giovedì 30 marzo 2023

Roma: Z30 pazzerella?


L'odierno, artigianale, Bollettino strage stradale di Roma e provincia: 44° vittima in 89 giorni (1 gen./30 marzo) ovvero 1 morto ogni 2 giorni.


Marzo è pazzerello: se c'è il sole, prendi l'ombrello. 


Nel marzo 2023, per il giorno 15,  l'Amministrazione Capitolina promuove l'Evento "ROMACITTA' 30"  .  

Denominando l'evento "ROMACITTA' 30" si induce il lettore a ritenere la massima velocità 30 km/h applicata alla intera citata Città. Pertanto, non è paragonabile alla "Z30", cioè la velocità massima 30 km/h applicata in alcune aree/Zone della Città. 


Il 16 marzo, ROMAMOBILITA.IT emette la seguente notizia:

https://romamobilita.it/it/media/pp/sicurezza-stradale-lamministrazione-continua-lavoro-isole-ambientali

Dal virgolettato dell'Assessore alla Mobilità e della Presidente di RSM S.r.l. si deduce che le "Z30" romane nascono automaticamente al completamento delle "isole ambientali"; "isole ambientali" che il cittadino romano dovrebbe conoscere perché, si sostien nella notizia,  ". . . alcune zone 30 Roma le ha già realizzate e continuerà a realizzarle nell'ambito delle isole ambientali."       L'attivazione automatica della Z30 viene posta alla fine di un catena di operazioni che rendono efficienti ed efficaci le "isole ambientali" è stato commentato e pubblicata dal Corriere della sera di Roma:

https://forumcorriere.corriere.it/una-citta-mille-domande/2023/03/05/sulla-sicurezza-stradale-2/    


(Non dimentichiamo che l'Assessore Patanè, da oltre 20anni, opera nella Mobilità urbana romana.)


Il giorno 29 marzo ROMATODAY pubblica l'intervista all'Assessore Patanè:  

https://www.romatoday.it/politica/sicurezza-stradale-zone-30-intervista-patane.html ;

l' ultima domanda è sul traffico privato e trasporto pubblico. 

La risposta è di 152 parole. Parole. 

Alla prima riga si legge: " L’automobile è il mezzo preferito dai romani per gli spostamenti e questo è un fatto insito nella nostra cultura." 

I dati riportati nell'allegato "discesa ecc." dimostrano che il maltrattamento di chi usa la mobilità Tpl  è iniziato negli anni ottanta e continua aumentando anno dopo anno (dettagli nell'allegato "tram ecc."). 

La massa della popolazione scolastica romana che usa il Tpl acquisisce la "cultura del suddito" e non viene informata che, dal 14 novembre 1988, nella Comunità Europea-CE è in vigore la "Carta europea dei diritti del pedone" (e che lo Stato italiano - ostinatamente per ben 34 anni consecutivi - non ottempera al rispetto della prevista normativa). 

Alla seconda riga si legge: " Per modificare le abitudini dobbiamo innanzitutto riportare alla normalità il servizio di Tpl." 

Un servizio Tpl normale? 

Incredibile. 

Ricordiamo solamente i 6 anni e 4 mesi (Agosto 2006/dicembre 2012) di  Roma in "emergenza da traffico e mobilità" (DPCM 4.8.2006 firmato Prodi / Berlusconi / Monti) che doveva normalizzare subito il servizio Tpl romano o nel tempo massimo di DUE ANNI.

I Sindaci erano i Commissari gestori della emergenza.


Il "servizio Tpl normalizzato",è quello che - ininterrottamente - è concorrenziale con i veicoli privati e che  stravince con i fatti, in silenzio, riconoscendo e rispettando la Dignità delle persone che lo usano; assicura la loro Vita e la loro integrità fisica; rende efficienti ed efficaci i loro Diritti; Diritti che tutti i cittadini devono conosciuti per rivendicarli e difenderli; e, non ultimo, deve cassare di alleggerire le tasche dei 2,8 milioni di residenti a Roma.  


Vito De Russis




sabato 25 marzo 2023

Stelle filanti nel cielo...



Ad un certo punto ho afferrato qualcosa; ho appreso come andare a tempo.

Solo che la musica, un tempo, la sentivo solo io.
Oggi-decisamente-no.
Ci sono persone che sanno ascoltare, persone intonate e persone che danzano.
Ci sono persone che quando parlano è come se qualcosa danzasse prima di uscire dalla bocca o dalle mani.
Credo che i musicisti facciano così. Per loro, tasti, corde, bastoncini e pelli…creta, marmo e matite, bisturi, farina…pettini e forbici, per loro, ogni cosa, è un onda che s’accorda a movimenti già avvenuti.
Spirali ed onde di un fiume che scorre e che aspetta solo una falla per palesarsi.
Quando balli, quando suoni, quando compi qualcosa che s’accorda con la creazione… niente, nessuno, può fermarti.
Al di là di ogni frase già scritta in qualche libro di aforismi, o raccolta per i più pigri in pagine pronte all'uso per fare bella figura, tempo fa ho ricordato nuovamente come andare a tempo.
Anche se la musica la sentivo solo io.
Il giorno in cui la musica per cui danzavo fu avvertita da altri fu uno splendido giorno.
C’era una donna.
Diventare melenso è facile nel mondo in cui mi trovo. Posso essere ciò che voglio, ma ciò che più amo è la dolcezza.
Una sorta di aspro e fortissimo senso di mielosa soavità.
Una dolcezza espressa che non mi farà mai ammalare di diabete.
Lo so.
Quindi quando guardo il cielo e vedo nuvole ad angolo…seminate come la zizzania…perdonatemi…ma non è la mia musica.
Non ballo, non canto, non suono, non scrivo, non cucino e non approvo certi concerti.
Non mi presto a certi giuochi; continuo a vivere nel mio aspro e fortissimo senso di mielosa soavità.
Non c'è abbastanza denaro per portarmi a sostituire ciò che ho ed avrò. Forse per caramelle e carezze... ci farei un pensierino... per un pò. Mancherà sempre l'aspro e il forte e ciò non mi farà perdere.
Non sarò mai pagato per questo; forse.
Poiché ogni giorno di più la mia musica cresce, e, forse, potrebbe addirittura vincere...continuo a ballare.
Ma non è cosa che deve in alcun modo interessarmi.
Farlo equivale a farmi smettere di danzare.
La sentite?
7 nazioni e dolci sogni. E' sempre più forte. Occhi. Benevoli.

Andrea Santini

giovedì 23 marzo 2023

E venne il tempo de "L' Alimentazione bioregionale" - Presentazione a Treia, alla Festa dei Precursori del 24 e 25 aprile 2023

  


…il bioregionalismo si è diffuso in diversi ambiti ma esiste solo come insieme di persone che lo hanno adottato, tra le proprie e differenti radici culturali e spirituali. Ma non c’è un modo unico di vivere bioregionale… esistono degli stili di vita che si ispirano alla semplicità volontaria, alla decrescita, all’agricoltura naturale e all’ecologia profonda, questo in varie misure e sensibilità.

Ciascuno di noi, con le proprie specificità ha diffuso la visione bioregionale, ad esempio anni fa se digitavi su Google “bioregionalismo”, trovavi il sito di Ecologia Sociale, il blog del Circolo Vegetariano VV.TT., Selvatici, Terra Nuova… e pochi altriora ne parla anche Wikipedia ma con una visione “di parte” poco inerente gli stili di vita e la reale portata di questa pratica ecologista e spirituale, oltre che “geografica”.

Il punto proposto: “Come dare un senso all’opzione bioregionale nel proprio territorio, affinché la nostra presenza incida per un cambiamento a tutti i livelli?” Questa domanda ci obbliga ad una riflessione, partendo terra terra da quelle opzioni che possono portare ad un reale ed improcrastinabile presa di coscienza nella mostra società. Forse dovremmo partire, prima ancora di pensare alla geografia, al metodo amministrativo sociale e politico, al sistema produttivo, ecc. a ciò che è assulutamente necessario, giorno dopo giorno, e che massimamente incide sulla vita e sull’ambiente: l’alimentazione!

Capisco che la scelta alimentare rappresenti uno spartiacque di sensibilità difficilmente affrontabile con una metodologia “unica”… comunque, come diceva Renato Pontiroli, mi auguro che nella visione bioregionale ci sia posto per le differenze e per i punti d’incontro…

A dimostrazione che una sintesi sulla corretta alimentazione, dal punto di vista ecologico e salutistico, sia possibile… alla fine ho scritto una proposta “mediata” sull’Alimentazione Bioregionale, in cui tengo conto di diverse possibili opzioni in sintonia con il sentire bioregionale. Il libro titolato -appunto- “Alimentazione bioregionale. Nutrirsi con il cibo naturale che cresce nel luogo in cui si vive” (Edizioni Nisroch), verrà presentato a Treia, presso il Circolo VV.TT., durante la Festa dei Precursori, del 24 e  25 aprile 2023.

Paolo D’Arpini - Info: 0733/216293 - circolovegetariano@gmail.com




 
 
 
Treia. Programma di massima dell’edizione del 24 e 25 aprile 2023

La Festa dei Precursori è dedicata quest’anno all’Alimentazione bioregionale.  Data la situazione in bilico che stiamo vivendo cercheremo di alimentare non solo il corpo ma anche la coscienza collettiva  per mantenere un’intelligenza e   per la crescita in consapevolezza…


24 aprile 2023:  
Ore 20.00 – Nella sala di meditazione del Circolo Vegetariano (Via Mazzini 27)
Canti devozionali e meditazione collettiva con Upahar Anand and Venu,  Emilio Dolcini ed altri solisti con accompagnamento di strumenti musicali  indiani. Al termine condivisione del “prasad” da ognuno portato. Per info e prenotazioni: 333.6023090


25 aprile 2023:
Ore 9.30 –   Percorso di riconoscimento e catalogazione di  erbe e bacche spontanee con racconti di antiche tradizioni e tecniche trasformative. Conduce Maria Sonia Baldoni. Primo appuntamento al Circolo Auser (Via Lanzi 18) per poi spostarsi nel parcheggio dell’Arena Didimi e partenza alle ore 9.45 precise  verso un terreno  in contrada Schito. Info: 333.7843462
(In caso di maltempo alle ore 10.30  si terrà una descrizione delle erbe spontanee  a Palazzo Rainaldi  – Via Lanzi 30)

Ore 13.30 (solo su prenotazione: 0733/215825) – Degustazione bioregionale con discorso “prandiale” di Marinella Correggia: “Ricerca sulle famiglie nutrienti: cereali, legumi, semi oleosi”.


Ore 16.30 – Incontro  nella sede del Circolo Vegetariano VV.TT.  (Vicolo Sacchette, 15/a, vicino porta Montana)

Presentazione del libro “Alimentazione Bioregionale” di Paolo D’Arpini,   del libro “Fratello porco e sorella pecora” di Michele Meomartino e del libro “Res Naturae” di Daniela Di Bartolo.
Gli autori saranno presenti. Segue condivisione di pareri dei partecipanti all’incontro,  con intercalare di musica bucolica a cura di Andrea Biondi.
Al cerchio di condivisione saranno presenti Caterina Regazzi (Vice presidente del Circolo VV.TT,)  Mauro Garbuglia (Editore Nisroch), Simonetta Borgiani (Giornalista de La Rucola)  ed altri…
Al termine brindisi e spuntino bioregionale.


Info logistiche e sul programma: auser.treia@gmail.com – cicolovegetariano@gmail.com  –  Tel. 0733/216293


Articolo collegato: http://www.lteconomy.it/blog/2023/03/10/treia-24-e-25-aprile-2023-introduzione-alla-festa-dei-precursori-programma-di-massima/

sabato 18 marzo 2023

Comunità in Calabria cerca Famiglie per convivenza rurale



Hola! Siamo la comunità di Terra Gi, composta da 4 adulti e 4 bambini (dai 2 agli 8 anni).
Siamo in questa splendida terra in Calabria dal 2019.

ABBIAMO DUE ANNUNCI DA FARE:
1. Vogliamo crescere ed accogliere nuove famiglie che abbiano come noi il desiderio di condividere il quotidiano in modo semplice e ricco; prendendoci cura della terra, di noi stessi e imparando assieme ai bambini.
È possibile fare esperienza a breve e lungo termine.
Mettiamo a disposizione:
• "la roulottina" libera da subito
• "la roulottona" libera da fine maggio a ottobre
• Spazio per parcheggiare il proprio camper, roulotte, furgone

2. OFFRIAMO LA POSSIBILITÀ DI IMPARARE AIUTANDO A COSTRUIRE UNA CASETTA IN LEGNO E TERRA CRUDA DA ORA AL PROSSIMO INVERNO.

Per info:
Sole gi   3923241024 - 
lingametal@gmail.com
Fb terragi-pangea
Terragi.wordpress.com




mercoledì 15 marzo 2023

Non sempre un supereroe prende bene la parte...



…un supereroe non dovrebbe inciampare in mezzo alla scena!..
Un supereroe non dovrebbe buttare tutti i fogli in terra e battere la fronte e vedere un foglio appiccicarsi alla mano sudaticcia per l'emozione.

Non dovrebbe sanguinare dalla mano destra, ed agitarla, per levare i frammenti dei sassolini e dell'asfalto.

Non dovrebbe pulirsi dalla fronte i residui del selciato… tagliarsi l’altra mano con la carta ora appiccicata sulla fronte... piagnucolare come un bimbo, o se volete come un gatto, macchiarsi il volto, come un indiano sul piede di guerra con il suo sangue.
Un supereroe dovrebbe sapere d’essere in guerra.
Un supereroe non dovrebbe sgrullare la mano e schizzare di sangue il vestito bianco della ragazza che sopraggiunge ad aiutarlo fra le risate della gente.

Non dovrebbe fare nulla di queste cose del cazzo…
...ma soprattutto, non dovrebbe aggiungerne altre venti di queste cazzate… che solo ad elencarle fa ridere chi le legge e scompisciare chi le vive in diretta.
Un supereroe, per essere credibile, non deve assolutamente assomigliare ad un coglione.
Eppure il mondo, oggi, è in attesa di supereroi così. Di gente invisibile, che opera cambiamenti senza avere nulla in cambio.
Di persone che fanno cose inaspettate mutando i piani che per i troppi, sembrano immutabili.
Tutti credono che io scriva di me, ed un pò è vero.
Io parlo ad alta voce e poi trascrivo ciò che riesco a carpire dal mondo.
Ma in nessun modo sono io.
E’ triste ammettere di conoscere un supereroe e non essere capace di emularlo. Ed io, lui, lo vedo ogni giorno. In questi giorni. In molti vorrebbero giustizia.

C’è sempre qualcosa da condannare, pretendere, rivendicare.
-I fuochi all’orizzonte, i fuochi lontani, i fuochi vicini… i fuochi dei vicini appiccati per errore, i fuochi dei vicini divampati dall’orrore…-
Si ferma, il supereroe, nel momento meno adatto.
Nel punto in cui un crescendo dovrebbe portare una battuta o qualcosa che faccia ingolosire chi ascolta ed assiste allo spettacolo. Biascica parole complicate, con i tempi sbagliati mentre tutt’al più potrebbe far ridere cadendo ancora.

E' distratto dalla mano che gli fa male.
Continua a gocciolare sangue.

Il pubblico allora, divertito fino a quel momento, inizia lentamente a distrarsi. E' lì perché desideroso di risposte semplici. Vuole un crescendo.

Un motivo per scaricare l'energia in eccesso maturata da cattive scelte.

Come il paziente che invoca la pillola miracolosa, la cura, che lo distanzi dalle buone, per lui, ma cattive abitudini che lo hanno fatto ammalare.

Troppo faticoso fare la cosa giusta. Molto meno faticoso è prendere un autobus e viaggiare, tutta la notte, per raggiungere una grande città insieme ad altri. Consolandosi, vicendevolmente. Lanciare slogan, come finti e blandi anatemi.
Attribuire le colpe ad utili idioti che si prestano per pochi spicci o per molto denaro, a ruoli secondari. Parafulmini, capri su cui scaricare colpe e rimettere i peccati.
Vedete questa storia parla di un supereroe… di qualcuno che non dovrebbe inciampare in mezzo alla scena. Che dovrebbe apparire sempre adeguato, in parte; sempre luccicante.

Eppure il mondo, oggi, è disperatamente alla ricerca di chi scorre sopra al fatto di essere un eroe.

Supereroe è colui che scorre sopra a chi è un eroe. Che non stringe meriti, che non avrà guadagni. Che difende qualcosa nella maniera apparentemente sbagliata.

Che è sempre fermo anche quando corre ...e raramente è amato. Un padre, una madre, che rimane tale quando fa e dice la cosa giusta.

Un supereroe non si concede riposo.
Scorre sopra alla sua salute e facendo così la conserva.
Rinuncia a moltissime cose per stringerle tutte.

Mi dicono che così tanto sta cambiando il mondo che presto ci saranno così tanti supereroi... che i segni prenderanno vita.
Le parole diverranno immagini.
I sentimenti carezze.
Il cibo troverà dei cuochi.
E la terra, agricoltori.
Ai demoni l’inferno.
Questo, rispettosamente, è il mio super-potere.
Ciò che vi posso raccontare.

Andrea Santini









(mettete questa in sottofondo... se volete

mercoledì 8 marzo 2023

Roma. Festa della donna con Stella Assange...



8 marzo 2023 - In questi giorni è a Roma Stella Assange, moglie e avvocato del giornalista Julian Assange incarcerato per  “Colpa di Verità” e fulcro della mobilitazione mondiale per la liberazione di Assange. A Roma ha incontrato sostenitori e gruppi di solidarietà, impegnati contro l’incredibile abuso anglo-americano nei confronti del combattente per la libertà di stampa in tutto il mondo, che, con la sua agenzia Wikileaks, delle guerre USA-NATO ha rivelato i crimini.

Il Dipartimento Internazionale di Ancora Italia Sovrana e Popolare, con Sandra Paganini, ha incontrato, Stella Assange nell’aula della Camera dei Deputati per esprimerle la solidarietà e la stima del Partito.

E’ stata l’occasione per illustrarle la lunga e capillare campagna per la liberazione di Julian  Assange che il Dipartimento Internazionale ha condotto e va conducendo a Roma e in Italia con una lunga serie di iniziative pubbliche che hanno contribuito a diffondere conoscenza e coscienza sull’attacco alla libertà che il caso Assange rappresenta.

Nell’occasione, Sandra ha consegnato a Stella Assange copia del “Calendario Assange 2023” che il Dipartimento Internazionale ha realizzato con le immagini di una virtuale visita del giornalista ai siti più significativi di Roma, con alcune sue parole, e che viene distribuito in tutto il paese.

Stella Assange ha espresso riconoscenza e apprezzamento per l’omaggio e ci ha assicurato che ne darà notizia al marito detenuto nel Carcere di Massima Sicurezza di Belsham, a Londra.

DISP - Ancora Italia





sabato 4 marzo 2023

Da una rilettura di Gargantua e Pantagruele di Francois Rabelais

 


....ho letto questo brano su gargantua e pantagruele di francois rabelais che mi piace condividere: come dualmente nel mosaico del tempio era rappresentata la battaglia che bacco vinse contro gli indiani. in principio erano figurate diverse città, villaggi, castelli, fortezze, campi e foreste tutti avvampanti fuoco. erano altresì figurate diverse donne forsennate e discinte le quali squartavano vivi furiosamente vitelli, montoni, pecore e si pascevano delle loro carni. era ivi significato come qualmente bacco entrando nell'india metteva tutto a fuoco e a sangue. ciononostante fu tanto dagli indiani spregiato che non degnarono andare ad affrontarlo avendo avuto informazioni dalle loro spie che nel suo esercito non erano guerrieri ma solamente un piccolo bonomo vecchio, effeminato e sempre ubriaco accompagnato da giovani con code e corna come i capretti agresti, tutti nudi, che danzavano e saltavano continuamente, e un gran numero di donne ebbre. onde deliberarono di lasciarli venire avanti senza opporre resistenza d’armi, come se non a gloria, ma a vergogna, disonore e ignominia ridondasse loro aver vittoria su tal gente. grazie a questo sfregio bacco sempre s’avanzava e metteva tutto a fuoco (fuoco e folgore sono infatti l’arme paterne di bacco e prima ancora di nascere al mondo fu salutata da giove come folgore sua madre Semele, e la sua casa materia arsa e distrutta daal fuoco) metteva tutto a sangue, che, per natura, sangue fa al tempo di pace e sangue trae in tempo di guerra. ne resta testimonianza nel campo di siamo detto panema, vale a dire tutto sangue, nel quale bacco raggiunse le amazzoni fuggenti dalla contrada di efeso e le uccise tutte per flebotomia, onde il detto campo era tutto di sangue imbevuto e coperto. potrete dunqued’ora innanzi intendere meglio che non l’abbia descritto aristotele né suoi problemi, perchè una volta si diceva in comune proverbiò che “in tempo di guerra non si mangia né si pianta menta”. la ragione è che in tempo di guerra, ordinariamente si danno giù colpi senza rispetto; onde l’uomo ferito, se in quel giorno ha maneggiato o mangiato menta, è ben difficile o impossibile stagnarli il sangue. in seguito nella su detta figurazione appariva come dualmente bacco marciasse alla battaglia, e stava sopra un carro magnifico, tirato da tre pariglie di giovani leopardi aggiogati insieme; il viso era come di fanciullo per significare che tutti i buoni bevitori mai non invecchiano; rosso come un cherubino senza pelo di barba al mento. in testa portava corna acute e su quelle una bella corona di pampini e d’uva, con una mitra rossa cremisina ed era calzato di calzari dorati. con lui non era un solo uomo; tutta la sua guardia, tutte le sue forze erano costituite di bassaridi evanti eniadi edonidi trieteridi ogigie mimallone menadi tiadi e bacchidi, femmine forsennate, furiose, rabbiose, cinte di draghi e serpenti vivi invece che di cinture, coi capelli scarmigliati all’aria e con ghirlande di pampini; vestite di pelli di cervi e di caprioli, e con in mano piccole scuri, tirsi, roncole e alabarde in forma di pigne, e certi piccoli scudi leggeri, risonanti e rumorosi a toccarli appena, dei quali esse usavano, quando occorresse, come di tamburi e timpalli. il loro numero era di settantadue mila duecento e ventisette. l’avanguardia era guidata da sileno, nel quale bacco riponeva ogni fiducia e del quale aveva sperimentato inn occasioni passate la virtù e la magnanimità del coraggio e della prudenza. era un vecchietto tremante, curvo, grasso panciuto a esuberanza: aveva orecchie grandi e dritte, il naso puntuto e aquilino, i sopraccigli rudi e grandi; era montato sopra un asino coglionato; teneva in pugno per appoggiarsi un bastone, anche per combattere gagliardamente se per caso convenisse discendere a piedi; ed era vestito di una veste gialle come le donne. era accompagnato da giovani campestri, cornuti come capretti e fieri come leoni, tutti nudi, sempre cantanti e saltanti il mordace; si chiamavano titiri e satiri. il loro numero era di ottanta cinque mila cento e trentatré. pan conduceva la retroguardia, uomo orfico e mostruoso. poiché nelle parti inferiori del corpo rassomigliava a un caprone, aveva le cosce pelose e portava in testa corna dritte contro il cielo. aveva il viso rosso e infiammato e la barba molto lunga, uomo ardito, coraggioso, avventuroso e facile al corruccio: nella mano sinistra teneva un flauto, nella destra un bastone ricurvo; le sue schiere erano similmente composte di satiri, emipani, egipani, argipani, silvani, fauni, lemuri, lari, farfarelli, e folletti, in numero di settantotto mila cento e quattordici. la parola d’ordine di tutti era: evoeh! come dualmente nella figurazione era rappresentato il pezzo dell’assalto dato dal buon bacco agli indiani. in seguito era figurato il cozzo e l’assalto che il buon bacco dava contro gli indiani . considerai che sileno, capo dell’avanguardia sudava a goccioloni e stimolava aspramente l’asino suo; l’asino spalancava la bocca orribilmente, si smoscava, smaniava, scaramucciava, in maniera spaventevole come avesse un calabrone al culo. i satiri, capitani. sergenti di bande, capisquadra, caporali, suonando la diana coi loro cornabecchi, s’aggiravano furiosamente in mezzo all’esercito a salti di capra, a balzi, a peli, a springate e calci; incitando i compagni a combattere coraggiosamente. tutti nella figurazione gridavano: evoeh! le menadi per prime, facevano incursione sugli indiani con grida orribili e il fracasso spaventevole dei loro timballi e scudi. non è più a stupire se l’arte d’appello, aristide tetano e altri ha potuto dipingere tuoni, lampi, folgori, venti, parole, costumi e spiriti, poiché ivi nel disegno della figurazione, rimbombava tutto il cielo. veniva poi l’esercito degli indiani come avvertiti che bacco devastava loroil paese. in primo piano erano gli elefanti carichi di torri con numero infinito di guerrieri; ma tutto l’esercito era in rotta e contro loro e su loro s’aggiravano e marciavano i loro elefanti sconvolti dal terrore panico per il tumulto orribile delle bacchidi. là avreste visto sileno che spingevail suo asino con fiere calcagnate e schermeggiava col suo bastone alla vecchia scherma, mentre l’asino volteggiava dietro gli elefanti a bocca spalancata come se ragliasse e ragliando marzialmente squillava l’assalto con pari bravura come un giorno svegliò la ninfa lottis, in pieno baccanale, quando priapo pieno di priapismo, senza pregarla, priapizzar la volea nel sonno. là avreste visto pan saltellare con le sue gambe storte intorno alle menadi ed incitarle col suo rozzo flauto a combattere valorosamente. là avreste visto, dopo, un giovane satiro menare prigionieri diciassette re; una bacchide tirare coi suoi serpenti quarantadue capitani; un piccolo fauno portare dodici insegne prese ai nemici e quel bonomo di bacco passeggiar col suo carro, sicuro per il campo, ridendo, godendosela, e bevendo alla salute di ciascuno. infine era rappresentato in figura emblematica il trofeo della vittoria e il trionfo del buon bacco. il suo carro trionfale era tutto coperto d’edera colta sulla montagna meros, essendovi in india di quella pianta rarità, che eleva il pregio di ogni cosa. tutto il suo esercito era coronato d’edera; i loro tirsi, scudi e tamburi ne erano coperti. anche l’asino di sileno ne era coperto da capo a coda. ai lati del carro erano i re dell’india presi e legati con grosse catene d’oro; tutta la brigata marciava con pompa divina in gioia e letizia indicibili, portando infiniti trofei e piatti e spoglie dei nemici e cantando allegramente gli epinici e canzonette villerecce e fragorosi ditirambi. alla fine era rappresentato l’Egitto col nilo e i suoi coccodrilli, cercopitechi, ibridi, scimmie, trochili, icneumoni, ippopotami e altre bestie sommesse a bacco; e lui marciava per quelle contrade tirato da due buoi sull’uno dè quali era scritto in lettere d’oro: api, sull’altro: osiride, poichè in egitto, prima della venuta di bacco non erano stati visti né buoi né vacche...

Ferdinando Renzetti