Stefano Tibaldi, Direttore generale di
ARPA Emilia-Romagna fino al 31.3.2015, risponde ad alcune domande su
questo nuovo esempio di reporting
ARPA Emilia Romagna ha recentemente pubblicato il
Rapporto integrato di sostenibilità di Arpa Emilia-Romagna. Volete
spiegarci il motivo di questa vostra iniziativa, la prima del genere fra
le agenzie ambientali?
Il dibattito negli anni ha messo l’accento sulla necessità di trovare una mediazione tra crescita economica, miglioramento del tenore di vita e maggiore attenzione per l’ambiente. Dal Rapporto Brundtland in poi si propone un modello di sviluppo economico sostenibile che prenda in considerazione la compatibilità tra attività economiche e ambiente naturale indicando un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali.
Contemporaneamente, il tradizionale processo di rendicontazione sembra non essere più in linea con le esigenze informative dei moderni attori, che hanno necessità di un quadro più completo della situazione aziendale e dei processi con cui l’organizzazione crea valore, anche in termini di trasparenza e chiarezza dei documenti contabili. Anche il mondo della Pubblica Amministrazione (PA) è stato recentemente coinvolto in questa evoluzione profonda della cultura economica e della reportistica che pone oggi grande attenzione alla responsabilità sociale, alla sostenibilità, ai valori intangibili, ai modelli “oltre il PIL”.
Per Arpa risulta quindi ancora più importante fornire informazioni chiare su tutti gli impatti dell’agire dell’Agenzia, con l’obiettivo di rendicontare (rendere conto) gli investimenti e i processi interni di produzione e consumo, e di relazioni efficaci e trasparenti con gli attori sociali, istituzionali e di mercato. Queste le motivazioni che ci hanno indotto a intraprendere questa esperienza, atipica proprio perché riguardante la PA e indirizzata a identificare e misurare il valore prodotto.
2. Che differenza c’è fra questo documento ed un “bilancio ambientale”?
Il rapporto vuole mettere a punto uno strumento espressione di un sistema contabile di sostenibilità complessiva, capace anche di misurare il raggiungimento degli obiettivi di servizio per la collettività. Come suggerito dall’Ocse, un buon sistema di indicatori di sostenibilità dovrebbe essere multidimensionale, in grado di rappresentare contemporaneamente tutte e tre le dimensioni della sostenibilità. Il sistema vuole inoltre essere “integrato”, cioè affrontare le interazioni tra queste tre dimensioni e non solo affiancare indicatori diversi. Il primo obiettivo di questo processo è stato l’elaborazione di uno strumento diagnostico di valutazione preventiva e consuntiva, deputato allo sviluppo di un percorso di efficientamento dei processi dell’organizzazione da un punto di vista economico-ambientale-sociale.
Si tratta quindi di un prodotto molto diverso da un classico bilancio ambientale: un modello di analisi dell’organizzazione che prova a rappresentare in modo coerente e trasparente le informazioni chiave proponendosi di migliorare progressivamente la conoscenza e il dialogo e, di conseguenza , la comunicazione e la trasparenza verso l’esterno, evitando la “trappola” del greenwashing.
3. Quali sono i principali contenuti del Rapporto?
Attraverso questo processo volontario, Arpa si è posta come obiettivo la misurazione, la comunicazione e l’assunzione di responsabilità del proprio impatto complessivo, fornendo una rappresentazione equilibrata della performance di sostenibilità (diretta e indiretta). Si sono analizzati dapprima gli impatti diretti nelle tre dimensioni, ovvero le prestazioni dell’organizzazione collegate direttamente alla natura delle sue relazioni e attività. Ad esempio, nella dimensione ambientale si è approfondita la conoscenza nell’uso delle risorse naturali limitate e dei cicli di produzione e consumo attivati: si è cercato di conoscere e dimensionare le pressioni generate, come indice di consapevole partecipazione al consumo annuo di risorse che il pianeta non è in grado di riprodurre in un dato lasso di tempo (Earth Overshoot DayEcoscienza 3/2013 pag 87).
L’analisi è stata poi rivolta agli impatti indiretti, “secondariamente” prodotti, ma non di secondaria importanza, considerando le conseguenze, o esternalità, derivanti dalle attività di Arpa.
La valutazione degli impatti indiretti, riconosciuta come attività di studio e ricerca degli aspetti intangibili, ha l’obiettivo di valorizzare il (dare valore al) contributo dell’Agenzia alla sostenibilità pubblica, non sempre immediatamente quantificabile, proponendo anche, ove possibile, un valore oggettivo riconducibile a un sistema di metrica riconosciuto.
Molto importante infine è stato il dialogo con gli stakeholder sulle attese riguardanti le performance dell’ente.
4. Perché è importante fare un rapporto di questo tipo per un’Agenzia ambientale?
L’evoluzione del rapporto tra cittadini e PA ha reso urgente fornire informazioni chiare su tutti gli impatti. Per Arpa questa evoluzione si affianca all’incremento complessivo della domanda di intervento e all’aumentata consapevolezza della centralità delle tematiche ambientali. E’ perciò necessaria una visione condivisa che transiti da un integrated thinking verso una gestione integrata delle attività proponendosi di rappresentare come l’organizzazione crea valore nel breve, medio e lungo periodo. Presupposto per un cambiamento culturale che fornisca lungimiranza alla gestione. Il reporting integrato si propone quindi come un processo di integrazione interna, in virtù della quale ciascuna unità aziendale possa maturare una migliore comprensione delle relazioni interne e muoversi oltre la reportistica settoriale, andando oltre la mera sommatoria di report aziendali e mettendo in relazione reciproca in un unico documento le informazioni relative agli aspetti finanziari, non finanziari, tangibili e intangibili. Si tratta di una sorta di “report dei report” settoriali che da anni Arpa produce, ma che cerca di metterli in relazione e in reazione tra loro. L'integrazione in questa prospettiva diventa fonte di produzione di valore e di conoscenza del valore prodotto.
5. Un po’ in tutte le situazioni si cerca di sviluppare il benchmarking. Per le agenzie ambientali si è ancora indietro, questa vostra esperienza può essere un contributo in questa direzione?
Già diverse Agenzie hanno mostrato interesse per questo nostro tentativo che potrebbe in effetti diventare strumento di benchmarking tra le Agenzie italiane per sviluppare un sistema integrato e trasparente di rendicontazione dell’attività del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente e, attraverso l’ambiente, della salute. Sottolineiamo quindi l’enorme potenziale di strumento di diagnostica e valutazione, nonché di benchmarking avanzato, laddove si riuscisse ad “esportare” questo esercizio ad un numero significativo di agenzie regionali, con modalità comuni e condivise.
6. Sempre più spesso ci viene chiesto, ma voi (agenzie ambientali) a cosa servite? Potete dimostrare l’efficacia per l’ambiente del vostro lavoro? In altre parole quali sono gli impatti indiretti sull’ambiente determinati dall’azione delle agenzie ambientali? Nel rapporto avete cercato di sviluppare questo tema, volete parlarcene?
Si è avviata un’esperienza “pionieristica” nell’ambito della PA, dove l’aggettivo pubblico rimanda a meccanismi che operano fuori dal mercato. Il riconoscimento di porzioni di valore, progressivamente più ampie rispetto a quelle riconducibili direttamente all’uso dei beni materiali, sta acquisendo un ruolo sempre maggiore nello sviluppo e affinamento di nuovi metodi valutativi
Abbiamo cominciato considerando il contributo di Arpa alla pianificazione regionale, i costi evitati alla società, quanto l’attività di controllo consenta di rimanere entro i limiti emissivi stabiliti e quanto si contribuisca alla creazione e divulgazione di conoscenza tecnico-scientifica.
Nella considerazione degli impatti indiretti ambientali, si è così specificato il contributo di Arpa alla sostenibilità dell’ambiente e del territorio per i temi considerati: descrizione dei processi, con riferimento alla normativa, che vedono il coinvolgimento diretto di Arpa nella conservazione o nel miglioramento della qualità dell’ambiente, identificazione del ruolo specifico e proposte di indicatori di valorizzazione (qualitativa e quantitativa) dell’operato dell'agenzia.
Il dibattito negli anni ha messo l’accento sulla necessità di trovare una mediazione tra crescita economica, miglioramento del tenore di vita e maggiore attenzione per l’ambiente. Dal Rapporto Brundtland in poi si propone un modello di sviluppo economico sostenibile che prenda in considerazione la compatibilità tra attività economiche e ambiente naturale indicando un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali.
Contemporaneamente, il tradizionale processo di rendicontazione sembra non essere più in linea con le esigenze informative dei moderni attori, che hanno necessità di un quadro più completo della situazione aziendale e dei processi con cui l’organizzazione crea valore, anche in termini di trasparenza e chiarezza dei documenti contabili. Anche il mondo della Pubblica Amministrazione (PA) è stato recentemente coinvolto in questa evoluzione profonda della cultura economica e della reportistica che pone oggi grande attenzione alla responsabilità sociale, alla sostenibilità, ai valori intangibili, ai modelli “oltre il PIL”.
Per Arpa risulta quindi ancora più importante fornire informazioni chiare su tutti gli impatti dell’agire dell’Agenzia, con l’obiettivo di rendicontare (rendere conto) gli investimenti e i processi interni di produzione e consumo, e di relazioni efficaci e trasparenti con gli attori sociali, istituzionali e di mercato. Queste le motivazioni che ci hanno indotto a intraprendere questa esperienza, atipica proprio perché riguardante la PA e indirizzata a identificare e misurare il valore prodotto.
2. Che differenza c’è fra questo documento ed un “bilancio ambientale”?
Il rapporto vuole mettere a punto uno strumento espressione di un sistema contabile di sostenibilità complessiva, capace anche di misurare il raggiungimento degli obiettivi di servizio per la collettività. Come suggerito dall’Ocse, un buon sistema di indicatori di sostenibilità dovrebbe essere multidimensionale, in grado di rappresentare contemporaneamente tutte e tre le dimensioni della sostenibilità. Il sistema vuole inoltre essere “integrato”, cioè affrontare le interazioni tra queste tre dimensioni e non solo affiancare indicatori diversi. Il primo obiettivo di questo processo è stato l’elaborazione di uno strumento diagnostico di valutazione preventiva e consuntiva, deputato allo sviluppo di un percorso di efficientamento dei processi dell’organizzazione da un punto di vista economico-ambientale-sociale.
Si tratta quindi di un prodotto molto diverso da un classico bilancio ambientale: un modello di analisi dell’organizzazione che prova a rappresentare in modo coerente e trasparente le informazioni chiave proponendosi di migliorare progressivamente la conoscenza e il dialogo e, di conseguenza , la comunicazione e la trasparenza verso l’esterno, evitando la “trappola” del greenwashing.
3. Quali sono i principali contenuti del Rapporto?
Attraverso questo processo volontario, Arpa si è posta come obiettivo la misurazione, la comunicazione e l’assunzione di responsabilità del proprio impatto complessivo, fornendo una rappresentazione equilibrata della performance di sostenibilità (diretta e indiretta). Si sono analizzati dapprima gli impatti diretti nelle tre dimensioni, ovvero le prestazioni dell’organizzazione collegate direttamente alla natura delle sue relazioni e attività. Ad esempio, nella dimensione ambientale si è approfondita la conoscenza nell’uso delle risorse naturali limitate e dei cicli di produzione e consumo attivati: si è cercato di conoscere e dimensionare le pressioni generate, come indice di consapevole partecipazione al consumo annuo di risorse che il pianeta non è in grado di riprodurre in un dato lasso di tempo (Earth Overshoot DayEcoscienza 3/2013 pag 87).
L’analisi è stata poi rivolta agli impatti indiretti, “secondariamente” prodotti, ma non di secondaria importanza, considerando le conseguenze, o esternalità, derivanti dalle attività di Arpa.
La valutazione degli impatti indiretti, riconosciuta come attività di studio e ricerca degli aspetti intangibili, ha l’obiettivo di valorizzare il (dare valore al) contributo dell’Agenzia alla sostenibilità pubblica, non sempre immediatamente quantificabile, proponendo anche, ove possibile, un valore oggettivo riconducibile a un sistema di metrica riconosciuto.
Molto importante infine è stato il dialogo con gli stakeholder sulle attese riguardanti le performance dell’ente.
4. Perché è importante fare un rapporto di questo tipo per un’Agenzia ambientale?
L’evoluzione del rapporto tra cittadini e PA ha reso urgente fornire informazioni chiare su tutti gli impatti. Per Arpa questa evoluzione si affianca all’incremento complessivo della domanda di intervento e all’aumentata consapevolezza della centralità delle tematiche ambientali. E’ perciò necessaria una visione condivisa che transiti da un integrated thinking verso una gestione integrata delle attività proponendosi di rappresentare come l’organizzazione crea valore nel breve, medio e lungo periodo. Presupposto per un cambiamento culturale che fornisca lungimiranza alla gestione. Il reporting integrato si propone quindi come un processo di integrazione interna, in virtù della quale ciascuna unità aziendale possa maturare una migliore comprensione delle relazioni interne e muoversi oltre la reportistica settoriale, andando oltre la mera sommatoria di report aziendali e mettendo in relazione reciproca in un unico documento le informazioni relative agli aspetti finanziari, non finanziari, tangibili e intangibili. Si tratta di una sorta di “report dei report” settoriali che da anni Arpa produce, ma che cerca di metterli in relazione e in reazione tra loro. L'integrazione in questa prospettiva diventa fonte di produzione di valore e di conoscenza del valore prodotto.
5. Un po’ in tutte le situazioni si cerca di sviluppare il benchmarking. Per le agenzie ambientali si è ancora indietro, questa vostra esperienza può essere un contributo in questa direzione?
Già diverse Agenzie hanno mostrato interesse per questo nostro tentativo che potrebbe in effetti diventare strumento di benchmarking tra le Agenzie italiane per sviluppare un sistema integrato e trasparente di rendicontazione dell’attività del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente e, attraverso l’ambiente, della salute. Sottolineiamo quindi l’enorme potenziale di strumento di diagnostica e valutazione, nonché di benchmarking avanzato, laddove si riuscisse ad “esportare” questo esercizio ad un numero significativo di agenzie regionali, con modalità comuni e condivise.
6. Sempre più spesso ci viene chiesto, ma voi (agenzie ambientali) a cosa servite? Potete dimostrare l’efficacia per l’ambiente del vostro lavoro? In altre parole quali sono gli impatti indiretti sull’ambiente determinati dall’azione delle agenzie ambientali? Nel rapporto avete cercato di sviluppare questo tema, volete parlarcene?
Si è avviata un’esperienza “pionieristica” nell’ambito della PA, dove l’aggettivo pubblico rimanda a meccanismi che operano fuori dal mercato. Il riconoscimento di porzioni di valore, progressivamente più ampie rispetto a quelle riconducibili direttamente all’uso dei beni materiali, sta acquisendo un ruolo sempre maggiore nello sviluppo e affinamento di nuovi metodi valutativi
Abbiamo cominciato considerando il contributo di Arpa alla pianificazione regionale, i costi evitati alla società, quanto l’attività di controllo consenta di rimanere entro i limiti emissivi stabiliti e quanto si contribuisca alla creazione e divulgazione di conoscenza tecnico-scientifica.
Nella considerazione degli impatti indiretti ambientali, si è così specificato il contributo di Arpa alla sostenibilità dell’ambiente e del territorio per i temi considerati: descrizione dei processi, con riferimento alla normativa, che vedono il coinvolgimento diretto di Arpa nella conservazione o nel miglioramento della qualità dell’ambiente, identificazione del ruolo specifico e proposte di indicatori di valorizzazione (qualitativa e quantitativa) dell’operato dell'agenzia.
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