mercoledì 8 aprile 2015

L'immigrazione è un gatekeeper mondialista che ripete tutte le banalità e falsità dettate dalla cultura dominante dell'elite



Caro Giulietto, resto sgomento e affranto davanti all'ennesima
violenza compiuta da un cittadino egiziano ai danni di una ragazza
italiana: il fatto, riportato sul Fatto Quotidiano online risale a
qualche anno fa, ma solo ora è stato identificato il colpevole, che
nel frattempo è stato arrestato per rapina e ferimento di una persona.
È di qualche giorno fa la notizia della morte atroce di un ragazzo di
Fermo, assassinato da un marocchino ubriaco e di casi del genere è
piena la cronaca locale, pertanto non ritengo opportuno riportare
altri esempi.

Ti prego, non confondermi per un razzista o uno xenofobo, sono
consapevole che crimini del genere vengono compiuti giornalmente anche
da italiani, ma quel che mi chiedo è: perché dobbiamo prenderci carico
dei peggiori sbandati e criminali che bussano alle nostre porte?

Non sarebbe utile accertarsi preventivamente se coloro che entrano non
sono dei pregiudicati e avranno di che sostenersi lecitamente in
Italia? Perché la sinistra post-comunista italiana (sel, civati, ecc.)
addita come razzista e xenofobo chiunque osi porre il problema della
sicurezza e dell'immigrazione? C'è un interesse secondo te a
lasciare che il panico e il timore, legati a tali fenomeni, dominino le nostre
vite o è semplice indifferenza della casta politica verso problemi che
non la riguardano? Sicuramente il rallentamento dei tribunali e il
sovraffollamento delle carceri rende più facile il decorso della
prescrizione e l'applicazione di amnistie, cose che ai nostri politici
di certo non dispiacciono, ma non crei che tutti questi crimini
servano a mantenere anche un continuo stato di tensioni che in passato
veniva perseguito con la strategia stragista? Con stima e affetto,
cordiali saluti  - Andrea Ceccaroni


Risposta di Giulietto Chiesa
Caro Ceccaroni, un egiziano violentatore, un marocchino ubriaco e
assassino... l'elenco può diventare lungo. Se poi aggiungessimo i
violentatori italiani e gli assassini italiani, allora diventerebbe
sterminato. La questione preliminare è sul come vengono date le
notizie: l'aggiunta dell'aggettivo (egiziano, marocchino, tunisino
etc) è quella che determina il tuo "sgomento" e quello di
migliaia, forse milioni di altri lettori e spettatori. Ma è questa la realtà? Io
credo che questa sia solo una pallida immagine, per giunta distorta,
della realtà.

Ho diverse risposte da proporti. Una è di carattere pratico. Noi
possiamo anche non "prenderci carico" di quelli che arrivano.
Possiamo anche, per esempio, lasciarne annegare a migliaia. Ma pensi davvero
che li fermeremo? Io penso che quello che sta già accadendo si
moltiplicherà per dieci , e per cento, e poi per mille. E' facile
prevederlo. Siamo stati noi occidentali, la nostra economia, perfino
la nostra ricchezza, a creare il problema. Ora non sappiamo come
fermarlo, ma se tu promuovi il libero movimento dei capitali, allora
devi mettere in conto che anche gli uomini in carne ed ossa
cominceranno a muoversi. Ci mettono solo un po' più di tempo, perché
sono di carne ed ossa e non sono dei bit di computer, ma si muovono e
verranno dove c'è lavoro, dove si mangia e si beve acqua pulita, dove
si vive (per ora) come loro sognano di vivere guardando le nostre
televisioni sui loro telefonini, che noi gli abbiamo venduto per
quattro soldi.

E' solo l'inizio di un processo immenso. Niente da fare. Fermarlo
non sarà possibile. E loro non sono preparati ad affrontare la vita qui da
noi. Si portano dietro la loro storia. E nemmeno noi siamo preparati a
stare fianco a fianco alla loro storia, la loro religione, le loro
abitudini.

Non lo sono nemmeno i nostri leader, in gran parte ignoranti e
superbi, che non sanno guardare dieci metri e un anno in avanti.
Fossimo stati tutti, loro e noi, più intelligenti, e più lungimiranti,
ci saremmo preparati ad accoglierli (visto che ne abbiamo bisogno).

Il problema è grande, ne sono perfettamente consapevole. Ma non può
essere risolto che con un programma di vasto respiro, che richiede
tempo, soldi (tanti) e cultura. A cominciare dalla nostra, che è ai
minimi livelli. Pensare di risolverlo con misure repressive è una
assoluta illusione. E bisognerebbe che i giornali e i giornalisti non
contribuissero ad attizzare odi e inimicizie: ce n'è già abbastanza.
Ovvio che i primi che arrivano siano i più spregiudicati e perfino
violenti. E sono i nostri criminali che, spesso fanno loro scuola. Si
ripete quello che accadde con l'emigrazione europea in America. Ma la
maggioranza di quelli che arrivano, la stragrande maggioranza, è fatta
di disperati che vogliono solo vivere meglio, o semplicemente vivere.
E' difficile, per loro e per noi. Ma noi abbiamo un vantaggio: siamo
più ricchi e anche più prepotenti di loro. Sarebbe già un grande passo
avanti se facessimo la nostra parte per accoglierli meglio, e per
condividere con loro una microscopica parte di quello che abbiamo.
Alla lunga, con un po' di pazienza, con la giusta severità delle
leggi, con una goccia di solidarietà (parola ormai sconosciuta dalle
nostre parti) , vivremmo meglio noi, e anche loro.

Giulietto Chiesa


Fonte:  https://www.facebook.com/giuliettochiesa/posts/10153140131085269

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