalli, nei porti e nei borghi rurali dove una umanità umile, povera, trovava ristoro e cercava i piaceri della vita nel gioco, nel vino e nel suoni di antichi strumenti. 
 
Un dipinto a parole, un quadro che potrebbe essere stato realizzato dai vedutisti settecentesche che trovavano nel calore del popolo italico meridionale grande ispirazione.
 
E attorno ai fuochi della transumanza nella pianura foggiana pecore mucche cavalli montoni capre asini muli, muggiti belati nitriti ragli, polvere odore di letame, meretrici saltimbanchi suonatori pastori truffatori cantastorie mercanti, una umanità sempre più in fuga da se stessa seguendo il percorso delle stelle delle greggi e delle civiltà. Oggi sulle stesse vie si incontrano coloratissime prostitute africane e dei paesi dell’est tra la spazzatura i fuochi il traffico i gas di scarico di camion e automobili, sotto al sole cocente che sembra tutto voglia bruciare o al freddo e al vento di tramontana, attendono al loro destino inquieto e in perenne trasformazione. 
 
 Un fioraio pugliese anziano, da cui lei ha acquistato una piantina da regalare ad una signora a cui è molto affezionata, che oggi compie novantotto anni e lui le ha regalato una rosa.
 
Il tempo è una prigione dalla quale ci illudiamo di evadere finché il sole della giovinezza rischiara l’orizzonte e c’è un filo logico nascosto e la gente c’inciampa nell’invisibile realtà del continuo infinito presente. 

Se chiudiamo gli occhi per vedere ciò che vediamo potremmo vedere noi stessi perché nelle linee che ci liberano dall’infinita regressione dell’io quel che cerchiamo è dentro noi stessi, il resto è nel frigo! Il mio frigo è sempre pieno! 

Come sei filosofico, mi ha detto la mia amica! Spero di ritrovare la voglia e la concentrazione per leggere (e magari anche scrivere), se non ho la mente sgombra faccio fatica a dedicarmi a questa attività sacra e stimolante.
 
Quando ci piace un fiore lo innaffiamo tutti i giorni, una frase alla quale possiamo dare mille significati. Quando amiamo la vita la viviamo giorno per giorno. Quando amiamo il nostro essere lo nutriamo ogni giorno. Quando amiamo la natura siamo sempre delicati con lei. D’altra parte, come direbbe Seneca, viviamo del nulla per il nulla nell’attesa del nulla.
 
 Ferdinando Renzetti





mercoledì 12 luglio 2023

La storia de "Il Principe" riraccontata da Paola Botta Beltramo



Ho scritto  a Franco Fracassi ed agli organizzatori della conferenza che il giornalista terrà a Biella il 14 luglio 2023,  riguardo all’ultima intervista rilasciata da Licio Gelli, che sono stata molto sorpresa nel rilevare, dalla prima parte del documentario “il Principe” di Netflix, che  Vittorio Emanuele di Savoia  era iscritto alla P2 – tessera  1621.

Il documentario, qui una sintesi   https://www.trend-online.com/lifestyle/dirk-hamer-savoia/ narra la tragica morte  di Dirk Hamer, figlio del dr. Rike Geerd Hamer. Dirk fu  ferito a morte  da una scheggia dipartita dalla pallottola sparata dal principe  il 17 agosto 1978. Lo sparo era diretto a   Nichy Pende, nipote di Nicola Pende  che fu  medico di casa Savoia. Il principe fu alterato dalle risate di Pende ed amici, che cenavano nello stesso ristorante nel quale si trovava lui, perché suppose che fossero dovute alla narrazione di fatti riguardanti storie familiari  che il nonno di Pende conosceva.


Fatto singolare che una scheggia colpisca l’arteria femorale di un giovane che dormiva ignaro in uno yacht accanto a quello  dove vi fu lo sparo e altrettanto singolare  ed emblematico che il padre medico di quel giovane, poco dopo la consapevolezza che il suo cancro al testicolo  era stato causato dallo shock emotivo  per la  morte del figlio – lo stesso trauma emotivo causò il tumore al seno di sua moglie,  madre di Dirk , anch’ella medico -  scopra le cinque leggi biologiche esistenti in Natura.


Le  scoperte del dr. Hamer, seppur fortemente contrastate da tutto l’establishment, si sono divulgate in tutto il mondo e ancor più in questi ultimi tre anni di pandemia perché  la quarta legge biologica, quella sui microbi in Natura, consente fin da subito di comprendere se pandemie-epidemie sono  causate da fatti naturali-endogeni o da prodotti di laboratorio.  E pertanto tutta l’attuale virologia viene confutata.


Qui brevi cenni a tale riguardo  in un mio recente  intervento:  https://www.youtube.com/watch?v=Vx2QahygSms

Ho evidenziato anche a Fracassi quanto gli scrissi nel novembre scorso: “ “ iI giornalista Franco Fracassi ha intervistato in esclusiva per Visione tv Igor Nikulin, microbiologo membro della commissione dell’organizzazione delle Nazioni Unite per le armi biologiche. Come scienziato dell’Urss, Nikulin si è occupato di ingegneria genetica per 10 anni: in base a questa esperienza, afferma di conoscere a menadito tutti i biolaboratori ex sovietici (con annessi microganismi stoccati al loro interno) che a partire dal 1991 sono stati acquisiti dagli Usa e che tuttora circondano il territorio della Federazione russa. Il filo del suo racconto, neanche a dirlo, passa per la pandemia Covid e per l’Ucraina” – https://visionetv.it/i-biolaboratori-degli-stati-uniti-in-ucraina-puntata-speciale-a-cura-di-franco-fracassi/  -  https://www.youtube.com/watch?v=pAah7vs02HE

a 12’ ca: “Ci sono tanti modi per diffondere questo virus. Ad esempio i cinesi hanno trovato questo virus nei frutti di mare. Se fosse stato un virus normale non sarebbe stato possibile perché quelli che colpiscono gli uomini non possono vivere anche negli animali, nel pipistrello o negli uccelli, insomma in qualsiasi altro animale. Solo per il fatto che questo tipo di virus vive sia nell’animale che nella persona ci suggerisce che questo virus è stato creato sinteticamente. Lo sanno tutti gli scienziati ma non tutti ne parlano …”


Ma allora questo scienziato ritiene che non sia vera la zoonosi, ossia il salto di specie dei virus dagli animali all’uomo, come sostiene da sempre la virologia per tutte le epidemie-pandemie?

 

Paola  Botta Beltramo




domenica 9 luglio 2023

Se non vogliamo la guerra cominciamo a non uccidere gli animali ...



Quando c’è una guerra nel mondo tutta l’umanità  dovrebbe sentirsi coinvolta,  partecipe del dramma e del dolore delle vittime: nessuno dovrebbe abbandonarsi al divertimento, al piacere, al godimento fine a se stesso; nessuno dovrebbe scordare i feriti, i mutilati, gli affamati, chi è al buio, privato di ogni cosa; nessuno dovrebbe dimenticare chi piange la perdita di un figlio, di una madre, della propria casa. La croce di ognuno è pesante quando nessuno ti aiuta a portarla.


Come può parte dell’umanità giocare, ridere, divertirsi mentre a poche centinaia di chilometri parte della nostra famiglia umana geme nel dolore e nell’orrore della guerra? Come essere indifferenti al dramma di intere popolazioni nel mondo che soffrono la fame, la sete, le malattie, le ingiustizie dovute alle torture, alle esecuzioni capitali dei Regimi autoritari?


Ma questa umanità è incapace di essere umana perché abituata a giustificare con indifferenza l’ecatombe giornaliera di miliardi di animali innocenti trucidati nei mattatoi, nei mari, nei boschi, non per necessità ma per vergognosa abitudine delle sue egoistiche scelte quotidiane.


Abbiamo tradito il compito affidatoci dalla natura di contribuire con la nostra vita al progresso di tutte le cose. Nei mattatoi, scuola di ingiustizia, di crudeltà, di insensibilità, di follia, veri e propri campi di concentramento e di sterminio, si perpetra il male supremo che sconvolge l’ordine universale: miliardi di esseri buoni miti, docili, servizievoli. (mentre urlano piangono e inutilmente chiedono di essere risparmiasti), vengono sistematicamente tormentati, uccisi, annichiliti nel più abissale disprezzo della vita, del dolore, della bellezza, del diverso, della giustizia, del rispetto. In questo luogo infernale vige la legge del più forte sul più debole, della vittoria della morte sulla vita, del dolore sulla gioia, del terrore sulla pace: orrore voluto, richiesto, approvato dalla società umana vittima consapevole della sua stessa abissale indifferenza. Ma il mandante non è meno crudele di chi esegue un delitto. Non v’è violenza umana che non abbia origini dal millenario sfruttamento e uccisione di animali.


Di questo si nutre e si plasma il pensiero e la coscienza degli umani che li rende potenzialmente capaci di qualsiasi delitto verso se stessi e verso il creato. Chi accetta tutto questo abbia il coraggio di essere coerente con se stesso e visiti il mattatoio prima di addentare la prossima bistecca.


Solo se l’umanità sarà educata al pensiero positivo e alla coscienza compassionevole, non ripeterà gli orrori di cui è sempre stata capace di macchiarsi. Per far questo, come diceva Voltaire  “E’ necessario chiudere i mattatoi, a costo di un terremoto economico planetario”.


Non dobbiamo avere pace nei nostri cuori fino a quando lo Stato non si impegnerà, tramite le scuola di ogni ordine e grado a formare il pensiero positivo e la coscienza compassionevole a tutte le classi sociali. Non dobbiamo concedere alla nostra coscienza di acquietarsi finché ogni mattatoio non sarà demolito fino alle fondamenta e considerato luogo di imperitura vergogna;  non dormiremo senza incubi finché non sarà chiuso per sempre l’ultimo stabulario e distrutta nel fuoco ogni arma letale.


Franco Libero Manco




venerdì 7 luglio 2023

Meditate, meditate gente...

 


Meditazione o mente, questi sono gli unici due modi di vivere. O, per dirla in un altro modo, si può essere beati o infelici!

La mente è una macchina che crea sofferenza, produce sofferenza. E quando hai finito con una sofferenza, ne produce un’altra. E così via…

La mente non può creare altro che infelicità e c’è una ragione. La mente può esistere solo nella sofferenza, quindi dipende da essa. Nel momento in cui l’infelicità scompare non hai più bisogno della mente.

Ho sentito raccontare la storia del manager di un ufficio molto grande. Non si era mai preso un solo giorno di ferie, non era mai andato in vacanza.

Qualcuno gli chiese: “Perché non vai mai in vacanza? Vai sull’Himalaya o in qualche località estiva”.

Disse: “Non posso, per il semplice motivo che non voglio che i capi sappiano che sono assolutamente inutile. Se me ne vado per quindici giorni, verranno tutti a sapere che non sono affatto necessario, che tutto va avanti anche senza di me. Sto seduto qui senza fare nulla. Sono semplicemente inutile, questo posto di lavoro non è affatto necessario. Quindi non è possibile per me andare in vacanza, perché rivelerebbe che il mio posto è assolutamente non necessario, quindi devo tenermelo stretto”.

La mente sa perfettamente di essere necessaria solo nell’infelicità, perché dipendi da lei per trovare una via d’uscita. Continua a creare nuove difficoltà, così hai bisogno del suo aiuto.

 Osho 




Tratto da: Just the Tip of the Iceberg 

domenica 2 luglio 2023

L'educazione necessaria...



            L’essere umano, per sua natura, non può vivere senza ideali e quando questi mancano li si cerca in qualunque surrogato;  nella violenza di gruppo, nella droga, nel sesso, nel denaro, nel potere ecc.  La cultura dominante dei media, improntata più sull’apparire e sull’avere che sull’essere, non dà alla popolazione ciò che aiuta a progredire ma quello che la massa, spesso priva di senso critico, ambisce quando asseconda le sue più insane tendenze.


            Le penultime generazioni non hanno trasmesso, se non in parte, a queste ultime, virtù, regole dell’armonico vivere e soprattutto ideali che diano un senso all’esistenza, probabilmente perché a loro volta non le hanno ricevute dalla precedente generazione uscite dagli anni bui della guerra. Anche perché i grandi ideali di libertà e benessere economico, agognati da tutte le generazioni precedenti, sono state raggiunte quasi dappertutto (almeno in occidente)  e senza questi i giovani moderni si trovano in una società senza punti di riferimento e non sono rari i casi di suicidio tra i giovanissimi.   


            La società consumistica e tecnologica spesso priva i genitori del tempo necessario ad educare i figli che spesso trattano come amici ed elargiscono loro, senza misura, ciò che essi stessi non hanno avuto, mentre certe cose bisogna conquistarsele e meritarsele per dar loro il valore che hanno.


            Così succede che i giovani (non tutti per fortuna) disorientati trovano sfogo nel bullismo, nella prevaricazione, nell’umiliazione dell’altro, nella voglia di dominio, di affermare con la forza la propria presunta superiorità: componenti motivazionali che lasciano presagire pericolosi prodromi di manifestazioni in chi da adulto tende a trasgredire le regole.


            Ed è penoso constatare come troppo spesso i giovani si manifestino arroganti, irrispettosi, sgarbati, volgari. Gentilezza, garbo, rispetto termini ormai fuori contesto.  In un discorso si appare anacronistici se se non si intercala alla propria esposizione termini che in altri tempi erano ad appannaggio degli “scaricatori di porto”. E i conduttori televisivi non sono di meno. Non vi è trasmissione o dibattito in cui non si faccia largo uso di parolacce e termini offensivi. E i modelli televisivi, i cosiddetti influencer,  non danno il buon esempio anche nelle canzoni quando non esitano a intercalare espressioni a dir poco avvilenti.   Libertà è esprimersi senza condizionamenti e senza falsi pudori? Credo che la civiltà ci impone di procedere non solo verso l’evoluzione del modo di essere ma di esprimersi.


 Franco Libero Manco





            “Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova guidato da coppieri che gliene versano quanta ne vuole fino ad ubriacarlo, accade allora che se i governanti tentano di resistere alle sempre più esigenti richieste dei sudditi sono definiti tiranni.

Ed avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è considerato un uomo senza carattere, un servo; che i padri impauriti finiscono per trattare i figli come pari e non sono più onorati; che i maestri non osano più rimproverare gli scolari, che se ne beffano; e infine che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi e questi, per non sembrare troppo severi, danno loro ragione.

In un siffatto clima di libertà, e nel nome della medesima, finisce che non vi è riguardo né rispetto per nessuno. Allora, in mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la dittatura”    

PLATONE da La Repubblica, libro VIII