Il 24 ottobre 2016 sono dovuta andare, per lavoro, in quel di Nonantola.Non so se è già quella che chiamano "la bassa" modenese, ma bassa è, quando sei lì e ti giri intorno, vedi solo pianura. Comunque è un paese che mi piace, quell'abbazia che le da fama e prestigio, e si respira un'aria serena e di un certo livello culturale. E' pulita e ordinata e molti edifici sono in via di ristrutturazione (tra cui la stessa abbazia, per cui non l'ho potuta ammirare in tutto il suo splendore) e le pavimentazioni del centro sono rinnovate e curate.
Quando per lavoro mi
allontano dalle mie zone, mi faccio coinvolgere dalla curiosità:
osservo, con maggiore attenzione, i campi, i paesi e i volti delle
persone. Questo paese oggi mi ha suscitato vari ricordi, e li voglio descrivere per lasciarne una traccia che mi manca.
Sono passata davanti all'ingresso della sede della Partecipanza agraria.
Recita Wikipedia (ebbene si!): è un singolarissimo istituto che corrisponde al fenomeno, un tempo diffuso, della proprietà indivisa (partecipanza)
della terra. Vedendo quel nome scolpito sopra al portone mi sono
ricordata di quando, tantissimi anni fa, andavo a fare dei sopralluoghi
nelle porcilaie di Spilamberto assieme ad un tecnico dell'igiene
ambientale (E.S.). Passavamo tanto tempo assieme in quegli anni, che
eravamo diventati buoni amici. dato che lui era della LIPU (Lega
Italiana Protezione degli Uccelli) e un appassionato birdwatcher, mi
propose di andare assieme un giorno ad appostarci in un capanno della
Partecipanza di Nonantola per vedere da abbastanza vicino, aironi ed
altri uccelli palustri, in una bella zona umida. Mi sono ripromessa
tante volte di tornarci, da sola o con lui, ma non è mai più successo.
Ne ho però un bel ricordo, anche se un po' sbiadito.
Un'altra
volta andai a Nonantola con alcuni colleghi ad un corso di
aggiornamento, mi pare fosse sui sottoprodotti di origine animale.
Eravamo partiti da Spilamberto e in auto eravamo io, A.M., G.T. e una
quarta persona che non ricordo. G.T. non è più nel mondo dei vivi, era
una persona che aveva sofferto molto, ma quel giorno sembrava felice. Ci
eravamo fermati, prima di ripartire, davanti ad un negozio di frutta e
verdura e lei, tutta contenta, aveva acquistato alcuni "cacomela" ed,
essendo toscana, nominava questi frutti con le due "C" aspirate in
maniera divertente. Io e l'altro collega ricordiamo quel momento come se
fosse oggi.
Poi
ho rivisto il "Vox", un teatro - locale dove facevano sempre bellissimi
concerti (almeno a quei tempi, e parlo di una quindicina di anni fa) ci
suonavano vari gruppi che io seguivo, essendo allora molto appassionata
di musica rock - alternativa. Ci ho visto i Radiohead ed i Portshead e
li ricordo come due concerti meravigliosi. Il Vox era (o è?) un piccolo
locale, in cui, da ogni angolo potevi assistere allo spettacolo da pochi
metri, con un gran coinvolgimento emotivo e sia i Radiohead che i
Portishead sono due gruppi che emozionano veramente. Almeno me mi
emozionavano di brutto.Li ascoltavo in continuazione e compravo tutti i
loro cd.
Ma
a Nonantola credo che ora sia più in voga il Teatro Troisi e sono
passata anche davanti a quello. Lì cero stata per un altro concerto, di
una musicista che era allora, sempre più di 10 anni fa, la mia
preferita, Cristina Donà, che avevo visto esibirsi anche a Spilamberto,
al Festival Friction, quando era ancora quasi sconosciuta.
Ecco,
questi sono i ricordi affiorati oggi nella mia mente, non so, non credo
che possano interessare a nessuno, ma li ho voluti "registrare" per
"metterli in memoria".
Grazie a chi avrà letto fin qui....
Caterina Regazzi
Un giorno di alcuni anni fa ci sono passato anch'io, da Nonantola, mentre andavo in un altro paese in provincia di Bologna a una conferenza (interessantissima) del Dr. Mathias Rath, ex allievo di Linus Pauling, che ha collegato le malattie cardiovascolari alla scarsa assunzione di vitamina C, partendo dallo studio dello scorbuto o malattia dei marinai.
RispondiEliminaNonantola mi era piaciuta molto, benché non l'abbia visitata specificatamente e ho ricordato una cara persona con cui ho lavorato molto quando ero in IBM e mi occupavo di pubblicità per i PC. Monica era la titolare dell'agenzia che curava la "creatività" dei progetti. Cara Monica, se mi leggi, ti invio i miei più cari saluti.
Grazie, Marco, del tuo commento.
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