I tre fratelli erano molto legati e si volevano molto bene. Le uniche liti cui io abbia mai assistito tra loro erano per ragioni politiche. Mio zio era un socialista sfegatato e mio padre se ne era andato dal paesello, Fiorentina appunto, per andare a servire, a Roma, il Partito Comunista. Quando da Roma andavamo a trovare i nostri parenti bolognesi, ogni qualche anno, non di più, a volte si scatenavano fra loro due , liti furibonde. Ma mia zia Ebe no, lei era fuori da queste diatribe, serviva fedelmente la famiglia e amava tutti ugualmente con una gran tenerezza. Non l'ho mai vista arrabbiata e meno che sorridente. E sempre felice di incontrare i suoi cari.
E' stata anche oggi l'occasione per rivedere i miei parenti da parte paterna e di rivedere la terra che vide mio padre bambino e giovane uomo e che visitavamo ogni volta che da Roma venivamo in Emilia, per andare a far visita ai miei nonni che non ci sono più da tempo. La pianura è forse meno “bella” della collina, ma, come diceva la professoressa di italiano che ebbi all'ultimo anno di superiori, “ha il suo fascino” e stupisce per l'intensità della sua produttività. Campi coltivati a perdita d'occhio e oggi, tempo di raccolti, traffico di trattori che vanno a coltivare quei campi e trasportano cereali e foraggi. Forse proprio uno dei mali di questo territorio. Chissà come doveva essere bella, anche se un po' acquitrinosa, la Pianura padana, quando era una foresta.
Ciao, zia, spero che vi siate ritrovati lassù da qualche parte, con i miei genitori e con gli altri zii, anche se ora non avete più bisogno per stare assieme, di fare torte di riso, budini, bucatini all'amatriciana e tutte le vostre specialità culinarie. Che il vostro spirito amoroso vegli su di noi che vi teniamo nel cuore.
Caterina Regazzi
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