lunedì 31 ottobre 2016

L'Italia trema - L'imprevisto ci attende....


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L'ITALIA TREMA, il suo CUORE TREMA, ogni Italiano sta tremando e sente in fondo al cuore un rimescolamento di emozioni la prima di tutte: la paura!
Una paura atavica, profonda: paura dell'ignoto, dell'imprevisto, dell'incontrollabile, della morte.


Questa generazione che ha sprecato tempo facendosi dirigere da strumenti tecnologici che hanno saputo plasmare le menti e le coscienze, ora si trova davanti a una realtà che non aveva previsto e che si sta rivelando totalmente imprevedibile.
Tutte le macchinazioni perverse, messe in atto nella totale inconsapevolezza di qualcosa che ci sovrasta e che esige di essere riconosciuta e onorata, ora stanno crollando come gli edifici che si polverizzano con le scosse!
Il cuore urla e trema, è un richiamo sordo, disperato, profondo: dove sei andato a finire? dov'è il tuo cuore cosa ne hai fatto?
Ciascuno si interroghi.....


Il 30 ottobre 2016 la scossa delle 7,41 forte, lo strazio e la paura si impossessano del centro, del cuore, ero lì come un'osservatrice di ciò che mi stava accadendo intorno.
Esco dalla porta e mi affaccio Paola e Marco terrorizzati: i parenti a S: Severino..... Chissà....


Tutti noi abbiamo amici e parenti sparsi un po' ovunque e data la forza della scossa sappiamo già che c'è stato un crollo o più crolli chissà dove. le linee del telefono non rispondono anche la DSL stenta. Questa volta è Narni.....
Siamo lì a fare colazione e tutto diventa all'improvviso più concitato.
Chiamo Ambra, è in salvo nel Veneto, aveva deciso di andare a trovare il padre. Quando però riesco a parlare con Jonas lo spavento è più palpabile, la scossa è stata molto forte.


Riprendiamo la centratura e ringrazio Dio per avermi dato questa casa sicura in un luogo sicuro.


Ad un tratto ci accorgiamo che il tempo corre.e le persone che formano il gruppo stanno per arrivare, solo Ylenia Morelli, che abita a Macerata manda un sms per dire che data la situazione arriverà un po' in ritardo.


Nessuno di noi parla ma dentro registriamo lo stupore: il gruppo c'è!
I partecipanti arrivano alla spicciolata così, in religioso silenzio, ognuno ha nel cuore i familiari e gli amici, ma abbiamo deciso: vogliamo lavorare per riparare i danni, le ferite, avere delle risposte al dolore che quotidianamente proviamo, più o meno forte o addirittura rimosso.


Ci sciogliamo con la bioenergetica e il gruppo si compatta, entra in sintonia, è concentrato.


Uno dopo l'altro gli argomenti ci introducono in dinamiche sconosciute ma stranamente familiari, osserviamo, ascoltiamo, agiamo e qualcosa si scioglie, qualche armadio si apre e compare il temuto scheletro che ormai non fa più paura perchè lo vedo, lo riconosco, lo comprendo.

Durante la pausa pranzo si mangia, il tono è sommesso, pacato, benedicente.
Tutto ha un senso, tutto è perfetto.


Il buon cibo condiviso ci fa assaporare la mano e le usanze dei vari componenti il gruppo e si crea una bellissima sinergia. Il silenzio però domina l'ambiente, il cuore ha bisogno di riflessione e di calma: di ritrovare il centro.


Nel pomeriggio arrivano due nuove componenti e l'energia si rimescola, il lavoro continua portando nuove ferite, nuove domande che esigono risposte, nuove scelte da fare, nuove paure da lasciar andare.


Tutti accusiamo una certa stanchezza ma è giusto andare avanti perchè ognuno possa portarsi a casa un po' di pace e di serenità vera!


Il 29 ottobre è stata una giornata importante, un segno, in un mondo sconquassato, una possibilità di rinascita dalle macerie di un passato ormai passato appunto, che ha bisogno di lasciare lo spazio a energia nuova e vitale a una vera rinascita nella pace, nell'amore nella solidarietà per poter creare abbondanza e prosperità.


Sento che L'Italia ha bisogno di questo e gli elementi ce lo fanno capire, ogni istante.
Scuotiamo le nostre anime e beviamo il coktail che si produce, senza timore di sbagliare o di ricevere nuovi rifiuti o nuovi abbandoni o nuove ferite, così si cresce sperimentando e superando le paure e le incertezze con un coraggio nuovo, come facevano i guerrieri di un tempo, i nostri antenati che si affidavano alla contemplazione della natura e da lì traevano forza, energia e idee.


Tutto è nella perfezione... anche il terremoto.


Che Dio ci benedica e ci protegga tutti! Un grande abbraccio...

Patrizia Cavallo

sabato 29 ottobre 2016

Bologna, Napoli, Bari - Corsi specializzati di Guardie per L'Ambiente


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Si terranno a novembre e dicembre 2016 i corsi di formazione organizzati sull'intero territorio nazionale dall’Associazione nazionale Guardie per l'Ambiente. Corsi per tutti quelli che vorranno impegnarsi nel servizio di vigilanza ecozoofila.

Alla sentinella "GUARDIA PER L'AMBIENTE" è attribuito il compito di informazione e intervento in caso di calamità naturali e di protezione civile. In particolari aree tematiche, se nominata gpg, svolge anche attività di vigilanza.Programma di insegnamento. Il corso avrà ad oggetto le seguenti materie: elementi di educazione ambientale; tutela della flora e degli animali; della natura, del paesaggio, dei beni archeologici e culturali; tutela dell'aria e dell'acqua; smaltimento rifiuti; inquinamento acustico; inquinamento radioattivo; lotta al bracconaggio; la funzioni di vigilanza e controllo della "guardia per l’ambiente".

Domanda di ammissione

L'ISCRIZIONE AL CORSO è gratuita per i soci e aperta a tutti i cittadini di età superiore ai diciotto anni e in possesso della licenza della scuola dell'obbligo. Avranno precedenza i cittadini che hanno svolto, ovvero svolgano, servizio di polizia nelle forze istituzionali (corpo forestale dello stato, guardia di finanza, carabinieri, polizia di stato, polizia penitenziaria, polizia municipale, ecc.). Le aspiranti "GUARDIE PER L'AMBIENTE" dovranno dichiarare di impegnarsi ad assicurare, una volta superato l'esame e conseguito i titoli abilitativi necessari, almeno dieci ore mensili di attività volontaria.

BOLOGNA > 12/Novembre/2016NAPOLI > 19/Novembre/016BARI > 10/Dicembre/2016

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giovedì 27 ottobre 2016

LCI: "Dal No al referendum nasca un nuovo fronte politico che attui la costituzione"


La  Lista  Civica Italiana ha reso pubblico un documento in cui riporta la sua posizione sulle riforme costituzionali basata su una analisi serena relativa al merito.

Con questo documento LCI lancia inoltre una proposta politica per dare un seguito all'enorme lavoro fatto in questi mesi dai comitati: sarebbe infatti poco produttivo chiedere ai cittadini di votare NO senza proporre un percorso che porti ad un effettivo miglioramento dell'Italia.


Lista Civica Italiana è, in linea generale, favorevole a mirate modifiche costituzionali volte a migliorare il “rendimento” delle nostre istituzioni e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine, ma NON è a favore di questa riforma che stravolge la nostra democrazia parlamentare. 

La situazione attuale di sofferenza dei cittadini/e e di crisi delle istituzioni non è dovuta alla nostra Costituzione vigente, bensì è dovuta ad una classe politica che ha perso di vista il senso profondo del fare politica per il bene comune e che ha fatto di tutto fuorché attuarla.

Da qui al 4 dicembre occorre continuare a far crescere la consapevolezza in modo che non si voti sulla base di slogan ma già da ora occorre lavorare per la creazione di un nuovo fronte politico delle riforme il più possibile trasversale e allargato anche alla società civile che si impegni a redigerle con lo spirito dei costituenti e lavori ad un primo pacchetto di iniziative costituito ad esempio da:
  1. una legge elettorale "onesta e comprensibile" che permetta di eleggere democraticamente i rappresentanti delle diverse posizioni degli elettori e delle elettrici
  2. una riforma "minima" della Costituzione per migliorarla per il bene del popolo italiano: si pensi ad esempio alla riduzione sia dei deputati che dei senatori, ad un senato realmente rappresentativo dei territori, alla introduzione di efficaci strumenti di democrazia diretta – da affiancare alla democrazia rappresentativa - che permettano al popolo sovrano di intervenire in caso di bisogno
  3. una legge per normare i partiti e fare in modo che diventino il luogo dove le cittadine e i cittadini possono discutere pacificamente e liberamente per poi arrivare alla definizione di programmi e alla nomina dei/delle candidati/e scelti tra le persone più degne e preparate
  4. una legge per l'elezione dei sindaci delle città metropolitane  visto che  le città metropolitane riguardano milioni di cittadini
Questo lavoro deve anche dare una risposta alla necessità di una buona stabilità del governo e alla necessità – come suggerito da Valerio Onida - di “stabilità legislativa” ovvero di leggi scritte bene e ben ponderate visto che il vero problema dell'Italia è dato da un eccesso di leggi spesso scritte male.

Il nuovo fronte politico proposto da LCI dovrebbe inoltre impegnarsi per individuare alcune priorità condivise per rimettere l'Italia in carreggiata.

La vera posta di questo referendum consiste nello scontro di due visioni opposte. Una visione prevede che al centro di tutto debba stare l'economia dominata dalla finanza internazionale e dai gruppi multinazionali. Una visione – che è quella di Lista Civica Italiana – ritiene che al centro di tutto debba stare la Persona e le sue esigenze per vivere serenamente e che da ciò debba discendere l'attività economica e tutto il resto.

I cittadini e le cittadine devono prendere coscienza che la democrazia non è un bene dato per sempre. Occorre praticarla e difenderla giorno per giorno: questo referendum è una grande occasione per farlo.
Nel documento che si trova qui  http://www.listacivicaitaliana.org/wp-content/uploads/20161025-Lista-Civica-Italiana-sul-ReferendumCostituzionale2016-definitivo.pdf è contenuta anche una parte dedicata ai suggerimenti per permettere ai singoli di attivarsi in prima persona.
Se hai un profilo Facebook iscriviti al gruppo pubblico di LCI; qui invece .https://www.facebook.com/listacivicaitaliana/  trovi la nostra pagina ufficiale che ti permetterà di condividere il documento
Se vuoi darci una mano per far partire il fronte politico per le riforme scrivi a info@listacivicaitaliana.org
Occorre diventare – come recita lo slogan di LCI - “cittadini protagonisti”.
Contiamo sulla tua collaborazione.Grazie!
Cordiali saluti

Il coordinamento nazionale di Lista Civica Italiana

mercoledì 26 ottobre 2016

Popoli, 19 novembre 2016 - Presentazione di "C'era una volta il pane..." di Michele Meomartino


C'era una volta il pane

Presentazione e reading del racconto "C'era una volta il

pane..." di Michele Meomartino.  Reading di Alessandra 

Del Sole. 


Sabato 19 novembre 2016, dalle ore 18:30 alle ore 20:00 - C/O Petali Di Yoga,  Via Papa Giovanni,  Popoli (Pe). 

MIchele Meomartino, pugliese di nascita e abruzzese d'adozione, partecipa attivamente in diverse associazioni e reti, locali e nazionali, tra le altre le Botteghe del Commercio Equo e Solidale, il GIT Abruzzo di Banca Etica, l'Emporio Primo Vere, l'Associazione Vegetariana Abruzzese (presidente), l'Associazione Vivere Con Cura.
Dopo l'importante esperienza nella Rete Lilliput, fonda OliS, coordina la Rete Olistica Adriatica e organizza eventi bio-conviviali.
Ideatore e organizzatore di importanti eventi annuali come il Festival Delle Erbe, lo Yoga Festival Adriatico ed il Reiki Day Adriatico.
Grande appassionato di cucina naturale.
Ha scritto: Frammenti di pace (2005 - Qualevita), Il destino delle foglie (2007 - Edizioni Noubs), I luoghi dell'anima (2008 - Edizioni Tracce), Parole sui bordi (2009 - Edizioni Tracce), Le Minime della notte (2010 - Edizioni Tracce), La Sibilla delle Erbe (2012 - Edizioni Tracce), Rivoluzione Domestica (2013 - Edizioni Tracce).
Per Edizioni Tracce dirige la collana olistica.


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Comune di Popoli (Pe)


Articolo collegato: http://www.terranuova.it/layout/set/print/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/C-era-una-volta-il-pane

martedì 25 ottobre 2016

Nonantola - Memorie di una veterinaria in trasferta


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Il 24 ottobre 2016  sono dovuta andare, per lavoro, in quel di Nonantola.Non so se è già quella che chiamano "la bassa" modenese, ma bassa è, quando sei lì e ti giri intorno, vedi solo pianura. Comunque è un paese che mi piace, quell'abbazia che le da fama e prestigio, e si respira un'aria serena e di un certo livello culturale. E' pulita e ordinata e molti edifici sono in via di ristrutturazione (tra cui la stessa abbazia, per cui non l'ho potuta ammirare in tutto il suo splendore) e le pavimentazioni del centro sono rinnovate e curate.

Quando per lavoro mi allontano dalle mie zone, mi faccio coinvolgere dalla curiosità: osservo, con maggiore attenzione, i campi, i paesi e i volti delle persone. Questo paese oggi mi ha suscitato vari ricordi, e li voglio descrivere per lasciarne una traccia che mi manca.

Sono passata davanti all'ingresso della sede della  Partecipanza agraria. 

Recita Wikipedia (ebbene si!):  è un singolarissimo istituto che corrisponde al fenomeno, un tempo diffuso, della proprietà indivisa (partecipanza) della terra. Vedendo quel nome scolpito sopra al portone mi sono ricordata di quando, tantissimi anni fa, andavo a fare dei sopralluoghi nelle porcilaie di Spilamberto assieme ad un tecnico dell'igiene ambientale (E.S.). Passavamo tanto tempo assieme in quegli anni, che eravamo diventati buoni amici. dato che lui era della LIPU (Lega Italiana Protezione degli Uccelli) e un appassionato birdwatcher, mi propose di andare assieme un giorno ad appostarci in un capanno della Partecipanza di Nonantola per vedere da abbastanza vicino, aironi ed altri uccelli palustri, in una bella zona umida. Mi sono ripromessa tante volte di tornarci, da sola o con lui, ma non è mai più successo. Ne ho però un bel ricordo, anche se un po' sbiadito.

Un'altra volta andai a Nonantola con alcuni colleghi ad un corso di aggiornamento, mi pare fosse sui sottoprodotti di origine animale. Eravamo partiti da Spilamberto e in auto eravamo io, A.M., G.T. e una quarta persona che non ricordo. G.T. non è più nel mondo dei vivi, era una persona che aveva sofferto molto, ma quel giorno sembrava felice. Ci eravamo fermati, prima di ripartire, davanti ad un negozio di frutta e verdura e lei, tutta contenta, aveva acquistato alcuni "cacomela" ed, essendo toscana, nominava questi frutti con le due "C" aspirate in maniera divertente. Io e l'altro collega ricordiamo quel momento come se fosse oggi.

Poi ho rivisto il "Vox", un teatro - locale dove facevano sempre bellissimi concerti (almeno a quei tempi, e parlo di una quindicina di anni fa) ci suonavano vari gruppi che io seguivo, essendo allora molto appassionata di musica rock - alternativa. Ci ho visto i Radiohead ed i Portshead e li ricordo come due concerti meravigliosi. Il Vox era (o è?) un piccolo locale, in cui, da ogni angolo potevi assistere allo spettacolo da pochi metri, con un gran coinvolgimento emotivo e sia i Radiohead che i Portishead sono due gruppi che emozionano veramente. Almeno me mi emozionavano di brutto.Li ascoltavo in continuazione e compravo tutti i loro cd.

Ma a Nonantola credo che ora sia più in voga il Teatro Troisi e sono passata anche davanti a quello. Lì cero stata per un altro concerto, di una musicista che era allora, sempre più di 10 anni fa, la mia preferita, Cristina Donà, che avevo visto esibirsi anche a Spilamberto, al Festival Friction, quando era ancora quasi sconosciuta. 

Ecco, questi sono i ricordi affiorati oggi nella mia mente, non so, non credo che possano interessare a nessuno, ma li ho voluti "registrare" per "metterli in memoria".

Grazie a chi avrà letto fin qui....

Caterina Regazzi





lunedì 24 ottobre 2016

Una fiaba che viene dall'inconscio a Casa Val di Sasso


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Roccamalatina (Guiglia) - Casa Val di Sasso

CONDIVISIONE”.   Riassunto del primo incontro del 22 ottobre 2016:
I partecipanti sono stati invitati a portare qualcosa da condividere. Chi l’evento della propria nascita, chi ha spiegato come funziona la vista in termini chimici e energetici, chi la proposta di vivere insieme in pace e nel rispetto della natura. Giunto il mio turno, ho chiesto di tornare con il pensiero a quando eravamo bambini, dove per gioco si inventavano fiabe. Ho iniziato dicendo: In un villaggio all’interno della foresta viveva un vecchio saggio. Un giorno decise di mettersi in viaggio per portare un messaggio all’umanità. La distanza era tanta e sapeva che strada facondo avrebbe incontrato ostacoli e pericoli da superare, ma il suo intento era Puro, così decise di partire.
A questo punto i partecipanti, uno dopo l’altro, ad occhi chiusi, con la fantasia hanno descritto il percorso che il saggio ha fatto e per finire ho continuato io. Cammina, cammina, dopo essersi preso cura di un’anziana ha ripreso il suo viaggio. In lontananza ha avvistato un abitato, si è avvicinato e sul cartello stradale c’èra scritto Treia, ha fatto un sospiro di sollievo perché sapeva di essere arrivato. Lì ha bussato e un uomo con barba e capelli bianchi, ha aperto la porta e gentilmente l’ha fatto entrare. Hanno conversato un po’ così il saggio ha saputo che Paolo ( questo il nome di chi l’ha accolto ) si occupa con passione della diffusione di vari argomenti su “Il Giornaletto di Saul”.  Alla richiesta del saggio se fosse stato possibile pubblicare il messaggio, Paolo ha risposto: "certamente, con piacere!". Si sono poi salutati con un caldo abbraccio fraterno. Fine del mio intervento.

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A questo punto ogni partecipante è stato invitato ad impersonare il vecchio saggio e a scrivere.
Questi, i loro messaggi all’umanità.

Siamo tutti fratelli e sorelle. Ritroviamo la nostra umanità. Viviamo in pace ed armonia con la Terra e gli esseri viventi e non. Accogliamo ed amiamo anche il diverso ed il malvagio, perché il mondo va avanti bene quando c’è un equilibrio fra il bene e il male, fra il buio e la luce, fra il caldo e il freddo, fra lo yin e lo yang, fra lo spirito e materia.
La giovane e saggia Caterina Regazzi.

Lo scopo di ogni esistenza è la felicità, per perseguire la felicità bisogna vivere in armonia con noi stessi, con gli altri e con tutti gli elementi della natura, conducendo una vita semplice, se nel tempo ciò risulterà difficile, man mano ognuno troverà che il risultato è così piacevole che sarà stimolato a continuare e progredire. Ricordate sempre questo monito e mai la tristezza albergherà nei vostri cuori.
Giovane e saggio Giuseppe Moscatello.

Fermatevi, quando un refolo di vento vi sfiora, fermatevi qualunque cosa state facendo. Alzatevi in piedi dritti con le braccia protese al cielo e respirate profondamente e lentamente 2 o 3 volte e ringraziate. Ringraziate con tutta la vostra umiltà.
Giovane e saggia Emanuela Pellicciari.

La Pace nel mondo è dentro ai vostri cuori.
Non più giovane  Maria Bignami.

Al prossimo incontro se vuoi puoi diffondere il tuo messaggio.
Fammelo sapere, mi fa piacere.


Con amore. Maria Bignami

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sabato 22 ottobre 2016

La Catalogna vuole la corrida a tutti i costi...


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ANNULLATO IL DIVIETO DELLA CORRIDA IN CATALOGNA

Il 20 ottobre 2016 la Corte Costituzionale spagnola ha annullato l'articolo di legge regionale che impone il divieto di corride in Catalogna, approvato dal Parlamento catalano nel 2010, ritenendo che tale articolo vada oltre le competenze attribuite alla Regione. 

L'Alta corte si è espressa a maggioranza, con otto voti favorevoli e tre contrari, decidendo che la Catalogna è andata al di là dei poteri ad essa concessi in materia di gestione degli spettacoli e della protezione degli animali. "La Catalogna ha competenza nella gestione degli spettacoli e nella protezione degli animali, ma la corrida fa parte del patrimonio culturale" della Spagna, ha sottolineato una fonte giudiziaria spiegando le motivazioni della decisione. 

L'interdizione della corrida era stata votata dal parlamento catalano dopo un’iniziativa popolare animalista. La mossa era stata letta non solo come una misura di protezione degli animali ma anche, e forse soprattutto, come ulteriore sfida del catalanismo allo Stato centrale. La Catalogna è una delle tre regioni spagnole che ha vietato la fiesta nacional, con le Canarie e le Baleari (La coscienza degli animali, newsletter 880 del 21 ottobre 2016).

Carlo Consiglio 

Telefono 06/64690478, 392/9475797, fax 178/2259097, email consiglio.carlo@tiscali.itinfo@carloconsiglio.it, sito www.carloconsiglio.it

venerdì 21 ottobre 2016

Fare della battaglia contro la rottamazione della Costituzione una lotta per attuarne la parte progressista


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Operai, lavoratori, compagni, il 22 ottobre 2016 si svolge a Roma la manifestazione nazionale per il NO sociale alla rottamazione della Costituzione voluta da Renzi e dai suoi mandanti, il 21 ottobre USB, UniCobas, USI, SICobas, Slai Cobas, ADL Cobas scioperano per la difesa dei diritti del lavoro e dello stato sociale e per difendere e applicare la Costituzione del 1948.

La lotta contro la rottamazione della Costituzione può e deve diventare la lotta di tutti quelli che sono decisi a cambiare le cose come serve ai lavoratori e al resto delle masse popolari e sono mossi dalle stesse aspirazioni di coloro che, ispirati dall’Unione Sovietica, diretti dal PCI e organizzati nei gruppi partigiani e nei comitati di liberazione nazionale,  liberarono il nostro paese dall’occupazione nazista e dai suoi collaboratori fascisti.

Anche oggi dobbiamo liberare il nostro paese. Dobbiamo liberarlo non solo da Renzi e la sua cricca cresciuta alla scuola di Gelli. Dobbiamo liberarlo dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai capi della criminalità organizzata (i vertici della Repubblica Pontificia). Sono loro la forza occupante che sta eliminando le conquiste e i diritti che avevamo strappato, che spreme e schiaccia senza limiti una parte crescente della popolazione, che sta privatizzando, riducendo e peggiorando i servizi pubblici, che smantella un pezzo dopo l’altro l’apparato produttivo del paese, che saccheggia il territorio e devasta l’ambiente, che ci trascina nella guerra. Sono loro che hanno infeudato il nostro paese alla comunità internazionale degli imperialisti europei, americani e sionisti, allo stesso modo del re, del Papa, della borghesia industriale e finanziaria, degli agrari che prima affidarono la direzione del paese ai fascisti di Mussolini, poi lo misero al carro della Germania nazista e infine, dopo che il PCI ebbe rinunciato a continuare la lotta fino a instaurare un nuovo ordinamento sociale conforme agli interessi delle masse popolari, ne fecero una Repubblica Pontificia sotto l’ombrello della NATO.

In questa lotta gli operai e gli altri lavoratori hanno un ruolo speciale. Ieri sono stati la forza principale della resistenza clandestina al fascismo, della Resistenza contro l’occupazione nazista, delle battaglie contro il regime DC dei Papi, di De Gasperi, di Scelba e dei loro successori grazie alle quali alcuni degli impegni e dei diritti scritti nella Costituzione del 1948 (diritto allo studio, diritto alla salute, diritti dei lavoratori sul posto di lavoro, servizi pubblici,  ecc.) sono stati in parte e per un po’ di anni tradotti in pratica. Oggi sono la forza principale della lotta per fare realmente dell’Italia un paese in cui la sovranità appartiene al popolo, ogni persona svolge, secondo le sue possibilità e le sue scelte, un’attività utile al progresso della società, tutti i lavoratori partecipano effettivamente all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Un paese in cui le attività economiche, anziché essere una questione privata di individui o di società, sono gestite pubblicamente così come già oggi sono gestite pubblicamente molte altre attività: dal sistema fognario all’illuminazione stradale, dai trasporti al sistema sanitario, dal traffico aereo al sistema scolastico, ecc.

Operai, lavoratori, compagni,
non basta difendere la Costituzione, perché vorrebbe dire fare la guardia a un guscio vuoto. Non possiamo limitarci a votare NO al referendum del 4 dicembre e a fare propaganda per il NO, perché non abbiamo nessun interesse a lasciare le cose come stanno.

Fin dalla sua entrata in vigore, la Costituzione è stata sistematicamente aggirata e violata in tutte le sue parti progressiste e democratiche (che sono molte, tanto che viene bollata da padroni e banchieri come “sovietica”) e solo con le eroiche lotte degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso le masse popolari, guidate dal PCI, sono riuscite a imporre che i valori, i principi e i diritti sanciti dalla Costituzione fossero almeno in parte applicati. Era il periodo in cui il  movimento comunista era forte in Italia e nel mondo, anche se la sua direzione era stata già presa in mano dai Togliatti, dai Kruscev e dai Teng Hsiao-ping. Era una minaccia per i padroni e le loro autorità, al punto che essi hanno ceduto alla pressione delle masse popolari per paura della rivoluzione socialista: hanno fatto cose per loro contronatura nel tentativo di dimostrare che con loro le masse popolari potevano fare meglio che con i comunisti quello che i comunisti indicavano. Era il periodo, anche, della ripresa degli affari per i capitalisti dopo le distruzioni della prima e della seconda Guerra mondiale, una fase di “vacche grasse” e di profitti elevati.

Da metà anni ‘70 è iniziata la nuova crisi generale del capitalismo, il movimento comunista diretto dai revisionisti moderni è declinato e il campo dei paesi socialisti è crollato. Da allora il movimento operaio e popolare, nonostante lotte generose, non ha più ottenuto alcuna conquista su ampia scala e duratura e, anzi, i padroni hanno iniziato a riprendersi, con gli interessi, tutto quello che erano stati obbligati a cedere: si sono ripresi le pensioni, l’istruzione e la sanità pubblica, lo Statuto dei Lavoratori, i servizi pubblici sono stati privatizzati e complessivamente la vita di milioni di persone è peggiorata sotto i colpi di speculazioni, ricatti, vincoli economici. Oggi, infine, sono sotto attacco l’istituto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e la stessa Costituzione.

Operai, lavoratori, compagni, non ci basta votare NO al referendum del 4 dicembre perché non possiamo limitarci a manifestare il dissenso verso le manovre eversive e antipopolari del governo Renzi e dei vertici della Repubblica Pontificia, ma occorre cambiare il corso delle cose. E per cambiarlo il ruolo dei lavoratori e degli operai è decisivo!

Dobbiamo votare NO, fare propaganda per il NO e contemporaneamente dobbiamo organizzarci e organizzare  per

- applicare dal basso, direttamente, la parte progressista e democratica della Costituzione a partire dai luoghi di lavoro, uscire dalle aziende per contribuire ad applicarla nel resto della società, affermare ciò che è legittimo perché è negli interessi delle masse popolari anche se va contro leggi, regole e prassi correnti. Cioè trasgredire le norme, le leggi e le prassi che le autorità borghesi impongono in aperta violazione della Costituzione;

- creare le condizioni necessarie per costituire un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari, il Governo di Blocco Popolare, spingere la parte più democratica e progressista degli amministratori locali, dei portavoce ed esponenti sindacali, dei portavoce del movimento popolare, delle grandi associazioni a comporre il Governo di Blocco Popolare, imporlo ai vertici della Repubblica Pontificia rendendogli il paese ingovernabile.

Non è per caso, distrazione o cattiva volontà che la Costituzione è stata aggirata e violata, ma per precisi e potenti interessi. Applicare le parti progressiste  della Costituzione significa entrare in guerra con i “poteri forti” nostrani e la loro comunità internazionale, cioè con i mandanti dei governi e delle forze politiche che hanno lasciato inattuata, aggirato e poi apertamente violato la Costituzione. Solo le masse popolari organizzate hanno l’interesse e la forza per condurre e vincere questa guerra.

Che vinca il NO al referendum, e la parte più lungimirante delle masse popolari si mobilita per questo, o che vinca il SI’, e la parte più lungimirante delle masse popolari si mobilita per impedirlo, la crisi politica dei vertici della Repubblica Pontificia è destinata ad acuirsi e il governo Renzi potrà solo rimandare la sua capitolazione. In ogni caso, i lavoratori e gli operai organizzati azienda per azienda e zona per zona, coordinati fra di loro e legati alle mille forme di organizzazione popolare presenti sui territori, sono la forza decisiva per costituire il Governo di Blocco Popolare.
Ecco perché la campagna referendaria non si gioca nel campo delle opinioni (e del voto), ma nel campo dell’organizzazione, del coordinamento e della mobilitazione. 

Cosa vuol dire?

Ci sono già molte tendenze ed esperienze positive che possiamo e dobbiamo prendere da esempio, sostenere, valorizzare, replicare nei tratti essenziali e calati nel concreto della situazione in cui viviamo.

Ci sono i licenziati di Pomigliano che hanno condotto una lunga battaglia contro Marchionne mobilitando tutte le forze disponibili fino a conquistare il reintegro sul posto di lavoro. La loro mobilitazione e la loro vittoria sono un punto di forza per tutti i lavoratori e per tutti gli operai, dimostrano che per quanto forte sia la borghesia, la forza della classe operaia è superiore se si dà i mezzi per vincere.

Ci sono gli operai FCA per il NO al referendum che hanno promosso il coordinamento e lo schieramento della parte più cosciente della classe operaia dell’azienda simbolo, nel nostro paese, dei vertici della Repubblica Pontificia (quella ex FIAT che, prima di diventare “roba” degli imperialisti USA a tutti gli effetti, ha incarnato il principio di “perdite pubbliche e guadagni privati” che oggi Renzi vuole applicare per salvare le banche della sua cricca).

Ci sono gli operai dell’ILVA di Taranto, avanguardia della lotta per la difesa del diritto a un lavoro utile e dignitoso e del diritto a vivere in un ambiente salubre; in un territorio dove il ricatto “lavoro o salute” si manifesta con la devastazione dell’ambiente e le statistiche di morti e malati di tumore prodotti dalla produzione (capitalista) dell’ILVA.

Ci sono gli operai della ex-Lucchini di Piombino, “esuberi” delle politiche di ristrutturazione industriale in nome del profitto che si sono organizzati nel Comitato Articolo 1 per affermare che fra gli operai e fra le masse popolari non ci sono esuberi e il diritto a un lavoro sicuro, dignitoso, utile.

Ci sono i lavoratori interinali della Iscot (azienda di pulizie in appalto alla SOLE che produce stampaggi per la Piaggio, la FCA e altre) che hanno strappato l’assunzione a tempo indeterminato e adesso stanno facendo fronte alle ritorsioni dell’azienda contro i più combattivi di loro.

Ci sono i fattorini in  bicicletta di Foodora (multinazionale tedesca che consegna cibo a domicilio) scesi in lotta contro le paghe da fame e a cottimo, i turni spezzatino, la precarietà.

Ci sono i tanti operai della logistica, impiegati nel commercio, tanti lavoratori del pubblico (come gli insegnanti mobilitati contro la Buona Scuola) che ogni giorno promuovono forme capillari e diffuse di mobilitazione, coordinamento, protagonismo, autorganizzazione.

Questa è la spina dorsale del movimento per cambiare il paese. Questa è la spina dorsale del movimento per costituire il Governo di Blocco Popolare.

Operai, lavoratori, compagni, le masse popolari tutte hanno bisogno della vostra forza, della vostra generosità e della vostra intelligenza collettiva per sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria, al governo Renzi, ai vertici della Repubblica Pontifici, agli imperialisti USA e UE che spadroneggiano nel nostro paese e come una forza occupante lo spolpano in nome del profitto. Hanno bisogno di voi per costituire un governo di emergenza popolare. Solo un governo così può applicare su ampia scala e sistematicamente la parte democratica e progressista della Costituzione. La difesa di un simile governo e la sua attività apriranno la via alla rinascita del movimento comunista e quindi all’instaurazione del socialismo, che è l’unica soluzione definitiva alla crisi del capitalismo, l’unica prospettiva positiva per noi, per i nostri figli, per gli operai e le masse popolari del mondo intero.

Questa è la via realistica, praticabile e pratica, non facile ma attuabile, che le masse popolari devono imboccare. Sta ai più volonterosi e ai più lungimiranti promuoverla, propagandarla, incominciare. Non importa se si è pochi a incominciare: all’inizio non possiamo che essere in pochi, tanta e la sfiducia in noi stessi che ci hanno inculcato, che le sconfitte subite hanno prodotto in noi, che i padroni, il clero e i loro accoliti, agenti e seguaci diffondono e alimentano. L’esempio, i risultati e la propaganda di chi inizia, la necessita, persino l’arroganza e la criminalità dei ricchi e del loro clero spingeranno una parte crescente delle masse popolari a seguire la nostra strada.
Questa è la via che noi comunisti proponiamo, che promuoviamo, che sosteniamo e sosterremo con tutte le nostre forze! È per promuovere questa via che chiediamo ai più generosi di arruolarsi nelle nostre file!


Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail: 
carc@riseup.net – sitowww.carc.it

RESISTENZA

Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54


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giovedì 20 ottobre 2016

Assorbimento nel grande Vuoto di Roberto Anastagi


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Oggi  dopo aver pranzato ho dato un'occhiata veloce al PC prima di tornare al lavoro e mi ha colto alla sprovvista la notizia della dipartita di Roberto Anastagi, un amico acquisito tramite internet e che, nonostante non ci fossimo mai incontrati di persona, grazie ai suoi aforismi,  i suoi inviti alla riflessione e soprattutto i tanti dialoghi tra lui e Paolo D'Arpini, consideravo ormai uno di famiglia. 

A volte condividevo i suoi pensieri, raramente non li trovavo confacenti al mio spirito, ma il suo modo di fare, umile e intelligente, aperto anche al contraddittorio, me lo avevano reso molto caro.

Andrò, andremo a spulciare in qualche sua mail, e lo faremo nel tempo, non solo oggi, perché, come rimane vivo il suo spirito con noi, rimarranno vive anche le sue parole. Buon viaggio, Roberto, ovunque tu sia, aspettaci che fra un po' arriviamo anche noi!

Caterina Regazzi