2 agosto 2020, siamo partiti da Spilamberto nel pomeriggio alla volta di Riccione per andare a trovare gli amici Upahar e Venu, approfittando per fare una sosta nel viaggio da Spilamberto a Treia, dove mi fermerò per un po' di ferie. Siamo stati accolti con grande calore dai nostri amici. Il calore era anche nell'aria, infatti in questi giorni fa un caldo micidiale.
Per fortuna loro avevano un bel programma che portano avanti tutte le domeniche: si ritrovano con amici al Parco della Resistenza con i loro strumenti e le loro voci oltre alla loro presenza per eseguire una sessione di canti sacri. Il luogo, ove noi non eravamo mai stati, era abbastanza fresco e ombroso, con un alto pino marittimo che segnava il posto per la santa coppia che gentilmente ha voluto aspettare il nostro arrivo.
Una volta sistemati noi, alcuni loro amici, gli strumenti e tutto quanto abbiamo cominciato a cantare e siamo andati avanti per un paio di ore. Poi siamo andati a casa loro, dove siamo rimasti per la notte in una stanza particolare, piena di ricordi e di oggetti dell'anziana madre di Venu e non solo. Abbiamo mangiato "cassoni" (specie di piadine ripiegate e ripiene di verdura cotta amara, fatti da Venu e un dolce alla frutta fatto da Upa.
Dopo una nottata all'insegna della caccia alle zanzare, ma in letti abbastanza comodi, ci siamo alzati e, tutti insieme , siamo andati a fare colazione al bar più vicino e poi... partenza per Treia.... e questa sarebbe un'altra storia!
Caterina Regazzi
P.S. Quella che segue è un'invocazione alla Madre Universale scritta da Upahar e data a Paolo la mattina in cui ci siamo salutati.
“Dea.
Madre di molti nomi,
di cui il veicolo è ogni amore, ogni dolore,
di cui il terreno di caccia è questo mondo benedetto e spezzato,
chi chiama Lei deve osare la visione unica, chi grida a Lei sta dentro il fuoco sacro.
Madre trascendo il pensiero;
Le profonde, illuminate, scritture dello spirito,
raccolte nei giorni di grazie, Suo sacrificio;
l'incantesimo di nascita e morte, Suo legame mistico
tutto il tempo il Suo sorriso, tutti i cuori il Suo Santuario selvaggio.
Madre della compassione feroce, di cui la risata risuona attraverso i campi dell'essere;
chi canta la Sua verità segreta è perso per sempre.
Scintille dalla Sua fiamma saliamo lasciando nessuna traccia.
Chi si rivolge a Lei non si trova più. (In memoriam J.R.)”
(Upahar Anand)
Madre di molti nomi,
di cui il veicolo è ogni amore, ogni dolore,
di cui il terreno di caccia è questo mondo benedetto e spezzato,
chi chiama Lei deve osare la visione unica, chi grida a Lei sta dentro il fuoco sacro.
Madre trascendo il pensiero;
Le profonde, illuminate, scritture dello spirito,
raccolte nei giorni di grazie, Suo sacrificio;
l'incantesimo di nascita e morte, Suo legame mistico
tutto il tempo il Suo sorriso, tutti i cuori il Suo Santuario selvaggio.
Madre della compassione feroce, di cui la risata risuona attraverso i campi dell'essere;
chi canta la Sua verità segreta è perso per sempre.
Scintille dalla Sua fiamma saliamo lasciando nessuna traccia.
Chi si rivolge a Lei non si trova più. (In memoriam J.R.)”
(Upahar Anand)
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