Boom di anziani sui social
Il 14,3% degli over 65 italiani usa Facebook. Il 6,6% YouTube. Un’avanzata globale. Che porta benefici: meno solitudine, cura anti-depressione, sos contro le truffe.
Non sono certo solo i più giovani a usare internet e i social network. Facebook, sopratutto, ma anche Twitter e Instagram: per molti è un modo per rimanere in contatto con le notizie, con amici e parenti lontani, in primis figli e nipoti.
LA DISTANZA RESISTE. Certo, i numeri sono ancora limitati: secondo il 12esimo Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, pubblicato a marzo 2015, esiste «una distanza abissale tra giovani e anziani nel nostro Paese. Il 77,4% degli under 30 è iscritto a Facebook, contro appena il 14,3% degli over 65; il 72,5% dei giovani usa YouTube, come fa solo il 6,6% degli ultra 65enni».
COSTANTE SCALATA. Ma il gap va riducendosi di anno in anno: è proprio la fascia di età compresa tra i 55 e i 74 anni quella che risulta in costante aumento nell’uso di internet e dei social media.
Negli Stati Uniti sono già avanti: il 43% degli over 65 ormai usa i social network. Nel 2006 era appena l’1%.
E il grande boom è avvenuto negli ultimi quattro anni, quando la percentuale è triplicata.
Internet fa bene alla salute: anziani meno propensi alla depressione
Oggi in Italia 35 milioni di utenti navigano su internet, il 50,3% degli italiani sono iscritti a Facebook e di questi l’11% sono anziani.
Secondo le stime dell’Associazione italiana di psicogeriatria (Aip) circa un milione e mezzo di anziani usano il noto social network per tenersi in contatto con parenti e amici e, grazie agli stimoli della Rete, hanno minori disturbi di memoria e mantengono il cervello giovane più a lungo.
CURA ANTI-SOLITUDINE. Non solo: gli over 65 che utilizzano i social network si sentono meno soli, come dimostrato da un’indagine condotta dal progetto Ages 2.0
(Activating and guiding the engagement of seniors through social media, Incoraggiare e guidare la partecipazione degli anziani tramite i social media) realizzato in collaborazione tra l’University of exeter in Gran Bretagna e l’agenzia regionale sanitaria delle Marche insieme con la Fondazione G. Brodolini.
-30% DI CHANCE DI AMMALARSI. C’è anche un altro studio in merito, condotto da Shelia Cotten della Michigan State University e pubblicato sul Journal of Gerontology.
Nessun commento:
Posta un commento