Il 12 Aprile 2014, si è svolto a “Città dell’altra economia”, il convegno dal titolo “Natura e multinazionali nell’era della globalizzazione”, il primo del progetto, a lungo termine, “Mcdeath: eat fast, die young”, intrapreso da gruppi e singoli attivisti, a difesa della Terra contro le multinazionali.
Iniziato con un po’ di ritardo, a seguito dei disagi causati dalle varie manifestazioni nella Capitale, l’evento è pienamente riuscito nel suo intento: affrontare la tematica trasversalmente, analizzando i vari fenomeni ed offrendo differenti soluzioni.
Ad aprire le danze ci ha pensato Alessandra Colla, con il suo intervento “la metafora McDonald’s: molti effetti una sola causa”. La saggista ha evidenziato come il termine “civiltà” dovrebbe significare “rispetto della diversità”, mentre il modello americano, va totalmente nella direzione opposta, creando dei veri e propri “non-luoghi”, dove la gente è completamente libera di rendere schiavi in un solo colpo: la Terra, gli animali non umani, i lavoratori e se stessi. Per questo, tutti, e soprattutto le mamme, dovrebbero utilizzare il proprio “giudizio critico” e boicottare questo colosso multinazionale: “sarebbe bellissimo se il XXI secolo fosse non il secolo americano, ma il secolo dell’uomo come animale tra tanti”.
A seguire, l’avvocato Vittorio Marinelli, presidente di “European Consumers”, ha individuato nel McDonald’s, uno dei nemici che i consumatori consapevoli devono sconfiggere il prima possibile, in quello che è lo “scontro più duro”, ovvero il cibo.
Subito dopo, Benito Castorina, ha parlato del “Vetiver”, una pianta in grado di risolvere gran parte dei problemi attuali: bonifica delle discariche, produzione energia elettrica, recupero della biodiversità e molti altri. In generale, l’invito del professore è quello di “rivolgersi alla Natura, perché Essa è maestra”.
Poi è stato il turno di Mattia Biancucci, militante del movimento giovanile “Istinto Animale”, con il suo intervento “la McDonaldizzazione e lo spirito del capitalismo”. La sua analisi, partita da Max Weber e sostenuta da autori quali Lévi-Strauss e George Ritzer, ha attraversato le logiche sistemiche, per poi sfociare in un invito all’azione concreta ed organica, capace di superare la settorialità caratterizzante delle battaglie animaliste ed ambientaliste dagli anni ’70 in poi.
Alessio Caschera, caporedattore degli esteri de “l’Intellettuale Dissidente”, ha incentrato il suo intervento sul rapporto tra gli stati centro del mondo (occidente) e le periferie (Africa, Asia, Sud-America). Di fatto, la globalizzazione, arma principale del processo di americanizzazione, oltre a creare disagi ed a istituzionalizzare lo sfruttamento, “ha fatto arricchire chi doveva fare arricchire ed ha lasciato i poveri ancora più poveri”.
A seguire, Teodoro Margarita e Guido Dalla Casa sono stati messi in comunicazione con la sala mediante skype. Il primo, un contadino conoscitore del greco e del latino, ha invitato a riscoprire la bellezza e l’importanza della Terra, la quale deve essere letteralmente “assaggiata”. Per questo l’invito, messo in pratica dalla sua associazione “Civiltà Contadina”, è quello di far nascere degli orti, per rianimare il concetto stesso di comunità, minato sempre più dalle logiche sistemiche. Il secondo, esperto di Ecologia profonda, ha parlato della necessità di opporsi al processo di globalizzazione, che, di fatto, rappresenta solamente una delle visioni del mondo possibili, in favore di un modello che metta al centro la “differenza”, valore caratterizzante sia della Natura che delle culture umane.
Sonia Fraioli, relatrice del “Partito Animalista Europeo” e docente di educazione fisica alle scuole superiori, ha denunciato il progetto “coca-cola cup”, totalmente in antitesi alle direttive educative emanate negli anni precedenti e capace di favorire l’ingresso del colosso multinazionale all’interno della scuola pubblica, sotto la falsa insegna dell’educazione.
Con il suo intervento, “Orientamenti per comprendere Tutto ciò che è Vita”, Riccardo Oliva, presidente dell’associazione “Memento Naturae”, ha intrapreso un vero e proprio viaggio spirituale, da oriente ad occidente, passando da una foglia, ad una goccia d’acqua, ad un albero, per raggiungere il Tutto, armonioso ed organico. Una Totalità che spesso ci scordiamo di rispettare ed a cui spesso l’essere umano si scorda di appartenere. L’invito, rivolto a ciascuno di noi, è proprio quello di compiere una rivoluzione interiore, riconsiderando la nostra posizione nel mondo, perché del resto: “alla Natura si parla ascoltandola”.
A chiudere, il video, molto suggestivo, del dottor Massimo Tettamanti, chimico ambientale ed uno dei massimi antivisezionisti scientifici in Italia. Il suo intervento, è stato contraddistinto, non tanto dalla denuncia degli innumerevoli crimini delle multinazionali (per i quali ci vorrebbero decine e decine di ore), quanto dalla necessità di intraprendere cambiamenti, partendo dal singolo nel quotidiano.
A questo punto, dopo più di tre ore, le parole hanno lasciato il posto al cibo. Un ricchissimo buffet vegan, ad offerta libera, è stato presentato da Martina “Magalì” e dagli altri ragazzi di “Istinto Animale”, durante il quale è stato possibile chiacchierare ed approfondire diverse tematiche con i relatori.
È importante sottolineare come “Natura e multinazionali nell’era della globalizzazione”, non voglia rimanere un episodio isolato, ma voglia essere un punto di partenza, per creare quel “movimento coeso”, tanto auspicato dal progetto “McDeath: eat fast, die young”.
Per questo, si ringraziano tutti i partecipanti e chiunque abbia contribuito alla diffusione dell’evento.
Nel secolo della globalizzazione è essenziale intraprendere un percorso a difesa della Natura nel suo insieme. Il nostro è appena incominciato.
Nel secolo della globalizzazione è essenziale intraprendere un percorso a difesa della Natura nel suo insieme. Il nostro è appena incominciato.
Lorenzo Pennacchi, “Istinto Animale”
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