P. Lymbery & I.
Oakeshott 2014: Farmageddon, the true cost of cheap meat. (Bloomsbury,
London, xv+426 pp., £ 12,99)
Un atto di accusa contro l’allevamento
di animali senza terra, e la dimostrazione che tale allevamento non
allevia la fame nel mondo ma al contrario sottrae risorse preziose
che potrebbero essere usate per combattere la fame.
In particolare: gli animali allevati
per l’alimentazione umana consumano 1/3 dei cereali, 90% della soia
e 30% dei pesci disponibili (p. 5). Negli allevamenti intensivi, per
produrre 1 Kg di carne di bue, maiale e pollo occorrono
rispettivamente 20 Kg, 7,3 Kg e 4,5 Kg di cibo (ottimo anche per
l’uomo), quindi l’allevamento consuma molto più cibo di quanto
ne produca (p. 253).
La piscicoltura non alleggerisce la pressione sulle risorse ittiche, anzi l’aggrava per la sottrazione di piccoli pesci
che vengono dati in pasto a grandi pesci carnivori come trote e
salmoni (p. 83). Gli umani si sono evoluti per introdurre pari
quantità di acidi grassi omega-3 e omega-6, e gli scienziati
raccomandano di introdurre non oltre 4 volte più omega-6 che
omega-3, ma nella dieta occidentale media ci sono da 10 a 25 volte
più omega-6 che omega-3, perché quando gli animali sono nutriti con
cereali invece che con erba, la concentrazione di omega-3 nella carne
crolla (p. 163).
Molti animali di allevamento attraverso
la selezione artificiale sono stati modificati per rendere di più,
in modo tale che non possono fare a meno di soffrire, ad esempio: Le
mucche da latte sono selezionate per produrre quantità incredibili
di latte, in media 7.000 litri all’anno anziché circa 1.000, e per
produrre tali enormi quantità di latte non possono essere nutrite
con erba perché non vi troverebbero abbastanza nutrienti, pertanto
vengono nutrite con cereali e non hanno rapporti col terreno (p.
126). I polli allevati in batteria sono troppo pesanti e non riescono
a reggersi sulle zampe (p. 191).
Altri aspetti dell’allevamento di
animali: Ogni anno nell’Unione Europea 25.000 persone muoiono a
causa di infezioni prodotte da microrganismi che sono divenuti
resistenti ai farmaci a seguito del loro abuso in zootecnia (p. 142).
In India ogni mezz’ora un agricoltore si suicida, per lo più a
seguito di falliti tentativi di coltivare le nuove piante
geneticamente modificate, propagandate dalle multinazionali (p. 255).
Carlo Consiglio
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