mercoledì 30 novembre 2016

CARATTERI DELL’ILLUMINISMO DEL ‘700: MONTESQUIEU E VOLTAIRE


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In altri interventi ho schematicamente descritto il grande sviluppo della scienza nell’Inghilterra del ‘600, che ebbe il suo massimo esponente in Newton, a cui si accompagnò uno sviluppo parallelo della moderna filosofia empirista, di cui John Locke fu massimo rappresentante.

Questi sviluppi coincidevano con i progressi sociali e politici di nuovi strati borghesi, alleati a settori della piccola nobiltà di campagna, che si erano estrinsecati nel successo delle due rivoluzioni del 1641-49 e del 1689 e nell’instaurazione di una monarchia costituzionale ispirata ad un’ideologia liberale, di cui era stato massimo teorico lo stesso Locke.

Nel ‘700 il Regno Unito britannico (che comprendeva anche la Scozia e l’Irlanda) si stava adagiando su un compromesso tra la borghesia in rapida ascesa, la nuova nobiltà e la monarchia, rifuggendo da nuovi sussulti rivoluzionari. Si poté assistere in campo filosofico ad un ulteriore sviluppo dell’empirismo, che ebbe come figura di rilievo George Berkeley e come suo massimo esponente  David Hume, uno dei maggiori pensatori del ‘700. Contemporaneamente si scatenava un vivace dibattito ad opera dei “deisti” che contestavano i dogmi religiosi tradizionali da un punto di vista razionalista, anche senza sfociare nell’ateismo.

Gli echi di questo nuovo clima culturale raggiunsero altri paesi europei, ed in particolare la Francia dove il grande sviluppo della borghesia trovava però ostacoli nel permanere di una monarchia assoluta, di un’aristocrazia ancora potente ed di una Chiesa intransigente. Il vasto movimento culturale che sorse in vari paesi europei (anche in Italia, con massimi centri a Milano e Napoli) prese il nome di “Illuminismo”, perché gli intellettuali che ne facevano parte volevano recare il lume della ragione ai popoli avvolti nell’oscurità. In Francia, viste le condizioni politiche del paese, il movimento, pur facendo in larga parte riferimento alla filosofia di Locke e Bacone ed alle teorie di Newton, assunse un carattere in gran parte politico-culturale teso a contestare l’autoritarismo ed i privilegi del regime vigente e l’intolleranza ed il dogmatismo della Chiesa Cattolica. 

Il movimento non assunse mai una carattere rivoluzionario, ma piuttosto riformatore, scontrandosi a volte con la repressione di regime, ma anche talvolta appoggiandosi al cosiddetto “dispotismo illuminato” e riformatore sviluppato da alcune monarchie, come quella di Federico II in Prussia e Carlo III a Napoli. Il movimento è stato fondamentale per la nascita del mondo contemporaneo europeo (e non solo), ma lavorò più a livello divulgativo e polemico che con una profondità di pensiero e rilevanza scientifica paragonabili alla filosofia ed alla scienza del ‘600.

Tra i primi pensatori dell’illuminismo in Francia vi fu il barone Montesquieu (1689-1755), il cui pensiero essenzialmente politico e moderato si esplicò attraverso opere  quali le “Lettere Persiane” del 1721, in cui dei presunti viaggiatori persiani criticano le istituzioni francesi. Montesquieu fu particolarmente attento allo studio delle influenze ambientali sulle istituzioni di un paese. Il suo capolavoro è “Lo Spirito delle Leggi” del 1748 in cui espone il suo noto progetto riformatore di divisione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.

Personalità centrale dell’illuminismo francese ed europeo fu indubbiamente Francois Marie Arouet  (1694-1778), noto col soprannome di Voltaire. Di origini borghesi, fu  anche imprigionato in gioventù, e costretto a fuggire da Parigi, ma poté poi godere della protezione dell’intelligente e colta amante ufficiale del re Luigi xv, madame Pompadour, e del re di Prussia Federico II presso la cui corte si stabilì per molti anni, dopo essere stato anche per tre anni in Inghilterra. Con la collaborazione della compagna, marchesa di Chatelet, donna altrettanto colta ed intelligente, Voltaire polemizzò efficacemente contro i dogmi ecclesiastici e l’intolleranza politica e religiosa (ma da posizioni “deiste”, e non atee). Criticò sia la filosofia di Cartesio che quella “ottimistica” di Leibnitz, considerate dogmatiche e metafisiche, non adeguate al mondo moderno. Fu invece un accanito sostenitore e divulgatore del pensiero scientifico e della metodologia scientifica di Newton, anche se mantenendosi a livelli superficiali, non essendo in grado di approfondirne a pieno la problematica. Nei prossimi numeri vedremo come altri pensatori dell’illuminismo francese approfondirono maggiormente tematiche legate all’apprendimento ed alla ricerca scientifica.

Vincenzo Brandi

lunedì 28 novembre 2016

Scoperta una immagine ipotetica di Dante Alighieri - "Non era brutto"


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Negli anni 80 una discendente Francese dei Merovingi lasciò una cospicua eredità al suo maggiordomo Egiziano, tra i tanti beni ereditati vi era una tavola risalente al 1470 su cui era stato incollato un affresco del trecento raffigurante un bel giovane con addosso la classica tunica che indossa Dante Alighieri nelle sue rappresentazioni delle varie epoche. Come dobbiamo immaginarci l’autore della Divina Commedia.  Qual era il suo vero volto? 

Come infatti non conosciamo la sua scrittura, non possedendo neanche un suo autografo, tutto ciò che sappiamo del suo viso ci giunge da ritratti di seconda mano, in particolare quello di Boccaccio, che ce lo descrive così: Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccoli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato».I ritratti successivi dei pittori si sono per gran parte ispirati a questo, spesso però esagerando i particolari fino a forme quasi caricaturali. Il primo ritratto pittorico, invece, è quello di scuola giottesca al Palazzo del Bargello di Firenze. 

Mentre Boccaccio, che non aveva conosciuto personalmente Dante, aveva tuttavia “intervistato” molti che lo avevano incontrato, il ritratto del Bargello può avvicinarsi al volto originale soprattutto se lo ha abbozzato Giotto in persona (che lo vide personalmente), il che non si sa quanto sia probabile.


Qualche anno fa al Laboratorio di realtà virtuale nella sede di Forlì della Facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna, sotto la guida del prof. Gruppioni, si è ricostruito quello che dovrebbe essere il vero volto di Dante, e la sorpresa non è stata poca: ne è risultato un viso non come quello dei ritratti usuali. Le mascelle risulterebbero senza il mento da strega di Benevento dei ritratti più diffusi. Il naso prominente, in realtà col setto nasale deviato .Come dobbiamo immaginarci l’autore della Divina Commedia? Qual era il suo vero volto? .Come infatti non conosciamo la sua scrittura, non possedendo neanche un suo autografo, tutto ciò che sappiamo del suo viso ci giunge da ritratti di seconda mano, in particolare quello di Boccaccio, che ce lo descrive così: -Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccoli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato-.

I ritratti successivi dei pittori si sono per gran parte ispirati a questo, spesso però esagerando i particolari fino a forme quasi caricaturali. Il primo ritratto pittorico, invece, è quello di scuola giottesca al Palazzo del Bargello di Firenze. Mentre Boccaccio, che non aveva conosciuto personalmente Dante, aveva tuttavia “intervistato” molti che lo avevano incontrato, il ritratto del Bargello può avvicinarsi al volto originale soprattutto se lo ha abbozzato Giotto in persona (che lo vide personalmente), il che non si sa quanto sia probabile.


Qualche anno fa al Laboratorio di realtà virtuale nella sede di Forlì della Facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna, sotto la guida del prof. Gruppioni, si è ricostruito quello che dovrebbe essere il vero volto di Dante, e la sorpresa non è stata poca: ne è risultato un viso spigoloso sì, ma non quanto quello dei ritratti usuali. Le mascelle senza il mento prominente dei ritratti più diffusi. Il naso imponente , in realtà col setto nasale deviato non era tanto aquilino .Come sono arrivati Gruppioni & soci a restituirci quello che secondo loro sarebbe il volto di Dante? Si sono basati sugli studi di Fabio Frassetto, antropologo dell’Università di Bologna che, in occasione del sesto centenario della morte del poeta (1921), aveva effettuato rilievi sulle sue ossa, conservate a Ravenna. Dal calco del calvario (la mandibola è andata perduta), ricostruito sulla base delle sue misurazioni dallo stesso Frassetto, Gruppioni ha realizzato un modello completo del cranio di Dante. E Francesco Mallegni dell’università di Pisa, esperto nella ricostruzione facciale, ha utilizzato il modello per realizzare un fac-simile del probabile volto di Dante. 

È attendibile questa ricostruzione? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe riaprire la tomba, e datare le ossa di Dante, che erano sparite nel 1509 e furono casualmente ritrovate solo nel 1865, durante lavori di restauro del vecchio sepolcro. Se le ossa sono trecentesche (e non si tratta di una bufala ottocentesca), Dante somigliava ai ritratto che vedete sopra all’età all’incirca di trent’anni.La tavola che lo riproduce giovane e bello risale ad un affresco del 1309.


A questo punto, se la notizia è attendibile, si colloca con le maggiori probabilità di verosimiglianza il viaggio a Parigi di cui parlano Giovanni Villani e Boccaccio, Trattatello A 75 = B 56 (“se n’andò a Parigi; e quivi tutto si diede allo studio e della filosofia e della teologia”): dopo la caduta delle aspettative riguardo a Firenze (e comunque almeno dopo l’inizio della composizione del Convivio, che in I iii 4 parla solo di peregrinazioni per l’Italia e non per paesi stranieri) e prima del sorgere delle nuove speranze legate a Enrico VII. 

Del soggiorno parigino, e soprattutto di una qualche forma di frequentazione del locale ambiente universitario, resterebbe traccia nella menzione del “Vico de li Strami” (cioè rue de la Fouarre, dove si esercitava l’insegnamento delle Arti) in Pd X 137. Ma si può ipotizzare che in realtà, come altri fuorusciti, abbia trovato riparo ad Avignone.

Gilberto Di Benedetto

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Immagine inedita supposta  di Dante Alighieri

domenica 27 novembre 2016

Fidel Castro vivrà per sempre


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"I cubani sono sempre stati solidali con tutti i popoli del mondo che hanno lottato contro l’oppressione e lo sfruttamento, soprattutto in America Latina e in Africa!” (Ismael Francisco, Cuba Debate)

Abbiamo perso Fidel. Abbiamo conquistato una storia di esempi e saggezza.

La storia di Fidel è indescrivibile, non possiamo raccontarla in poche parole. E quindi voglio dare solo una testimonianza.

Fidel ha usato tutta la sua intelligenza, le sue conoscenza, la sua capacità di leader e la sua totale dedizione per costruire nel corso di 60 anni un popolo unito e organizzato, divenuto imbattibile nell’affrontare le forze economiche e militari più forti del XX secolo: il capitale degli Stati Uniti.

Durante tutti questi anni, il popolo cubano ha saputo affrontare le peggiori avversità, sia quelle naturali: gli uragani, le tempeste, la perdita dei raccolti, sia quelle legate all’inaccettabile blocco economico. Cuba ha sostenuto una guerra permanente, compresa l’invasione militare del 1961 della Baia dei Porci.
Hanno affrontato le difficoltà legate a una società con forti limiti nella produzione dei beni materiali, che aveva un’eredità coloniale di estrema disuguaglianza, di lavoro schiavo, della monocultura della canna e di soggezione culturale.

Hanno affrontato i momenti peggiori di un paese periferico dipendente dalla geopolitica mondiale. Hanno vinto tutte le battaglie. Hanno costruito una società che cerca con forza l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità tra tutti i cittadini.
Hanno sconfitto l’ignoranza e si sono trasformati nel paese con il più alto indice di scolarizzazione del mondo.

Hanno prodotto una medicina preventiva, umanitaria e solidale che ha inviato più di 60.000 medici in quasi tutti i paesi del mondo, superando il numero di medici inviati nel mondo da tutti gli altri paesi e dagli organismi internazionali messi insieme.

E hanno inviato da noi, in Brasile, 14.000 medici perché 44 milioni di brasiliani poveri potessero avere, per la prima volta in vita loro, cure mediche preventive e di qualità.

Sono sempre stati solidali con tutti i popoli del mondo che  hanno lottato contro oppressione e sfruttamento, soprattutto in America Latina e in Africa.

Il nostro movimento, il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra, ha ricevuto permanente solidarietà e appoggio dal popolo cubano, attraverso le loro scuole tecniche, la Scuola Latino-americana di Medicina (Elam), dove si sono formati centinaia di giovani poveri brasiliani. Ha ricevuto l’esperienza e il metodo di alfabetizzazione degli adulti ( Si, io posso1).

Abbiamo costruito insieme le organizzazioni internazionalli dei movimenti: Via Campesina; l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA); l’Incontro mondiale con il Papa. Abbiamo collaborato con i contadini cubani dell’Associazione nazionale dei piccoli contadini (Anap) e con i tecnici dell’Agroecologia dell’Associazione Cubana dei tecnici agricoli e forestali (ACTAF); con la Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC), con il Centro  Martin Luther King, etc.

Ma, soprattutto, abbiamo imparato molto dall’esempio di costanza nella lotta.

Abbiamo partecipato attivamente, con il popolo cubano, alla campagna contro l’ALCA (Area del Libero Commercio delle Americhe) e contro il dominio dell’impero sull’America Latina.
E Fidel è sempre stato organizzatore e ispiratore di tutto il popolo.
Non è questo il luogo per esaltare le qualità personali di questo personaggio eccezionale, dello statista e del saggio stratega politico.
Voglio solo sottolineare per i nostri militanti il suo esempio rispetto a due aspetti fondamentali della vita.

Il primo è l’amore per lo studio

Fidel è stato sempre un propagandista dell’importanza dello studio, della conoscenza scientifica, dell’educazione liberatrice. Ha studiato sempre, da quando era giovane agli ultimi giorni. Diceva: “Solo la conoscenza libera realmente le persone!” ripentendo ciò che aveva affermato il suo ispiratore Jose Martí.

Ed è stato sempre insieme al suo popolo, in ogni momento, il primo della fila, in tutte le situazioni di difficoltà: nella guerra, nell’organizzazione della produzione e della conoscenza. Non ha risparmiato le forze e ha sempre dato l’esempio dello spirito di sacrificio. E’ stato un uomo geniale per le sue idee e la sua coerenza. Ci ha lasciato un’eredità splendida, cioè il suo esempio da seguire.

 Viva Fidel! Fidel vivrà per  sempre!


Articolo di João Pedro Stedile che ricorda le conquiste della rivoluzione per il popolo cubano e gli oppressi di tutto il mondo

venerdì 25 novembre 2016

Bologna, 26 novembre 2016 .- Las Madres Poesie e racconti delle Madri di Plaza de Mayo

Las Madres
Poesie e racconti delle Madri di Plaza de Mayo
las madres
Voci recitanti: Simona Sagone, Patricio Lolli
Fisarmonica: Salvatore Panu
Ballerini: Styliana Scarlatti, Patricio Lolli

Sabato 26 novembre 2016, ore 21
Villa Benni, Via Saragozza 210, Bologna

Il primo nucleo di questo spettacolo, a cura dell’Associazione Culturale Youkali, è nato all’interno del programma di Festa della Storia 2007 da un’idea del regista argentino Carlos Branca in occasione delle celebrazioni in onore dell'arrivo a Bologna della Presidente delle Madri di Plaza de Mayo, Hebe Maria Pastor de Bonafini il 17 ottobre 2007 per il conferimento della Laurea ad Honorem alle Madri di Plaza de Mayo. Las Madres è dedicato alla memoria degli oltre 30.000 argentini desaparecidos negli anni tra il 1976 e il 1983 e alla lotta per la verità sulla sorte dei loro figli, combattuta dalle Madri.

Gli attori proporranno al pubblico poesie e racconti scritti dalle Madri di Plaza de Mayo in occasione di un laboratorio di scrittura. I testi, nati dall'esigenza di dare parole ai sentimenti contrastanti che albergavano nei cuori di queste coraggiose donne, sono diventati un prezioso dono a tutte le donne e gli uomini del mondo: un messaggio di speranza e una testimonianza di come sia possibile e anzi necessario saper trasformare la rabbia e il dolore in vita e in lotta per la libertà e la verità. Oltre alle poesie scritte dalle Madri anche alcune canzoni argentine sul tema della memoria.

Perchè “Le Madri”?
Le Madri di Piazza di Maggio sono le ambasciatrici nel mondo della lotta e dei valori dei loro figli, assassinati e fatti scomparire perchè volevano un mondo migliore. Hanno trasformato lo strappo lacerante della perdita del loro bene più grande in lotta: con il loro coraggio, la loro perseveranza e la loro tenacia hanno fatto sì che i crimini terribili di cui si è macchiata la dittatura militare che ha usurpato il potere in Argentina in quegli anni venissero conosciuti in tutto il mondo ed alcuni dei colpevoli finalmente processati e puniti. Il loro grande desiderio di giustizia ha fatto in modo che gli orrori subiti non venissero nascosti e tanto meno dimenticati. Perchè solo dalla conoscenza reale e successiva denuncia dei  fatti può nascere la speranza che crimini tanto orribili non si ripetano mai più.
 Carlos Branca Regista Argentino
Prenotazione richiesta al 3334774139 

giovedì 24 novembre 2016

Passignano sul Trasimeno, 8 e 10 dicembre 2016 - Arte del Processo prima di decidere


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A dicembre 2016 inizierà il nuovo anno della Scuola di Arte del Processo con un seminario residenziale presso il Centro Panta Rei a Passignano sul Trasimeno. È ancora possibile iscriversi all'intero anno, ma per chi è curios* di capirne un po' di più sull'Arte del Processo prima di decidere, il seminario è aperto a tutt* dall'8 al 10 dicembre!
A questo link trovi tutte le informazioni sull'anno 2016/2017 della scuola. Vuoi iscriverti? Compila il modulo on line per iscriverti all'intero anno o per il singolo seminario: https://artedelprocesso.com/ - Presto anche maggiori informazioni sull'accreditamento ECM dei nostri seminari!

...Ma chi saranno gli insegnanti di questo primo seminario?
Peter Ammann è psicologo, diplomato in Processwork  alla Research Society for Process Oriented Psychology of United Kingdom (RSPOPUK) di Londra di cui è anche membro di facoltà e psicoterapeuta accreditato UKCP. Esercita a Londra dove attualmente vive e tiene lezioni e seminari in vari paesi europei.

Abbiamo intervistato Peter sul lavoro con gli stati remoti di coscienza: trovi il video a questo link. Gill Emslie, diplomata in Processwork, è una facilitatrice orientata al processo e coach che lavora con l’agevolazione dei conflitti, la psicoterapia e la leadership. Insegna anche a livello internazionale in diversi contesti che vanno dalla ONG al settore della giustizia sociale e ambientale, al governo aziendale e locale.

Sei curios* di saperne di più sull'Arte del Processo e sulla Scuola? Visita il nostro sito: https://artedelprocesso.com/

Ti servono altre informazioni? Contattaci: artedelprocesso@gmail.com

martedì 22 novembre 2016

Provincia di Lecce - Riesame del rinnovo A.I.A. Colacem di Galatina


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Rinnovo A.I.A. Colacem di Galatina
Giovedì 24 Novembre 2016 - ore 10 - presso la Provincia di Lecce, Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente, in Via Botti n.1, si terrà la prima Conferenza dei Servizi per il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla Regione Puglia nel 2009 al cementificio Colacem di Galatina.
Per le Istituzioni, per le Associazioni ambientaliste, quelle agricole e che tutelano la salute dei cittadini per chiunque voglia difendere il territorio dal crescente inquinamento, è questo appuntamento un’occasione importante per verificare, su basi scientifiche, l’impatto ambientale di tale insediamento (la più grande industria operante in provincia di Lecce) e per porre un freno all’espansione incontrollata dell’impianto e di tutte le attività ad esso correlate tra cui le numerose cave ad essa collegate che ormai occupano un’area (54 ettari complessivi per la sola Colacem) dello stessa grandezza degli abitati di Galatina e Soleto.
E’doveroso ricordare che l’impianto della Colacem in funzione dal 1956 (dal 1990 con l’attuale gestione) ha prodotto nel 2015 oltre 700.000 tonnellate di cemento, ciò grazie ai continui ampliamenti di decine e decine di ettari alla volta delle cave di calcarenite “Mariantonia” di Galatina-Sogliano e di argilla “Don Paolo” di Cutrofiano, nonché di molte altre cave satelliti presenti in provincia di Lecce .
Questa produzione conferisce alla Puglia il triste primato della maggiore esportatrice peninsulare di cemento (dati Ministero dello Sviluppo economico 2015: 549.000 tonnellate esportate su una produzione regionale di 1.572.000 tonnellate di cementi e agglomerati), aggravando così una situazione, come quella della “colonizzazione” del territorio con la destinazione ad altri della produzione (esuberante rispetto ai nostri fabbisogni) mentre a noi restano inquinamento e danni ambientali, paesaggistici e sanitari!
Le scriventi Associazioni pertanto intendono porre una serie di questioni di estrema attualità (anche in relazione alle più recenti risultanze delle indagini epidemiologiche nell’area interessata dall’impianto) e su cui si appunta sempre più l’attenzione di un’opinione pubblica fortemente preoccupata dai seri risvolti ambientali e sanitari. Tra queste si evidenziano:

  • Il controllo del rispetto dei limiti di legge per i 49 punti di emissioni inquinanti dello stabilimento, di cui solo 1 (quello di cottura del clinker) è dotato di monitoraggio;
  • Le emissioni dell’enorme deposito di carbone a cielo aperto, 41.000 tonnellate su un’area di 1,4 ettari, e le conseguenze sanitarie della sua combustione;
  • Le incognite legate al perdurante impiego di rifiuti nella produzione di cemento, tra cui le ceneri della combustione di centrali quale quella di Cerano;
  • L’impatto cumulativo dell’impianto, che si somma alle altre sorgenti inquinanti che gravano sul nostro territorio (Centrali Enel, Ilva, altre cementerie, ecc.);
  • La situazione sanitaria ed epidemiologica aggiornata nel comprensorio.
Obiettivo delle Associazioni è quello di premere sull’Azienda e soprattutto sulle istituzioni perché sipongano dei limiti alla produzione ed alla stessa durata dell’impianto. Ogni investimento industriale su questa terra ha un inizio, una vita utile (necessaria per recuperare il capitale investito) ed una dismissione. L’impianto Colacem sembra sfuggire a queste regole, ponendosi attualmente come un impianto “a tempo indeterminato”, almeno finchè le istituzioni competenti (che spesso si sono mostrate subalterne agli interessi in gioco) lo consentiranno. Nelle more, sarà opportuno verificare la reale volontà dell’Azienda e delle istituzioni del territorio di avviare un percorso virtuoso in cui il riciclaggio di materiali di scarto provenienti dall’edilizia e da attività affini (previa rigorosa analisi della loro non pericolosità), la riduzione dell’enorme processo di consumo di suolo, nonché una sensibile riduzione delle emissioni, accompagnata da controlli più rigorosi e continui.
Italia Nostra                                    Forum Ambiente e Salute
Sezione Sud Salento                                          Lecce

lunedì 21 novembre 2016

Rimini, 23 novembre 2016 - "La favola della crisi", con Andrea Bizzocchi


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Ho il piacere di comunicare a tutti voi che, in occasione del nostro prossimo consueto "CAFFE' FILOSOFICO", il quale avrà luogo Mercoledì 23 Novembre 2016, alle ore 21.00, presso il "Cafè Rosè" di Rimini (via Quintino Sella 17, Centro Storico), sarà con noi un ospite d'eccezione, lo scrittore e amico Andrea Bizzocchi.

Durante la serata Andrea ci racconterà "LA FAVOLA DELLA CRISI", metafora rappresentativa dell'attuale modello di sviluppo fondato sulla centralità dell'economia e del denaro e sulla truffa perpetrata ai nostri danni da questo sistema sempre più impersonale, alienante e fittizio. Un sistema dove vengono sparse a piene mani promesse di prosperità e felicità a basso costo, "democraticamente alla portata di tutti", le quali, come nel Mito di Tantalo, si stanno palesemente rivelando nient'altro che mortifere illusioni di cui saremo costretti molto presto a pagarne il conto, un conto che si prospetta davvero salato.

Per cui, detto ciò, "Che fare?". Come uscire dalla logica invadente e persuasiva dell'Immaginario Dominante fondato sulla globalizzazione tecno-finanziaria liberal-democratica (leggi "Americanizzazione" totale e imperante)? Andrea nel suo ultimo libro, "SCHIAVI SENZA CATENE", ci accompagna verso nuove prospettive di senso, aiutandoci a riappropriarci della nostra capacità di auto-determinarci attraverso il recupero del nostro sentire e la ri-attivazione del nostro stesso vedere, così come, di conseguenza, del nostro stesso pensare ed immaginare.

Non siamo prigionieri! Le gabbie sono solo mentali! Come scrive Andrea: “Lo schiavo non è colui che ha le catene ai piedi ma colui che non è capace di immaginarsi la libertà”. Torniamo ad Immaginare, torniamo a rischiare, torniamo al nostro autentico ed essenziale stato di ESSERE LIBERI! Facciamolo insieme!

ANDREA BIZZOCCHI nasce a Fano nel 1969. Dall’età di 19 anni ha lavorato in proprio al di qua e al di là dell’oceano, facendo, come mi disse qualcuno, l’“imprenditore per divertimento”. Tra le sue attività più importanti una catena di yogurterie, una di videoteche automatiche, un ristorante nell’isola caraibica di Sint Maarten, una piadineria a Manhattan e un’attività di distribuzione alimentare sempre a New York. Apre attività per spirito di avventura e le lascia per spirito di cambiamento e libertà. Il “business” per lui è sempre stato un mezzo, mai un fine. Ha sempre guadagnato quel che gli era necessario per vivere e poiché per vivere ha sempre avuto bisogno di molto poco di soldi non ne ha mai fatti. Dalla nascita della sua prima figlia cerca di vivere in semplicità, cercando di limitare la necessità monetaria, alternando la scrittura a lavori rari e occasionali. Vive con la sua famiglia in maniera nomadica tra Italia, Stati Uniti, Centro e Sud America, con pochi beni materiali ma con una incommensurabile ricchezza di tempo liberato, esperienze vissute e relazioni umane costruite nel tempo. Ha scritto di stili di vita sostenibili, decrescita, energia, truffe bancarie ed economiche, esperienze di viaggio. Tutto ciò che gli interessa è la libertà, per lui qualcosa di irrinunciabile, per la quale però si paga sempre un prezzo molto alto.

Ingresso libero


Per Info e Contatti: 349.7412325


"Cafè Rosè" di Rimini

venerdì 18 novembre 2016

Perugia - Ecocustodiattiva si presenta nella Biblioteca degli Armeni


Nella tendenza contemporanea a fornire risposte funzionalistiche più che funzionali, alle problematiche che il nostro presente ci pone innanzi, cerchiamo di riflettere, sul tema dell'Eco Cittadinanza, con un ciclo di incontri che parlano ad un senso ecologico profondo, oltre che sostenibile.

Cosa significa far parte di un organismo più grande di noi stessi ma strettamente a noi connesso e che dipende dalla nostra buona condotta di esseri umani, di abitanti della Terra, ecocittadini che devono autoeducarsi ed educare i cuccioli alla Cittadinanza Attiva e alla Custodia con responsabilità e amore?


Oggi gli studi sistemici, ed il buon senso, e molti movimenti, non solo ambientalisti, confluiscono finalmente in questa direzione, sia scientifica che umanistica.
Offriremo in questa sede degli elementi pedagogici che facilitano e possano favorire processi psicologici e sociali migliorativi, attraverso una presa di coscienza e gestione di libertà e limite, che oggi ci chiama a raccolta.


Con i linguaggi dell'arte, del gioco e di una "cooperazione partecipata", nell'Unione di pratica e teoria, vi invitiamo a partecipare a laboratori 'sensoriali' alla portata di tutti.
Al termine di ogni incontro mangeremo e berremo qualcosa insieme ed ognuno porterà qualcosa per l'altro che incontrerà.


Elena Bussolotti


Attività in corso: 


CITTADINANZA IN DANZA

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INCONTRO CON ALBA G. A. NACCARI
Presidente della Scuola di DanzaMovimentoTerapia ad indirizzo Simbolico-Antropologico (ricercatrice strutturata al Foro Italico), che ci condurrà in un Laboratorio Teorico- Pratico all'interno del..

..PROGETTO HABIT@: ECOCUSTODIATTIVA
Percorso attraverso l'Ecologia Profonda e Sostenibile, come risorsa di cambiamento sociale e di crescita personale

BIBLIOTECA SAN MATTEO DEGLI ARMENI - Perugia
VENERDI' 25 NOVEMBRE ORE 17-19.00

Per INFO CONTRIBUTO E PRENOTAZIONI: 338 2344668, 338 1577262, mondodonna@tim.it ,

PAGINA FACEBOOK: ECOCUSTODIATTIVA


.......................


MICROTEATRO TERRAMARIQUE
-CENTRO INTERNAZIONALE DI BIOMECCANICA TEATRALE-
presenta
ALBERI
di e con Massimo Claudio Paternò e Virginia Romagnoli
VENERDI' 2 DICEMBRE ORE 17- 19.00
Biblioteca S. Matteo degli Armeni - Perugia

Da dove viene la legna? Dagli alberi. E come nascono gli alberi? Dai semini... E poi? Con l'aiuto di un buffo giardiniere, i protagonisti seguiranno tutte le tappe che portano un semino a diventare un.. albero!

Lettura animata- spettacolo per bambini dai 12 mesi, su pavimento sonoro con Metodo Gordon, che segue il progetto nazionale Nati per la Musica, Nati per Leggere. (Durata 20 minuti).
Al termine gli attori condurrano un piccolo laboratorio esperenziale inerente l'argomento. (Durata 30 minuti).
Operatrici di Artò saranno disponibili per attività e approfondimenti sui temi trattati, per piccini e grandi. ('Gioco' della Vita- Albero Sacro)

Per informazioni, contributo e prenotazioni: 338 2344668, 338 1577262
Pagina Facebook Ecocustodiattiva e mondodonna@tim.it

Appello per il riconoscimento del cognome della madre e del padre ai nuovi nati


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Al Presidente  Sergio Mattarella
al Premier Matteo Renzi
al Pres. del Senato Piatro Grasso
ai Deputati PierLuigi Bersani e Gianni Cuperlo

Il cognome della madre ai figli - vergognoso ritardo del Senato

Che ai figli non sia attribuito più soltanto il cognome del padre, ma anche quello della madre è un punto ormai urgente nel processo di riconoscimento dell'eguale dignità ed eguale diritto di uomo e donna; che poi è uno dei movimenti in atto (come l'antischiavistico, l'antirazziale, l'omosessuale ecc.) nella costruzione di una società di giustizia.

Le difficoltà sollevate in proposito, circa il moltiplicarsi dei cognomi nelle generazioni non hanno peso, e del resto erano già state superate dalla Camera dei deputati nella sua approvazione della legge in proposito: in prima istanza l'uno o l'altro o i due cognomi nell'ordine liberamente concordato, uguale poi per gli altri figli; in seconda istanza una scelta analoga.

Solo che la legge è ferma da due anni al Senato e non procede, nonostante sia intervenuta anche l'alta Corte europea di giustizia. Un fatto strano, o forse un rigurgito di maschilismo.
La recente decisione della Consulta riconosce l'illegittimità dell'esclusivo cognome paterno,   ed è un passo in avanti, ma non era suo compito affrontare l'intero problema.

Si chiede che il Senato l'approvi subito, in queste settimane prima del referendum, ed eviti così un nuovo rinvio.

                                                                  Per il Movimento il Responsabile
                                                                          Prof. Arrigo Colombo

Arrigo Colombo, Centro interuniversitario di ricerca sull’Utopia, Università del Salento-Lecce
Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel. 0832-314160

giovedì 17 novembre 2016

La corretta modalità di spedizione transfrontaliera di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata di indumenti usati ed altri accessori di abbigliamento


Commercio di rifiuti tessili in Europa
Prato è un crocevia importante nel commercio di indumenti usati e materiali tessili provenienti dalla raccolta differenziata di tutta Europa.
Negli ultimi anni sono stati contestati numerosi carichi di questi materiali diretti nella nostra regione e si sono verificati anche sequestri da parte delle autorità doganali toscane intervenute in collaborazione con ARPAT.
Questo ha dato luogo a diverse richieste di chiarimenti sulla corretta applicazione della normativa che regola le modalità di spedizione transfrontaliera dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata di indumenti usati e di altri accessori di abbigliamento (cfr Convenzione di Basilea e Regolamento CE 1013/2006).
Dopo una fase di incertezza e di pareri contrastanti tra i diversi enti coinvolti, recentemente si è raggiunta una convergenza tra tutti gli attori coinvolti. In particolare, a seguito di quesiti posti da ARPAT, il Ministero dell'Ambiente, sulla base di una risposta della Commissione Europea, ha precisato che “...I materiali tessili usati da considerarsi rifiuti possono essere classificati sotto la voce B3030 della Convenzione di Basilea (ndr “rifiuti tessili”) se sono elencati in uno dei trattini o dei sottotrattini della voce in questione e non sono mescolati con altri rifiuti.”
Lo stesso Ministero ha puntualizzato che “...il ricorso alla voce B3030 è giustificato se i rifiuti tessili sono opportunamente selezionati di modo che tutti gli altri articoli non tessili siano rimossi prima della spedizione”.
Tale posizione conferma quanto sostenuto sino ad oggi da ARPAT e dalla Direzione interregionale delle Dogane competenti in Toscana, per i quali cioè le spedizioni all'interno della Comunità di rifiuti costituti da materiale tessile - misti ad esempio a scarpe, borse ed accessori di abbigliamento diversi dal materiale tessile - devono essere necessariamente effettuate con la procedura di notifica e autorizzazione preventive scritte previste dal Regolamento CE 1013/2006 e non con la procedura d'informazione prevista dallo stesso Regolamento. Quest'ultima procedura può essere adottata solo nel caso in cui i rifiuti siano costituiti esclusivamente da materiale tessile (individuato nelle “sottovoci” del codice B3030).
Analogamente, le stesse considerazioni possono essere applicate anche alle altre tipologie di rifiuti di cui all'allegato IX della Convenzione di Basilea (cosiddetta “lista verde”).
Ci attendiamo che questo chiarimento autorevole ponga fine alle molte controversie che si erano alimentate su questo tema e favorisca un’applicazione uniforme della norma quantomeno in Italia, evitando che gli operatori toscani, in particolare pratesi, siano ingiustamente penalizzati da una non corretta applicazione delle norme in altre parti del Paese.

Fonte: Arpat

mercoledì 16 novembre 2016

In difesa degli animali e dell'ambiente e contro un governo dissennato


Risultati immagini per governo che non tutela l'ambiente

In questi ultimi anni, dall'attuale Governo PD, sono stati eliminati molti strumenti per il controllo dei reati contro gli animali,  ignorate le leggi che li tutelano, promulgate leggi che li uccidono, oscurate le richieste di soccorso, azzerate o ridotte le risorse conseguenti.

Ovvero:

  • ELIMINATO Il Corpo Forestale dello Stato. Un Corpo con oltre due secoli di storia, che da sempre dà – nonostante il suo organico ristretto (poco più di 7000 agenti, meno dei vigili urbani di Roma) – una buona prova di sè soprattutto per quanto riguarda i reati ambientali cioè quelli commessi contro fauna e flora. Se il Governo avesse avuto a cuore l'ambiente e gli animali (ecosistema) non avrebbe eliminato questo Corpo, unico nella sua specializzazione, ma lo avrebbe rinforzato. Con la sua sparizione anche i reati da questo perseguiti non saranno più controllabili e quindi di fatto cancellati.
  • ELIMINATA la Polizia provinciale con passaggio agli Enti locali per lo svolgimento delle funzioni di Polizia municipale. «Eliminare la Polizia Provinciale significa ridurre vigilanza e controllo sull'ambiente»
    Questo di fatto decreta la cessazione dei compiti e delle funzioni della Polizia provinciale, tanto da sopprimerne la specificità del ruolo. Viene così cancellato, con un colpo di spugna, un patrimonio di conoscenza e di professionalità sulla vigilanza venatoria, sulla pesca dilettantistica, sugli abbandoni di rifiuti e inquinamenti delle acque o del suolo e, soprattutto, sull'esclusivo intervento di indagine e  controllo avvelenamenti,  sul recupero della fauna selvatica in difficoltà e sugli incidenti con quest’ultima. Anche questo un patrimonio di conoscenze perduto.
  • DEPOTENZIATA e DELEGITTIMATA la Task Force della Direzione Generale della sanità animale e del farmaco veterinario del Ministero della Salute, istituita nel 2010 dal Ministro Martini per la lotta al randagismo e ai canili lager e la tutela degli animali di affezione.  Si trattava di una unità specializzata composta da medici veterinari che, in collaborazione con i Carabinieri dei Nas, erano incaricati di  effettuare ispezioni su tutto il territorio  nazionale per monitorare le situazioni di criticità. Invece, "la rimozione dei dirigenti, la sostituzione, l'alternanza" hanno fatto sì che le situazioni di criticità che la Task Force doveva combattere ed eliminare, restino. I cani e i gatti, soprattutto del Sud e in particolare della Sicilia, vengono ancora abbandonati, maltrattati, accecati, impalati, seviziati, avvelenati a centinaia e nessuno interviene. Basta guardare le foto terribili e i racconti dell'orrore che, cercando, si possono trovare facilmente su internet. Il grande flusso di cani dal sud verso nord, esclusi rari casi, è finalizzato a finte adozioni e perfino a deportazioni all'estero dove si perde la loro tracciabilità ma che,da segnalazioni e denunce, lascia intravedere scopi immorali e illegali come l'avvio alla vivisezione, ai combattimenti, alla macellazione per fabbriche di mangini, alla zoorastia...ecc. 
  • APPROVATA la legge regionale toscana n. 10/2016 per la strage di centinaia di migliaia di ungulati durante tre anni (cinghiali, cervi, caprioli, daini, mufloni) promossa  con il beneplacito del Sottosegretariato all'Ambiente e conseguente promessa di estensione  a livello nazionale. Una strage varata sulle prepotenze dialettiche dei cacciatori e che avverrà ovunque: nelle zone protette, nei parchi, nelle campagne, nelle periferie delle città con la prevista costruzione nei boschi di decine di Centri di Sosta per la conservazione dei cadaveri e loro successivo avvio alla filiera alimentare. Lo scopo finale è chiaro: una filiera alimentare ha sempre bisogno di materia prima e quindi di ammazzamenti senza soluzione di continuità la cui carne, per indorare la pillola ai reticenti, si dice di destinare, in parte ma solo in piccolissima parte, ai poveri. 
  • APPROVATA la legge  221/15 per l'eradicazione della nutria, ovvero per la sua totale eliminazione dal territorio nazionale. Anche se questo animale, pacifico, mansueto, altrove  trattato come un pet,  occupa la nicchia ecologica lasciata libera dalla lontra da tempo sterminata. La nutria viene accusata di alluvioni, inondazioni, rottura di argini, frane e chi più ne ha più ne metta mentre il dissesto idrogelogico viene santificato anzichè corretto ed eliminato. La nutria è stata importata dal Sudamerica per la produzione di pellicce  agli inizi del secolo scorso e quindi trattata con la crudeltà che viene riservata agli animali tuttora allevati per questa produzione. Imprigionati a vita in gabbie lager e poi uccisi con metodi agghiaccianti: nelle camere a gas, con l'elettrocuzione, rottura delle ossa cervicali, asfissia, corrente elettrica, colpo alla nuca, colpo contundente al muso, dispositivi che perforano il cervello, iniezioni letali... ecc.
  • PASSO INDIETRO del Governo (che non depone comunque per una giustizia consapevole) sulla prospettata depenalizzazione dei reati a danno di animali per tenuità del fatto. Non per motu proprio ma a seguito di una grande mobilitazione popolare  del gennaio 2015. Nel calderone delle «tenuità» hanno rischiato di finirci l'abbandono di animali, la loro uccisione, il loro maltrattamento e persino i combattimenti cui sono costretti nei circuiti gestiti dalle organizzazioni criminali e mafiose. 
  • APPROVATO il contratto ad libitum per l'estrazione del petrolio nei mari italiani. Perso il referendum dopo che il Presidente del Consiglio ha suggerito l'astensione dal voto, gesto dalla morale discutibile e punibile dall'art. 98 1. del Testo Unico delle Leggi Elettorali DPR 361/1957 e successive modifiche introdotte con legge 270/2005. Praticamente i cittadini sono stati invitati a non esercitare un loro importante atto di sovranità (art. 1 della Costituzione). Il petrolio però, subito dopo, ci ha punito mostrando il suo lato di profondo nero. Domenica 17 aprile, un'esplosione nell'impianto di raffineria dell'Iplom a Genova ha causato la rottura di una tubatura e il conseguente sversamento di migliaia di litri di greggio nel torrente e nel mare con la morte di centinaia di animali (anfibi, pesci, uccelli....). Caso che impone una domanda importante: preferiamo un ambiente pulito per tutti o una ricchezza sporca per pochi?
  • IN AVVICINAMENTO la strage dei lupi. Il «Piano di conservazione e gestione del Lupo» del Ministero dell’Ambiente la prevede. Il nuovo testo riapre, dopo quasi mezzo secolo, la caccia al lupo e consente anche l’uccisione di cani vaganti, proibita dalla legge 221/1991. Secondo un'indagine dell 'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in Italia sono stati stimati tra 1.269 e 1.800 lupi nel periodo 2009-2013. Una cifra gigantesca, ne tocca 0,0025 ad ogni italiano. A livello internazionale il Lupo è inserito come specie "vulnerabile" nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). A livello comunitario il Lupo è protetto dalla Convenzione di Berna, dalla CITES (Convenzione sul commercio delle specie in pericolo) e dalla direttiva comunitaria Habitat (43/92). I lupi sono animali icona, antenati dei nostri cani i più fedeli amici,  che da loro hanno avuto origine e con i quali abbiamo percorso il cammino dell'evoluzione. Ma la paura, la superstizione e l'ignoranza hanno perseguitato il lupo fino allo sterminio e ancora, con l'ipocrisia e l'egoismo che ci contraddistinguono, si vorrebbe ripetere il mantra, la parola d'ordine, il nuovo comandamento, il marchio di fabbrica che connota chi governa: uccidere.

Teniamo conto di tutto questo, dell'assoluta intolleranza verso il mondo naturale che l'attuale Governo mostra senza il minimo imbarazzo. Intolleranza che mostra anche verso i cittadini che questo mondo naturale vorrebbero difendere.

Per tutto quanto delineato, fatti e non parole, realtà e non propaganda, invitiamo coloro che si riconoscono come destinatari di questa lettera, a non appoggiare il Governo che ha preteso di discriminarci, di considerarci cittadini di serie B, che è stato ed è incapace di recepire la nostra visione del mondo e della vita, che interviene con dispotismo nei valori di quella  società evoluta che non gli è consona.

Ricordiamocelo quando andremo a votare per il referendum sulla riforma costituzionale con il quale dovremo scegliere tra una democrazia espressa dai tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), così come hanno voluto le madri e i padri fondatori della nostra Costituzione, o da un solo superpotere (esecutivo), secondo la visione di questo Governo.


Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze
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Donaci il 5x1000 - Cod. Fisc. 94235440487
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Membro del CAART - Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana
Risultati immagini per governo che non tutela l'ambiente

domenica 13 novembre 2016

Vaticano - Terzo incontro mondiale dei movimenti popolari, ultimo giorno



Risultati immagini per Vaticano.Movimenti popolari

Lo straordinario incontro con papa Francesco nell'ultima giornata del Terzo incontro mondiale dei movimenti popolari (7.11.2016) ha in sé qualcosa di storico e di emotivamente coinvolgente. Non ripeterò i principali concetti espressi che davvero ci hanno toccato il cuore, ma vorrei raccontarvi i lavori che hanno preceduto il discorso "bomba" di Francesco. L'ascolto interiore delle sofferenze di chi ogni giorno subisce profonde ingiustizie ed ha la forza di gridare la propria condizione e di organizzarsi per lottare, senza arrendersi, ma sicuramente accusando i colpi degli apparenti fallimenti. Tutti i delegati dei vari continenti hanno raccontato delle violenze subite a causa dei militari, latifondisti, multinazionali, governi corrotti e dell'indifferenza del mondo.

I racconti dal Congo riguardavano proprio la genesi delle migrazioni forzate: quando non sono i trattamenti inquinanti, i cambiamenti climatici con gli eventi estremi, ci pensano i militari che raggiungono i villaggi sparando all'impazzata e costringendo tutti alla fuga. Chi scappa non ha il tempo di organizzarsi e così le mamme si dividono dai figli e dai loro mariti. Giungono ai campi profughi, se sono fortunate, ma non prima di aver peregrinato per giorni e giorni, incontrando i violentatori, gli aguzzini, gli schiavisti. I loro sguardi bassi lasciano intravedere profonde, e a volte indelebili, ferite interiori. I bambini non ritrovando i loro familiari giungono infreddoliti, nudi, affamati ai campi di accoglienza e abbracciano la prima donna che si presenta loro senza staccarsene per giorni.

Alcune popolazioni vengono allontanate dai loro ambienti e, come i Pigmei, non sanno più come sfamarsi visto che la foresta dava loro quanto necessario. Non sapendo cucinare, cercano invano, di usare i cereali o le farine che ricevono in aiuto e dopo alcune settimane muoiono. In questo modo drammaticamente semplice scompaiono intere etnie. Ma anche in Europa, nella nostra civilissima Francia, ambulanti magrebini subiscono l'indifferenza del Governo, la distanza di chi dovrebbe accoglierli, e la violenza della polizia che prima li multa, poi li imprigiona e infine usa una violenza inusitata contro di loro con il chiaro tentativo di allontanarli definitivamente in quanto indesiderati. In questo modo, non potendo più lavorare, né mangiare, né vivere diventano miserabili. Questi ambulanti chiedono a noi: che senso ha sfuggire dalla fame, dalle guerre e dai viaggi della speranza rischiando la vita in mare se poi li attende questo inferno?

I lavori dei gruppi sono stati animati da tanta gioia, con balli e canti e battute di ogni genere, senza che questo annullasse il senso della loro drammatica condizione. Abbiamo vissuto una nuova "Pentecoste" in cui le lingue diverse diventavano un'unica lingua: quella della giustizia, della libertà e della uguaglianza. La forza dello Spirito dei tempi (o Santo per chi ci crede) è veramente stupefacente. Ho vissuto un momento fondante e ho intrecciato gli sguardi nuovi di coloro che sembravano "lontani", da una pratica vuota religiosa, ma che sabato 5 novembre hanno avuto un sussulto interiore e la certezza che se questo è il Vangelo allora vale la pena vivere per esso.

Antonio De Lellis* 
7 novembre 2016

* Consigliere nazionale di Pax Christi, da anni impegnato con Attac e nei movimenti per l'acqua e contro le trivellazioni, vive a Termoli, in Molise. Recentemente ha curato "Il giubileo del debito. Perché mai l'Europa tace?" (ed. Bordeaux), di cui abbiamo pubblicato un paragrafo (leggi Ripartire da territori e comunità) e che raccoglie interventi, tra gli altri, di Luciano Gallino, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Marco Bersani, Silvia Pettiti, Antonino Drago (prefazione di monsignor Luigi Bettazzi). Ha aderito alla campagna Facciamo Comune insieme


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Articoli collegati:

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