lunedì 14 marzo 2022

Un'esperienza ospedaliera di Caterina Regazzi

 


Il 12 marzo 2022 verso le ore 19 ho cominciato a "sbarellare". Non trattenevo memoria delle cose recenti, appena trascorse, continuando a fare e rifare sempre le stesse domande al mio caro Saul Arpino, che, preoccupato, ha telefonato alla mia cara figliola, la quale ha indicato che fosse opportuno un controllo all'ospedale.

Allora lui, essendo non patentato, ha chiamato l'amica Danizete, che ci ha portato al Pronto Soccorso dell'ospedale di San Severino, dove (e di questa parte e fino a tarda sera non ricordo niente) mi hanno visitato e mi hanno indirizzato all'ospedale di Macerata, dove mi avrebbero potuto fare una tac (all'ospedale di San Severino la tac c'è ma al sabato e domenica non c'è il tecnico!). Quindi, via a Macerata, dove dopo veri tempi di attesa, mi hanno fatto la tac e un medico gentile e preparato mi ha visitato, appurando che non avevo deficit neurologici, ecc. ecc.

Ma ho detto anche troppo. Danizete nel frattempo, Paolo l'aveva mandata a casa, così, finita la visita abbiamo preso un taxi che ci ha riportato a Treia. Erano circa le 3 di notte. Al mattino Danizete e Donatello ci hanno riaccompagnato a Macerata dove alle 11 e poco più abbiamo incontrato una neurologa del reparto, di nome Katiuscia, molto gentile, che mi ha tranquillizzato sull'evento trascorso.

Certo, finito il momento di "assenza dell'ego", durante il quale si è sereni e accettanti la vita come si presenta, un po' come un animaletto, la ragione tenta di prendere di nuovo il sopravvento con i suoi perchè e percome, le preoccupazioni per quello che è successo e per quello che può succedere, e le domande sul domani, perdendo un po' di vista la purezza dell'essere e del godere di questo mondo e di questa vita...

Caterina Regazzi



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