Il moderno termalismo viterbese prende l’avvio con
l’affidamento dello Stabilimento Comunale delle Terme, alla Società Gestione
Terme, e la contemporanea chiusura delle Terme dei Lavoratori Inps.
L’affidamento
dello stabilimento comunale alla Società Gestione Terme, prevedeva un accordo
di sinallagma con prestazioni corrispettive (art. 1453 c.c.).
In parole
povere la Società
Gestione Terme si impegnava a eseguire tutti i lavori di
ammodernamento dello stabilimento comunale, come da capitolato di appalto, e il
Comune in cambio offriva 14
litri al secondo di preziosa acqua del Bullicame. Tale
quantitativo era ottenuta da 4,5 litri al secondo dal
“pozzetto” e 10 litri
al secondo dalla sorgente del Bullicame. Quindi era un tipico contratto di
scambio di prestazioni, nel quale non era contemplato alcun compenso.
La quantità
di 14 litri
al secondo era stata stabilita, come il quantitativo necessario per fare
funzionare tutto lo stabilimento, già prima della firma del contratto, da uno studio commissionato dalla Società
Gestione Terme, e approvato anche dal Comune.
Nell’addendum al contratto a
proposito della fornitura di acqua termale si legge:
[…] il Comune di Viterbo conserva la titolarità di ogni diritto
inerente la propria condizione di concessionario delle sorgenti di acqua
minerale nella zona denominata Bullicame, garantendo alla S.G.T. l’assoluta
priorità nell’approvvigionamento dei quantitativi di acqua termo-minerale del
Bullicame, necessari al corretto funzionamento dello stabilimento termale
secondo le previsioni del progetto approvato e delle sue eventuali varianti,
per tutta la durata della concessione (e sugli eventuali rinnovi) in armonia e
compatibilmente con le prescrizioni del contratto medesimo.[…]
In parole povere, questo brano
appena trascritto, sta a significare che il Comune deve garantire comunque la
priorità dell’alimentazione di 14 lt/s alla S.G.T.. Quindi se per ipotesi
assurda il Bullicame avesse una disponibilità di soli 14 lt/s, questi
dovrebbero essere destinati tutti alla S.G.T.
Non può significare invece, come
è accaduto per tanti anni, che la
S.G .T. prelevi acqua ben oltre il quantitativo approvato di
14 lt/s.
Sempre nell’addendum c’è poi un brano che
riguarda le pozze libere intorno alle sorgenti.
[…] e fatta salva la possibilità di
utilizzazione spontanea a fini terapeutici individuali delle risorse termali
nelle vasche naturali di contenimento esistenti in prossimità delle sorgenti,
praticata per uso consuetudinario della cittadinanza…[…]
Quindi siccome le pozze sono
rimaste per tanto tempo all’asciutto, si configura una grossa inadempienza contrattuale
del Comune di Viterbo, verso i propri cittadini e verso tutti gli altri
utilizzatori.
Nel periodo
che va dal 13 al 26 gennaio dell’anno 1993, subito dopo la chiusura dello
Stabilimento Terme dei Lavoratori Inps, la Società Gestione
Terme provvedeva a riperforare in profondità il “pozzetto”, andando ad
intercettare le riserve profonde del bacino del Bullicame. Per inciso
l’operazione fu effettuata senza alcuna autorizzazione da parte della Regione
Lazio. Di quell’episodio scuro, perché effettuato nottetempo, rimane solo una
comunicazione del geometra dell’Inps indirizzata al Comune di Viterbo, in cui
si portava a conoscenza che i pozzi Gigliola e Uliveto si erano essiccati,
forse per i lavori effettuati al confine della proprietà Inps (lo stabilimento
comunale, oggi Terme dei Papi, sorge proprio al confine delle Terme Inps)
.
Dopo questa
riperforazione i pozzi Gigliola e Uliveto che si trovano all’interno del
perimetro Inps, si sono asciugati completamente, mentre il “pozzetto” aumentava
la sua portata spontanea da 4,5 lt/s a circa 25 lt/s. Il primo danno evidente
da interferenza si ebbe sulla “callara” che di colpo perse una grande quantità
di acqua, tanto da apparire quasi vuota e al limite del collasso. Il 23 agosto
del 1993 una rilevazione del geologo Giuseppe Pagano afferma che il livello del cratere
del Bullicame è di 45,5 cm .
sotto il livello campagna, comunemente detto anche livello di sfioro.
Giovanni
Faperdue (segue)
Nessun commento:
Posta un commento