Pietro è stato un perfetto "padrone di casa" , anche se so che questa definizione non gli piacerà ed, in effetti, lui ha messo a disposizione i suoi spazi nella massima libertà, a partire dal terreno, alla casa, alle piante ed erbe, al forno davanti al quale abbiamo finito in bellezza con una pizzata in cui quasi tutti coloro che erano rimasti, abbiamo messo le mani, chi ad impastare, chi a stendere, chi ad affettare zucchine e cipolle appena raccolte, chi a versare l'olio, chi ad infornare e sfornare e chi semplicemente ad accompagnare il tutto con la sua presenza o con chiacchiere e canti e musica. Tutti a gustare l'ottimo risultato.
Mi viene da pensare a quel che Paolo aveva detto in macchina a Nelly (mentre salivamo verso Guiglia, Rocca Malatina e Montecorone) a proposito dei nostri resoconti e cioè che io butto giù qualcosa poi lui integra perché ad ognuno di noi saranno rimaste impresse cose, momenti, sensazioni, suoni, sapori, saperi diversi. Ed io ora mi ritrovo a cominciare a scrivere dalla fine, dal momento più intimo (per me): tutti attorno al forno e ad un tavolo a prepararci e a gustarci della buona pizza.
Ma a proposito di cibo non posso non sottolineare la bravura di Monica C. che in questi due giorni ci ha preparato delle vere e proprie prelibatezze. Utilizzando ingredienti semplici e freschi ha deliziato i nostri palati e riempito i nostri stomaci con generosità: dal pane integrale ai formaggini freschi fatti da lei, al tzaziki con lo yogurth autoprodotto, ai cipollotti con la curcuma, risotti, zuppe di lenticchie e di piselli e tanto altro, dolce compreso...
Ma non voglio sembrare troppo materiale... il contatto stretto con la Natura e con i 5 elementi è stato sempre presente e arrivava nel profondo; le sensazioni provate passavano, almeno per me, dalla meraviglia, allo stupore per l'abbondanza dei colori e dei profumi dei fiori e delle piante del luogo, alla sensazione di caldo durante il giorno e al freddo della sera, alla energia sprigionata dal fuoco alla quale andavamo ad attingere a piene mani, guidati da Pietro di Tolé, al fastidio per il fumo in gola che mi sono presa per voler stare vicino all'amato, al silenzio che regnava sotto le poche voci che cantavano il canto della sera, lo Shiva Manasa Puja e alcuni mantra, tra cui spiccava la voce profonda e calda di Paolo e la mia stentata e stridula (a causa del fumo in gola)...
Nei tre giri di condivisione (tenuti la sera del 20 e durante il 21 giugno) tutti abbiamo detto qualcosa, chi solo poche parole, chi fiumi di parole per trasmettere agli altri conoscenze, informazioni -anche crude- e che, come nel caso dell'esperienze in carcere di Karl non avremmo mai voluto sentire.
Prevaleva comunque la voglia di fare qualcosa assieme, condividere un sogno, un progetto, un'esperienza già in piedi o in divenire, ascoltando Pietro, Maurizia, Massimo, Monica F., Katia ed Ermanno, Mario e Cristina, Sergio e Silvana, Giorgio, Vittorio, Giuseppe, Vincenzo, Elena, Manuela, Nelly ecc. ecc. (mi scusino coloro che non sono stati nominati ma non posso fare una lista di 40 persone).
Ed io? Cosa ho trasmesso, se ho trasmesso qualcosa? Non lo so, so solo che dopo una prima giornata in cui sentivo quasi un po' di disagio, alla domenica mi sono sciolta, sarà stato il racconto poco comprensibile ma che sorgeva dal cuore di Karl, sarà stato il sole, sarà stato l'esercizio fisico, la camminata nella natura, il mio cuore si è aperto.
Osservavo le persone attorno a me: sembravamo tutti bambini. Sembravamo tutti aver ritrovato la spontaneità e la gioia di vivere. Certo, molti di noi non l'avevano mai persa, ma a volte è necessario, per togliersi i tormenti dell'esistenza quotidiana (per cui siamo o almeno appariamo un po' "bui"), poter vivere dei momenti così luminosi...
Caterina Regazzi
Vice-presidente del Circolo vegetariano VV.TT. e Referente del rapporto Uomo/Natura/Animali della Rete Bioregionale Italiana.
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Materiale aggiunto - Pensieri di ecopsicologia. Questo che segue è uno scritto prodotto da una dei partecipanti all'esperienza di eco-psicologia condotta da Monica Ferrari durante l'Incontro Collettivo Ecologista 2015
Prima parte: "La passiflora è bella perché è particolare. Il fico è bello perché è esuberante. Il luogo è bello perché è selvaggio. La lavanda è bella perché è profumata. La calendula è bella perché è gioiosa. Il legno è bello perché è naturale. Nelly è bella perché è delicata. I sassi sono belli perché sono uguali. Il muro è bello perché è grezzo. Il cielo è bello perché è trasparente. Le nuvole sono belle perché sono vaporose. Giulietta è bella perché è piena di colori. Lo scacciafantasmi è bello perché autoprodotto. Il papavero è bello perché ha un bel frutto."
Seconda parte: "Io sono bella perché sono particolare. Io sono bella perché sono esuberante. Io sono bella perché sono selvaggia. Io sono bella perché sono profumata. Io sono bella perché sono gioiosa. Io sono bella perché sono naturale. Io sono bella perché sono delicata. Io sono bella perché sono uguale. Io sono bella perché sono grezza. Io sono bella perché sono trasparente. Io sono bella perché sono vaporosa. Io sono bella perché sono piena di colori. Io sono bella perché sono autoprodotta. Io sono bella perché ho un bel frutto."
Nota esplicativa: Dal 2011 l'Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana ha preso il nome di "Incontro Collettivo Ecologista", considerando che vi partecipano esponenti di varie realtà ecologiste e spirituali: ecovillaggi, agricoltori contadini, spiritualisti laici, economisti alternativi, associazioni in difesa dei consumatori, vegetariani, etc... (P.D'A.)
Servizio fotografico completo: https://www.facebook.com/ photo.php?fbid= 10206489877316178&set=a. 10206490902221800&type=3& theater
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