Oggi dopo aver pranzato ho dato un'occhiata veloce al PC prima di tornare
al lavoro e mi ha colto alla sprovvista la notizia della dipartita di
Roberto Anastagi, un amico acquisito tramite internet e che,
nonostante non ci fossimo mai incontrati di persona, grazie ai suoi
aforismi, i suoi inviti alla riflessione e soprattutto i tanti
dialoghi tra lui e Paolo D'Arpini, consideravo ormai uno di famiglia.
A volte condividevo i suoi pensieri, raramente non li trovavo
confacenti al mio spirito, ma il suo modo di fare, umile e
intelligente, aperto anche al contraddittorio, me lo avevano reso
molto caro.
Andrò, andremo a
spulciare in qualche sua mail, e lo faremo nel tempo, non solo oggi,
perché, come rimane vivo il suo spirito con noi, rimarranno vive
anche le sue parole. Buon viaggio, Roberto, ovunque tu sia, aspettaci
che fra un po' arriviamo anche noi!
Caterina Regazzi
Considerazione di U.G.: “La coscienza è talmente pura che qualunque cosa facciate per purificarvi non fa altro che rendervi impuri. La coscienza deve sgorgare, per così dire: deve purgarsi da ogni traccia di santità e non-santità, da tutto quanto. Anche ciò che voi considerate «sacrosanto» è una contaminazione in quella coscienza. Non avviene attraverso una volontà da parte vostra; quando le barriere vengono distrutte, non attraverso uno sforzo da parte vostra, né per mezzo della vostra volontà, allora le chiuse si aprono e tutto scaturisce. [...] Lo stato di coscienza separativo non funziona più; c’è sempre lo stato di coscienza unitario, e niente può toccarlo. Qualunque cosa può arrivare – un pensiero buono, cattivo, il numero di telefono di una prostituta di Londra… [...] Quello che viene non ha nessuna importanza – buono, cattivo, sacro, profano. Chi può dire: «Questo è bene; questo è male»? – è tutto finito. Si è come ricondotti alla sorgente.”
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