Il motivo per il quale vi scriviamo è che avremmo intenzione di organizzare un incontro nazionale tra le varie realtà impegnate nella lotta alla guerra ed il militarismo, non solo per discutere delle iniziative di opposizione all’esercitazione Trident Juncture 2015, ma anche per provare a rimettere in connessione gli organismi ed i singoli antimilitaristi.
La scelta migliore sarebbe ovviamente una data nella prima decade di ottobre, ma ci rendiamo conto che per chi vive lontano da Napoli è alquanto complicato muoversi due volte dalle proprie sedi per partecipare sia alla riunione che alla manifestazione di fine ottobre.
Pertanto vi chiediamo di farci sapere innanzitutto se siete interessati a partecipare ad un incontro in cui si discuta del possibile rilancio del movimento contro la guerra ed in caso affermativo se ritenete più utile di far coincidere questo incontro con la manifestazione nazionale (il giorno successivo o precedente).
Per chi non fosse di Napoli vi comunichiamo anche un piccolo successo ottenuto in occasione del giorno di San Gennaro. In tale data infatti era previsto un concerto della banda musicale della Nato per celebrare il santo. Come comitati locali contro la guerra ci siamo attivati per organizzare una denuncia ed una mobilitazione contro questa scelta, ma il comitato promotore dei festeggiamenti, avuta notizia della nostra iniziativa, ha soppresso il previsto concerto della banda.
Un piccolo successo contro i tentativi di creare consenso intorno agli apparati militari e agli strumenti di guerra che ci incoraggia nel prosieguo delle mobilitazioni.
In attesa di un vostro riscontro cordiali saluti a tutti.
assembleanowar.na@gmail.com |
Di seguito copia dell’appello con l’elenco delle adesioni aggiornate che vi invitiamo a far ulteriormente girare per far crescere le adesioni alla mobilitazione.
Intanto vi ricordiamo che è attiva la pagina facebook per la campagna contro le esercitazioni Trident: https://www.facebook.com/NO-
OPPONIAMOCI
ALl’esercitazione Trident Juncture 2015
NO
ALLA NATO, alle aggressioni imperialiste
e
alle spinte verso un nuovO SCONTRO mondiale
Le contraddizioni causate
dal dominio capitalistico ancora una volta stanno producendo crisi
economica, rafforzamento della competizione tra le grandi potenze,
aggressioni dirette ed indirette ai popoli dei Paesi più deboli e
rafforzamento del militarismo. Ancora una volta si stanno creando le
condizioni per un nuovo conflitto mondiale che tutte le classi
dirigenti dicono di non volere ma che rafforzano ogni giorno di più
con le loro scelte economiche, politiche e militari.
Le potenze occidentali,
con capofila gli USA, per quanto in competizione anche tra di loro,
perseguono al momento una politica unitaria nei confronti delle
potenze emergenti di Russia e Cina ma soprattutto nella manomissione
e aggressione verso i Paesi più deboli. Di tale politica unitaria la
NATO è il dispositivo principale: uno strumento di convergenza e di
coordinamento degli interessi dominanti dell'imperialismo
euro-atlantico, uno strumento offensivo al servizio delle mire
espansionistiche ed interventistiche delle grandi potenze
occidentali, a scala planetaria, che tanti disastri stanno provocando
in giro per il mondo. Dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan,
dall’Iraq alla Libia, passando per il sostegno ai cosiddetti
“rivoltosi” di Ucraina e Siria, la Nato ha seminato morte e
distruzione contro popolazioni e Paesi che non rappresentavano
nessuna minaccia per l’Europa e per gli USA.
Ma il crescente
militarismo, la corsa agli armamenti da esso indotto e la
militarizzazione dei territori degli stessi Paesi facenti parte della
NATO si rivela essere un potente strumento in mano ai governanti e
alle classi dirigenti per disciplinare anche le proprie popolazioni,
per imporre una gestione sempre più autoritaria delle istituzioni,
per ridurre le possibilità di ribellarsi alle conseguenze della
crisi ed alle politiche che l’accompagnano a difesa dei grandi
poteri economici finanziari ed industriali.
Per tale motivo la lotta
contro la NATO rappresenta uno dei nodi principali per contrastare il
crescente militarismo, la politica di aggressione e le spinte verso
una Terza guerra mondiale.
Dal 3 ottobre fino al 6
novembre si svolgerà in Italia, Spagna e Portogallo la «Trident
Juncture 2015» (TJ15), definita dallo U.S. Army Europe «la più
grande esercitazione Nato dalla caduta del Muro di Berlino». Con 36
mila uomini, oltre 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 paesi (28 Nato
più 5 alleati), questa esercitazione servirà a testare la forza di
rapido intervento - Nato Response Force (NRF) - (circa 40mila
effettivi) e soprattutto il suo corpo d’élite (5mila effettivi),
la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), enfaticamente
soprannominata “Spearhead” (punta di lancia), in grado di essere
schierata in meno di 48 ore per rispondere “alle sfide alla
sicurezza sui nostri fianchi meridionale e orientale”. In
altre parole ad intervenire rapidamente, portando la “guerra
preventiva”, ovunque si ritengono minacciati gli interessi
occidentali estendendo, quindi, l’azione della Nato ad ogni angolo
del mondo.
Parteciperanno
all’esercitazione, oltre ad alcune tra le maggiori organizzazioni
internazionali e governative, anche varie associazioni cosiddette
umanitarie e diverse ONG, a dimostrazione della funzione collaterale
alle politiche interventiste delle grandi potenze che molte di esse
svolgono. Soprattutto vi parteciperanno le industrie militari di 15
paesi pronte a fare altri profitti fornendo le nuove armi di cui la
Nato avrà bisogno.
Sebbene
rappresenti un appuntamento decisivo per certificare le nuove
strategie interventiste, Trident Juncture 2015 non è la sola grande
esercitazione militare messa in campo dalla Nato.
Dall’“esplosione”
della crisi ucraina le esercitazioni a ridosso dei confini russi sono
più che raddoppiate. Decine di migliaia di uomini e centinaia di
mezzi hanno partecipato alle manovre aereo-navali nel mar Nero, al
largo delle coste sia di Romania e Bulgaria che della Georgia, nel
mar Baltico, al largo della Norvegia e delle Repubbliche baltiche,
rafforzando di fatto la presenza navale Nato. E ancora, esercitazioni
terrestri in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e nei Paesi baltici
cui si sta accompagnando un crescente processo di riarmo con il
trasferimento in questi Paesi di centinaia di carri armati, pezzi di
artiglieria ed altri mezzi militari e l'avvio del programma di
dispiegamento della cosiddetta “Difesa antimissile” in Polonia.
Una
provocatoria stretta militare sulla Russia che, insieme alle
pressioni sulla Cina con il dispiegarsi di mezzi militari nel Mar
Cinese, aumenta il rischio di uno scontro diretto tra grandi potenze,
portandoci dritti ad un nuovo conflitto militare internazionale.
Ma l’esercitazione è
anche una prova di forza diretta a quei Paesi o pezzi di Paesi
(ormai) riluttanti ad accettare supinamente il dominio
dell’imperialismo. E’ di appena qualche giorno fa il minaccioso
appello che i principali membri della Nato, Italia in primis, hanno
indirizzato “a tutte le fazioni libiche” perché arrivino ad un
“governo di concordia nazionale che, in cooperazione con la
comunità internazionale, possa garantire la sicurezza al Paese
(alias agli affari dei “nostri” imprenditori, al “nostro”
petrolio, alle “nostre” coste) contro i gruppi di estremisti
violenti che cercano di destabilizzarlo”.
Un pretesto, quello del
terrorismo e dell’ISIS, che, insieme alla lotta contro i
trafficanti di esseri umani, serve a legittimare le guerre e le
occupazioni militari in corso in alcuni Paesi e le nuove aggressioni,
al Medio e Vicino Oriente come ai Paesi dell’Africa Nord e
sub-sahariana. Il via libera alla missione navale EuNavForMed con
cinque navi militari, due sottomarini, l’uso dei droni, tre
elicotteri e un migliaio di soldati per bloccare la partenza dei
migranti dalle coste libiche, è solo la fase preparatoria di un
nuovo intervento in Libia di cui l’Italia si candida ad essere
capofila. Così come l’annuncio da parte di Francia e Gran Bretagna
dell’invio di aerei in Siria per bombardare ufficialmente le
postazioni dell’ISIS, ma di fatto l’esercito siriano, è un salto
di qualità in direzione di un’aggressione diretta alla Siria.
Come al solito le
diplomazie dei governi occidentali si vestono da (presunti) pompieri
dopo che hanno provveduto essi stessi ad appiccare l’incendio. Così
ora si crea un allarme per l’arrivo di tanti immigrati come se le
politiche di strozzinaggio e di rapina prima e di aggressione
militare diretta ed indiretta poi, di cui sono stati artefici, non
fossero la causa scatenante di questo enorme afflusso di immigrati.
Così l’emergenza immigrati viene strumentalizzata per giustificare
un ulteriore livello di militarizzazione e per creare consenso alle
politiche interventiste facendo leva sulla più bieca propaganda
razzista di cui in Italia è capofila la Lega di Salvini. Le orribili
scene di morte, che, data la presenza dei barconi, l’esercitazione
nel Mediterraneo rischia di moltiplicare, e la repressione di questi
giorni verso chi fugge da guerra, fame e devastazione ambientale
rendono ancora più doveroso uno schieramento netto al fianco degli
immigrati ed una mobilitazione forte contro queste odiose campagne
xenofobe.
Opporsi alle
esercitazioni per dire no alla politica di aggressione della Nato ed
alla politica militarista del nostro governo è necessario.
Non possiamo essere
complici della politica imperialista di distruzione e sfruttamento.
Non possiamo più accettare che mentre ci chiedono continui sacrifici
per “uscire dalla crisi economica”, mentre tagliano salari e
pensioni, la sanità, la scuola, i trasporti, rendendo precaria la
nostra stessa sopravvivenza, continuano a spendere miliardi per le
spese militari che hanno ormai raggiunto cifre spaventose (la spesa
militare italiana, secondo il SIPRI, nel 2014, è stata di circa 30
miliardi di dollari).
Non possiamo permettere
che mentre si strozzano Paesi come la Grecia e si spendono centinaia
di milioni per impedire l’arrivo dei migranti o per tenerli in
lager come i CIE, ogni minuto si spendono nel mondo, con scopi
militari, 3,4 milioni di dollari, 204 milioni ogni ora, 4,9 miliardi
al giorno con il solo obiettivo di accrescere i profitti e difendere
i privilegi delle classi dominanti.
L’esercitazione Trident
Juncture 2015 sarà guidata dal Jfc Naples, comando Nato (con
quartier generale a Lago Patria, Napoli) agli ordini dell’ammiraglio
USA Ferguson, che è a capo delle Forze navali USA in Europa e delle
Forze navali del Comando Africa. Non è occasionale: il Jfc Naples,
infatti, si alternerà annualmente con Brunssum (Olanda) nel comando
operativo della Nato Response Force, confermando il ruolo decisivo di
Napoli nelle strategie dei comandi militari.
E’ per questo che, a
partire dalla Sicilia, dalla Sardegna, da Poggio Renatico (Ferrara),
da Pratica di Mare e Pisa, tutti coinvolti nell’esercitazione,
proponiamo di costruire insieme una forte mobilitazione contro la
Trident Juncture, la militarizzazione dei territori e le politiche di
guerra, su tutto il territorio nazionale da far confluire in una
manifestazione nazionale a
Napoli il 24 ottobre.
Anche negli altri Paesi
coinvolti dall’esercitazione - ad es., a Saragoza e Barbate, in
Spagna - gli attivisti antimilitaristi hanno avviato una
campagna di opposizione alle manovre Nato e stanno preparando
mobilitazioni.
Lavoriamo sin da ora a
coordinare le tante opposizioni che si daranno dentro e fuori
dall’Italia per allargare e dare continuità ad un movimento contro
la Nato e la guerra.
Napoli
24 ottobre 2015 Manifestazione Nazionale per dire:
- No all’esercitazione militare NATO “Trident Juncture 2015”
- No alle aggressioni militari e a qualsiasi ingerenza e manomissione portata avanti dalle potenze imperialiste
- No alla militarizzazione dei territori, alle servitù militari e alla devastazione ambientale
- No alle campagne razziste e xenofobe
- Si al diritto d’asilo europeo per tutti i profughi ed al diritto alla libera circolazione per tutti gli immigrati;
- Si al taglio delle spese militari e l’incremento delle spese sociali per: casa, lavoro, servizi sociali, reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente...
Promotori:
Alex Zanotelli Padre missionario comboniano
Comitato napoletano “Pace e disarmo”
Rete Napoli No War
Prime adesioni collettive:
Assadakah; Alba informazione; Centro sociale ex Canapificio di Caserta; Circolo Vegetariano VV.TT.; Cobas Napoli; Collettivo Comunista ( maxista-leninista) di Nuoro; Comitato BDS Campania; Comitato NO Base NATO Lago Patria; Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'Acqua; Coordinamento NoTriv Terra di Bari; c.s.o.a. Officina99-Lab.Occ.Ska; E la caserma crollò – Napoli; Ex Opg Occupato "Je so' Pazzo"; Esseblog; IPRI - Rete CCP (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace - Rete Corpi Civili di Pace); L’amico dolce – gruppo di volontariato; Laboratorio Politico Iskra; Laboratorio Politico Kamo; Mondo senza Guerre e senza Violenza; Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi; Movimento immigrati e rifugiati di Caserta; Pax Christi Napoli; Partito della Rifondazione Comunista; Redazione www.ildialogo.org (Giovanni Sarubbi – direttore); Red Link; Rete antirazzista catanese; Rete campana salute e ambiente; Rete dei Comunisti; Rete No War – Roma; Rete Radiè Resch – Gruppo di Salerno; Ross@; Scuola di Pace – Napoli; Si Cobas Napoli; Si Cobas Caserta; Sinistra anticapitalista Napoli; VAS (Verdi Ambiente e Società) NAPOLI; Laboratorio Zero81 - Napoli
Prime adesioni individuali
Alessandro Santoro - prete della comunità delle Piagge; Angelo Agrippa operatore culturale Napoli; Antonio Mangione giornalista Giugliano; Bruno Antonio Bellerate Professore- Rocca di Papa (RM); Claudia Berton, Verona (insegnante e scrittrice); Daniela Aluzzi impiegata Pozzuoli; Emanuela Maglione neuropsicomotricista Napoli; Francesco -Franceschino-Nieddu impiegato da Nuoro; Gianni Lixi Cagliari; Gigliola Izzo scrittora Lago Patria; Giuseppe Zambon Frankfurt; Luisa Cerqua agente di commercio Giugliano; Luigi Grillo- avvocato di Torre del Greco; Maite (Maria Teresa Iervolino), Prc Napoli; Marcello Console, Lanciano; Milena Roberti insegnante Napoli; Ottavio Iommelli medico Napoli; Pietro Evangelista ricercatore Napoli; Roberto Sabia ricercatore Roma; Raffaele Gargiulo fisioterapista Napoli;
Prime adesioni di artisti
Associazione Illimitarte; Associazione Angeliblues; Capatosta; Juke Joint bb; Lino Vairetti musicista Napoli; Donato Corbo musicista Potenza; Lorenzo Federici musicista Napoli; Canio Loguercio artista Roma; Enzo Nini musicista Napoli; Brunella Selo musicista Napoli; Manuel Carotenuto musicista Napoli; Renato Federico musicista Napoli; Geremia Tierno musicista Napoli; Umberto Sirigatti musicista Napoli; Guido Migliaro musicista Napoli; Raffaele Cardone musicista Villaricca; Luciano Nini musicista Napoli; Maurizio Capone musicista Napoli; Daniele Sepe musicista Napoli; Rocco de Rosa musicista Roma; Gennaro Porcelli musicista Napoli
Comitato napoletano “Pace e disarmo”
Rete Napoli No War
Prime adesioni collettive:
Assadakah; Alba informazione; Centro sociale ex Canapificio di Caserta; Circolo Vegetariano VV.TT.; Cobas Napoli; Collettivo Comunista ( maxista-leninista) di Nuoro; Comitato BDS Campania; Comitato NO Base NATO Lago Patria; Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'Acqua; Coordinamento NoTriv Terra di Bari; c.s.o.a. Officina99-Lab.Occ.Ska; E la caserma crollò – Napoli; Ex Opg Occupato "Je so' Pazzo"; Esseblog; IPRI - Rete CCP (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace - Rete Corpi Civili di Pace); L’amico dolce – gruppo di volontariato; Laboratorio Politico Iskra; Laboratorio Politico Kamo; Mondo senza Guerre e senza Violenza; Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi; Movimento immigrati e rifugiati di Caserta; Pax Christi Napoli; Partito della Rifondazione Comunista; Redazione www.ildialogo.org (Giovanni Sarubbi – direttore); Red Link; Rete antirazzista catanese; Rete campana salute e ambiente; Rete dei Comunisti; Rete No War – Roma; Rete Radiè Resch – Gruppo di Salerno; Ross@; Scuola di Pace – Napoli; Si Cobas Napoli; Si Cobas Caserta; Sinistra anticapitalista Napoli; VAS (Verdi Ambiente e Società) NAPOLI; Laboratorio Zero81 - Napoli
Prime adesioni individuali
Alessandro Santoro - prete della comunità delle Piagge; Angelo Agrippa operatore culturale Napoli; Antonio Mangione giornalista Giugliano; Bruno Antonio Bellerate Professore- Rocca di Papa (RM); Claudia Berton, Verona (insegnante e scrittrice); Daniela Aluzzi impiegata Pozzuoli; Emanuela Maglione neuropsicomotricista Napoli; Francesco -Franceschino-Nieddu impiegato da Nuoro; Gianni Lixi Cagliari; Gigliola Izzo scrittora Lago Patria; Giuseppe Zambon Frankfurt; Luisa Cerqua agente di commercio Giugliano; Luigi Grillo- avvocato di Torre del Greco; Maite (Maria Teresa Iervolino), Prc Napoli; Marcello Console, Lanciano; Milena Roberti insegnante Napoli; Ottavio Iommelli medico Napoli; Pietro Evangelista ricercatore Napoli; Roberto Sabia ricercatore Roma; Raffaele Gargiulo fisioterapista Napoli;
Prime adesioni di artisti
Associazione Illimitarte; Associazione Angeliblues; Capatosta; Juke Joint bb; Lino Vairetti musicista Napoli; Donato Corbo musicista Potenza; Lorenzo Federici musicista Napoli; Canio Loguercio artista Roma; Enzo Nini musicista Napoli; Brunella Selo musicista Napoli; Manuel Carotenuto musicista Napoli; Renato Federico musicista Napoli; Geremia Tierno musicista Napoli; Umberto Sirigatti musicista Napoli; Guido Migliaro musicista Napoli; Raffaele Cardone musicista Villaricca; Luciano Nini musicista Napoli; Maurizio Capone musicista Napoli; Daniele Sepe musicista Napoli; Rocco de Rosa musicista Roma; Gennaro Porcelli musicista Napoli
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