Ricorre il 16 gennaio 2017 il ventiseiesimo anniversario dell’inizio della prima guerra del Golfo.
In questo quarto di secolo gli orrori si sono succeduti agli orrori: in una escalation che ricorda quella che dall’orrore della Grande Guerra di un secolo fa porto’ ai totalitarismi ed ai genocidi fino all’immane ecatombe della seconda guerra mondiale; in una escalation che oggi dispone di ordigni tali, ed in quantita’ tale, da poter distruggere la civilta’ umana e contaminare irreversibilmente la biosfera.
Occorre avviare al piu’ presto il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, occorre costruire al piu’ presto la pace con mezzi di pace, prima che guerra e terrore estinguano la civilta’ umana.
Ed occorre assumere la piena consapevolezza che occorre ad un tempo opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni (mai dimenticando che l’oppressione maschilista e’ la prima radice e il primo modello di tutte le altre oppressioni e violenze).
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In questo momento nulla e’ piu’ urgente che fermare l’escalation bellica e terroristica.
E per fermarla occorre agire a diversi livelli:
– far cessare le guerre in corso, e a tal fine occorre in primo luogo il disarmo a tutti i livelli, cominciando col proibire ovunque e a chiunque la produzione, il commercio e il possesso di armi; in secondo luogo la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle istituzioni, delle culture, delle societa’; in terzo luogo la realizzazione di processi di dialogo e di riconciliazione, di democratizzazione delle relazioni, di promozione del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
– contrastare il terrorismo e tutti i poteri criminali con la forza della legalita’, della democrazia che estingue la violenza;
– difendere la biosfera dalla catastrofe provocata da scelte di sviluppo dissennate e insostenibili che occorre immediatamente correggere, fermare o invertire;
– promuovere buone pratiche sociali e culturali che in una prassi concreta e coerente formino alla coscienza dei comuni diritti e doveri, all’impegno comune per il bene comune;
– uscire dalla politica della violenza ed avviare la politica della nonviolenza.
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A tutte le persone di volonta’ buona chiediamo in particolare: di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita’ e della dignita’ umana di tutti gli interlocutori; di essere sempre assolutamente chiari nell’opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
Comitato Nonviolento
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