mercoledì 21 febbraio 2018

"Khymeia". The pagan folk - Recensione di Ferdinando Renzetti



Durante questo mio viaggio in Hirpinia ho ascoltato il concerto di un gruppo di
ragazzi hirpini che si ispirano alle antiche culture del Sannio e non solo.

Dal libretto del loro secondo album "khymeia"

Emian Pagan Folk
KHYMEIA
“C’è stato un tempo in cui uomini e donne straordinari trasmettevano la
conoscenza di sé e del Mondo attraverso le 7 arti sacre: religione,
architettura, pittura, danza, scultura, teatro e musica. Da Atlantide fino a
Babilonia, dall’Egitto all’India, dall’Europa fino al Nuovo Mondo.... Ovunque
questi uomini e queste donne si prodigavano affinché l’Umanità non dimenticasse
mai da dove provenisse o dove fosse destinata a ritornare. Ogni giorno della
loro vita era dedicata alle 7 arti sacre. Tra questi Iniziati, così li
chiameremmo oggi, c’erano gli Alchimisti, coloro che volevano tramutare il
piombo in oro. Il loro linguaggio ermetico (criptico) venne frainteso da coloro
che ignoravano la sua reale origine e molte informazioni furono dimenticate,
molte altre fraintese. Il significato alla base di questa trasformazione è
indagare nel cuore di sé stessi, per cercare il vero senso della propria
esistenza sulla terra e per ridare ancora luce alla scintilla divina che giace
in ognuno di noi. Trasmettere ciò e molti altri segreti fu l’obiettivo reale di
questi Grandi Maestri.


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KHYMEIA, dall’arabo al-khīmiyya che vuol dire “chimica”; dal greco
χυμεία che vuol dire “fondere”, “unire”;
dall’egiziano al kemi che vuol dire “l’arte egiziana”, questo il lavoro al
quale essi dedicavano la loro intera vita. Nel mio lungo peregrinare ho
incontrato molte persone ed oggi mi ritrovo faccia a faccia con quattro giovani
consacrati alla settima arte.


Facendo ricerca essi provano a riportare alla luce l’antica formula alchemica,
rivelandola poco a poco attraverso l’unione di melodie lontane tra loro ma che
entrano in simbiosi in un modo inusuale ed allo stesso tempo naturale. Dalle
calde terre del Mediterraneo fino al freddo nord, realizzano la loro fusione,
l’atanor è rappresentato dalle voci e dagli strumenti che utilizzano. Il
compito di interpretare questo messaggio dipende interamente da voi! E se il
loro lavoro non è puro, il Grande Maestro il Tempo deciderà per tutti.
Umilmente al vostro servizio, B“

From Celtic to North-European culture, from medieval ballads to shamanic
singing:
EMIAN Pagan Folk music combines North and Mediterranean folk
languages, enrapturing the listener with an enchanting song, taking him to snowy
peaks, enchanted woods, along Scandinavian fjords. Their music makes him
discover his deepest ego, archaic feelings, bringing him back
to the ancestral harmony with the universe


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Recensione di Ferdinando Renzetti

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