Durante l'estate camion vanno su e giù di qua e di là,
trasportano amplificatori, casse acustiche, consolle di missaggio, tastiere,
batterie, chitarre, specchi giganti, torri di sostegno per luci, raggi laser e
effetti speciali. metri e metri di cavi e cavetti, prese, spine, fari e spot,
microfoni. i camion arrivano e cassa su cassa si scarica tutto. L'impianto
scenico e acustico imballato con cura in robusti contenitori, tutto ogni sera
viene montato per concerti e spettacoli.
Ogni serata un gran da fare! Quanto spreco di energia!
Una musica che non e’ fatta
precisamente da strumenti. ci sono le cose che ci stanno intorno, cose che
usiamo quotidianamente. tutto può essere manipolato
in modo che butti fuori un suono, come se
oltre alle tre classiche dimensioni lunghezza larghezza profondità gli oggetti avessero una dimensione in più. una ricerca sonora dove creatività ed espressività si
mescolano in una dimensione naturale, allora suoni che hanno il sapore del
vento del mare l odore del bosco la luce dei grandi spazi assolati e i colori
dei mercati affollati. la musica e’ ovunque
e dovunque, possiamo fare musica anche solo con il nostro corpo. sensazioni
brevi e intense di straordinaria efficacia come un grande tappeto sonoro su cui
rotolarci. le percussioni sono la più antica
forma di musica della terra. l uomo primitivo percuoteva oggetti per creare
sonorità e per comunicare
allora facciamo vibrare i nostri corpi in modo che comunichino il più direttamente possibile, torniamo alle radici del suono
per reinventare tutto da capo per fare qualcosa che si infili sotto la pelle e
che non abbia bisogno di spiegazioni. si comprende da sola semplicemente
suonandola, con il corpo con la voce con gli oggetti che ci circondano. musica
colorata dalle cose e dalle sensazioni che nella vita occupano il nostro spazio
quotidiano.
già negli anni 60 eravamo
sommersi da migliaia di cose prodotte barattoli scatole confezioni bottiglie
latte e lattine alle finestre panni stesi candidi, miracolo dei detersivi. noi
bambini usavamo i fustini vuoti come tamburi. la gente si chiedeva se esisteva ancora la natura tra
colori sintetici smalti e lacche e nei supermercati continuavamo a guardare
perplessi gli scaffali pieni di colorate scatole cartoni latte vetro e plastica indistruttibile. allora noi bambini
nei pomeriggi caldi estivi ci divertivamo a prendere quelle scatole e suonarle
per aprire quelle finestre della fantasia e guardare lontano la dove il mare si
confonde ancora con il cielo. vere bande musicali di quartiere venti trenta
bambini con scatole fustini lattine barattoli un frastuono pazzesco di
percussioni e voci libere, espressione spontanea della creatività musicale. metti un concerto all aria e al sole!
alcuni anni fa, in un piccolo paese, una notte dopo un
concerto, per vie strette bianche di calce, un gruppo di colorati punkabestia
ha iniziato una lunga session musicale con tamburi e voci, una patchanka
musicale composta da bella ciao curre curre uaglio’ lu
rusciu de lu mare brigante se more, un unico brano dallo stesso ritmo, tutti
ballavano con gioia e entusiasmo passandosi di mano in mano il rosso il giallo
il verde l azzurro e numerose bottiglie di vino.
da un po di tempo lungo la costa adriatica girano
quelle che sono state definite come gipsy brass band balcaniche. in genere
trombe e piccole fisarmoniche, suonano lungo le spiagge e spesso nei mercati
rionali. giorni fa percorrevo con la bicicletta la pineta vicina al mare sul
far della sera, nella penombra lo sguardo e’ stato
sorpreso da centinaia di persone che si muovevano sotto i pini, divisi in tanti
piccoli gruppi, nuclei familiari, uomini donne ragazzi e bambini materassi
cartoni valige buste strumenti musicali carrozzini, erano i musicisti che
girano di giorno lungo le spiagge, vivono all aria aperta portando con loro le
sole poche cose.
ciao sole splendente, la pioggia insegue il treno,
sfreccio verso casa, il ritmo lento mi ha pure ricaricata, un abbraccio
buongiorno luna fiore farfalla amore
panzanella pane bagnato
pomodoro peperoncino
origano olio e basilico
cerco con la mente
le tracce del tuo passaggio
l essenza della tua presenza
al risveglio al mattino
effetto d affetto
asterisco
odore di pane e mortadella
e’ da tanto che non la mangio
guardo il cielo seduto fuori
nell aria il sapore forte e
dolciastro dell aceto
dico sempre di voler entrare in
una nuova dimensione dell essere
ed ora eccomi qua!
mi resta solo la poesia
ma che me ne faccio!
sono su una zattera
perso nel mare del nulla,
aspetto un po di venticello
per capire da che parte andare.
caterina dice di aprire un… bar!
paolo dice meglio una sala da…te!
alla ricerca del te liquido profondo
trasparente non trovo più il
me!
immagine poliedrica del mondo
dove ogni tuo scoop sia un beat
si fa con un flash
uno scoop
che faccia beat
mastico argilla
cenere e argilla
seduto su una zolla di terra
penso…
penso e aspetto
una mattina in una piccola casa di terra
il padre sveglia il figlio e nella luminosa e
assolata giornata estiva lo porta in cima
al colle e dice figliolo guarda…!
un giorno il figlio torna e sul far della sera
entra col padre nella piccola casa, estrae
dalla tasca una candela, la accende e tutta
la stanza si riempie di luce
giornaletto di saul remix
l aquila dall alto tutto scorge mentre la quaglia in
basso vede solo la sua piccola porzione di terra,
entrambe le visioni sono necessarie.
cosa fai quando non si può
lascio che si faccia
il tempo passa e non aspetta
lo saprete al momento giusto
8 hertz e’ il
battito fondamentale della terra
gli armonici dell 8 herz sono frequenze
di replicazione del DNA
il principio armonico nella vita e’ la rotazione:
gli esseri umani ruotano come gli elettroni
finche ci scambiamo semi di vita
la vita continua…
grilli e cicale- stamane sono andata sotto l'albero
per ascoltare il momento in cui smettono i grilli di cantare
e iniziano le cicale a frinire. si dice che nell
intervallo
di tempo ci sia
una pausa nel respiro del mondo, sia
all alba che al tramonto. (dorjelmi)
quando cambierai il modo di vedere le cose
le cose cambieranno il tuo modo di vedere!
rispostina
fuma, fuma!
metticelo un po di tabacco
Ferdinando Renzetti
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