venerdì 14 luglio 2023

Quando l'alimentazione bioregionale era la norma...

 

 


...ieri sera ho goduto della compagnia di una cara amica. E' un personaggio straordinario di grande sensibilità cultura e profonda gratitudine per la vita. Lei ha cucinato le orecchiette con pomodorini e pecorino. Poi la cicoria catalogna, saltata in padella con aglio olio e peperoncino e ci ha fatto fondere del provolone piccante. E' stata una serata intensa dal punto di vista emotivo. Mi ha consigliato di leggere la “pura gioia” di Seneca per trovare in me stesso quello che ho sempre cercato al di fuori.
 
Sicuramente la cucina tradizionale popolare ha portato la pura gioia alle papille gustative. Immagino osterie e taverne nel regno di Napoli con trecce di agli cipolle e inserti di peperoni peperoncini e pomodorini che fanno bella vista appesi ai muri e ai soffitti assieme ai caciocavalli, nei porti e nei borghi rurali dove una umanità umile, povera, trovava ristoro e cercava i piaceri della vita nel gioco, nel vino e nel suoni di antichi strumenti. 
 
Un dipinto a parole, un quadro che potrebbe essere stato realizzato dai vedutisti settecentesche che trovavano nel calore del popolo italico meridionale grande ispirazione.
 
E attorno ai fuochi della transumanza nella pianura foggiana pecore mucche cavalli montoni capre asini muli, muggiti belati nitriti ragli, polvere odore di letame, meretrici saltimbanchi suonatori pastori truffatori cantastorie mercanti, una umanità sempre più in fuga da se stessa seguendo il percorso delle stelle delle greggi e delle civiltà. Oggi sulle stesse vie si incontrano coloratissime prostitute africane e dei paesi dell’est tra la spazzatura i fuochi il traffico i gas di scarico di camion e automobili, sotto al sole cocente che sembra tutto voglia bruciare o al freddo e al vento di tramontana, attendono al loro destino inquieto e in perenne trasformazione. 
 
 Un fioraio pugliese anziano, da cui lei ha acquistato una piantina da regalare ad una signora a cui è molto affezionata, che oggi compie novantotto anni e lui le ha regalato una rosa.
 
Il tempo è una prigione dalla quale ci illudiamo di evadere finché il sole della giovinezza rischiara l’orizzonte e c’è un filo logico nascosto e la gente c’inciampa nell’invisibile realtà del continuo infinito presente. 

Se chiudiamo gli occhi per vedere ciò che vediamo potremmo vedere noi stessi perché nelle linee che ci liberano dall’infinita regressione dell’io quel che cerchiamo è dentro noi stessi, il resto è nel frigo! Il mio frigo è sempre pieno! 

Come sei filosofico, mi ha detto la mia amica! Spero di ritrovare la voglia e la concentrazione per leggere (e magari anche scrivere), se non ho la mente sgombra faccio fatica a dedicarmi a questa attività sacra e stimolante.
 
Quando ci piace un fiore lo innaffiamo tutti i giorni, una frase alla quale possiamo dare mille significati. Quando amiamo la vita la viviamo giorno per giorno. Quando amiamo il nostro essere lo nutriamo ogni giorno. Quando amiamo la natura siamo sempre delicati con lei. D’altra parte, come direbbe Seneca, viviamo del nulla per il nulla nell’attesa del nulla.
 
 Ferdinando Renzetti





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