venerdì 25 dicembre 2020

Indagine sull'utilità del vaccino anti-covid ed affini



Domanda: "Ho imparato a non dare nulla per scontato! Mi rivolgo al gruppo igienista per chiedere se qualche membro è favorevole al vaccino antinfluenzale, oppure è favorevole all'obbligo di vaccini, o intende fare il vaccino anticovid. Grazie in anticipo a chi vorrà rispondere."   Daniele Bricchi - danielebricchi@hotmail.com



La risposta di Caterina Regazzi: 

E' un po' che vorrei rispondere al quesito di Daniele, anche se non sarà semplicissimo, ma servirà anche a me.

Intanto io non seguo l'igienismo nel suo insieme, ho letto solo "Igiene naturale" di Shellton (mi pare sia questo il titolo ma non posso controllare perchè non ce l'ho qui), sono vegetariana, non strettissima, ogni tanto mangio un po' di pesce (neanche una volta al mese) e, per Natale, visto che a mia figlia di 27 anni, onnivora, piacciono molto, farò i tortellini in brodo.
Alle tre domande di Daniele rispondo che sono contraria all'obbligo dei vaccini (in particolare a quelli dei bambini), non mi vaccino di solito contro l'influenza ma credo che mi vaccinerò contro il covid e spiego perchè, senza pretendere che qualcuno di voi concordi con me.

Ho già detto che non sono un'igienista perfetta, tendo all'igienismo. Cerco di mangiare cose biologiche, sempre qualcosa di crudo,il tutto in quantità moderata, faccio un po' di movimento quotidianamente (una passeggiata o una seduta di yoga). Però vivo nella pianura padana, i ritmi del lavoro non sono esagerati (ho scelto di fare il part time), ma non sono neanche proprio quelli che il mio corpo forse richiederebbe se fossi libera dall'impegno lavorativo. Il lavoro che faccio, soprattutto in questo periodo, mi crea un po' di stress.

Dormo abbastanza bene, alla sera sono sempre cotta e vado a letto volentieri presto, leggo circa un paio d'ore o guardo qualcosa al portatile. 

All'inizio della pandemia mi sentivo molto spavalda nei confronti del virus, ma ora non più. Ah! Dimenticavo di dire che ho 61 anni, soffro di pressione un po' alta (prendo la pillola), non sono obesa nè diabetica.

Insomma la mia salute non è proprio perfetta. Prendo vit. C, D, a periodi echinacea. Vado bene di corpo (assumo ogni mattina il kefir di latte da me prodotto). Ho sentito di tanti casi di covid, alcuni non hanno avuto sintomi o quasi, altri hanno avuto problemi ma sono rimasti a casa, altri sono andati in ospedale e mi hanno detto che non è niente bello. Ho letto con interesse la storia della mamma di Alfred che è stata accudita da Daniele amorevolmente e senza problemi.

Altra cosa: io vivo al momento da sola.

Se dovessi prendermi il covid non so come il mio corpo potrebbe reagire. Non ho paura, ma penso che potrei avere una forma asintomatica ma anche no, potrei anche stare maluccio.

Dato che ho 61 anni e vorrei fare ancora varie cose nella mia vita e penso che nella mia semplice vita possa anche fare del bene a qualcuno, vorrei stare bene ancora un po'. Quello che mi toccherà, non pretendo niente di particolare.

Quindi, non subito, ma dopo qualche mese dall'inizio della campagna vaccinale, penso che il vaccino contro il covid lo farò. Vorrei aspettare qualche mese perchè comunque mi pare che finchè non viene usato un po' massicciamente non si potranno conoscere (se mai si conosceranno e in tempo) eventuali effetti collaterali.

Spero di non suscitare in voi con queste mie "confessioni" troppi giudizi negativi sulla mia persona.


Caterina Regazzi












Commento di Roberto Pellegrini: "Leggiamo sulle statistiche dati ufficiali di morti di qualsiasi cosa e ANCHE positivi al Covid (CON e non PER!) di cui 184 pazienti morti con 0 ZERO altre patologie. La logica è ufficialmente morta CON covid..."




mercoledì 23 dicembre 2020

Il Natale malsano del vaticano - Lettera di Carlo Maria Viganò

 “...al centro di Piazza San Pietro troneggia una tensostruttura metallica, frettolosamente decorata con una luce tubolare, sotto la quale si ergono, inquietanti come totem, poche orribili statue che nessuna persona dotata di senso comune oserebbe identificare con i personaggi della Natività.

 

 

Lo sfondo solenne della facciata della Basilica Vaticana aumenta l’abisso tra le armoniose architetture rinascimentali e quella indecorosa parata di birilli antropomorfi.

 

È ormai evidente anche ai più sprovveduti che questi non sono tentativi di attualizzare la scena del Natale, come facevano i pittori del Rinascimento o del Settecento, abbigliando il corteo dei Magi con i costumi dell’epoca; questi sono piuttosto l’arrogante imposizione della bestemmia e del sacrilegio come anti-teofania del Brutto, quale necessario attributo del Male.

 

Come la bellezza della Liturgia Cattolica è stata sostituita da un rito che eccelle solo in squallore; come l’armonia sublime del canto gregoriano e della musica sacra è stata bandita dalle nostre chiese per farvi risuonare ritmi tribali e musiche profane; come la perfezione universale della lingua sacra è stata spazzata via dalla babele delle lingue vernacolari; così è stato frustrato lo slancio di venerazione antico e popolare ideato da San Francesco, per sfigurarlo nella sua semplicità e strappargli l’anima.

 

Riconosciamolo: quella cosa non è un Presepe, perché se fosse un Presepe dovrebbe rappresentare il Mistero sublime dell’Incarnazione e della Nascita di Dio «secundum carnem», l’ammirazione adorante dei pastori e dei Magi, l’amore infinito di Maria Santissima per il divino Infante, lo stupore del creato e degli Angeli. Dovrebbe, insomma, essere la rappresentazione del nostro stato d’animo dinanzi al compimento delle profezie, il nostro incanto nel vedere il Figlio di Dio nella mangiatoia, la nostra indegnità per la Misericordia redentrice.

 

E invece vi si scorge, significativamente, il disprezzo per la pietà popolare, il rifiuto di un modello perenne che richiama l’eternità immutabile della Verità divina, l’insensibilità di anime aride e morte davanti alla Maestà del Re Bambino, al ginocchio piegato dei Magi. Vi si scorge il tetro grigiore della morte, la cupa asetticità della macchina, il buio della dannazione, l’odio invidioso di Erode che vede minacciato il proprio potere dalla Luce salvifica del Re Bambino.

 

Questa mostruosità irriverente è il marchio della religione universale del transumanesimo auspicato dal Nuovo Ordine Mondiale; è l’esplicitazione dell’apostasia, dell’immoralità e del vizio, della bruttezza eretta a modello. E come tutto ciò che viene costruito dalle mani dell’uomo senza la benedizione di Dio, anzi contro di Lui, è destinato a perire, a scomparire, a sgretolarsi. E questo avverrà non per l’avvicendarsi al potere di chi ha gusti e sensibilità diverse, ma perché la Bellezza è necessaria ancella della Verità e della Bontà, così come la bruttezza è compagna della menzogna e della malvagità.

 

Ancora una volta, dobbiamo esser riconoscenti al Signore anche in questa prova, apparentemente di minore impatto ma pur sempre coerente con le tribolazioni più grandi che stiamo subendo, perché ci aiuta a far cadere dai nostri occhi le bende che li rendono ciechi” (*).

 

Nonostante tutto, Buon Natale

 

 

(*) Dalla lettera sul presepe del 2020 in Piazza San Pietro di SE Carlo Maria Viganò.





martedì 22 dicembre 2020

Meditazione in attesa dell'Era dell'Acquario



Da più parti avevo ricevuto l'invito a partecipare a una meditazione collettiva virtuale per il presunto ingresso nell'Era dell'Acquario, previsto il 21 dicembre 2020, giorno del Solstizio invernale. Certo che quest'anno, mancando il mio compagno, Paolo,  e mancando tutte le riunioni conviviali e/o spirituali che si creano attorno a questa data, avevo proprio pensato di parteciparvi. 

C'era un video messo in circolazione al proposito e quindi ieri sera, dopo cena, mi sono messa comoda nel lettone col portatile sulle gambe e ho cominciato a seguire questa meditazione. Ma a poco più di metà l'ho abbandonata. Non l'ho trovata stimolante. Molto lenta e le 2-3 cose le ho trovate .... non interessanti. Magari per qualcuno invece sarà stata bella.

Mi viene meglio da meditare seguendo la mia interiorità, a volte semplicemente standomene in silenzio ad ascoltare il mio respiro, a volte osservando il mondo che mi circonda o i miei gatti che dormono e fanno le fusa, a volte cucinando. A volte medito collettivamente con i canti di Mara o di Upa, ma in questo caso quello che mi piace è la connessione con gli altri esseri umani, se poi sono amici meglio ancora. A volte immagino di essere assieme al mio Paolo a leggere insieme le nostre preghiere della sera, a volte recito dei mantra o un'Ave Maria.

Mi sento meditativa anche quando io e un'amica passeggiamo chiacchierando; si crea una connessione che nutre e rilassa, mi fa pacificare col mondo (questo e tante altre cose).

E' incredibile di quante e quante cose si scoprono affascinandoci quando siamo connessi col mondo che ci circonda e pensare che è solo un'infinita parte di tutto quello che è, quello di cui noi ci accorgiamo. Da qualche tempo sono particolarmente affascinata dagli alberi. Andando lungo la via che costeggia i campi da casa mia in centro ci sono, nei piccoli giardini privati che probabilmente risalgono agli anni '70, degli alberi monumentali, sempreverdi di grande maestosità e potenza. Li amo e li vado a trovare sempre volentieri. Ma questa non è meditazione?

Per il giorno di Natale ho pensato che potrei andare a fare una passeggiata, se il tempo lo consente. Mente si passeggia si può intonare Om Mani Padme Hum, mantra della compassione (di cui c'è tanto bisogno). Oppure semplicemente ascoltare il rumore delle foglie al vento o dei piedi sull'asfalto e sulla terra.
 
Caterina Regazzi











sabato 19 dicembre 2020

Lettera a me stessa...



Ciao Caterina, ecco le mie mani sulla tastiera del computer, scrivo per distrarmi e intanto parlotto con la collega di fronte, che è carina e fa quel che si può.

Ho tanta voglia di essere abbracciata da qualcuno che mi voglia bene, ma un bene vero, tipo Viola o Paolo o qualche amica, ma non saprei bene quale.

Le poesie di Chandra Livia Candiani le sto leggendo, piano piano, ma sono poco comprensibili, le rileggerò e prenderò quello che mi danno. Sempre poesie sono e sono piene di nuvole, di uccelli, di voci, di odori. Sogno il letto che mi aspetta dopo il mio pranzo frugale che oggi sarà e base di zuppa di lenticchie e cavolo nero.

La cucina sta diventando una mia grande passione e un passatempo. Mi piace cucinare per altri ma mi piace anche cucinare solo per me stessa. Sento che il mio corpo risponde bene a questa attenzione e cura che gli riservo. Anche l'occhio vuole la sua parte e le mie zuppe sono sempre anche abbastanza belle oltre che buone. Oggi devo ricordarmi di fare il rinfresco così domani posso fare il pane. Mi spiace un po' non dedicare abbastanza tempo alla maglia e alle camminate, ma questo fine settimana cercherò di recuperare.

E anche meditare. Quei video di Tolle di questi giorni sono stati fantastici, specialmente l'ultimo che spero di aver modo di riascoltare. E' stato bellissimo il discorso che ha fatto sul senso della vita. E' vero che tutti noi (io sicuramente) spesso ci arrovelliamo perchè ci pare che dobbiamo dare un senso alla nostra vita, ma il senso sta nel viverla ed essere presenti, con noi stessi, con gli altri. Con la vita stessa.

Caterina Regazzi,  a me stessa il 18.12.2020



domenica 6 dicembre 2020

Livia Candiani (Chandra): un pulcino con la forza di un lupo...

"Maestro è colui che ti fa scoprire che non hai nessun bisogno di un Maestro e che il Maestro sei tu". (Ajiahn Munindu,  Monaco del Buddismo Teravada) 



Questa è una delle frasi che mi sono risuonate di più di quelle espresse da Chandra (Livia Candiani) durante questa sua non-intervista (*). Anche se qualcuno ha commentato che la frase non è esatta. Il concetto è quello, io ritengo.

In realtà questo video è un vero e proprio documentario su come lei interpreta alcune parole e di conseguenza, i fatti, le sensazioni e le emozioni che gliene (si dice così?) derivano: io, vita, maestri, luna, mappe, radici, e tante altre. Nelle sue parole riferite alla singola parole ci si può rispecchiare o meno, ma di certo non lasciano indifferenti.

La conosco poco, viene definita poetessa e mistica. In effetti l'avevo vista e ascoltata solo in un altro video, girato presso la Comunità di Romedia, in cui mi aveva quasi un po' urtato, con quest'aria tra lo spaesato e il sognante, sembrava quasi creato ad arte. L'aspetto era quello di una monaca (mistica) che, il giorno dell'intervista, aveva il saio sporco e quindi si era dovuta vestire con le prime cose, anche un po' sgualcite, che le erano capitate in camera da letto. Quest'aria da pulcino bagnato assieme ad una forza e una determinazione nell'espressione di sè che lasciano un po' sconcertati.  Non è usuale trovare nella stessa persona, un aspetto fragile, gracile, assieme ad una forza tale nello sguardo e nelle parole. 

Con questo video che propongo, mandatomi dall'amica Marinella, che ringrazio, che a sua volta l'aveva trovato grazie a un'altra amica, che ringrazio, Monica, viene rappresentato un modo di vivere quello che ci circonda, la vita con tutti gli esseri viventi e non, che mi si confà, che credo sarebbe buono per tanti, se non per tutti: smettere di girare e cercare, di affannarsi e amare e vivere tutto ciò che la vita ci propone al momento.

Caterina Regazzi










giovedì 3 dicembre 2020

"Atlante dell’Uranio" - Prossima uscita in italiano



Pressenza appoggia la campagna di crowfunding lanciata in questi giorni da Multimage per pubblicare in italiano l’Atlante dell’Uranio, utilissimo strumento per la lotta contro il nucleare civile e militare.

Ancora, nell’opinione pubblica, vige la credenza che il nucleare sia una tecnologia desueta in via di smantellamento: niente di più inesatto. Ancora c’è una vasta parte della comunità politica e scientifica, perfino a volte di tendenza “ecologista” che pensa al nucleare come a una soluzione al problema energetico e c’è un’industria che continua ad investire in tecnologie atomiche militari, ammodernamento di bombe, nuovi tipi di proiettili.

Nonostante il processo di smantellamento che fu messo in atto grazie alla politica di distensione messa in atto da Gorbachev ancora abbiamo un numero impressionate di bombe atomiche disseminate nel pianeta; nonostante l’ultimo gigantesco e ancora irrisolto disastro a Fukushima il Giappone stesso ha rimesso in moto le sue centrali nucleari.

Versione aggiornata dell’edizione tedesca pubblicata nel 2019, l’Atlante dell’Uranio mostra il fitto intreccio di legami politici, economici e militari che stanno dietro l’estrazione di uranio, materia prima dell’era nucleare, senza dimenticare le spaventose conseguenze ambientali e umane che questa logica suicida porta con sé.

Tradotto in italiano da Alessandro Michelucci e arricchito da una scheda originale sulla situazione specifica italiana redatta da Angelo Baracca, storico studioso militante antinucleare e editorialista di Pressenza. l’Atlante sarà pubblicato nella primavera del 2021 grazie a una campagna di crowfunding su Produzioni dal Basso

https://www.produzionidalbasso.com/project/atlante-dell-uranio/

La campagna è articolata in modo partecipativo e le ricompense pensate per favorire la diffusione tramite sconti per l’ulteriore acquisto di copie;   l’auspicio di Pressenza e di Multimage è che molte persone, comitati, associazioni, istituzioni ne diventino copromotori, diventando così diffusori di un libro che dovrebbe entrare nelle scuole, nelle biblioteche, diventare supporto all’informazione corretta e completa su uno dei più grandi sbagli dell’Umanità: l’era nucleare. Con la speranza che tale era si concluda definitivamente il più presto possibile.

Se riusciamo a raggiungere l'obiettivo sarà anche possibile distribuire l'Atlante in un congruo numero di biblioteche comunali.
Grazie per l'aiuto

Olivier Turquet 




martedì 1 dicembre 2020

Appello di Giulio Vittorangeli: "Aiutiamo il Nicaragua colpito da vari cataclismi"



 QUESTO VOGLIAMO                                                                        ESTO QUEREMOS

Prender d’assalto il cielo                                                              Tomar el cielo por a

espropriare il futuro                                                                        expropiar el porvenir

sconfiggere la morte                                                                    aniquilar a muerte

distruggere a colpi e morsi rabbiosi                                         destrozar a golpes y dentelladas rabiosas

la diga che racchiude la vita                                                     el dique que contiene la vida

affinché tutto scorra e scorra                                                     para que ésta fluya y fluya

e inondi tutto                                                                                    y lo inunde todo

assolutamente tutto!                                                                     absolutamente todo!

Abbiamo il fermo proposito                                                       Tenemos el firme propòsito

di instaurare l’allegria                                                                   de implantar la alegrìa

come unica forma di vita:                                                           como la única forma de vida:

l’unica morte possibile                                                                 la única muerte posible

sarà morire di felicità.                                                                   serà morir de felicidad.

Abbiamo il fermo proposito                                                       Tenemos el firme propòsito

di difendere la luce                                                                       de defender la luz

per noi e per voi                                                                              por nosotros y por ustedes

che verrete                                                                                       los que vienen,

che dovrete venire                                                                        los que tienen que venir

infallibilmente                                                                                  infaliblemente

uomini puri, semplici e buoni                                                      hombres puros, sencillos y buenos

uomini nuovi.                                                                                    hombres nuevos.

 

(Mariana Yonüsg Blanco - Nicaragua, Fronte Sud 1979)

 

L’Associazione Nazionale Italia-Nicaragua, in collaborazione con il Comitato di solidarietà Internazionalista di Zaragoza, ha lanciato una campagna di aiuti in favore della popolazione della costa caraibica del Nicaragua per i danni causati dagli uragani Eta, categoria 4, e Iota, categoria 5.


Due tempeste a novembre, in soli 15 giorni, accompagnate dalla distruzione di case, strade e ospedali. In un evento simile nel 1998 ci furono oltre 3000 vittime, oggi con un modello molto efficiente di protezione civile che mette al centro la protezione della vita umana, il Nicaragua è riuscito a ridurre il numero dei morti a 16.


Secondo stime del governo di Managua 56 municipi hanno riportato danni materiali e circa tre milioni di persone sono state colpite.


I danni stimati pari a 742 milioni di dollari, equivalente circa al 6% del Pil nazionale.


È evidente che i cambiamenti climatici causati dai paesi più ricchi sono pagati da quelli più poveri e che un modello efficiente di protezione civile può salvare molte vite umane anche se i danni materiali sono terribili per le infrastrutture, una situazione drammatica che si aggiunge al forte impatto del Covid sul sistema sanitario ed economico.


Spetta a tutti noi un gesto di solidarietà concreta assieme al messaggio “IL NICARAGUA NON È SOLO”.

itanicaviterbo@gmail.com