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mercoledì 28 agosto 2019

Camminiamo nella natura....


 L'immagine può contenere: montagna, cielo, albero, erba, spazio all'aperto e natura

Oltre al camminare nella natura uso come mezzo di locomozione solo la bicicletta ed, occasionalmente, per percorrenze lunghissime o strade pericolose pulman e/o treno. Non è la fatica che, come pensa la maggior parte delle persone, può sconsigliare l'uso del velocipide. Non devono essere neanche le intemperie, se ci si attrezza bene. Quello che a volte mi fa pentire di essere così determinato a dare il mio piccolo contributo alla salute della Terra è il rischio che quotidianamente corro in mezzo ad una folla di sconclusionati che non mi considerano niente più che un birillo messo sulla strada a dispetto della fretta e furia che ormai muove questo mondo di disperati. 

Non è che io rispetti sempre il codice della strada (mea culpa!!!) ma le infrazioni che faccio, per carità, me la canto e me le la suono, non sembrano mai aver causato problemi a chicchessia. Sempre più spesso invece c'è chi mi sorpassa in prossimità di un incrocio e mi taglia la strada per svoltare, magari col telefonino in mano; chi mi passa a due dita dal fianco sinistro mentre cerco di evitare qualcun'altro che si sta immettendo da destra sulla mia strada quando la precedenza è mia; chi con la testa piegata quasi alle ginocchia e braccio sollevato sulla testa medesima a tenere inutilmente il volante, per leggere e scrivere al cellulare, che ha perso totalmente la bussola e mi viene a "cercare" sul ciglio più remoto della strada, la dove io faccio già difficoltà a procedere perché l'asfalto è martoriato da agenti vari oppure è di nuovo imbrecciata o gariga; chi va in giro, scordandosi che guida un mezzo "speciale", col suv o il camperone o il fatale camioncino dei muratori a sponda larga, e quando mi sorpassa mi strappa i pochi peli che ho nelle gambe. 

I camionisti con i loro mastodonti non mi causano in fondo tanti problemi, hanno un occhio per le misure collaudato da tanta strada mangiata. Una lode speciale poi la riservo a coloro che il venerdì, sabato e domenica notte (chi non fadiga mai!) esce dai locali già gonfio di alcol e siccome non gli basta ancora continua a scolar bottiglie  via andando, riducendo la strada ad un percorso di guerra (e quante povere bestiole, domestiche e selvatiche rimangono nottetempo vittime di questi gonzi). 

Avrei altre situazioni da esemplificare, ma, sempre che io sopravviva, ve le riferirò a giorni con altre fantasiose trovate che mi riserva l'homo automobiliensis.

Riccardo Mencarelli,  ciclista marchigiano



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