"C’era due volte il barone Lamberto, ovvero i misteri dell’isola di San Giulio", un libro che avevo letto nell’estate tra la prima e la seconda media quella del 1982. La stessa stagione che sta vivendo Carolina e come lei molte delle ragazze e dei ragazzi miei studenti di scuola.
In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta, in mezzo al lago c’è l’isola di San Giulio. Sull’isola c’è la villa del Barone Lamberto, molto ricco e sempre malato.
Le sue malattie sono 24 e solo il fedele Anselmo è in grado di ricordarsele e le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo Taccuino; asma, arteriosclerosi, artrite, artrosi, bronchite cronica è così avanti fino alla zeta di zoppia.
Alle volte il barone sente un dolorino e allora domanda al maggiordomo. “Una fitta qui è una fitta lì?” “Numero 7 Barone, ulcere duodenale”. “Anselmo ho ancora le vertigini.
Cosa sarà mai?” “Numero 9 signor Barone, il fegato. Ma potrebbe esserci anche lo zampino del numero 25 , la tiroide.”
“Anselmo oggi vado malissimo con il 23, le tonsille?”
Il barone Lamberto , proprietario di 24 banche di cui controlla i profitti, ha chiamato 6 persone che sono pagate per ripetere giorno e notte ininterrottamente il
suo nome.
Lamberto, Lamberto, Lamberto, Lamberto....
Comincia la Signora Delfina, continua il Signor Armando, finisce il Signor Giacomini, attacca la Signora Zanzi e poi tocca al Signor Bergamini e quindi alla Signora Merlo ed ecco di nuovo la Signorina Delfina.
Comincia la Signora Delfina, continua il Signor Armando, finisce il Signor Giacomini, attacca la Signora Zanzi e poi tocca al Signor Bergamini e quindi alla Signora Merlo ed ecco di nuovo la Signorina Delfina.
Quelle voci danno una sensazione di sicurezza perché, come aveva svelato il segreto del Faraone d’Egitto, l’uomo di cui il nome è pronunciato resta in vita.
Al centro c’è la voce umana che diventa valore e lavoro. Le voci sanno tenere in vita e non possono essere registrate, ma pronunciate dal vivo a pieni polmoni. Voci in presenza per vivere la giusta distanza con l’invecchiare e le malattie.
Gianni Rodari riesce a parlare a tutti con una grammatica della fantasia unica, la sua che coinvolge grandi e piccoli. Esperto di carambole lessicali, giochi di parole che aprono alle geografie e ai paesaggi. Incanta adulti e bambini con la forza della parola e l’energia dei nomi delle città, dei luoghi della sua infanzia, dei campanili, dei laghi e delle montagne.
Al centro c’è la voce umana che diventa valore e lavoro. Le voci sanno tenere in vita e non possono essere registrate, ma pronunciate dal vivo a pieni polmoni. Voci in presenza per vivere la giusta distanza con l’invecchiare e le malattie.
Gianni Rodari riesce a parlare a tutti con una grammatica della fantasia unica, la sua che coinvolge grandi e piccoli. Esperto di carambole lessicali, giochi di parole che aprono alle geografie e ai paesaggi. Incanta adulti e bambini con la forza della parola e l’energia dei nomi delle città, dei luoghi della sua infanzia, dei campanili, dei laghi e delle montagne.
E attraverso una girandola di situazioni esilaranti ci porta a vivere la morte come una prova di vita.... al funerale del Barone Lamberto c’era da aspettarselo dalla cassa escono colpi energici.” Un funerale sbagliato!” esclama
Lamberto,” tutto da rifare , da rimandare a data da destinarsi perché il morto non gioca più“.
Lamberto,” tutto da rifare , da rimandare a data da destinarsi perché il morto non gioca più“.
Lamberto è vivo e il primo funerale nella storia del Lago d’Orta che si conclude con il lieto fine.
Un libro con più di quarant’anni che offre ore di divertimento e regala chiavi di lettura per interpretare trasformare il mondo surreale dove tanti morti sono molto più vivi dei vivi che fingono vita ma che sono già morti da tempo.
Un libro con più di quarant’anni che offre ore di divertimento e regala chiavi di lettura per interpretare trasformare il mondo surreale dove tanti morti sono molto più vivi dei vivi che fingono vita ma che sono già morti da tempo.
Roberta Pestalozza
I may give this book a try if i can find it in english!
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