Traduzione del primo video : QUALI VIRUS ?
Buongiorno dr. Lanka
Buongiorno sig. Pfister
Pfister: sono davvero felice di poter condurre questa intervista e di poter lavorare insieme in questo programma per la corretta informazione delle persone.
Lei ha potuto provare in Tribunale, e davanti a cinque periti ufficiali, che non vi è nessuna prova dell’esistenza del virus del morbillo. Questo significa che non sappiamo se esiste e come: non ne abbiamo alcuna prova. Vorrei parlare oggi con lei dei fatti: come si sia arrivati a questo malinteso.
Cosa sono in realtà i virus, quello che viene definito virus?
Lanka: lo si spiega facilmente partendo dal significato della parola virus, in latino tossina.
C’era una dottrina medica che ad oggi si crede scomparsa. Essa continua però a mantenere sotto la nuova veste moderna la credenza che le malattie siano create da tossine, veleni patologici. Alla base della teoria umorale c’era la credenza che se i liquidi corporei ristagnavano diventavano velenosi e che potevano così diffondere le malattie all’interno del corpo oppure anche dall’emanazione del corpo. La “mal-aria”, l’aria cattiva che si riteneva contagiosa. Sapevo come condurre la mia ricerca, perché anch’io avevo scoperto nel mare una struttura che io stesso avevo denominato virus. L’avevo identificato come un virus innocuo. Pensavo davvero fosse un virus, anche se innocuo perché non aveva fatto danni nell’organismo dove l’avevo trovato. Quindi sono andato dal mio professore e gli ho fatto vedere quello che avevo trovato. Gli ho fatto vedere le foto al microscopio elettronico di particelle che sembravano essere dei virus ed erano miliardi. L’organismo comunque viveva senza problemi e il virus non sembrava dare effetti negativi. Così, dal 5° semestre avevo già il mio laboratorio ed ero praticamente diventato un virologo.
All’epoca non avrei mai pensato che non fosse possibile trovare un protocollo in medicina su come isolare un virus!
Nella batteriologia ci sono protocolli dal 1940. Quando i batteri muoiono a causa di un cosiddetto virus batterico, si prende questo liquido, lo si mette sotto un microscopio e si vede che sono batteri. Ma si vendono anche tante minuscole particelle presenti in grande quantità, le si separa, le si isola, in modo da avere solo questo tipo di mini-spore, e si vede che sembrano esattamente uguali, che presentano l’aspetto di virus. Ed è diventato un modello questi “virus per batteri” un modello anche per i virus umani. Ma quello che i biologi all’epoca non hanno colto è che quando i batteri muoiono velocemente non hanno il tempo di creare delle spore. Se li si privi delle fonti nutritive, se è troppo caldo, troppo freddo o in altri processi lenti, allora questi creano delle spore che possono sopravvivere per secoli. E se l’ambiente è favorevole ricrescono dalle loro stesse spore. Ma quando i batteri non ne hanno il tempo creano mini-particelle, particelle ancora più piccole, costituite solo dal cosiddetto acido nucleico, il cosiddetto materiale genetico circondato da un involucro proteico. E sono tutti uguali e si pensava che fossero loro la causa della morte dei batteri. No, in Natura i batteri non muoiono mai se queste particelle vengono aggiunte. Questo lo fanno solo batteri ipercoltivati e labili, che appena li si guarda in modo “storto” si riconvertono nel materiale da cui erano sorti. Questo era un breve excursus. Da queste strutture nascono i batteri e i nostri tessuti utilizzano a loro volta i batteri come componenti per rigenerarsi. E qualcosa che viene chiamato batteriofago, divoratore di batteri, per usare una denominazione scorretta, l’ho scoperto in mare. Un po’ più grande, una catena di acido nucleico un po’ più lunga e pensavo fosse un virus.
E così ero un virologo.
All’epoca aveva adottato anch’io il concetto dell’HIV, ossia che esistesse questo virus e che fosse mortale.
Fino a quando un professore austriaco, uno specialista della cosiddetta genetica e dell’acido nucleico, mi diede il permesso di usare il suo laboratorio siccome non avevo ancora tutti gli strumenti né tutto il sapere.Con lui ho stretto un rapporto di amicizia. Un giorno mi chiese, dandomi del tu come fanno gli austriaci: “Stefan, hai verificato la storia dell’HIV?” Risposi: “Tutto il mondo lo dice” Egli mi rispose non stava chiedendolo al mondo, stava chiedendolo a me ! Diventai rosso in viso e risposi .. “no, non l’ho fatto”. Mi diede una tessera con la quale potevo fotocopiare gratis e mi disse: “Fai una copia di tutto quello che leggi e lasciamela in ufficio” E ogni venerdì pomeriggio discutevamo della ricerca.
In biblioteca ho poi capito che c’era scritto il titolo “virus” ma nella pubblicazione stessa non si parlava di alcuna struttura, nemmeno una struttura vista in un essere umano,nel sangue o in qualche altro liquido corporeo
Anche nel morbillo o in quello che si chiama morbillo, che si vede in bocca, nelle macchie sul corpo o tipiche manifestazioni del morbillo, da nessuna parte si è visto nell’essere umano ma sempre in particelle in cellule morenti. E così siamo arrivati al punto: nelle cellule morenti ! Ed è proprio questo il punto. Diversamente rispetto ai batteriofagi che esistono e che dal 1940 vengono isolati in modo classico, come le monetine all’interno di un salvadanaio a maialino, insieme a bottoni, cicche, pezzettini di carta, allora si separano i diversi componenti e ci sono dentro 11 monete da un euro, prima fotografo l’interno del maialino con i suoi frammenti, poi isolo le parti, le cicche, i pezzettini di carta, i bottoni tolgo tutto e rimangono le pure monete di euro, e quindi le fotografo di nuovo e dico guardate: sono pure. Non c’è quindi alcun centesimo di dollaro ,vecchie lire o sterline ma 11 pure monete da un euro. Poi prendo queste monete e applico la biochimica. E vedo che sono effettivamente composte da questi tre metalli nelle stesse percentuali e con lo stesso peso specifico. Sono veri euro. Questa si chiama biochimica.
E questa verifica non è riuscita per nessun virus che si presume che produca malattia negli uomini, negli animali o nelle piante. L’avevo già capito durante i miei studi
Non avevo all’epoca alcuna idea su cosa ci faccia realmente ammalare. Questo mi divenne chiaro solo in seguito grazie ai contatti con il dr. Hamer.
Mi era definitivamente chiaro. Non li trovavamo in nessuna pubblicazione. Abbiamo iniziato con i Professori. Eravamo io e altri due professori e abbiamo cominciato le ricerche. Successivamente ho avuto contatti con Eleni Papadopoulos e con il suo team in Australia. Abbiamo ricercato e analizzato tutto il materiale esistente sui presunti virus umani e animali, interi articoli scientifici e alla fine ero sicuro: il virus non esiste!
Pfister: non vi è alcuna prova
Lanka: Non vi è alcuna prova. Ok scientificamente non posso dire di aver dimostrato che non esiste, può essere che il virus si sia nascosto dietro la Luna, o dietro a Marte o ancora più in là … ma come uomo e cittadino devo dire che no… non esiste E posso perfino dire scientificamente che escludo l’esistenza dei virus avendo controllato il modello di riferimento del dr. Hamer che ho effettivamente verificato. E ho visto che questo modello funziona per tutti i fenomeni che definiamo malattie virali, e non solo virali, per quasi tutte tranne che per avvelenamento, carenze e disturbi meccanici, articolari che possiamo avere e che vengono tratti molto bene in osteopatia, tutto è stato spiegato nel modello di riferimento del dr. Hamer.
In questo modello non c’è il benché minimo spazio per un elemento negativo che sia più forte del sano, che prende senza dare nulla! Comunque nella vita non esistono cose negative, non c’è spazio. Perché i sintomi che noi chiamiamo malattie compaiono secondo regole precise ed è tutto spiegato. Non c’è spazio per un elemento negativo. Questo concetto del maligno più forte del sano, che viene dalla teologia, direttamente dal Vaticano, non ha più congruenza. E’ contraddetto. Abbiamo trovato una spiegazione migliore grazie al modello di Hamer. Questo sistema ha fatto crollare il vecchio concetto. E’ stato superato. Esso viene confutato proprio dalle pubblicazioni in virologia stessa, dove si trovano le presunte prove o le ipotesi non comprovate, dal momento che si parte sempre dall’esistenza dei virus. Queste ipotesi vengono confutate dalle loro stesse pubblicazioni scientifiche. Quella che facciamo noi è una reale medicina scientifica, dove possiamo verificare ogni passo. Dove possiamo comprovare e prevedere. Questi sono i tre criteri della scienza: comprovabilità, ripetibilità e prevedibilità. E se non sono presenti questi tre criteri la ricerca non è scientifica.
Pfister: e quellI che finora abbiamo denominato virus sono in realtà piccole componenti, resti di questi batteri che stanno morendo?
Lanka: nel caso dei batteri sì ma non è vero che muoiono. Anche il morire è un mirato processo sensato. E cioè di dare una fonte di energia ai tessuti o ai batteri che vivono nell’ambiente circostante grazie all’acido nucleico. Quindi dietro tutta questa focalizzazione e tutte le pulsioni verso la sessualità alla fine si parla di energia. E’ il cardine della vita. Il compito principale dell’acido nucleico, la cosiddetta sostanza ereditaria, che non ha nulla a che vedere con eredità, è la produzione di energia, è la forza che sta dietro la sessualità. In effetti perché è essenziale per la vita. Quindi l’ipotesi di fondo sui virus è sbagliata e ci sono proteine tutto attorno che sono i componenti che servono alla vita. Quando i batteri vengono annientati velocemente questi si convertono in componenti resistenti e duraturi dai quali poi nascono altri batteri. Questi vengono assorbiti dai batteri per ricevere l’energia e il materiali di cui hanno bisogno. Anche questo è un processo sensato!
E il processo del morbillo mostra molto chiaramente proprio questo modello e le osservazioni fatte sui batteri sono state applicate in modo traslato al campo delle credenze. Le credenze sui virus umani.
Ed è stato proprio John Franklin Enders a farlo perché invece di mostrare realmente un virus, credeva che se si vedessero le cellule in provetta morire, mettendo un campione di saliva di un malato di morbillo, e si vedesse le cellule morire, fosse sufficiente per dimostrare che c’era un virus. Ma le cellule muoiono anche senza agenti esterni posti nella provetta, soprattutto muoiono più velocemente perché vengono “preparate” per la prossima infezione. L’idea è la stessa come con i batteriofagi: priviamo i batteri del nutrimento in modo che diventino “affamati di virus” poi introduciamo il campione infetto e guarda un po’: li vediamo morire! Ma non è vero che muoiono, si trasformano. I batteri si riducono in minuscole componenti. Però questo non succede per cellule umane e animali perché la loro struttura è più complessa.
Quindi “in vivo” in Vivo ma non in provetta quello che succede è che viene tolto alle cellule il nutrimento, che praticamente vengono fatte morire di fame. Vengono affamate e ricevono un cocktail contenente antibiotici che uccidono autonomamente le cellule. Nel 1954 ancora non si sapeva. Questo era conosciuto solo dal 1973 che questo antibiotico, la streptomicina uccide autonomamente le celluce. Se si fossero fatti dei test di controllo preparando le cellule in questo modo, osservando cosa succede avrebbero visto che queste muoiono molto più velocemente rispetto al normale. Solo poche cellule riescono a vivere a lungo in provetta. E loro credevano che la morte delle cellule fosse la prova sufficiente della proliferazione virale. E c’è di più.
Enders ha preso questa idea dalla batteriologia. Ha fatto la stessa cosa come l’aveva fatta con i test batteriofagi. Ma invece di batteri come coltura ha preso cellule animali e, dopo averle indebolite, ha inserito l’estratto salivare. Tutto questo senza fare un test di controllo. E l’ha ammesso egli stesso nella sua pubblicazione, nella pubblicazione che è stata utilizzata nel processo come prova per ricevere i 100.000 euro per il bando che avevo indetto dove chiedevo una prova scientifica dell’esistenza del virus del morbillo.
In questo primo isolamento descritto da John Franklin Enders egli ci dice molto chiaramente che non è stato effettuato alcun test di controllo !
Pfister: descrive molto chiaramente che non ha affiancato come controllo una provetta con solo antibiotici e assenza di nutrienti
Lanka: giusto sig. Pfister, questo punto è decisivo: non l’ha fatto !
Pfister: però questo dovrebbe essere perentorio per qualsiasi ricerca scientifica: avere un test di controllo
Lanka: dal 1998 le regole della scienza, Lege artis, sono state scritte e stabilite in modo definitivo. Sono state pubblicate per la prima volta dalla società scientifica tedesca. Sono le regole del corretto lavoro scientifico. Queste regole ci dicono che bisogna utilizzare i metodi più all’avanguardia che sono i più adatti, bisogna conoscere tutte le pubblicazioni in merito, si devono eseguire test di controllo per ogni nuovo metodo introdotto in modo da accertarsi che non sia il metodo stesso a produrre il risultato. Ci deve essere sempre il dubbio. Bisogna sempre provare a confutare i propri risultati. Ma quello che succede oggi nel campo scientifico è molto lontano da queste regole.
Pfister: ovviamente
Lanka: ed è qui che rispondo alla sua domanda: da dove viene l’errore concettuale sui virus?
Eugen Rosentock-Huessy descrive che ovviamente lo Stato finanzia solo le vecchie autorità scientifiche e che il ricercatore che scopre qualcosa di nuovo viene represso dai ricercatori e scienziati affermati. Ci mostra il campo di tensione, non ancora evidenziato, in cui troviamo un ampio divario tra ricerca e scienza. Egli descrive come gli scienziati affermati facciano ricerche di facciata per mantenere validi i vecchi modelli. Ci descrive chiaramente che fanno ricerca sul cancro come se fosse la rabbia, secondo gli antiquati principi di Pasteur. Eppure partendo da questi nuovi modelli c’è così tanto potenziale che aspetta solo di essere accolto, utilizzato e sviluppato.
Pfister: spero anch’io che tutto questo possa diventare realtà in un prossimo futuro. La ringrazio per queste spiegazioni che sono, dal mio punto di vista, rivoluzionarie e capovolgenti per l’intera comprensione medico-scientifica e che allo stesso tempo presentano un grande potenziale di effettive possibilità per aiutare le persone nel loro “stare bene” con questa scienza medica.
Lanka: ringraziamo le persone che hanno elaborato tutto questo e che ho avuto la fortuna di conoscere e di contribuire a questa congiunzione di campi di ricerca per un nuovo punto di vista. Le basi sono stati i lavori del dr. Hamer, del dr. Peter Augustin, del prof. Hertmut Heine e di molti altri che hanno fatto ricerca e che hanno aspettato di essere messi insieme. Il che è stato possibile solo grazie alle scoperte del dr. Hamer che per primo ha gettato un’ancora scientifica in questo campo della medicina e della scienza medica, un punto di riferimento in cui ci si può orientare.
E quando nell’agosto del 2000 ho avuto finalmente l’onore di conoscere il dr. Hamer ho potuto rapidamente trovare risposta a tutte le mie domande fino allora rimaste in sospeso. E ho potuto spiegare i Focolai di Hamer e rendere applicabile il suo sapere a livello terapeutico.
Grazie dr. Hamer, grazie dr. Augustin e grazie a Voi che diffondete questo sapere.
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