Contro le guerre di ieri, di oggi, e di domani. Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani
Il 4 novembre si “festeggia” il centenario della “vittoria” della prima
guerra mondiale, l'inutile strage, secondo la definizione del 1 agosto
1917 di Papa Benedetto XV. Una festa, voluta dal fascismo, che si è
rinnovata, di anno in anno dal 1922 con tutti i governi, fino ad oggi.
Dal 1949 si "festeggiano" in questo giorno anche le Forze Armate
italiane, con tutto il loro sperpero di risorse e spese militari.
Ma la verità storica ci dice che quella guerra fu il più sanguinoso
conflitto di tutti i tempi:
37 milioni di vittime: 16 milioni di morti e 21 milioni di feriti e
mutilati, sia militari che civili. In Italia i morti furono 650.000, i
feriti 1.250.000 di cui 675.000 mutilati. Il risultato per l'Italia fu
poi il ventennio fascista. Queste le conseguenze di una folle decisione
voluta dal re e governo contro la volontà del Parlamento (450 su 508
deputati erano contrari), per conquistare all'Italia terre che si
potevano ottenere per via diplomatica, come voleva Giolitti.
La “grande guerra” fu chiamata così per la capacità distruttiva su
larga scala messa in campo dagli eserciti. Quei 4 anni di guerra
provocarono la veloce riconversione delle moderne invenzioni tecniche in
strumenti bellici, finalizzati al terrore di massa. Il sistema economico
indirizzò tutte le sue risorse a sostenere l’impegno di guerra. Le nuove
fabbriche chimiche, meccaniche, aeronautiche e navali furono
rapidamente piegate al servizio delle armi chimiche, dei carri armati,
degli aerei da combattimento, dei sottomarini da guerra, moltiplicando
la produzione in tutti i settori. La guerra diventò, per la prima volta,
di massa e totale, segnando uno spartiacque che divide la storia e la
memoria moderna in un prima e un dopo.
Dopo un secolo di guerre, fino alle attuali in Siria, Yemen, Iraq,
Congo, Sudan, sarebbe ora di voltare pagina, e costruire le condizioni
per affrontare i conflitti con i metodi della nonviolenza.
Per questo ci impegnano e chiediamo:
- che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa
popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la
difesa civile, non armata e nonviolenta;
- che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la messa al
bando delle armi nucleari;
- che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte
siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri
umani e del mondo vivente;
- una drastica riduzione delle spese militari che oggi ci costano
settanta milioni di euro al giorno;
- una politica di disarmo;
- un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima
radice e primo paradigma di ogni violenza;
Movimento Nonviolento
www.azionenonviolenta.it
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